CLO E L’EXPO DI MILANO 2015

Sono ritornata a Milano, questa volta per un appuntamento unico e irripetibile a cui non potevo mancare: l’Expo.

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Questa manifestazione è il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione, una vetrina mondiale in cui i Paesi mostrano il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. Il confronto sui temi dell’agricoltura, dello sviluppo sostenibile, della lotta contro la fame per il benessere comune, la cooperazione tra i popoli è fondamentale per raggiungere l’obiettivo di “Nutrire il Pianeta”, garantendo cibo sufficiente e sicurezza alimentare a tutto il mondo: questo è il messaggio che vuole dare Expo ai suoi visitatori oltre all’ innovazione, il risparmio energetico, il rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali.

 

Naturalmente, ho osservato i padiglioni e le aree tematiche, anche sotto l’aspetto architettonico. Il sito è stato realizzato su un’area di 1,1 milioni di metri quadrati (facilmente raggiungibile sia dalla metro M1 che dai treni regionali) e progettata da architetti di fama internazionale. Un’esposizione-giardino con più di 12 mila alberi, giochi d’acqua e un lungo canale che circonda l’area. Sui due grandi viali principali, il Cardo e il Decumano, si affacciano i Padiglioni dei Paesi Partecipanti, piazze e aree comuni dedicati agli eventi e alla ristorazione. Le costruzioni seguono criteri di efficienza energetica e sostenibilità nella realizzazione, smontabili e riutilizzabili alla fine dell’evento.

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L’ avventura è iniziata dall’ingresso est, Padiglione Zero, che introduce la visita del Sito descrivendo quanto l’uomo ha prodotto dalla sua comparsa sulla Terra fino a oggi, le trasformazioni del paesaggio naturale, la cultura e i rituali del consumo.

Peccato che alle 10.00 del mattino era prevista circa 1 ora di fila!

Ma questo non mi ha fermata, anzi entusiasta ho fatto anche altri 45 minuti di fila per salire sulla rete del padiglione del Brasile, una bellissima attrazione per grandi e piccini che collega i tre piani. Camminando sulla rete sospesa, i visitatori interagiscono con l’ambiente circostante: dei sensori, infatti, rilevano i movimenti trasferendo impulsi che modificano il suono e la luce circostante. La visita inizia da un’area aperta (Green Gallery), con ortaggi, piante, fiori e frutti accompagnati da tavoli interattivi, che offrono giochi e informazioni sulle etnie del Brasile. Una rampa porta al primo piano, dove una proiezione guida i visitatori. Al secondo piano, un’altra proiezione su uno schermo trasparente mostra un video che si attiva grazie ai sensori di prossimità.

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Un altro Padiglione da non perdere sia per la sua maestosa struttura in legno lamellare che per le interessanti istallazioni interne è quello della Cina: agricoltura, alimentazione, ambiente, sviluppo sostenibile sono i punti focali della partecipazione della Cina ad Expo, ma devi sempre avere la pazienza di fare circa 1 ora di fila tra le siepi del giardino, solo in alcune zone coperte da tettoie in legno.

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Praticamente inutile fare la lunga fila per entrare nel padiglione del Vietnam: da ammirare solo la splendida struttura in legno a forma di fiore di loto che contiene all’interno un piccolo mercato con bancarelle in cui vengono vendute borse, cappelli ed altri accessori.

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Sicuramente lascia un messaggio il padiglione Israeliano: una tradizione di tremila anni, che attraverso lavoro, ricerca e sviluppo ha saputo rendere fertili molti dei suoi terreni in prevalenza aridi.

L’elemento caratterizzante è il “giardino verticale”: una parete lunga 70 metri e alta 12 interamente adorna di piante vive, i cui fiori e colori cambieranno con il passare delle stagioni. Il Padiglione offre al visitatore un’esperienza divisa in due fasi. Nel primo spazio, attraverso film 3D ed effetti multidirezionali, è illustrata la storia dell’agricoltura israeliana. Uno dei film presentati racconta il piano di rimboschimento di Israele portato avanti dal Fondo Nazionale Ebraico (KKL). Nel secondo spazio una tappezzeria luminosa di led danza in ogni direzione.

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Quello che più mi ha colpito per efficacia ed essenzialità è la Svizzera. Qui l’ospite ha una percezione netta, immediata e molto forte, di che cosa significhi la sostenibilità. Attraversando alcune torri molto alte si ha la possibilità di prendere quattro prodotti, caffè, mele, acqua e sale, contenute in scaffali alti cinque piani. Il concetto è: quando consumi un prodotto, anche il più naturale come l’acqua, devi sempre tenere conto come il tuo consumo possa incidere su chi viene dopo. Ecco la sostenibilità, spiegata senza pedagogia ma nel modo più semplice possibile.

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Altri Padiglioni mi hanno colpito positivamente come quello della Russia, del Qatar e dell’Inghilterra. Peccato non riuscire a visitare il Padiglione del Giappone e della Germania perché erano previste code dalle 3 alle 4 ore.

Il Padiglione Italia , nonostante anche qui la lunga coda all’entrata , presenta un retorico elogio della Bellezza, naturale e culturale, del Bel Paese e, un riferimento alla creatività giovanile. Nessun messaggio significativo, nessuna idea forte e convincente negli stand regionali, che promuovono singoli prodotti di territorio: qui sembra di stare alla fiera di paese. Lo stessa sensazione l’ho avuta in altri padiglioni, dove l’unico messaggio era la promozione dei loro prodotti tipici.

A conclusione di questa visita, se riesci a resistere fino a sera alle interminabili file ed al caos, puoi ammirare lo spettacolo dell’albero della Vita, un gioco di luci e colori, una icona interattiva destinata a catturare l’immaginario del visitatore , una grandiosa costruzione a metà tra monumento, scultura, installazione, edificio.

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Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale

http://www.expo2015.org

Buon volo a tutti

Ciao a presto dalla Vostra CLO!

[Maria Clotilde Massari per DETTI E FUMETTI – Sezione Architettura – Articolo del 22 settembre 2015]

 

 

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