Nessuno degli altri redattori si è preoccupato di dare una giustificazione al suo nome, io si, addirittura ho deciso di farci il mio primo pezzo. Il nostro direttore ci aveva messo due piccolissimi vincoli per la scelta del personaggio: essere degli animaletti ed avere un nome che ricordasse il proprio “talento”. La prima a scegliersi il nome fu l’orsetto lavatore, ovviamente patita dell’igiene, che si chiamò Linda. Poi venne il mio turno: l’esperta di musica del giornale; non potevo che chiamarmi Viola e non solo perchè la viola e’ un bellissimo strumento musicale. Vi era dell’altro. Il mio nome fu un compromesso tra i miei genitori. Mamma è nata a Parma, quindi è melomane nel DNA, nel senso che non ha solo la passione per il “bel canto”, ma ne è così appassionata che ogni appuntamento importante della sua vita ha avuto un punto fermo nelle opere liriche in generale, verdiane in particolare, ca va sans dire.
E la mia nascita non poteva che essere uno di quegli appuntamenti, anche qui ca va sans dire ci sta bene. Ma quale madre avrebbe desiderato per la propria figlia neonata il nome di una donna “traviata”? La mia appunto, ca va sans dire, bene anche qui concedetemelo di nuovo. Per tutta la gravidanza mi ha chiamato Violetta invitandomi a libare ne’ lieti calici, a farmi amare da tal Alfredo, a dire addio al passato ed a sognare di lasciare Parigi, sempre insieme a tal Alfredo. Insomma me la spassavo davvero in quel pancione, mamma cantava bene ed io seguivo con un certo pathos le avventure amorose non solo di Violetta, ma anche di Aida, Mimì, Musetta, Carmen, Dorabella, Madama Butterfly, Gilda, Tosca, Turandot… Ci avete fatto caso? Tutte donne; nella lirica, ma non solo, gli uomini sono mera coreografia, funzionali alle vicende narrate, mentre donne della lirica, ma non solo, lasciano il segno! Ero li, li per nascere prendendomi questo nome di dubbio rispetto, quando papà, decisamente più sobrio e misurato, intorno al mio ottavo mese e mezzo di soggiorno in pancia, sbottò: “No! Il nome di una escort, seppur di lusso, per la mia piccolina, per la luce dei miei occhi, proprio no, parliamone!”. Ne hanno parlato nel mezzo mese rimasto ed insieme alla sottoscritta è nato anche il loro primo compromesso: Viola.
[Francesca Pietrocarlo per DETTI E FUMETTI -rubrica di musica – articolo del 10 ottobre 2010]
