Oggi care lettrici e lettori di Detti e Fumetti svolgeremo con entusiasmo la nostra funzione di HUB NEL WEB interlacciando ambiti culturali diversi tra loro. A tal proposito oggi intervisterò l’attrice Marial Bajma Riva, buona lettura.

Marial – ritratto di Filippo Novelli
Allora Marial, inizi la tua carriera artistica all’Académie de Danse Princesse Grace di Monte Carlo, dove ti diplomi come ballerina professionista. Durante il tuo percorso di ballerina, tra i 16 ed i 17 anni, vieni ammessa per due anni consecutivi al «Musical Theatre Dance Intensive », corso di alta formazione del Boston Conservatory at Berklee, coniugando così danza, canto e recitazione. Successivamente studi presso il Conservatoire d’Art Dramatique di Parigi e l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico dove ti diplomi nel 2016. Nello stesso anno vieni selezionata ed entri a far parte del gruppo di alta formazione del Centro Teatrale Santa Cristina (fondato da Luca Ronconi e diretto da Roberta Carlotto) con Fausto Russo Alesi. Sempre nel 2016 debutti a teatro con lo spettacolo “Il sorpasso”, regia di G. Ferro. Tra il 2017 e il 2019 incontri la regista francese Muriel Mayette-Holtz con cui lavori ne “Il gioco dell’amore e del caso” (spettacolo ripreso poi nel 2020 al Théâtre National de Nice) e successivamente ne “Le Troiane” al Teatro Greco di Siracusa dove interpreti Cassandra vincendo il premio come miglior interprete emergente ed il premio Stampa Teatro come migliore interpretazione del 55° Ciclo di rappresentazioni classiche. Nel 2020 reciti nello spettacolo “The seven daughters” diretto dalla regista inglese Colleen Cameron presso l’Espace des Arts (scène nationale), in collaborazione con il Jeune Théâtre National (JTN), in Francia. I lavori teatrali svolti negli ultimi anni sono “Le notti bianche” in cui interpreti Nastenka al fianco di L. Lavia e “Padri e Figli” diretto da Fausto Russo Alesi (produzione Emilia-Romagna Teatro). Nell’ambito cinematografico sei tra i protagonisti nelle due stagioni della serie Amazon Prime exclusive “Scatola nera” e lavori al fianco di Massimo Popolizio (interpreti la figlia) e Vinicio Marchioni nel film “Governace”. Nel 2022 prendi parte alla nuova serie in “Lidia Poët” diretta da Matteo Rovere (appena uscita su Netflix), sei nel cast dell’opera prima di Lorenzo Adorisio “La Festa del ritorno” e nel film americano “The first omen” per la regia di Arkasha Stevenson prodotto dalla Disney.
W: Perché hai scelto di fare l’attrice?
In realtà è stata una scelta molto naturale. Pensandoci mi ricordo che fin da bambina il mio gioco preferito era mettere su dei piccoli spettacoli con i miei amici, dove io poi facevo le imitazioni dei miei familiari, costringendo ovviamente gli stessi a fare da pubblico. Inserivamo anche degli stacchi pubblicitari (spesso di giocattoli incredibili che avremmo voluto ricevere, un modo originale per convincere mamma e papà a regalarceli, che non ricordo abbia mai funzionato). Anche se lo facevamo per divertimento ricordo che ci mettevamo un sacco di impegno. Questa cosa me la sono portata dietro anche durante l’accademia di danza dove organizzavo spettacoli interni tra noi allievi e divertendo le mie compagne di dormitorio (essendo un collegio dormivamo in camerata) con le imitazioni dei nostri insegnanti. Raggiunta una certa maturità ho capito che quel gioco bellissimo che è la recitazione lo avrei voluto continuare per sempre e farne la mia vita.
W: Cosa si prova a recitare nell’antico teatro greco di Siracusa?
È un’esperienza che difficilmente si può descrivere a parole. È il luogo del Teatro per eccellenza. L’energia che emanano quelle pietre è potentissima e lì capisci che tu, attore o attrice, non puoi fare altro che metterti a servizio di quel palco immenso, farti veicolo del testo per arrivare a 5 mila persone. Ricordo il giorno della prima, quando sono entrata in scena ed ero avvolta da mille e mille occhi. Oltretutto a Siracusa gli spettacoli iniziano con la luce naturale del tramonto, quindi vedi davvero ogni singolo spettatore. E dal palco sembra davvero che questa montagna di persone non abbia fine. È una sensazione pazzesca, da farfalle nello stomaco tutte le sere. Dire poi quelle precise parole scritte per quel luogo più di 2 mila anni fa mi fa sentire i brividi ancora oggi. Ho avuto la fortuna poi, all’età di 23 anni di portare in scena un personaggio incredibile come Cassandra e sono grata e onorata di averle potuto prestare la mia voce.
W: Dove esprimi tutta te stessa, nella danza o nella recitazione?
Sicuramente la recitazione è il mio mestiere, la mia vita. La danza è una parte di me e della mia formazione. Piuttosto che discernere le due direi che l’una arricchisce l’altra, come per esempio nel caso della serie “La legge di Lidia Poët” in cui interpreto Greta la prima ballerina dell’Opera, la danza è messa a disposizione del personaggio e questo ogni qual volta un ruolo lo richiede.
W: Che cosa è il talento?
Più che dire cos’è la fortuna è scoprire quale sia il proprio talento e la cosa più importante è poi coltivarlo. Per un attore o un’attrice, ma credo come per tutti gli altri ambiti, è fondamentale non sedersi sulle proprie capacità. Se c’è una cosa che ho capito e imparato negli ultimi anni è l’importanza di mettersi in gioco, stupirsi e non adagiarsi nella propria zona di comfort dove credo si assopisca la creatività. Siamo in continua evoluzione, sia come esseri umani che come artisti, abbiamo bisogno di mantenere la nostra curiosità, non smettere di studiare, di evolvere il talento insieme a noi. Lo dobbiamo soprattutto a noi stessi.
W: Cosa rappresenta per te l’applauso?
Sicuramente è la migliore unità di misura per capire se ciò che hai portato in scena è arrivato ed è stato apprezzato, si lavora perché sia sempre così. Mentirei se non dicessi che è una sensazione bellissima prendere l’applauso a fine spettacolo. È un rilascio di energia da parte del pubblico che ci ripaga del lavoro fatto. Io personalmente lo vivo come un momento molto intimo, mi svuoto di tutto e rimane solo Marial.
W: Dal punto di vista attoriale cos’è il fallimento?
Premetto che non amo questa parola. Per me il fallimento non esiste, un attore o un’attrice deve avere la capacità di vedere sempre nel fallimento una risorsa, un’opportunità di crescita. Solo con l’errore si può progredire, conoscersi e andare oltre i propri limiti. So che sembra molto retorico ma ci credo molto. Spesso proprio nei momenti più difficili scopriamo e riusciamo ad attingere a risorse, a parti di noi che non sapevamo neppure di avere. Per esempio, durante l’allestimento dello spettacolo “Padri e Figli” dovevo interpretare Sitnikov, un uomo becero e arrivista. Nel mio processo di creazione del personaggio ho fatto numerosissimi tentativi e sbagli senza i quali non avrei trovato tutte le sue sfaccettature.
W: Che responsabilità ha l’attore nei confronti del pubblico?
Una grandissima responsabilità, anche perché l’attore o attrice non ha ragione di esistere senza il pubblico. Si fa veicolo di un messaggio, quindi di una storia, di un personaggio, sia a livello teatrale che cinematografico. E deve avere coscienza che la sua interpretazione, che è unica, fa la differenza perché ha il potere di toccare l’emotività dello spettatore, fargli fare un viaggio che farà nascere pensieri, domande, riflessioni e, perché no, anche cambiargli la vita.
W: Il tuo sogno nel cassetto?
Il mio sogno nel cassetto… beh difficile sceglierne uno solo. Ci sono tante cose che vorrei fare e sperimentare. La me bambina sicuramente vuole fare un viaggio di almeno una settimana agli Universal Studios di Orlando, un sogno che mi porto dietro veramente dalle elementari, ma prima o poi lo realizzerò. Invece se parliamo in ambito artistico forse quello più challenging ad oggi è di riuscire in futuro a mettere in scena un monologo interpretato da me, collaborando anche alla scrittura e portarlo in giro, in Italia e, perché no, anche all’estero essendo madrelingua francese e parlando perfettamente inglese. È una grandissima sfida. Appena raggiungo il momento giusto. Quando lo realizzerò metterò nel cassetto un nuovo sogno.
W. Bene Marial, grazie anche a nome delle lettrici e lettori di Detti e Fumetti per questa bella chiacchierata
[DARIO SANTARSIERO per DETTI E FUMETTI – Sezione Teatro – Articolo del 2 Marzo 2023]


