Oggi cari amici intervisterò l’attrice Nunzia Schiano. Per gli appassionati dei romanzi di Maurizio De Giovanni, è la Tata nel Commissario Ricciardi.

W. Come da tradizione iniziamo questa chiacchierata con la tua presentazione:: Sei nata e cresciuta a Portici (NA) il 16 maggio 1959, dove hai frequentato il liceo Orazio Flacco; sei nota soprattutto per il ruolo della madre di Mattia Volpe in “Benvenuti al Sud” (2010). Sei stata riconfermata nello stesso ruolo nel sequel “Benvenuti al Nord” (2012); interpreti soprattutto ruoli comici, vedi, “La valigia sul letto” (2009), con Eduardo Tartaglia e Biagio Izzo.
Hai più volte collaborato con Alessandro Siani “Ti lascio perché ti amo troppo” (2006) e hai recitato nel film di Leonardo Pieraccioni “Il paradiso all’improvviso” (2003). Nel 2011 sei nel cast di “Napoletans”, di Luigi Russo, con Maurizio Casagrande e Massimo Ceccherini e in quello de “La kryptonite nella borsa” di Ivan Cotroneo. Nel 2012 interpreti una zia del protagonista di “Reality”, di Matteo Garrone. Nel 2015 sei nel cast di “Ci devo pensare”, di Francesco Albanese, con Francesco Albanese e Barbara Tabita. Nel 2016 interpreti la madre del protagonista Enzo Iupparello nel film “Vita, cuore, battito” di Sergio Colabona.
W: Cosa o chi ti ha spinto verso la recitazione?
N. Ho iniziato per gioco. Nel mio oratorio c’era un teatro e da bambina mi esibivo perché mi piaceva farmi vedere sul palcoscenico. Al liceo un mio professore mi ha spinto verso la recitazione e con il tempo mi sono resa conto che quella di recitare era la mia vita; ne ho parlato ai miei genitori, ed ho intrapreso questa strada, faticosa, perché devi studiare molto e impegnarti molto ma che ti dà tantissime soddisfazioni!
W: Sembra che Portici, sia una fucina di attori: Troisi, Arena, de Caro, Nunzia Schiano, è forse l’energia del Vesuvio che scatena il talento?
N. In un certo senso può essere vero!(Ride) Abitando tutti a Portici abbiamo frequentato molto i teatri e gli spazi a nostra disposizione per crescere professionalmente. E come ho detto prima, è anche merito della nostra terra che ci da quell’energia che ci spinge a fare sempre di più e meglio.
W: Passare dalla musica popolare al teatro è stato naturale?
N. Abbastanza, in fondo il teatro è un arte popolare ci si rivolge sempre ad un pubblico che sceglie volontariamente di uscire di casa per venire a vedere il nostro spettacolo, ed è la stessa cosa per andare ad un concerto
W: Ho letto che ami di più il teatro classico perché ?
N. Non è proprio così. Io non credo molto nelle definizioni, teatro classico attore, attrice che possono fare solo teatro classico sono definizioni che mi stanno strette. Amo sia il teatro classico, perché è da li che veniamo, sia quello moderno perché è giusto evolversi per riuscire a dare il meglio di noi al pubblico.
W: Con il film di Carlo Vanzina “Vacanze di Natale 2000” del 1999, è iniziata la tua avventura cinematografica, ce ne vuoi parlare?
N. Carlo era un profondo conoscitore del cinema. Da lui ho imparato molto dalla recitazione ai movimenti, perché i tempi del cinema sono differenti da quelli del teatro. Carlo sapeva ciò che voleva e lo trasmetteva a noi attori, capiva le mie esigenze e le rispettava.
W: Nessuno è più adatto ad una parte drammatica come un’ attrice o un attore comico. Che sensazione ti ha lasciato aver partecipato come Tata Rosa alla fiction “Il commissario Ricciardi” tratto dai racconti di Maurizio De Giovanni con la regia di Alessandro D’Alatri?
N.Ridere o piangere sono le facce di una stessa medaglia, in entrambi i casi non è facile. E’ vero però che un comico riesce ad interpretare parti drammatiche con un pathos sorprendente. Questo è riconosciuto di più all’estero, in Italia c’è ancora molto diffidenza ad assegnare ruoli drammatici ad attori brillanti nell’ambito cinematografico, mentre per quanto riguarda il Teatro, più aperto alla sperimentazione, gli attori comici hanno la possibilità di sperimentare parti drammatiche. Mi è stato detto che guardare alla televisione il Commissario Ricciardi era come stare a Teatro. E questo grazie al regista Alessandro D’Alatri. Alessandro è riuscito a far emergere la sensibilità di tutti i personaggi e il pubblico lo ha percepito. E’ stato molto gratificante.

W: Chi è Tata Rosa?
N. Una donna del sud che alla età di quattordici anni entra nella casa del Barone di Malomonte e si assume responsabilità dell’intera casa, compreso il commissario. E con la sua tenacia di donna cilentana lo protegge.
W: Ricapitolando: musica popolare, Teatro, Cinema, Televisione in quali di queste situazioni ti sei espressa al meglio?
N. Devo dire che ancora non ho dato il massimo, perciò continuo ancora a sperimentare.
W: Il tuo sogno nel cassetto?
N. Ce ne sono tanti, uno è di continuare a fare quello che ho scelto per la vita che mi piace molto.
W: Bene Nunzia, grazie per questa chiacchierata anche a nome dei lettori di Detti e Fumetti.
N. Grazie a voi, e a presto!
[Dario Santarsiero per DETTI E FUMETTI – sezione Spettacolo -articolo del 7 aprile 2021]