“Barbu è più nero di un corvo e quando dipinge si è certi che si macchia da tutte le parti”. Vi dice nulla questa frase? Forse no; ma se terminiamo la strofa? “… Ecco arrivare i Barbapapa, tu li vedi trasformare come gli va”. Indovinato? Si, era Barbu (detto anche Barbabarba), il pittore dei Barbapapa’.

Erano gli anni ’70 e lui era già un autore di successo ma ci è voluto un fumetto per farlo sfondare come cantante, quello dei Barbapapà. Oggi canta strofe del tipo: “ Perché le idee sono come le stelle, che non le spengono i temporali, perché le idee sono voci di madre, che credevano di avere perso, e sono come il sorriso di Dio in questo sputo di universo”. Strofe con le quali quarant’anni dopo si è tolto lo sfizio di vincere Sanremo. Ora avete capito chi è? Vecchioni è sempre stato un grande autore e alcuni suoi testi sono parte della storia della musica italiana. L’unico che ha vinto il grande slam della musica italiana (Ha infatti vinto i quattro premi più importanti: il Premio Tenco nel 1983, il Festivalbar nel 1992, il Festival di Sanremo e il Premio Mia Martini della critica nel 2011). Ma quello che molti non sanno è che il suo primo grande successo come cantante (come autore era già affermato) è avvenuto nel 1973, due anni prima di Samarcanda, con la sigla di un cartone animato molto famoso all’epoca: Barbapapà. Fu proprio nel ’73 che, insieme a Le mele verdi – coro di bambini fondato da Mitzi Amoroso, ebbe talmente successo da incidere un intero album di canzoni dedicate ai Barbapapà. E Vecchioni non è stato un caso isolato, basti ricordare la leggenda secondo la quale fu Piero Pelu’ dei Litfiba a cantare la sigla di Jeeg Robot.
La morale quale è? Nulla meglio di un fumetto può darti quella spinta capace di farti saltare sul treno chiamato successo, tanto da cambiare il tuo destino. E Sanremo a parte, continueremo a chiederci se ci sarebbe stata Samarcanda senza Barbapapà?
[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI sezione FUMETTO – articolo del 26 giugno 2011]