Cari amici, continua la mia indagine nell’animo umano attraverso interviste ad attori e agli artisti che gravitano attorno al mondo del teatro.Oggi intervistiamo Alessia Fanutti, fotografa di scena.
Willy: Alessia cosa ti ha spinto ad intraprendere la professione di fotografa?
Penso sia stata principalmente la curiosità; fotografare le persone ti aiuta a capire chi hai davanti e allo stesso tempo è un invito a esplorare te stesso, a conoscerti.
Crescendo scopri che quello che vedi è solo una minima parte della realtà e il mezzo fotografico può farti carpire molte sfumature di quello che c’è dietro, è una piccola magia.
W. Perché ti sei avvicinata al teatro?
E’ successo per caso, la Compagnia del Brivido è stata una delle prime ad accogliermi e ho avuto modo non solo di fotografare ma di partecipare all’intero iter di preparazione di uno spettacolo: è un’esperienza intensa e coinvolgente, un lavoro di equipe dove ogni piccola idea deve sposarsi con la struttura portante del progetto. Quando leggi un copione non sai bene quali sorprese ti riserverà ma ben presto prende forma e s’impossessa del tuo mondo onirico… l’emozione della Prima è impagabile!
W. Cosa ti suscita più emozione fotografare la scena o gli attori mentre recitano?
Sono due cose ben distinte che però danno entrambe delle sensazioni particolari?
Mi piace fotografare la scena perché mi permette di contestualizzare il personaggio, di comunicare qualcosa della sua storia anche attraverso la scenografia…durante una filata non si ha mai il tempo di distinguere le emozioni ma l’approccio è diverso, cogli un’espressione particolare del volto di un attore e un momento dopo fotografi una scena intera dove tre personaggi fanno contemporaneamente tre cose diverse. L’emozione più grande è vederle in sequenza e rendersi conto da pochi scatti di quello che sta succedendo sul palco.
W. Nel descrivere la tua ultima personale hai :“Le immagini sono così invitate a rendere l’idea di un tempo sospeso, fino a creare un paradosso: fermare un istante che non esiste.”
Ciò che hai detto si può in un certo senso accostare al mondo del teatro?
Certamente, e per un semplice motivo: ogni sera gli attori portano in scena qualcosa di nuovo. Il teatro è bello per questo, è sempre in evoluzione e un copione non è mai definitivo. Nella personale che ho esposto volevo giocare sull’ambiguità temporale per creare dei personaggi un po’ “surreali”, inafferrabili in un certo senso…….nel teatro i personaggi sono caratterizzati e hanno un vissuto ben preciso ma sono “instabili”, la loro storia si arricchisce sera dopo sera, potendoli fotografare ogni volta ne uscirebbero sfumature caratteriali sempre diverse.
NOTE BIOGRAFICHE
Alessia Fanutti è nata a Udine, classe 1985, ha dedicato gli ultimi anni allo studio della fotografia sperimentandone l’applicazione pratica in diversi settori, spaziando dalla fotografia di scena al ritratto. Consapevole della necessità di rendere il suo lavoro sempre più personale e ricercato, continua a tutt’oggi a frequentare corsi di specializzazione e intraprendere esperienze lavorative che possano farla crescere culturalmente e come artista visivo. Vive e lavora a Roma dall’età di 21 anni.
[Dario Santarsiero per DETTI E FUMETTI – Rubrica di Teatro – articolo del 12 maggio 2013]
[Illustrazioni di Filippo Novelli 2009- tutti i diritti riservati]




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