Come ogni anno a maggio sono qui con te per farti scoprire un mondo possibile. Tu giri per gli stand attirata dai libri variopinti, dai sorrisi della gente, dalle matite colorate con cui scarabocchiare e piano piano cresci. Spero un giorno potrai leggere questi miei appunti e i disegni che ti ho dedicato. A proposito oggi è stata pubblicata una prima raccolta.
Ti porto qui all’ARF anche per farti scoprire il mondo del fumetto e i mestieri che gli gravitano attorno . In ordine di apparizione troviamo l’organizzatore e la comunicazione che dice a tutti cosà accadrà la settimana dell’ARF. Lo dice affinchè la stampa dia la piu’ vasta eco dell’evento. Potresti un giorno fare questo mestiere come la mia amica Fabiana…

Scusa Fabiana ecco la Classic Version … pace?

Provo a raccontarti cosa ho ascoltato nei Talk
ideati e diretti dal superlativo MAURO UZZEO
che non mi stancherò’ mai di ringraziare. (Mauro ha presenziato e co- diretto ogni talk anche se non ve lo scrivo, sappiatelo!)
Grazie anche a tutti gli ARFER ovviamente: Daniele BONOMO, Fabrizio VERROCCHI, Paolo CAMPANA, STEFANO PICCOLI. Grazie ad Alessandro ALINO ed a tutti i ragazzi dell’ARF MONDO che fanno girare la macchina)
Iniziamo dal Talk Fumetto bene di tutti
“Quando lo Stato investe, promuove e valorizza la Nona Arte. Bandi di promozione, mostre, finanziamenti, finalmente il fumetto viene inserito nelle politiche culturali della pubblica amministrazione. Da Fumetti nei Musei fino a Isa vince tutto, il fumetto continua a intrattenere ma diventa anche un importante strumento divulgativo e didattico.
Intervengono: Miguel Gotor (Assessore alla Cultura di Roma Capitale), Luca Maggi e Mattia Morandi (Ministero della Cultura), Martoz, Rita Petruccioli.

Si è parlato (Mattia Morandi) di Fumetti nei musei (Coconino), una fantastica idea nata dalla constatazione che la frequentazione del museo si interrompeva con la fine della scuola dell’obbligo per colpa del fatto che il museo era visto come un luogo impolverato e antico. Fumetti nei musei non vuole raccontare la collezione, dare prescrizioni, dare ordini comportamentali, indicazioni come fanno le guide; vuole solo essere un racconto ambientato nel museo che per rimando te lo fa conoscere; è questo il modo per promuovere il museo e fare cultura. Viene distribuito gratuitamente alle scolaresche che vanno a visitare il museo, divenendo un oggetto da tenere sul comodino della ragazza/o.
Come funziona la creazione di contenuti: Coconino ha fatto una cernita dei migliori autori ed ha indetto un gioco/contest da cui potrebbe ricavare altri autori, specie per pubblicizzare i musi minori, visto che in Italia sono migliaia.
Ricordi quando abbiamo stampato la loro pagina e disegnato del museo La Castellina di Norcia?
Per quel che riguarda gli Economics, c’è soprattutto un grosso investimento del Ministero della Cultura (ne parla Federico Stolfi) e poi Coconino vende anche delle raccolte al pubblico.
Per sottolineare l’attenzione per il fumetto del Ministero è intervenuto anche Federico Stolfi in rappresenta del ministero che per il futuro prossimo ci ha promesso una Casa del Fumetto proprio nel nostro luogo del cuore, Villa Panphjli presso la Cascina Floridi vicino al laghetto. Ha riconosciuto la capacità aggregativa transgenerazionale e trans culturale del medium.

Altro bellissimo prodotto legato ai musei è ISA VINCE TUTTO disegnato da Rita Petruccioli e scritto da Lorenzo Baroldi-guida del museo – insieme alla squadra autodefinita “il TEAM della MARCHESA”, che attraverso la storia di Isabella d’Este (proto-influencer) è ambientato nel Palazzo ducale di Mantova (dir. Stefano L’Occaso).

ISA e il team della marchesa, porta avanti l’emancipazione femminile senza essere trans femminista; racconta il percorso di Isabella e la sua ricerca di rivalsa raccontando la sua storia e nel contempo quella di Palazzo Ducale.
Il concetto de: “Se leggi un bel libro poi ti viene voglia di approfondire sui luoghi dove è ambientato” è la chiave. Palazzo Ducale così facendo ottiene il suo scopo senza essere “respingente” verso il lettore poiché non si sente come colui che sta imparando qualcosa.
Parlando di Fumetti per la Cultura come Fumetti nei Musei e ISA, interessante è stata la parte di dibattito che ha affrontato la conciliazione tra prodotto divulgativo e libertà artistica dell’autore quando è intervenuto Martoz.

Martoz, definito da alcuni un fumettista dallo stile punk-cubista ,nel suo lavoro per FUMETTI nei MUSEI si è dovuto cimentare in una operazione divulgativa unica: destrutturare per istruire
da cui il detto di MAURO UZZEO: “La distruzione nel fumetto d’istruzione”.
Il suo esercizio non era tra i puoi’ semplici, doveva stare negli schemi con il suo stile. Martoz ci ha confessato che non è stato sicuramente facile ma senz’altro stimolante: “Per divulgare devi essere chiaro e semplice”.
Ci ha raccontato l’aneddoto di quando ha dovuto raccontare con un fumetto la fisica quantistica Erwyn e la pulce fotonica (di Matteo Rosati – Martoz) , il fumetto è on line gratuitamente
a questo link: https://www.civiltadellemacchine.it/it/erwyn-e-la-pulce-fotonica-matteo-rosati-martoz
“Se ci sono riuscito con la fisica quantistica capite che parlare di un museo è molto piu’ facile”.
Per divulgare devi essere chiaro e semplice; non occorre piegarsi per comunicare. L’autorialità è salva. Il linguaggio del fumetto non ha limiti. La fase didascalica di un tempo è stata superata.
Le storie game, le storie a bivi di topolino (anni 80) (erano storie in cui tu lettore diventavi parte attiva e sceglievi il finale) hanno aperto la strada, sono state la molla per uscire dal concetto lineare di storia. Tutti noi oggi siamo piu’ liberi. Il fumetto compie uno step ulteriore:
“Il fumetto aiuta gli altri a rompere le loro barriere”.
Ad esempio Matteo Rosati, lo studioso con cui ho scritto il fumetto Erwyn, grazie al fumetto è riuscito in questa operazione.
Come in ogni talk che sia tale è stata data la parola al pubblico. Davide Guerriero, un pedagogo ricercatore della Università della Sapienza ha posto un quesito interessante: “Nel portare il fumetto nelle scuole come fa Fumetti nei Musei, non si dovrebbe portare il fumetto solo come strumento di supporto a dei messaggi, si dovrebbe far capire piuttosto che esso è un vero e proprio linguaggio a se’ con il quale ciascuno si può esprimere”.
“Occorrerebbe insegnare la grammatica del fumetto nelle scuole”.
Ridare il valore culturale al fumetto è importante non relegandolo a strumento divulgativo didattico; questo sarebbe contro cultura. Nelle scuole e tra la gente il fumetto oggi è ancora visto come semplice evasione; e questo è male. Far capire alle ragazze/i lo strumento fumetto per fare acquisire valore al mezzo. Il fumetto non deve essere solo linguaggio, altrimenti lo si sminuisce. Fumetto è cultura o meglio letteratura disegnata
Nel secondo Talk a cui ho assistito Dal titolo: Non mi avrete mai!
Mai come in questi anni, il fumetto ha mostrato la sua natura di vero e proprio luogo di lotta e autodeterminazione, tanto politica, quanto personale. Perché il personale è sempre politico.
Intervengono: Francesco Archidiacono, Elisa Bisignano, Lelio Bonaccorso, Oscar Glioti, Fumettibrutti, Claudia Ianniciello, Francesca Protopapa, Ariel Vittori. Modera: Riccardo Corbò

Francesca Protopapa ci racconta di METAMORPHOSES, un progetto di illustrazione e fumetto disegnato da una serie di autori a cui è richiesto di interpretare in maniera personale e libera uno dei miti tratti dalle Metamorfosi di Ovidio.
Il racconto di Leda e il cigno è un grido di libertà senza uno scopo politico diretto; una fucina delle idee e della libertà di espressione. Il messaggio che lancia il fumetto è quello di dimostrare che non ci si deve sentire obbligati a parlare di certe tematiche come lo stupro in modo convenzionale. Leda ha subito violenza da Zeus trasformato in cigno e del frutto di quel che è accaduto ne fa due uova al tegamino. Una immagine forte e simbolica.

Un parallelo con il modo di raccontare il mito in modo originale è il Racconto di Orfeo e Euridice dove AkaB ci racconta che in realtà Orfeo ha perso Euridice non perchè si è voltato bensì perchè Euridice se ne è andata dopo che ha intuito lui che le narra cosa faranno insieme, in realtà gli sta disegnando l’intera vita, togliendogli ogni forma di libertà e autodeterminazione. Vi è un monito geniale ( nell’ultima vignetta Euridice non c’è piu’) ed è raccontato con un fumetto.
A proposito di storie di lotta, interviene Ariel Vittori per parlare di autoproduzioni che con attaccapanni press è diventata aiuto, ombrello piu’ che editore, come le piace dire, per altri fumettisti. Abbiamo affrontato tematiche dalle piu’ diverse: dalle storie erotiche non eteronormate andando oltre la censura alle storie di soluzioni green perchè ritengo che l’autoproduzione serva principalmente a questo: ad autodeterminarsi e a lottare.
E per lottare è meglio non essere soli perche l’unione fa la forza. Lo ribadisce Francesco Arcidiacono di MEFU il mestiere del Fumetto, una associazione di artisti a tutela e rappresentanza dei singoli che lavorano in questo ambito. Presto amplieremo la nostra gamma di servizi dalla consulenza fiscale ed amministrativa e oltre; ne ricordo uno fra tutti: l’assicurazione sanitaria che tanto manca a questo settore di liberi professionisti. Da soli è complicato porsi di fronte ad un editore. I recenti fatti ( la pandemia) ci ha fatto riflettere e con questo tipo di associazioni diventare piu’ forti.
A proposito di autoproduzioni abbiamo approfondito il discorso sul crowdfunding fatto da Elisa Bisignano.
Anche lei ha ribadito come certe tematiche che non trovano spazio nelle case editrici come il Queer (“di traverso, in diagonale, è termine usato per indicare coloro che non sono eterosessuali. E’ usato dai LGBT+ per non dare una classificazione al proprio orientamento sessuale) lo trova invece mediante le autoproduzioni. Kardiakia è una di queste storie in cui il nemico da combattere è il mondo che ci giudica sbagliati mentre il problema non siamo noi ma il mondo stesso.
Oscar Glioti porta invece all’attenzione della platea il fumetto politico. Per far capire il senso del discorso che farà esordisce con una frase emblematica che si trova scritta all’ingresso di ponte di Ostiense (quartiere romano) intitolato a Settimia Spizzichino (unica sopravvissuta fra le donne nella retata del 16 ottobre del 1943 del Ghetto di Roma e deportate ad Auschwitz:
“L’ambientalismo senza lotta di classe è semplice giardinaggio”.
Oscar ci ha parlato di lotta sociale con “La rivolta dei racchi”, una storia a fumetti realizzata da Guido Buzzelli pubblicata nel 1967 su Lucca Comics Almanacco , racchi inteso come brutti. Il mondo era composto da due classi sociali i belli e i brutti, appunto i racchi che vivevano nel sottosuolo e producendo permettevano di fare una vita agiata ai belli.

Ci ha parlato di Pentotal di Pazienza pubblicato su LINUS -ALTER ALTER, quando il fumetto entrava a gamba tesa nella realtà perche’ vi era un humus politico fervido.
Infine il fenomeno Zerocalcare che è il primo che torna a parlare di istanze politiche negli anni 2000 in un modo del tutto originale con un misto tra “cazzeggio sulla tradizione pop e rivendicazioni politiche.

Con Genova 2001 l’unione di una serie di realtà che si riuniva per cambiare il mondo forse è stata attaccata e spazzata via. Genova 2001 è forse la fine di tutto. Dopo Genova non c’è stato piu’ nulla di eterogeneo e coeso come allora.
A quel punto si apre il dibattito: come si può ribaltare il sistema senza arrivare alla rivoluzione? Serve la politica, afferma il moderatore Corbo’. Se nessuno fa politica come si fa a cambiare il sistema che è fondato su una democrazia della rappresentanza? Il voto, la rappresentanza, l’occupare certi ruoli fa si che si possano spostare anche i soldi che tutto muovono.
“Fate politica se volete che la vostra utopia entri nella società”.
Dite che la gente non vi capisce? Occorre educare la gente dal basso. Fare fumetti è educare. Fare sistema di tutti questi piccoli gruppi vuol dire attendere un tempo piu’ lungo per generare il cambiamento. Avete voi la pazienza di attendere? Assumete dei ruoli per cambiare subito.
E di seguito un altro TALK: Autori in mostra!
Le superstar di ARF! 2022 raccontano i retroscena delle loro mostre!
Intervengono: Carmine di Giandomenico, Lorenzo Mò, Davide Bart Salvemini, Yi Yang
Ho provato ad intervistare la mia amica YI YANG ma oramai lei è una rockartist e la coda era troppo lunga.
Mi sono accontentato di quanto ci ha raccontato al talk forte del fatto che già la intervistai sempre per DETTI E FUMETTI per il suo primo ARF
Yi ci racconta come è perché e venuta a vivere in Italia: Volevo fare la restauratrice ma un po’ la chimica, un po’ la fisica e non ultimo l’ambiente molto chiuso del mondo del restauro mi hanno scoraggiato così mi sono iscritta all’accademia di Bologna. Durante il secondo anno Isaak mi ha chiesto di fare un fumetto scritto da lui (ne parliamo sempre nella mia prima intervista) e per farla breve eccomi qua, autrice completa con EASY BREEZY (Bao publishing), fantastico vero? Uno sliding doors non da poco.
L’evoluzione da Aiuto a EASY BREEZY è notevole quasi che sembra che ci siano piu’ YI. Quante Yi esistono dentro di te e a chi ti sei ispirata? le chiede l’intervistatore. La risposta è spiazzante: a Doraimon e alle sue mille invenzioni. Ho cambiato stile perchè credo che lo stile debba seguire le storie. Se la storia splatter di Aiuto doveva avere di contrappunto n stile naif per non essere troppo pesante, con E.B. a parte che ho migliorato la mia tecnica il tema era differente e lo stile lo ha seguito.
Davide Bart Salvemini invece ha una storia tutta diversa. E’ arrivato al fumetto quasi per caso partendo da molti anni di specializzazione e di sperimentazione. Ha iniziato facendo i flyer per i club musicali e molto è ancora rimasto nelle sue opere (il flyer è il termine tecnico per indicare un cartoncino pubblicitario, generalmente in formato A5, caratterizzato da una grafica accattivante e da immagini che incuriosiscono il lettore e ne garantiscono, il più delle volte, la partecipazione all’evento pubblicizzato). Devo tutto alle collaborazioni nelle autoproduzioni ci racconta Davide. Dai rapporti umani che si instaurano al capire la complessità’ di produrre un lavoro di cento pagine e piu’.
“Il fumetto mi ha dato una libertà spirituale e lavorativa come nessun altro lavoro prima”.
A seguire la testimonianza di Lorenzo Mo’: il fumetto per me è il modo più veloce per raccontare storie lunghe.

Molti sono stati i fumetti che mi hanno ispirato ma tra tutti voglio ricordare Leo Ortolani che per me è stato il “punto di non ritorno” grazie al quale ho deciso che avrei fatto il fumettista nella vita.
Abbiamo raccolto alcune domande fatte nel talk al fumettista abruzzese Carmine di Giandomenico ma torneremo poi a parlarne poiché ci ha dedicato del tempo in una esclusiva intervista per il nostro blog DETTI E FUMETTI.
La prima è questa:
Mauro: “A parte il fatto che devo dirti che per fare una selezione delle migliaia e migliaia di pagine di fumetto da mettere in mostra è stata durissima, Come ci si sente a toccare le icone dei lettori di tutto il mondo?”
Carmine: “Innanzitutto è meglio non pensarci troppo altrimenti la responsabilità ti schiaccia; poi ovviamente ti senti onorato e fortunato, infine il bambino che è in te prende il sopravvento e pensi: come lo disegnerebbe il Carmine di sei anni? Ognuno ha una sua matrice di racconto. Io cerco di essere sempre onesto con il mio lettore e faccio in modo che i baloon quasi non servano per capire cosa sto disegnando.
Mi piace sperimentare. Per esempio ne La dottrina (Feltrinelli 2003) che ho prodotto con Bilotta , ho giocato con l’espressività nella storia. L’espressività è fondamentale.
In Magneto testament (panini comic 2009) ho voluto tornare alla gabbia bonelliana classica in un periodo storico in cui tutti i fumettisti sono influenzati da quella nipponica. Quella gabbia bonelliana aveva per me un valore simbolico: raccontare della prigionia ad Auschwitz, delle gabbie e far riverberare queste stesse gabbie nella costruzione, nel chiudere i disegni stessi dentro delle gabbie.
Con Batman invece sto giocando con l’iconografia delle ombre. Batman non si vede quasi mai nel fumetto perche trattiamo delle origini però quando lui si acciglia l’ombra forma il pipistrello. E’ la teoria della pistola che compare in un racconto, prima o poi sparerà. Cosi’ il pipistrello anche se non c’è prima o poi arriverà.
Facciamo una bellissima parentesi e parliamo del premio Bartoli 2022 Questo anno andato a VALO
A premiarla insieme a Mauro Uzzeo e Luca Marinelli di STAY NERD che ha messo il premio in denaro Berenice Marisei di LAZIO INNOVA, che spero avremo modo di reincontrare, chissà
Voltiamo pagina.
INTERVISTA ESCLUSIVA A CARMINE DI GIANDOMENICO
Abbiamo già ascoltato il tuo pitch nel talk e già avuto modo di conoscerti in precedenti interviste (leggi QUI) pertanto oggi possiamo permetterci di farti delle nuove domande sul tuo approccio con gli studenti e con lo stile, ma iniziamo con ordine:
Cosa vedi nei giovani studenti che incontri a lezione?
C.: In loro vedo la voglia fortissima di comunicare. Li esorto a non smettere di avere fame e a pretendere l’ascolto da parte di noi adulti e far si che gli adulti con il loro bagaglio non congestionino la loro vita.
Parlaci dello stile che interessa ai giovani
C. : Ai giovani studenti che frequentano i miei corsi non interessa più il bel disegno. Vengono bombardati da mille immagini. Se vogliono andarsi a trovare un bel disegno hanno milioni di reference. A loro interessa il fumetto sintetico. Lo sentono piu’ vicino, più loro.
“AI nuovi fumettisti in erba piu’ che il bel disegno interessa la narrazione”.
C.: Io mi sono adeguato e nei miei ultimi lavori ho cambiato il modo di raccontare. Mi sono spinto fino a far diventare il mio fumetto ostico da leggere, insolito e urticante.
Prendi ad esempio Leone. Appunti di una vita (2020-Shockdown): un lettore molto giovane un giorno mi ha confessato, Carmine non ci ho capito molto del periodo storico perchè non mi appartiene, ma il fumetto l’ho sentito. Per me questo è stato un feedback molto positivo.
Per tornare al concetto di sperimentazione nella narrazione, Leone. Appunti di una vita (2020-Shockdown) è un esperimento di fumetto musicale; è basato su una sinusoide, come vi fosse un elettrocardiogramma dentro, si sale, si scende. Ha cinque tempi: quattro fasi temporali congestionate nella stessa pagina (ogni una delle quattro strisce nella pagina è una fase di età diversa) e poi vi è un quinto tempo che li unisce e li annulla. Ecco che il lettore diviene da passivo ad attivo interagendo con il fumetto. Il tempo è il protagonista del fumetto. Possiamo a ragion veduta dire quindi che
“Il Fumetto è dattilografia del tempo”
Grazie Carmine e al prossimo ARF.
C. : Ciao a tutti i lettori di DETTI E FUMETTI, a presto.
Da un fumettista che detta il tempo e lo decostruisce ( fateci caso anche nel manifesto dell’ARF Carmine ha adottato questa poetica del tempo) disegnando un fumetto sensoriale che attraverso le immagini ci vuole far sentire il brano che sta suonando il protagonista (un trombettista) torniamo a parlare di satira politica con Silvia Ziche in occasione della sua Lectio Magistralis.
Ziche racconta i suoi esordi sulla rivista Cuore, in cui caratterizzava le persone per fare della satira sociale. Le interessava rendere evidenti dei corto circuiti comportamentali perché potevano divenire temi su cui riflettere prima con se stessa e poi per gli altri. Parafrasando il suo discorso introduttivo possiamo riassumerlo così:
“Ho passato gran parte della mia vita ad affrontare e cercare di decodificare delle difficoltà che non erano mie ma che avevo per il solo fatto che ero donna. Mi sono ripromessa di trasmettere con il mio fumetto soluzioni alle nuove generazioni per non fargli perdere il tempo che ho speso io. In fondo fin dall’epoca della pittura rupestre l’uomo disegnava i pericoli affinche’ chi venisse dopo di lui ne traesse vantaggio e potesse andare avanti. Io disegno per questo”.
Durante la Lectio Magistralis si è affrontato anche il tempo di lavoro di un fumettista. Otto ore al giorno sono poche o troppe? le hanno chiesto.
Silvia: se uno ha la passione all’inizio ci devi investire, non è un problema di tempo. Fare fumetti è totalizzante è un modo di raccontare, di essere prima di essere un lavoro. Che poi il vero datore di lavoro sono i lettori no chi ti paga le tavole.
Tra gli applausi non si è capito di chi delle due se di Silvia o di Rita sia stata la battuta finale del talk:
“Non posso consigliarvi quanto lavorare ma una cosa ve la posso consigliare: chi vi vuole bene e che merita di starti vicino è chi capisce che devi finire una tavola, se non lo capisce lascialo”.
Altri applausi piu’ forti, sipario.
Sono a pagina 7 dei miei appunti e ancora non ti ho raccontato tutto quindi rimani qui a leggere che la cosa si fa interessante.ok?
A proposito tra i molti mestieri di questo mondo del fumetto da cui ti scrivo c’è la regia, come quella di Olga supervisor alla regia qui ripresa a supervisionare a lanciare pezzi a fare i collegamenti con gli ospiti da remoto e quanto altro)

Sono rientrato in sala Talk giusto giusto per Una carezza, un Tuono.
A quasi un anno dalla dolorosa scomparsa del più amato e influente fumettista della sua generazione, ricordiamo Tuono Pettinato insieme ai Superamici, al regista e ai produttori del documentario a lui dedicato.
Intervengono: Lorenzo Ceccotti, Dr. Pira, Dario Moccia, Dario Marani, Clarissa Montilla, Alessio Guerrini.
Modera: Riccardo Corbò
A seguire La Proiezione del Film: “Tuono”
Il racconto sincero della vita e delle due anime di Andrea Paggiaro, alias Tuono Pettinato prodotto da Fish_eye, diretto da Dario Marani con la partecipazione di Silvia Bencivelli, Manetti Bros, Adriano Ercolani, LRNZ, Maicol e Mirco, Dario Moccia, Ratigher, Francesca Riccioni e tanti altri.
Lo introduce il suo super amico Lorenzo Ceccotti:
L.: Dovete sapere che Andrea Paggiaro, in arte Tuono Pettinato, è stato un artista ed intellettuale che ha saputo esprimersi con il fumetto in una forma purissima. Nello spettro esteso dei Super Amici lui era al centro dello spettro, affrontando temi eclatanti, antropologici, filosofici dell’uomo da vero artista mediante un rapporto frontale con la vita. Viveva la vita come un performer. Era iper metodico; prima di fare un fumetto si preparava moltissimo cercando di mettere in evidenza gli aspetti ridicoli del mondo.
Con Garibaldi. Resoconto veritiero delle sue valorose imprese, ad uso delle giovini menti (2010 Rizzoli lizard) smonta violentemente ogni retorica nazionalista. E seppure essendo un vero e proprio sabotaggio ancora oggi chi vuole parlare di Garibaldi usa il suo fumetto. E questa cosa è rivoluzionaria. La sua non è satira quanto piuttosto il voler rivisitare una storia già raccontata per spiazzare ed emozionare.
in Corpicino (2015 GRR) mette alla berlina l’etica giornalistica tutta.
mentre Enigma. La strana vita di Alan Turing (2012 Rizzoli lizard) è poesia pura.
Tuono non è mai stato chiuso nella sua bolla fumettistica ma è uscito dall’agora. Le sue storie riguardano tutti.
“Come tutti gli uomini buoni, Tuono aveva un problema, non sapeva dire di no. Dovevi interpretare il suono dei suoi si per capire se era un si o un no”.
E’ in questa ottica che possiamo capire la differenza dei suoi lavori distinguendo tra quelli fatti su commissione e quelli fatti perchè ne aveva voglia. Questi ultimi sono di altissimo livello.
Chiude l’incontro su Tuono da remoto il suo amico Adriano Ercolani.
A.: Tuono era un intellettuale rinascimentale nel corpo di un nerd. Il suo piu’ famoso detto rimane scolpito tra le nuvole e in esso c’è tutto Tuono:
“La cortesia è la forma piu’ raffinata di sadismo”.
E’ sabato, il secondo giorno di ARF, noi siamo sempre in sala talk. Oggi c’è PACO ROCA
Il TALK si chiama ¡Hasta Paco siempre!
Finalmente a Roma l’emozionante talento fumettistico di Paco Roca celebrato con una grande mostra.
Per la prima volta in Italia dopo l’uscita del premiatissimo Ritorno all’Eden in un incontro intervista da non perdere.Modera: Gud
Tra le tante altre cose Paco ci racconta il suo fumetto su BATMAN, si avete capito bene. Abbiamo il BATMAN di ROCA.
Paco: Ho realizzato un Batman di divagazione, ho pensato che un giorno Alfred gli avesse detto: Sei stanco, combatti notte e giorno, vattene in vacanza.
Quindi ho disegnato un batman in vacanza, annoiato, da iperattivo che è; un batman che riflette ( l’ho disegnato durante la pandemia quando tutti noi ci siamo un po’ fermati a riflettere). Una persona a cui hai tolto la parte sociale e la parte lavorativa. Solo davanti a se stesso. Bruce puo’ guardarsi allo specchio senza sentirsi Batman? Ecco con questo spirito ho affrontato la sfida di disegnare Batman.
Il resto del talk lo trovate ovunque quindi ve lo risparmio.
Ora vi racconto qualcosa del Talk. Ch-ch-ch-ch-changes!
Dopo due anni di pandemia e con i recenti stravolgimenti mondiali, come è cambiato e come STA cambiando, giorno dopo giorno, il mondo dell’editoria a fumetti.
Intervengono: Claudia Bovini (Dir. Editoria e Responsabile Star Comics), Giovanni Ferrara (Dir. Editoriale Coconino Press), Michele Foschini (Dir. Editoriale di Bao Publishing), Gianmarco Fumasoli (Dir. Editoriale Bugs Comics) e Michele Masiero (Dir. Editoriale Sergio Bonelli Editore),
Vi è stata una doverosa introduzione sulla nuova esplosione del MANGA (dopo quella degli anni 90, ci risiamo) e si è tentato di darne una ragione (Starcomics). Prima causa la pandemia: se non hai nulla da fare il manga è un ottimo intrattenimento. Poi le tv via cavo che hanno iniziato a trasmettere MANGA a profusione essendosi fermata l’industri cinematografica per quasi due anni.
Per rimanere in tema di TV via cavo, ci si è soffermati a valutare quanto abbia fatto da megafono il film Strappare lungo i bordi di Zerocalcare per l’editoria. Numeri alla mano vi è stato un incremento del 1041% a dichiarato la casa editrice (Bao Publishing). Questo fenomeno a mio parere si riverbererà positivamente su tutto il mondo fumetto (se non altro perchè le case editrici hanno piu’ soldi da investire anche su altri fumettisti) e per dirla con un detto uscito durante il talk:
“Siamo tutti nerd e finalmente non ci possono piu’ menare”.
Il talk si è concluso elogiando i meriti della Coconino nell’aver portato in auge il graphic novel con Gipi.
Si parti’ dalle macerie degli anni 90 quando l’autore non trovava piu’ gli spazi in edicola ed è per questo che è approdato in libreria. Gipi esplose quando ando’ in Tv alle invasioni barbariche. Segui’ la candidatura al premio Strega, operazione fondamentale per legittimare il fumetto dal punto di vista formale.
Stacco
Intervista agli autori emergenti della BANDA BENDATA
Abbiamo intervistato Filippo Carletti, diplomato alla accademia delle belle arti di Milano- nuovi media, che ha fatto uno stage ( 2019) con Bao che in quel periodo prestava i suoi autori alla scuola come insegnanti (Lorenzo Bolzoni è stato il suo insegnante) ed è approdato nel mondo del fumetto.
Ci racconta Filippo : “Insieme ad un gruppo di amici abbiamo fondato la Banda Bendata che è piu’ una associazione che una casa editrice. Ci autoproduciamo e cerchiamo di realizzare prodotti sempre originali”.
Il messaggio che vogliano dare con il nostro fumetto è soprattutto di tipo estetico; vogliamo trasmettere una sensazione provata in una stagione.
Dopo due antologie di fumetti questo anno è nato il nostro libro componibile, un libro che si compone come vuole il lettore. Ci sono infatti pagine slegate che si vendono singolarmente insieme alla copertina e consentono al lettore di montarsi il suo fumetto come preferisce.
L’essere stato selezionato per la SELF area di ARF, impresa che ho saputo epica per l’elevato numero di partecipanti, mi ha dato consapevolezza e forza di andare avanti. Per il futuro pensiamo di strutturarci ancora meglio dal punto di vista burocratico e di andare a sempre piu’ fiere.
Torniamo in sala Talk giusto in tempo per vedere la Lectio Magistralis di Silver

Moderano: Gud e Stefano Piccoli
Troviamo Silver che impegnato a disegnare il lupo che racconta i suoi inizi.
S.: Il mio primo amore è stato Jacovitti: fumetto curioso, strano, eccentrico. Fu il primo a firmarsi con il proprio nome. A quei tempi nessuno lo faceva, Gli autori dovevi essere bravo tu a riconoscerli.
A dodici anni volevo essere Jacovitti.
Poi è venuto LINUS (1965) che usciva sul Giorno a strisce. Con Linus mi si è aperto un mondo.
Lavorare con BONVI è stata una piacevole gavetta ( anche se non mi piaceva il suo stile sebbene dovessi imitarlo per lavorare). Vivevo a casa sua , quasi in simbiosi. E’ stata una grande esperienza umana. I fumetti in Tv. Mi piaceva Nik Carter per la complessità delle inquadrature e le prospettive piu’ difficili.
4-5 anni dopo è arrivato il lupo (1973) edito da Dardo che mi chiese di fare una striscia tutta mia. Inizialmente il protagonista era la fattoria non il lupo; poi comparve il predatore che rapi’ una gallina e la porto’ nel bosco. Invece di mangiarsela la bacio’ e da ui è nata la mia carriera.
Portai le mie strisce al corriere dei ragazzi e me ne andai. Qualche giorno dopo mi arrivo un telegramma. Erano questi i social dell’epoca dove si dichiaravano interessati. C’era scritto:
“Interessami tue strisce animali. Mandamene ancora stop”.
Il massimo per un fumettista, non credete? Fu un periodo di grandi gioie e grandi ansie perchè disegnavo e non avevo come voi il feedback del pubblico. Non c’erano mica i like… il ritorno del pubblico arrivo molti anni dopo ad una Lucca, quando ero ancora la seguito del maestro Bonvi.

Silver ci ha raccontato della volta che è andato in tribunale e perfino se ne parlò in parlamento, si perche’ fare fumetti è un mestiere pericoloso che ti credi…
Una volta fece una campagna contro l’HIV per le palestre e le discoteche. Un suo libretto sfortunatamente finì, per sbaglio, nelle scuole e alcuni genitori lo denunciarono. Fu così che tentarono di mettere in prigione un fumetto (si parlava di droga e di rapporti non protetti). Ora ci ride ma furono dei brutti momenti.
Altra bufera sul lupo ci fu quando venne pubblicata la storia di un uccellino che, abbandonato fu adottato da lupo Alberto che gli insegno a volare. Alla fine -spoiler – l’uccellino venne ucciso. Fu un esperimento civico: far entrare la morte nel fumetto umoristico dove solitamente i personaggi sono di gomma e anche se cadono dal settimo piano o ci passa sopra uno schiacciasassi si rialzano come se nulla fosse accaduto. In questo caso non andò a finire così. Ed ancora giù polemiche, lettere minatorie, non potete immaginare.
Morale: prima di fare un fumetto, pensateci; invaderà la vostra vita.
Stop. Applausi
INTERVISTA A IVAN FERRARA DI MACONDO
Ivan dopo lo scientifico frequenta la scuola di comics di Napoli e poi il MAD-studio di animazione oltre al corso di Graphic novel di Luca Russo.
Fonda Macondo nel 2019 (nome preso dalla città immaginaria di Gabriel Garcia Marquez), un collettivo di illustratori che si cimentano nel fumetto.
I: Andavamo alla fiera di Bologna e ci riunivamo in un bar che si chiama Macondo. E’ da li che abbiamo avuto l’idea di chiamarci cosi’.
La scintilla che ha fatto nascere il nostro interesse per il fumetto è stato l’evento “L’invasione dei cavalletti (2018) quando Scanzi del Comicon ci ha selezionati per la self area.
Una grande eco ce l’ha data Zuzu che abbiamo contattato per disegnarci la nostra copertina. Lei ha accettato volentieri e da questo è derivata la nostra notorietà perche’ abbiamo vissuto un bellissimo momento di luce riflessa.
Nel gruppo mi sono ritagliato la parte di project design e mi interessa l’autoproduzione per la possibilità che da di sperimentale. Per me il fumetto è una esigenza e sebbene debba ancora fare un altro lavoro per vivere ( faccio l’elettricista), se non disegno sto male.
Mi definisco un artigiano tecnico e i libri che facciamo ne sono una testimonianza. Ad esempio “la moglie Petulante” è un leporello a fisarmonica.
F.: Il lavoro che state portando avanti sulle “parole intraducibili se non tramite un concetto” è molto interessante, ce lo puoi raccontare?
I: Macombo ha dentro una parola esprimibile sono con un concetto, è intraducibile. Questo è un primo episodio. I prossimi esploreranno parole giapponesi.
F.: Ho notato un libro insolito che sembra un manuale di IKEA, ce ne parli?
I: l’idea è venuta ancora una volta da Giulia, in arte Zuzu. Abbiamo visto un suo lavoro dipinto sul manuale di IKEA e da li abbiamo pensato di usare il design del manuale stesso per fare il libro “LA GIORNATA TIPO”. Nel libro si vuole trasmettere la frustrazione della routine di un autore che, sebbene faccia la vita che gli piace è sopraffatto dalla ripetizione di giornate sempre uguali che lo stressano e gli vanno strette.
F: Altri progetti in cantiere?
I: abbiamo M, un fumetto di autori vari ( esterni) a tema fantascienza, altro nome ricavato da Marquez ( la collana esterna M da Melchiedes, nomade che visita Macombo). All’interno di M vi è un fumetto – prologo di un fumetto di fantascienza disegnato da K (alias Domenico di Francia) in stile Moebius. Un prologo muto in stile Lynch
INTERVISTA A LORENZO PALLONI DEI MAMMAIUTO
Abbiamo fatto una chiacchierata con Lorenzo incuriositi dal lancio della Reveu Desinee Italia
Lorenzo è un autore completo ( fumettista e sceneggiatore) tra i fondatori di MaMMAIUTO di cui abbiamo ampiamente parlato qui sul blog. Dentro Mammaiuto ci sono le persone piu’ variegate: Letteristi, stampatori e anche postini.
“Dobbiamo prendere consapevolezza dell’avvento di una NEW WAVE ITALIANA paragonabile a quella degli anni 70”.
Così ha esordito Lorenzo nella sua intervista.
L. : Ci sono scuole ottime di fumetto e siamo alla seconda generazione di insegnanti.
Raccontaci la storia di come avete fatto a portare la Reveu Desinee in Italia.
L. E’ stato grazie a Massimo Colella che era in contatto con loro perche’ ha uno studio a Parigi.
Abbiamo acquisito il concept di cui vi ricordo i punti principali. Segnateli tutti perchè ci tengo in quanto rendono la Rivista unica nel suo genere.
- E’ una rivista indipendente: il giornalista non deve parlare del suo sponsor e deve essere libero da lacci e lacciuoli.
- Si fonda sulla lentezza: in un mondo dove tutto va veloce noi abbiamo deciso di fare storie lunghe e di ampio respiro che ti consentono la verifica dei dati e delle fonti. Non ci diamo mai limiti di tempo. La lentezza è una istanza necessaria alla qualità.
“Se il capitalismo che tutto fagocita è velocità, allora serve
la lentezza per batterlo”.
- Le storie devono essere storie umane e senza il giornalista come protagonista.
- Le storie si scrivono sempre in coppia, ad esempio una giornalista e una disegnatrice. Il giornalista interviene per fare un trattamento del lavoro del disegnatore a cui qeindi rimane in realtà anche la parte della sceneggiatura e della regia.
- Scriviamo storie scomode che tentino di dare noia che è il lavoro vero del giornalista; un giornalismo di inchiesta, una serie di reportage.
- Cosa non banale paghiamo gli autori: vi posso anche dire le cifre; diamo 150 euro/pagina al disegnatore e 50 euro/pagina al giornalista
- Raccontare storie italiane
- Far esordire qualcuno: non è una cosa originale per le riviste di fumetto ma noi siamo piu’ freschi e di impatto.
Affronterete anche temi politici? E se si vi siete organizzati dal punto di vista legale per fronteggiare eventuali querele?
L.: senz’altro, non ci poniamo limiti sebbene il fulcro della nostra rivista come già detto sarà il parlare dell’essere umano.
In un momento storico in cui la carta ha subito un aumento del 60% voi avete deciso di pubblicare. Vi state tutelando? Quale è il vostro modello di business
L.: L’aumento del costo della carta secondo me è pura speculazione. Per ora non abbiamo una strategia, forse aumenteremo il prezzo di copertina se costretti, ma non più di tanto. Infatti il nostro modello di business è forte in quanto fondato sugli abbonamenti. La campagna abbonamenti ha avuto grande successo grazie ad uno storytelling ben fatto. Abbiamo superato il tetto psicologico dei 700 abbonamenti e ancora nessuno ha in mano il primo volume; quando comincerà a girare siamo fiduciosi che il passaparola avrà degli effetti positivi e questi numeri aumenteranno.
Non c’è un punto di pareggio. Lavoriamo infatti a quattro volumi alla volta. L’abbonamento ci permette di pagare gli autori senza essere costrutti ad attendere il resoconto della distribuzione che come è notorio si ha a 400 giorni.
In tutta franchezza la distribuzione si prende il 70%. Il resto lo redistribuiamo. Questo è il nostro modello vincente.
Abbiamo anche un’arma segreta: vendere le storie ai francesi e viceversa. Questo è un volano potentissimo e noi lo stiamo sfruttando nel nostro modello di business. La chiave quindi è la scelta della storia giusta.
Come è il rapporto con gli autori?
L.: trovare i disegnatori bravi è stato facile. Abbiamo una rete estesissima. Trovare i giornalisti meno. Loro non ci conoscono, quindi siamo stati noi a cercarli.
Dovendo convincere a passare dalla tua un illustratore, intendo al mondo del fumetto, come faresti a convincerlo?
L.: Ritengo che se l’illustrazione è evocazione e quindi fare illustrazione è bellissimo; tuttavia rischia di essere un mestiere un po’ avulso dalla realtà. Invece
il fumetto è messaggio dritto; è un pensiero lento ed inesorabile. Chi vuole dire la sua deve essere fumettista.
Terzo giorno all’ARF- Domenica – siamo al talk: Il fumetto che non ha bisogno di parole.
Secondo Wikipedia, il fumetto è un medium il cui linguaggio si compone di immagini e testo che insieme generano una narrazione. Ma cosa succede quando si tolgono tutte le parole e si va a concentrare solo nell’immagine tutta la forza del racconto?
Intervengono: Simone Angelini, Massimo Ceccato, Emiliano Mammucari, Kalina Muhova, Alberto Philippson, Zuzu
Modera: Mauro Uzzeo
Mauro: facciamo un giro di tavolo con una prima domanda: quale è il tuo fumetto muto preferito?
Emiliano: Il respiro e il sogno Ken Parker di Belardi e Milazzo (1994 Parker Editore) dove vengono raccontate quattro stagioni, quattro atmosfere, quattro emozioni.
Zuzu: Alien di Aisha Franz (2012 Canicola) per le scene costruite sul rapporto tra la bambina e l’alieno che non avevano un linguaggio comune per poter parlare ma comunicavano
Mauro: Seconda domanda: vi viene piu’ facile seguire l’immagine o la parola per costruire una sequenza?
Emiliano: dipende se devo far sentire il silenzio o diradare lo spazio.
Zuzu: lo scheletro delle mie storie è il testo. Il fumetto è come un essere vivente e come tale lo scheletro lo tiene su
Massimo: ci sono autori che non hanno bisogno del testo per scrivere. Serve stupore, lo stesso che si ha ogni volta che si gira la pagina. Ci sono delle convenzioni come nel cinema. Se vengono rotte allora si provoca stupore.
Si prosegue con una riflessione sul binomio Show e Tell. Si dice che un buon fumetto deve essere tanto “show” e poco “tell”. E’ pur vero che il lettore ha diritto ad essere distratto; ha il diritto a leggerlo nei luoghi piu’ improbabili; in questo caso le parole servono a rimarcare una situazione.
Simone: Il fumetto è un linguaggio giovanissimo e non tutti lo sanno leggere. Non ci si sa muovere nella pagina. C’è chi guarda prima le immagini che lo legge, ecc. Capendo questo stato di cose si dovrebbe semplificare la lettura. Ci sono alcuni che volutamente lo complicano sperimentando proprio per far sforzare il lettore. Si dice che se non capisco una cosa allora questa cosa deve essere interessante. Il fumetto sta evolvendo. Forse questa è una strada da battere.

Kalina: per me non è così. Se non ti capisco e ti perdo, allora mi hai perso per sempre e non hai piu’ spazio per “adesso ti spiego”.
Massimo: di scene mute ne ho fatto un libro (Shhh!). La trama è il testo nascosto; è la storia vera.
Se sai la storia allora la sai raccontare nel tempo di un caffe’. Ho notato che molti autori non sanno raccontarla. Per poter disegnare una storia muta occorre avere una narrazione.
Simone: con Storie Zitte mio e di Ceccato ( 2022 B Comics) vi è la trasformazione di animazioni in un fumetto. Il libro contiene 22 racconti. La sperimentazione è il motore. E’ nato quando ho avuto lo stacco dal vivere in città al vivere in un paesino di poche migliaia di anime come un eremita, in cima ad una montagna. Quel silenzio mi è entrato dentro ed è nato storie zitte.
Kalina: i miei tre libretti nascono dalla idea di fermare il momento. Il primo Grazie (2021-Rulez) per una cosa di cui ero grata, Scusa ( per scusarsi degli errori commessi) il secondo e Prego, il terzo che nasce come ringraziamento alle persone che hanno letto i primi due (ogni frase è di una persona diversa).
L’esperimento estremo lo compie Alberto Philippson (del collettivo degli Ultracani) che toglie ogni singola parola dal libro compreso il titolo, l’editore e gli autori. L’unico segno che rimane è il QR code.
Ultimo Talk della giornata. Fumetto di Realtà
Dalle dinamiche pagine degli albi dei supereroi americani, da quelle in bianco e nero dei popolari italiani e giapponesi oppure da quelle più spesse e eleganti dei graphic novel o dei graphic journalism, le fumettiste e i fumettisti hanno raccontato il mondo. Qualcuno utilizzando il registro della finzione narrativa, altri quello della ricerca del vero, hanno raccontato il mondo. Ne parliamo nel talk conclusivo di ARF! Festival (dalla durata DOPPIA), con chi vede il fumetto come una forma di giornalismo e con chi ne utilizza il linguaggio per fare inchiesta sapendo bene che anche l’intrattenimento E’ politico.
Intervengono: Lelio Bonaccorso, Katja Centomo, Serena Dovì, Maria Chiara Gianolla, Lorenzo Palloni, Rita Petruccioli, Manuele Sciarretta, Luca Raffaelli, Marco Rizzo, Alessio Trabacchini, Ilaria Vigorito.
Pariamo da una constatazione: se il fumetto di finzione ( esempio quello supereroistico) ha dentro elementi di realtà, di contro il fumetto di realtà per il semplice fatto di disegnare la realtà non è vero.
Marco: Con Magneto abbiamo portato all’attenzione del lettore le atrocità dell’olocausto. Con Stan Lee e le sue storie dell’uomo ragno abbiamo raccontato il dramma della droga. Gli X-man sono la metafora del diverso. I giovani molto del Bene e del Male lo hanno imparato dai supereroi. Il fumetto in questo senzo diviene un cavallo di Troia per trattare temi seri e attuali per portare avanti quel messaggio che puo’ aiutarci a vivere in un mondo migliore.
Katia: noi ribaltiamo questo format. Con sette crimini facciamo un fumetto di realtà. Ci ispiriamo a fatti di cronaca nera e permettiamo al nostro pubblico di confrontarsi con la realtà. Ne abbiamo ampiamente parlato su questo blog ( buona ricerca).
Con il fumetto abbiamo ridotto la distanza tra il pubblico e il Diritto. Tramite un progetto strutturato abbiamo regalato questa epifania. Ogni libro racconta un crimine e alla fine del libro vi è una scheda di approfondimento redatta da esperti del ramo.
Non vuol essere un fumetto didattico. Raccontiamo store che incuriosiscano e facciano interessare il lettore alla materia.
Usiamo iperboli narrative per tenere l’attenzione del lettore ma non vogliano fare “denuncia” bensi’ piuttosto divulgazione.
Ilaria ci introduce al suo libro Miyazaki parlandoci di Nausicaä della valle del vento. L’opera della vita di Hayao Miyazaki dal manga al film di animazione (2021- La Torre). Interessante è scoprire come Miyazaki abbia trasferito nel suo fumetto il dramma dell’inquinamento ambientale che visse personalmente. Nei suoi fumetti traspare la visione animista secondo la quale non c’è l’uomo al centro, bensì la natura. Quella stessa natura ( il mar marcio) che scaccia l’uomo dalla terra generando una sorta di fumetto distopico alla Akira o Madmax.
Maria Chiara: io in A black Carol. A ghost story of fascism (2021 MOMO EDIZIONI) per passare dalla realtà alla finzione ho usato un escamotage narrativo, quello dei tre fantasmi che rappresentano i tre periodi del fascismo: quello del passato, quello del presente e quello del futuro. Con uno stile semplice e fanciullesco si racconta una storia tragicomica che mira a metterci in guardi dal palesarsi di preoccupanti segnali nella società. Potete approfondire la sua conoscenza su questo blog.


L’intervento piu’ commovente del Festival ce lo offre Luca Raffelli ricordando il suo amico Luca Boschi. Segue un interessantissimo escursus sul fumetto degli anni 80, “”. Infine ci svela il suo segreto della di come fare switch tra la realtà e la finzione, quando passa dal ruolo di giornalista a quello di scrittore che deve per sua natura inventare e quindi allontanarsi da quella realtà che poco prima il giornalista ci aveva raccontato fedelmente.











Il talk volge al termine e con lui la tre giorni all’ARF.
Mi rimangono negli occhi e nel cuore i tanti amici ritrovati, le tante professioni che abbracciano questo mondo del fumetto. Le persone che mi hanno fatto compagnia in questi bellissimi talk che tanto ci hanno insegnato. Ecco cara sai ci sono altri mestieri in questo mondo del fumetto. Potresti anche co-presentarlo tu questo festival un giorno come ha fatto oggi la mia amica Valeria”.

Ricorda noi siamo qui in questo mondo e, come ti ha scritto il mio amico Lorenzo, ti aspettiamo.
[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI -sezione Fumetto -articolo del 16 maggio 2022]























































