Il premio oscar Cate Blanchett in blue Jasmine – la recensione di RED BEAR

Negli ultimi otto anni il grande Woody aveva puntato la sua macchina da presa sull’Europa, regalandole ritratti romantici e suggestivi: Londra, con Match Point (2005), Barcellona, con Vicky Cristina Barcelona (2008), Parigi, con Midnight in Paris (2011), Roma con To Rome with Love (2012).

Con Blue Jasmine si torna negli States, non solo nella tradizionale location di New York, ma anche sulla West Coast, a San Francisco. Nella Grande Mela sono ambientati i flashback, mentre nella città californiana il presente del racconto.

Jasmine (Cate Blanchett), è una donna allo sbando, che deve ricostruirsi una vita: il marito (Alec Baldwin) è stato travolto da un crac finanziario e, anche a causa dei suoi numerosi tradimenti, Jasmine decide di lasciarlo, trasferendosi a San Francisco a casa della sorella (Sally Hawkins). Ma ricominciare non è affatto facile: la bella newyorkese è costretta a passare da una vita lussuosa, fatta di gioielli, feste e ville a più piani, all’affannosa ricerca di una fonte di sostentamento. La discrasia dirompente tra ciò che c’era prima e ciò che c’è ora è sottolineata da Allen attraverso frequenti flashback sulla vita precedente di Jasmine.

Incapace di inventarsi un qualsiasi lavoro, Jasmine decide quindi di trovare un uomo che la mantenga. L’obiettivo sembra raggiunto quando, ad una festa, conosce un ricco vedovo, Dwight, a cui però tiene nascosto il suo burrascoso passato. I due si fidanzano ma, proprio sulla porta della gioielleria dove si sono recati per comprare l’anello di fidanzamento, il passato di Jasmine viene fuori in modo rocambolesco. Dwight, furioso per le menzogne della donna, interrompe subito il fidanzamento. La conclusione della storia la lasciamo, naturalmente, alla visione del film.

Blue Jasmine si distacca dagli ultimi film di Allen, caratterizzandosi più sul versante drammatico della narrazione, con i toni tragicomici a cui il regista americano ci ha abituati. Il film, in generale, è gradevole ma lontano dai vertici dell’arte alleniana, che ha raggiunto a volte il livello della genialità. La prova di Cate Blanchett è sontuosa, e Alec Baldwin si conferma, dopo To Rome with love, un’icona perfetta dell’ironia di Allen. Concludendo, anticipiamo che Woody è già al lavoro sul suo prossimo film, Magic in the Moonlight, che sarà nelle sale nell’estate del 2014, confermando la sua fama di instancabile narratore di storie (dal 1982 dirige un film all’anno).

Un saluto da RED BEAR

[Stefano Milani per DETTI E FUMETTI – sezione CINEMA – articolo del 12 dicembre 2013]

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