FIGLI DEL FUMETTO

 

Keith Hering (1958 – 1990) fu un giovane artista americano conosciuto in tutto il mondo a partire dai “Subway Drawings”: labili e veloci disegni in gesso sui pannelli pubblicitari temporaneamente vuoti nei sotterranei della metropolitana, che esercitavano sullo spettatore, immerso nel quotidiano ed anonimo salire e scendere dal treno, un potere magnetico capace di farlo fermare a riflettere anche solo per un istante. H. trasmette e inventa un nuovo linguaggio urbano, costituito da sagome quasi infantili o primitive, caratterizzate da un continuo segno nero che si rifà palesemente al fumetto.

[Keith Haring’s Pop Shop (Keith Haring artwork and photo © Keith Haring Foundation. Photo by Charles Dolfi-Michels]

 

Ripercorriamo la sua storia per capire in che modo il fumetto si correla a Hering. H. mostra fin da piccolo  una precoce predilezione per il disegno incoraggiata dal padre, disegnatore di fumetti e cartoni animati. I suoi disegni proponevano un “linguaggio visuale”, un esperanto visivo al quale tutti accedevano con facilità e semplicità, la stessa con la quale egli creava i suoi personaggi. Le sue composizioni attirano facilmente l’attenzione di chi guarda e si possono leggere a più livelli, che possono andare da un piano più superficiale e divertito, alla scoperta di un umorismo graffiante e allucinato.

Gli introiti derivati dal filone aurifero Haring  (Fatturato complessivo delle aste di Keith Haring (1958-1990) nel 2009. 5,15 milioni di dollari,) sono basati non solo sulla mera produzione “artistica” del genio americano ma si poggiano anche su gadget, magliette e quant’altro (in alcune foto si vede lo stesso Haring indossare in maniera divertita alcune magliette con riproduzioni di suoi graffiti).

[fonte Wikipedia]

[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI- sez. FUMETTO -articolo del 3 maggio 2011]

 

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