Intervista-ritratto a Carmine Di Giandomenico

Sono orgoglioso di presentarvi Carmine Di Giandomenico, fumettista nato a Teramo (Abruzzo)  nel 1973 e sulla cresta dell’onda già dal 1995. Per tutto il resto … c’è wikipedia. Quello che ci interessa è leggere cosa ci ha detto sul fumetto e quale è stato finora il suo approccio con questo medium. Anche a lui abbiamo posto le nostre fatidiche nove domande. Vediamo cosa ci ha detto.

F. Si dice che fumettisti si nasce. Che ne pensi?

C. Oddio fumettisti si nasce? Non direi con certezza questa cosa. Perchè fumettisti lo si diventa con tanto studio e ricerca sul media fumetto. Che ha poi varie specifiche, redattore di fumetti, editor di fumetti, sceneggiatore di fumetti ecc.. ecc… per quanto riguarda il disegnatore di fumetti come detto prima ci vuole studio. Sopratutto pazienza e tanta. E non basta la bravura rappresentativa del disegno, ma una ottima conoscenza della narrazione. Entrambe le particolarità vanno aggiornate. Poi c’è chi è predisposto a tale rappresentazione narrativa e chi la acquisisce con il tempo.

F. Quali sono stati i tuoi punti di riferimento e cosa hanno lasciato nel tuo stile?

 C. Il mio punto di riferimento è il fumetto americano e i maestri anni 80, da Miller a JRjr, a Leonardi, BWS, Weeks, e tantissimi altri, ma con una strizzatina al fumetto europeo, a soprattutto italiano. E devo molto della mia formazione al maestro Palumbo che mi ha seguito nei miei esordi. Facendomi imparare tanto.

F. Gli amici e la famiglia. Come convivono con il tuo essere un fumettista?

 C. Questo è un tasto dolente, perchè la vita del fumettista non è tutto rose e fiori, dipende da due fattori importanti, per chi lavori, e per il tipo di mercato per cui lavori. Lavorando per la Marvel che è un’ industria del fumetto, i ritmi sono serratissimi, e ritagliare il tempo per se per la propria famiglia diventa una sfida a tetris. E anche con gli amici è la stessa cosa. Ma ringraziando il cielo che ho accanto persone speciali che capiscono il problema.

F. Il fumetto è un medium al pari degli altri (cinema, libri, teatro) per raccontare una storia, per fare cultura. Pensi sia valutato come tale o si dovrebbe farlo conoscere meglio? Come?

 

 C. Il fumetto deve prima conoscere se stesso, o meglio chi lo gestisce ai piani alti, deve capire meglio le sue potenzialità. Capire che per prima cosa è un linguaggio, e non una piattaforma cartacea per collezionisti. Vedi il cinema e il teatro, che si stanno aggiornando trovando nuove tecniche narrative, e di rappresentazione senza dimenticare le basi della narrazione. Questo dovrebbe fare il fumetto, trovare una nuova metodologia di diffusione di se stesso. Vedi negli usa, la Marvel, ad esempio sta già sperimentando con piattaforme per IPAD. Un modo differente nel distribuire storie.

Sulla sua considerazione da parte dei media, e del pubblico, se ne parla da secoli e secoli, ma ripeto è il “fumetto” che deve imparare a presentarsi e rappresentarsi.

F. Il fumetto, i social e la sua diffusione sul WEB. Quale è la tua opinione?

C. la mia opinione è positiva. Ho solo un dubbio, che alla fine, se il tutto non viene gestito adeguatamente, il web stesso fagocita l’autore e lo disintegra. Mi spiego, senza una giusta struttura di controllo del prodotto presentato e senza un piano specifico ben studiato, il web si appropria dell’opera facendola diventare di comune dominio, annullando l’autore che l’ha creata in origine. Portando l’ autore a non creare più. O per lo meno a restare al suo posto nelle tecniche passate. La carta stampata.

F. Il fumetto e la vita quotidiana. Alcuni sostengono che il fumetto deve essere divertimento assoluto, svago, a volte anche semplice trasgressione. Altri pensano che debba raccontare i fatti della vita reale, debba essere denuncia. Tu in che categoria ti collochi e perchè hai fatto questa scelta.

 

C.  Il fumetto e il suo linguaggio raccoglie tutte queste cose. Generalizzarle non ha senso, o meglio sezionarlo in compartimenti stagni non ha senso. E’ sempre lo stesso linguaggio. Vedi Stan Lee che utilizzò l’uomo ragno per denunciare il diritto alla privacy, dopo che in America iniziarono a mettere le telecamere per strada. Attraverso il fumetto e i suoi generi puoi raccontare di tutto. O quasi tutto. Dipende per la casa editrice con la quale ti confronti, mentre se sei autoriale al 100% allora sei libero di fare ciò che ti rappresenta.

LA mia scelta del fumetto supereroistico nasce dal gusto di poter disegnare personaggi dinamici. E perchè mi piace. Ho avuto anche la possibilità di poterne interpretare uno attraverso la scrittura. e mi piacerebbe tornare a scriverli. Ma in quest’ ultimo caso, scriverli , ma non per mantenere una produttività seriale. ma per poter lasciare un’ emozione.

F. Ti sei mai cimentato a disegnare strip, intese come una storia concentrata in poche battute, dove  i tempi comici o la drammatizzazione delle stesse sono fondamentali. Se no ti piacerebbe farlo?

 C. Bhè mai sceneggiato strip. ma se dovessi farlo, bhè , ovviamente tutto dovrà essere calibrato.

 

F. Hai ricevuto tante domande sulla tua opera. Quale non ti hanno ancora fatto e alla quale ti piacerebbe rispondere?

C. Questa è alla Marzullo. Sai che c’è il problema è che speso non si raccontano il dietro le quinte di come sia nato un lavoro. non si ricerca negli eventi che hanno portato a tali risultati ( non parlo solo dei miei ma di tutti). E questo porta solo a far vedere una facciata sterile, e chi ci si avvicina, la apprende, ma la interpreta. Ad esempio la miniserie Battlin’ Jack Murdock. Nessuno sa come sia nata realmente, pochi lo sanno. Non lo sanno neanche molti autori colleghi, che solo per il fatto che ignorano ciò, vogliono ignorare i fatti che non conoscono. A tal punto da  trovare differenze pur di portare avanti la loro tesi interpretate dalle poche nozioni che hanno. E questo è un peccato visto che al lettore poi di queste cose “non interessa nulla”. O meglio viene educato a non voler sapere nulla.

F. E per finire, fatti un po’ di pubblicità. Parlaci della tua opera di maggior successo e del tuo ultimo lavoro.

 a livello di vendite in Italia, bhè “Magneto testament” scritto da Greg Pak.

Mentre per quanto riguarda me, ho due opere a cui sono legatissimo, la prima è “OUDEIS” storia che rincorre l’odissea di Omero in chiave personale edita in due libri per Saldapress.

La seconda come detto sopra, è Battlin’ Jack Murdock. Dove ho avuto la possibilità di risceneggiare attraverso le quinte del suo scenario, le origini di DareDevil.

Un’esperienza fantastica. Dove io avevo l’ultima parola sulla stesura della sceneggiatura.

Ultimo lavoro in preparazione sarà un ciclo di 6 numeri di Ultimates che uscirà a Giugno.

 F. Grazie per il tuo contributo alla diffusione del fumetto e a presto!

C. Ciao a tutti voi.

[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI – rubrica di Fumetto – articolo del 29 maggio 2013]

 

 

 

 

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