LA GRANDE BELLEZZA – la recensione di DETTI E FUMETTI

Una Roma che emoziona e incanta, con la bellezza immortale dei suoi monumenti e delle sue strade e le luci della notte che la rendono scintillante. Una Roma che mescola incontri e scontri, morti e resurrezioni, feste e funerali, cardinali e spogliarelliste, artisti e falliti. Una Roma felliniana in cui si muove il 65enne Jep (un grandissimo Toni Servillo), giornalista fascinoso e scrittore da un solo libro, che ha deciso di dedicare la sua vita al divertimento e alla mondanità, abbandonando le velleità letterarie. Jep è l’immagine di un’Italia che ha smesso di crescere, per vivere in una perenne indolenza che si trascina nella notte da una cena a una festa, da un salotto a un eros pub. Jep è malinconico e insoddisfatto, e frequenta ogni notte una fauna umana fatta da amici intimi e compagni di sventure, tra cui Romano, scrittore teatrale mai realizzato e fidanzato con una giovane donna che lo sfrutta, Lello, venditore di giocattoli dalla parlantina sciolta e marito infedele di Trumeau, Viola, ricca borghese con un figlio pazzo, Stefania, scrittrice radical chic e Dadina, la caporedattrice nana del giornale in cui scrive Jep. E poi ci sono le apparizioni di due tra le più amate incarnazioni cinematografiche della romanità: Carlo Verdone, lo scrittore di provincia animato da vero ardore intellettuale che lascerà Roma deluso, e Sabrina Ferilli, una spogliarellista dignitosa.

La Grande Bellezza, sembra dirci il film di Sorrentino, deve essere il fine ultimo al quale ogni vita dovrebbe aspirare, sia essa rintracciabile nella banalità di una passeggiata mattutina o nella poesia di uno scorcio romano. Ma soprattutto la bellezza va cercata dentro sé stessi. Ed è quello che fa Jep, riconoscendo la sua nel lontano ricordo di un amore della prima giovinezza.

La musica e le immagini del film sono toccanti, così come l’interpretazione degli attori. Un film dal respiro internazionale, un Satyricon sguaiato e cafonal che conferma Sorrentino come uno dei più talentuosi eredi della grande tradizione cinematografica italiana.

Vi ho detto tutto. A presto su DETTI E FUMETTI, il vostro RED BEAR.

[Stefano Milani per DETTI E FUMETTI -rubrica di Cinema – articolo del 26 giugno 2013]

 

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