Il buon vecchio Shopenhauer

Non ricordo come mi venne l’idea di disegnare un porcospino e di narrare le sue storie (era il ’76 credo) ma una cosa è certa: non sono stato il solo. Ho recentemente trovato una serie di fiabe sul porcospino molto interessanti. La più famosa è senza dubbio quella narrata da Shopenhauer  nel Parerga e Paralipomena ( II, 2, cap. 30, 396).

Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dall’assideramento. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche;il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali,finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.

La morale che se ne ricava è che l’uomo non è ancora riuscito a trovare la giusta misura per vivere accanto agli altri, accettandoli e facendosi accettare, nonostante idee, abitudini, stili di vita, religioni, culture diverse… stiamo ancora ferendoci con i nostri aculei… Impareremo dai porcospini?  O ancora la riflessione che fece lo stesso Freud nei suoi testi di psicologia nell’ambito delle relazioni tra esseri umani (citando Shopenhauer): tanto più due esseri si avvicinano tra loro, molto più probabilmente si feriranno uno con l’altro.

Già postato nel 2009 [ http://www.fumettinovelli.blogspot.it/search?updated-min=2009-01-01T00:00:00%2B01:00&updated-max=2010-01-01T00:00:00%2B01:00&max-results=50] e riproposto qui.

[Filippo Novelli  per DETTI E FUMETTI – sezione fumetto – articolo del 1 ottobre 2009]

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