Destinazione Londra e il suo melting pot ; Willy intervista Chiara Carpentieri.

Come qualunque altra categoria anche quella dell’attore è soggetta a migrazione.

willy e la nave

E molte giovani attrici e attori, prendono il largo per approdare, chi per fare esperienze, per poi fare ritorno in Patria, chi per speranza-convinzione di sfondare, su lidi stranieri. Anche la mia amica Chiara Carpentieri ha voluto sfidare se stessa alzando la vela e puntando il timone verso le coste Inglesi. Chiara è una giovane attrice che da un anno vive e lavora a Londra.

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In questi giorni è a Roma, voglio intervistarla per farmi raccontare la sua esperienza londinese. Ci diamo appuntamento nel pomeriggio in centro. Ci sediamo in una piccola latteria in vicolo del Gallo davanti a due tazze di caffellatte e due paste.

W. Ciao Chiara, ti vedo in ottima forma!
C. Ciao Willy, è bello rivederti!

W. Allora, devi dirmi tutto su questa tua esperienza!
C. Va bene, non so però da dove iniziare!

W. Ti aiuto io, perché hai deciso di partire!?
C. Una scelta di pancia! Voglia di essere presa per un ruolo perché sei la più giusta e talentuosa, non perché conosci il produttore o il regista…desiderio di meritocrazia! Voglia di poter rispondere alla domanda “che lavoro fai?”, con la semplicità di un “sono un’attrice”, senza che ti si replichi “ma io intendevo per vivere!”. Perchè Londra è una città difficile, ma se al talento, unisci lo studio e la dedizione, puoi arrivare in alto. Così sono partita: piena di paure, entusiasmo e desiderio di mostrare chi sono e cosa so fare.

W. Conoscevi già la scuola inglese!?

C. Beh, da bambina mi sono avvicinata al teatro per gioco, frequentando una scuola di teatro in Inglese, La Bottega d’Europa; ed è da lì che il mio desiderio di calcare i palcoscenici a preso vita. Era per me la normalità recitare in inglese…arrivata in accademia a 19 anni quasi avevo difficoltà a lavorare su testi italiani! Ma in realtà più che “scuola inglese” quello che mi ha avvicinata al teatro anglosassone è stato indubbiamente la mia passione per i musical, e il periodo di studio presso la Musical Theatre Academy di Roma.

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W. La natura gesticolante di noi italiani, ti ha aiutato o intralciato!?
C. Con mia grande sorpresa mi ha intralciata. Fin da subito ho notato una forte differenza tra il mio modo di vivere il palco e quello degli attori inglesi; molto più composti e “naturali”, vedevano il mio “hand acting” come un’esagerazione. In fase di lavorazione dei personaggi, mi è capitato, su richiesta del regista, di dover interpretare scene con le braccia distese lungo il corpo, tenute ferme da un mio collega.

W. anche gli attori e registi inglesi, saranno buoni e cattivi bravi e mediocri, il punto interessante è, come si sono rapportati con te, che vieni dall’Italia, il paese che ha inventato la commedia. Ti hanno caricato di aspettative, erano incuriositi, o semplicemente snob!?
C. Che esperienza rapportarsi con attori e registi di Londra! Il melting pot culturale che la città presenta si rispecchia anche sulla scena, portandoti a confrontarti con persone provenienti da tutto il mondo per cultura, lingua ed esperienza artistica! L’apertura che vivono gli inglesi giorno per giorno verso “lo straniero”, è come un abbraccio, non caldo come il nostro, ma rispettoso, interessato, curioso, desideroso di apprendere e unire quel che è tuo con il mio, creando uno scambio umano ed artistico per crescere e lavorare inscieme nel bene di tutti, senza invidia, ma con la sola sana competizione sul campo di un’audizione.

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W. Avendone le possibilità, dove apriresti un teatro e perché proprio lì!?
C. Domanda da un milione di dollari??…no! Dietro casa mia, a Roma…nel mio quartiere! Io, che col teatro ci sono cresciuta e del teatro vivo, non ho mai avuto il piacere di essere in scene a Talenti, perché un teatro vero, lì non c’è. Questo è un sogno a cui penso spesso, un progetto che nella mia mente è chiaro e concreto. Ti svelo un segreto: c’è un edificio, un ex cinema abbandonato; uno di quelli di una volta, con il palco sotto lo schermo, che mi piacerebbe tanto rilevare e trasformare nel Mio Teatro, un piccolo gioiello per arricchire una parte della mia città!

W. Progetti futuri!?
C. Tutto un po’ top secret: uno spettacolo in vista su cui non posso ancora dir nulla e un progetto artistico personale che spero cominci a germogliare pian piano.

W. Bene! Hai soddisfatto la mia curiosità!
C. Sono contenta! Un saluto ai lettori di “Detti e Fumetti allora!

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[Dario Santarsiero -Willy il bradipo – per “Detti e Fumetti”- Sezione teatro – Articolo del 4 maggio 2015]

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