Oggi intervistiamo Sonia Aloi, pittrice, illustratrice ma …soprattutto fumettista. Penso che è l’unica che così bene è riuscita a sublimare nella guerra tra Peluche e Zombie l’eterna lotta tra il Bene e il Male. Ecco le nostre nove fatidiche domande. Vediamo cosa ci racconta.
F. Si dice che fumettisti si nasce. Pensi sia vero? perche’?
S. Si nasce con la passione per il disegno prima di tutto per poi seguire il percorso che ci è più congeniale. Io amo dipingere, illustrare ma la forma d’arte che più mi appaga è il fumetto.
F. Quali sono stati i tuoi punti di riferimento e cosa hanno lasciato nel tuo stile?
S. Quando disegno devo farmi spazio tra i volumi di Mignola, Hewlett e Otomo, li tengo sempre aperti a portata di mano.Mi ritrovo a disegnare in un rettangolino di spazio pur di non rinunicare ad essere circondata dai miei fumettisti/ispirazione.
F. Gli amici e la famiglia. Come convivono i tuoi amici e la tua famiglia con il tuo essere un fumettista?
S. Fortunatamente sono circondata da persone che lo vivono con entusiasmo e curiosità nonostante gli innumerevoli alti e bassi che mi presenta questo mestiere.
F. Il fumetto è un medium al pari degli altri (cinema, libri, teatro) per raccontare una storia, per fare cultura. Pensi sia valutato come tale o si dovrebbe farlo conoscere meglio? Come?
S. Ancora non è valutato come meriterebbe sopratutto in Italia. Ma sono fiduciosa, se faccio un paragone semplice con i primi anni ’90 in cui ero una lettrice accanita e divoravo di tutto, ricordo che era una passione veramente per poche anime ed era pure difficile trovare fumetti e fumetterie fornite,adesso il fumetto è molto più sdoganato e apprezzato di più rispetto al passato.
F. Il fumetto, i social e la sua diffusione sul WEB. Quale è la tua opinione?
S. Grazie alla rete c’è stata un’esplosione positiva nella diffusione del fumetto! E’ un mezzo che sta offrendo parecchie opportunità e va sfruttato fino in fondo.
F. Il fumetto e la vita quotidiana.Alcuni sostengono che il fumetto deve essere divertimento assoluto, svago, a volte anche semplice trasgressione.
Altri pensano che debba raccontare i fatti della vita reale, debba essere denuncia. Tu in che categoria ti collochi e perchè hai fatto questa scelta.
S. Apprezzo tantissimo i fumettisti che utilizzano il fumetto come forma di denuncia o a scopo educativo/informativo ma lo lascio fare ai più competenti. Io personalmente mi diverto tantissimo a mescolare la mia vita privata ad elementi di fantasia.
F. Spesso le strip sono una storia concentrata in poche battute, Quanto sono importanti i tempi comici o la drammatizzazione delle stesse? A chi ti sei ispirato?
S. Battute e tempi comici più sono freschi e spontanei più risultano vincenti. Disegno spesso vignette demenziali per me tra un lavoro e l’altro mi aiutano a scaricare la tensione e ad alleviare l’ansia da prestazione che ho puntualmente nei riguardi di nuovi lavori da affrontare.
F. Hai ricevuto tante domande sulla tua opera. Quale non ti hanno ancora fatto alla quale piacerebbe rispondere?
S. Quella che si dimenticano molti e che sta alla base di questo mestiere “Ti diverti a fare quello che fai?”
F. E per finire, fatti un po’ di pubblicità. Parlaci della tua opera di maggior successo e del tuo ultimo lavoro.
S. Ho alle spalle alcune collaborazioni ma opere totalmente mie non ne ho ancora realizzate anche se ci sono in cantiere disparati progetti e idee che mi piacerebbe vedessero la luce. L’ultimo lavoro che ho realizzato riguarda alcune tavole per Metamorphosis di Giacomo Bevilacqua, dove mi sono occupata della parte infantile e onirica di Luna la protagonista della storia. Inoltre sto lavorando ad un altro progetto scritto sempre da Giacomo dove ha avuto l’abilità di creare una storia mettendo insieme vari elementi a me cari e che si ripetono spesso nei miei disegni svago: peluche e zombies.
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