Nella nostra rivista DETTI E FUMETTI ci sono redattrici e redattrici. Come sapete c’è anche una sezione dedicata al fumetto in cui riproponiamo i migliori (secondo noi) articoli sul tema perché è il nome stesso della testata che lo suggerisce: riproporre i brani, i frasi “dette” sul web, sulla stampa, sui libri.
Oggi ci vogliamo ispirare a questa sezione ed allargare il campo, riproponendo anche brani di un altro argomento che ci sta a cuore: la pedagogia e il ruolo della donna nella società. Facciamo questo non solo perché nella nostra rivista ci sono delle redattrici con ruoli strategici ma anche e soprattutto perché i redattori, per lo più padri di bambine, sono consapevoli del fatto che facendo crescere il ruolo della donna in questa società, la si possa migliorare, creando condizioni migliori di vita per le proprie figlie.
Ecco a voi alcuni brani di un articolo di Francesca Magni pubblicato su Donna Moderna il 17 giugno 2013. che si intitola “Come educare figli maschi rispettosi delle donne”.
Si tratta di una interessante intervista ad un pedagogo, Daniele Novara, nella quale si danno molti utili consigli.
Francesca: […] Ormai la violenza fa parte del copione della virilità: si può eliminarla senza rendere un maschio “meno maschio”?
Daniele: «È il contrario: un uomo violento ha un deficit di virilità».
Francesca: In che senso, scusi?
Daniele:«Ho lavorato per 10 anni in Kosovo sul tema degli stupri durante la guerra». «Ho scoperto che quella generazione non era stata affatto cresciuta nel mito del macho, ma con una presenza totalizzante delle donne, madri e nonne. I padri erano assenti, se non per il ruolo di “servizio d’ordine”: dare punizioni, picchiare. Un bambino che cresce con un papà di cui conosce solo il lato duro, si forma un’idea distorta della virilità». […]
Daniele: Il discorso sull’educazione dei maschi comincia dai padri, quelli che oggi «pensano che la cosa giusta sia far divertire i figli e essere dei “vice mammi”» sbagliano.
Francesca: E non va bene?
Daniele: «No! Dal padre padrone siamo passati al padre peluche: il primo era mortificante, il secondo è castrante. Il padre deve essere una sponda. Come l’argine che permette al fiume di scorrere senza disperdersi. Significa mettere delle regole e farle rispettare, con l’obiettivo di aiutare il figlio a prendere il largo. Se nel primo anno di vita è necessaria la presenza assoluta della mamma, che crea il bagaglio di sicurezze per il futuro, dal terzo anno i bambini devono passare del tempo soli con il papà» . «Momenti di esplorazione e avventura: un giro in bici, una gita». Troppo spesso, invece, la madre ruba la scena. Supera i confini. È quello che gli esperti chiamano “eccesso di maternage” e da cui mettono in guardia. Il primo consiglio è noto, ma spesso sottovalutato: fuori i bambini dal lettone. Perché nella storia della maggior parte dei maschi violenti c’è il lettone tardivo. C’è una mamma che non “libera” suo figlio. Vedo madri che portano i bambini sul passeggino fino ai 4 o 5 anni. Che non li stimolano a togliere il pannolino: ci sono in commercio modelli per la fascia 8-15 anni, è una follia! […]
Tornando alla violenza:un uomo violento molto spesso scarica sulla vittima la frustrazione per l’autonomia che gli è stata negata. Può arrivare a desiderare di cancellare la figura femminile, che gli riaccende il dolore di antiche umiliazioni». […]
In molti casi di adulti violenti, è la paura dell’abbandono a far scattare la molla. Come si previene? Noi la definiamo “carenza conflittuale”: è l’incapacità di accettare le contrarietà che vengono dalle relazioni.C’è un nesso molto stretto tra uomini violenti e un’educazione che, quando erano bambini, ha precluso loro la possibilità di litigare. Tanti genitori reprimono gli scontri. Così il bambino non impara a tollerare l’opposizione degli altri. E nelle situazioni critiche non saprà come reagire, avrà esplosioni di rabbia.
Francesca: Sta dicendo che bisogna lasciarli litigare?
Daniele: Sì. Non si devono confondere litigio e violenza, sono cose diverse. Un bimbo litigioso cerca il confronto, è sano, non deve preoccupare. La baruffa per i piccoli è un gioco. Più che reprimerli è giusto intervenire per invitarli a darsi reciprocamente la propria versione dei fatti». […] Un maschio che impara ad accogliere le ragioni degli altri difficilmente sarà violento con una donna.
Francesca : e riguardo alle bambine cosa ne pensa?
Daniele: se «alle bambine restituiamo la naturale propensione a difendersi, permettendo anche a loro di litigare, cresceranno più assertive, coraggiose, decise». Il primo passo per smettere di essere vittime. […] Dobbiamo dare loro strumenti per rifiutare il maschilismo. Fondare ogni insegnamento sul rispetto per l’altro, la parità, la non violenza». […] «i bambini imparano dai comportamenti, più che dalle parole. La madre deve essere consapevole del proprio valore e mettere in atto la parità. Deve pretendere collaborazione nei compiti domestici. […]non far sentire il figlio maschio un piccolo re.
L’articolo completo lo trovate qui.
[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI – rubrica di pedagogia. Articolo del 21 giugno 2013]
[Illustrazioni di Filippo Novelli – tutti i diritti riservati]
