Cari lettori di Detti e Fumetti, inauguriamo la rubrica LA MEMORIA con Tino Buazzelli. Graziano Marraffa ci accompagnerà in questo viaggio attraverso “la Memoria”, presentandoci di volta in volta attrici e attori celebri ma dimenticati.
D. Buongiorno Graziano, come stai?
G. Buongiorno Dario tutto bene
D. Hai deciso di inaugurare la rubrica con Tino Buazzelli, parlaci di lui.

Ritratto di Tino Buazzelli di Filippo Novelli
G. Tino Buazzelli appartiene alla generazione di grandi interpreti del teatro e del cinema italiano della quale quest’anno ricorre il Centenario dalla nascita: è nato a Frascati il 13 Luglio del 1922, e successivamente al diploma magistrale, studia recitazione a Roma presso l’Accademia nazionale d’Arte Drammatica con la direzione di Silvio D’Amico, avendo tra i compagni di corso Nino Manfredi che lo affiancherà nel 1947 nel cast della compagnia teatrale formata da Vittorio Gassman ed Evi Maltagliati. Si afferma subito come ottimo interprete dei testi di Molière (“DonGiovanni”), Arthur Miller (“Erano tutti miei figli”), Jean Cocteau (“L’aquila a due teste”) e altri importanti autori, caratterizzando i personaggi con la sua corpulenta fisicità e le espressioni severe del volto.
D. Senon sbaglio nel 1955 Lucio Ardenzi lo coinvolse in una tournée in America meridionale. E’ cosi?
G.Sì, fu in seguito all’esperienza conseguita nel 1952 all’incontro con Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano; Ardenzi, con il sostegno economico del Ministero dello Spettacolo, organizzò una tournée in Brasile, Argentina e Uruguay che vide Buazzelli inserito tra i maggiori interpreti del teatro italiano dell’epoca, tra i quali Enrico Maria Salerno, Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer, Luigi Vannucchi, Renzo Ricci, Glauco Mauri, nella rappresentazione di testi moderni di Diego Fabbri (“Il seduttore”), Alberto Moravia (“Beatrice Cenci”), e Ugo Betti (“Corruzione al palazzo di giustizia”).
D. Poi c’è stato l’esordio nel cinema come è avvenuto?
G. Sebbene la sua carriera cinematografica è alquanto sporadica, ha avuto modo di valorizzarsi tanto in qualità di comprimario di Vittorio Gassman (“Il cavaliere misterioso”, 1946; “Una vergine per il principe”, 1965), Totò (“Le sei mogli di Barbablù”, “TotoTarzan”, 1950; “Totò all’Inferno”, 1954/’55) e Renato Rascel(“Il bandolero stanco”, 1952; “Il corazziere”, 1960), quanto conferendo le sue memorabili partecipazioni straordinarie a film diretti da Antonio Pietrangeli (“Fantasmia Roma”, 1960), Tinto Brass (“Chi lavora è perduto – Incapo al mondo”, 1963), Ettore Scola (“Il vittimista”, ep. di“Thrilling”, 1965), Vittorio De Sica (“Caccia alla volpe”, 1966), Sergio Sollima(“Il diavolo nel cervello”, 1972).
D. Con l’esordio nel 1954 in televisione Buazzelli si fa conoscere al grande pubblico
G. Sì, partendo dall’interpretazione di “Spettri” di Henrik Ibsen, tra le primissime riduzioni di testi teatrali per il piccolo schermo, si è proposto anche tra i conduttori del varietà televisivo “Canzonissima” in due diverse edizioni nei primi anni ’60; ma l’interpretazione che lo lega alla notorietà popolare è quella dell’investigatore privato “Nero Wolfe” nell’omonima serie di sceneggiati tratti dai racconti di Rex Stout, realizzati dalla Rai dal 1969 al 1971, nei quali ha quali coprotagonisti fissi attori del calibro di Paolo Ferrari e Pupo De Luca. E non dimentichiamo la sua partecipazione a programmi RAI come “Ieri e Oggi”.
D. Anche la pubblicità ha contribuito alla sua fama
G. Fin dai primi anni ’60 si è cimentato anche interpretando gli spot pubblicitari che precedevano quotidianamente le trasmissioni televisive, nella mitica serie intitolata “Carosello”, promuovendo prodotti di largo consumo come carne in scatola, aperitivi analcolici, orologi, bibite sciroppate.
D. La sua carriera si interrompe bruscamente con la sua prematura morte, com’è successo?
Purtroppo, a causa della linfoadenite, una patologia infiammatoria del sistema linfatico è prematuramente scomparso a Roma il 20 Ottobre 1980 a soli 58 anni di età, distinguendosi per una professionalità distinta unita a una non comune discrezione umana.
D. Bene, ti ringraziamo anche a nome dei lettori di Detti e Fumetti e non vediamo l’ora di conoscere la vita del prossimo artista.
G. Ringrazio la redazione e i lettori per l’opportunità di confronto, rimandandovi al prossimo appuntamento che riguarderà una fondamentale interprete femminile dello spettacolo italiano del ‘900.
[Dario Santarsiero per DETTI E FUMETTI – sezione TEATRO -articolo del 5 novembre 2022]
… meno male che qualcuno ricorda un caratterista del calibro di Buazzelli.
.. note sulla famiglia? notizie o foto inedite? esiste un archivio privato con oggetti di scena (che per i Cultori dello spettacolo sono reliquie) o contratti?
C’è ancora molto da parlare su Tino.
Simone