DESTRA E SINISTRA: LE PAROLE CHE DIVIDONO-parte prima.

copertina libro

Iniziamo oggi una serie di considerazioni che sto raccogliendo in un taccuino e che spero diventino un libro. Questa potrebbe essere la copertina di Filippo, ma non è detto.

Il primo capitolo della rubrica LE PAROLE AL POTERE che vi proporro’ in due parti si intitola:

DESTRA E SINISTRA: LE PAROLE CHE DIVIDONO

“È il vecchio sogno della magia: fare cose con le parole. Le parole denotano oggetti del mondo esterno e i vecchi maghi provavano a utilizzare le parole per cambiare, secondo i propri desideri, attraverso sortilegi e formule, la realtà che li circondava.golem1

È l’antico principio, già sottolineato da Aristotele, secondo cui le lettere sono come gli atomi che compongono la materia: muta una lettera e muterai anche la materia. È la storia del Golem del ghetto di Praga: il Golem riceve la vita o subisce la morte quando il rabbino cambia una sola lettera nel sigillo che porta impresso in sé”.

Voglio partire da qui, da queste parole di Edoardo Camurri scoperte sfogliando il Foglio.

camurriLa natura performativa del linguaggio ha radici antiche, persino ancestrali, tanto quanto l’affermazione del potere nella società. Se è con la scrittura che inizia la storia, allora la politica è preistoria e la parola – ma anche il rituale, il simbolo – il suo medium.  Il potere è taumaturgico: si afferma per lasciare il segno, per cambiare la realtà secondo il suo volere. Così come il re trasforma le cose del mondo col tocco di una mano, il rivoluzionario cerca di tagliarla quella mano, per imporre la sua realtà. E così va la storia del mondo…

Nel corso dei secoli, la politica ha sempre escogitato trucchi per farsi riconoscere, per rappresentarsi come volere di Dio o come volere del popolo. Si arriva poi a un punto in cui la competizione per  il potere si fa costitutiva: le parti in conflitto si riconoscono a vicenda e la categoria di avversario – per secoli osteggiata e repressa- diventa legittima. La dicotomia insita nel conflitto appare plasticamente,  allorché i rivoluzionari francesi del XVIII secolo arrivano a sedersi in Parlamento a fianco dei conservatori. Questi a destra, quelli a sinistra.Delacroix-rivoluzione4a-e1550468946938

Ha allora inizio una lunga storia democratica, fatta di incontri, scontri, identità, appartenenze e opinioni. Destra e Sinistra riflettono originariamente due diverse posizioni rispetto al valore dell’uguaglianza e si fanno interpreti, nel corso del Novecento, del conflitto ideologico tra liberalismo e socialismo, quando la lotta di classe tra capitalisti e operai era la la frattura sociale a più alta salienza politica.

Oggi si sente spesso dire che destra e  sinistra non esistono più. Con il recedere del conflitto di classe accade che, da una parte, gli operai non votino più per i partiti di sinistra e, dall’altra, che partiti di destra si schierino su posizioni avverse al capitalismo. Ma, al di là della sostanza, e ai fini del nostro discorso, sul senso della dicotomia politica più longeva e fortunata della storia politica andrebbe potenziata l’interpretazione nominalista, secondo la quale destra e sinistra non sarebbero altro che due scatole da riempire con messaggi politici diversi a seconda del tempo e del contesto.

Due codici linguistici, quindi; ad uso e consumo di politici, media e cittadini per orientarsi nello scenario politico della competizione, nel quale le due categorie opposte assolvono anche alla fondamentale funzione di identificazione in un “noi” e in un “loro”.

[Continua]

Se l’argomento vi interessa, condividete e rimane in contatto per la seconda parte.

A presto, Murray.

[CHIARA SFORNA PER DETTI E FUMETTI – sezione COMUNICAZIONE DELLA POLITICA – Articolo del 12 maggio 2020]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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