Architettura e fotovoltaico: ormai nella nostra società è sempre maggiore l’esigenza di unire un ambiente green nelle scelte progettuali delle nostre città.
Gli interventi di integrazione dei sistemi fotovoltaici negli edifici si possono distinguere in due categorie:
- interventi retrofit, si definiscono quando il sistema fotovoltaico è integrato nella struttura di un edificio esistente; sono interventi complessi perché non sempre soddisfano tutti i requisiti che garantiscono un’ottima collocazione della superficie dell’impianto.
- Integrazione su nuovi edifici, si definisce quando il sistema fotovoltaico è integrato alla struttura di un edificio che deve essere costruito. In questo caso è possibile curare contemporaneamente gli aspetti impiantistici ed estetici del progetto.
Un esempio di intervento retrofit lo troviamo a Londra, alla stazione Blackfriars, il più grande ponte solare del mondo. A comporlo oltre 4.400 pannelli fotovoltaici posti a copertura del tetto della stazione, che riescono a produrre abbastanza energia (900.000 kWh all’anno) per fare quasi 80.000 tazze di ‘tea’ al giorno. Hanno inaugurato il ponte Network Rail, First Capital Connect, e Solarcentury che ha realizzato il design e l’installazione di 6000 metri quadrati di pannelli.
L’impianto fornisce fino alla metà del fabbisogno energetico della stazione, riducendo le emissioni di CO2 di circa 511 tonnellate all’anno, pari a circa 89.000 viaggi in auto di percorrenza media. Oltre alla più grande installazione al mondo di pannelli solari su un ponte, la stazione è stata totalmente rinnovata (c’è anche una nuova entrata sulla sponda sud del Tamigi): un progetto che ha puntato ad un miglioramento dei trasporti e al risparmio del 505 del fabbisogno energetico sul consumo totale del nuovo interscambio tra First Capital Connect e i servizi di London underground.
Coinvolti nel progetto Network Rail e First Capital Connect. l’AD di Solarcentury Frans van den Heuvel ha dichiarato:
“Il nostro lavoro su Blackfriars mostra i due benefici chiave del solare. Primo, può essere integrato nell’architettura esistente modificando in modo sbalorditivo il profilo di Londra. Secondo, può essere integrato nei più complessi progetti ingenieristici; in questo caso è stato installato sopra un sito in costruzione, sopra linee ferroviarie e su di un fiume”.
La capitale inglese si dimostra quindi tutt’altro che timida nell’abbracciare progetti innovativi e in scala senz’altro ragguardevole: un esempio che sarebbe bello fosse seguito più spesso e con più coraggio dalle metropoli italiane.
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Ciao a tutti da Clo’
[Maria Clotilde Massari per DETTI E FUMETTI – sezione Architettura – Articolo del 4 marzo 2014]


