Archivi categoria: ARCHITETTURA E DESIGN

VIAGGIARE E’ CULTURA – PARTE TERZA – L’ITALIA

Cari amici di DETTI E FUMETTI il nostro BLOG crede molto nel viaggio perchè non c’è uomo piu’ colto, istruito, aperto alla cultura dell’altro di un uomo che ha viaggiato per dirla con Alphonse de Lamartine.

Se il nostro mondo fosse paragonato ad un libro infatti che non avesse mai viaggiato è come se avesse letto una sola pagina per dirla con Agostino di Ippona.

C’è chi si spinge oltre quando dice che viaggiare ci tiene in vita o quanto meno di mantiene la vista dal momento che se rimani fisso in un posto per troppo tempo diventi cieco perchè non osservi piu’ nulla intorno a te per dirla con Josef Koudelka.

Vogliamo riproporvi una selezione di luoghi unici cominciando dalla capitale, da ROMA per poi allargare il nostro sguardo all’Italia centrale e infine ad alcuni luoghi esclusivi e curiosi che meritano un viaggio per essere scoperti ed apprezzati.

SERRADA

VIAGGIARE E’ CULTURA – PARTE PRIMA -ROMA

Cari amici di DETTI E FUMETTI il nostro BLOG crede molto nel viaggio perchè non c’è uomo piu’ colto, istruito, aperto alla cultura dell’altro di un uomo che ha viaggiato per dirla con Alphonse de Lamartine.

Se il nostro mondo fosse paragonato ad un libro infatti che non avesse mai viaggiato è come se avesse letto una sola pagina per dirla con Agostino di Ippona.

C’è chi si spinge oltre quando dice che viaggiare ci tiene in vita o quanto meno di mantiene la vista dal momento che se rimani fisso in un posto per troppo tempo diventi cieco perchè non osservi piu’ nulla intorno a te per dirla con Josef Koudelka.

Vogliamo riproporvi una selezione di luoghi unici cominciando dalla capitale, da ROMA per poi allargare il nostro sguardo all’Italia centrale e infine ad alcuni luoghi esclusivi e curiosi che meritano un viaggio per essere scoperti ed apprezzati.

UN VIAGGIO A ROMA

Vi riportiamo una serie di articoli alla scoperta di luoghi e monumenti che vale la pena di vedere. Potete fare click sul nome per andare all’articolo.

CICLO DEI PONTI

IL PONTE DELLA MUSICA

IL PONTE RISORGIMENTO

GLI ALTRI PONTI

CICLO DEGLI EDIFICI

GLI EDIFICI DELLE POSTE

I GRATTACIELI

GLI EDIFICI DIPINTI-LA STREET ART

GLI EDIFICI DEI CINEMA

GLI EDIFICI PER GLI SHOW E GLI EVENTI

-I NUOVI MUSEI

-I MUSEI DEL NOVECENTO STAZIONI E CENTRI COMMERCIALI

-UFFICI

CICLO I NUOVI PARCHI E ROOF TOP

-IL PARCO LINEARE DI ROMA NORD

IL PARCO LINEARE DELLE MURA AURELIANE

-UNA NUVOLA SUL TETTO DI ROMA

Roma 70 anni dopo

A Detti e Fumetti piacciono le citazioni, i detti.

Oggi vogliamo mostrarvene uno architettonico.

Uno dei “segni” di Roma è la pensilina della Stazione Termini (1950) realizzata negli anni del dopo guerra, della rinascita. La Stazione, che pochi sanno prende il nome dalle vicine Terme di Diocleziano ( e non come si potrebbe immaginare dal termine dei binari tipico delle stazioni) è riconoscibile in tutto il mondo per la sua pensilina, una struttura ardita per l’epoca, realizzata in cemento armato, che ha un aggetto sull’antistante Piazza dei Cinquecento per 19 m. È retta da 33 pilastri e ha uno sbalzo massimo di 13.50 m con una trave di colmo che raggiunge i 12.45 m .

Ebbene voi vi direte. Una architettura, segno di Roma. e quindi?

Nell’anno 2021, anche lui come i 50, additato come anno della rinascita, a Roma, 70 anni più tardi, si costruisce ancora. In zona laurentina sorge un nuovo polo commerciale che nelle sue forme richiama i simboli della capitale.

(Filippo Novelli per Detti e Fumetti – sezione architettura – articolo del 5 gennaio 2021)

ROMA 2020

La Defense italiana sta muovendo i primi passi.

Oggi abbiamo fatto quattro passi tra i nuovi edifici, gli ultimi lavori in corso ed i balconi da cui spuntano i primi fiori. È solo l’inizio di un nuovo tessuto urbano romano tra l’EUR e il GRA. Ma il disegno è già molto chiaro.

[FILIPPO NOVELLI -SEZIONE FOTOGRAFIA ARTICOLO DEL 4 OTTOBRE 2020]

ARCHITETTURA GLOBALE – La nuova RACCOLTA DI ARTICOLI DI ARCHITETTURA DI DETTI E FUMETTI

Amici di DETTI E FUMETTI da oggi è disponibile su carta su ordinazione al link che trovate in fondo alla pagina o in digitale su Amazon, la nostra raccolta di articoli di architettura a cura di Maria Clotilde Massari con le illustrazioni di Filippo Novelli.

Un Libro da non perdere, da conservare gelosamente o regalare agli amici.

Le nostre promesse di pubblicare oltre 20 nuovi titoli si stanno avverando dopo OSVY FIGHT COVID e FARE TEATRO ecco il terzo libro della nuova collana disponibile per voi su amazon. A presto con gli altri titoli ecco una anticipazione.

[Maria Clodilde Massari per DETTI E FUMETTI sezione Architettura -articolo del 25 settembre 2020]

Passeggiate Romane- Il PONTE DELLA MUSICA

Bentrovati amici di DETTI E FUMETTI, pronti per un’altra passeggiata?

Oggi concludiamo i nostri tour sui ponti di Roma con il PONTE DELLA MUSICA.

clo e ponte musica

Nei nostri precedenti voli abbiamo visitato il Parco della Musica di Renzo Piano ed il MAXXI di Zaha Hadid; ora, sempre nel quartiere Flaminio, conosciamo un’altra opera  architettonica contemporanea: il Ponte della Musica.

Figura 0

La struttura, che attraversa il Tevere collegando il Foro Italico e il quartiere Flaminio, è stata progettata dallo studio inglese Buro Happold, vincitore con Powell-Williams Architects del concorso di progettazione bandito dal Comune di Roma nel 2000.

Il ponte è costituito da un arco in acciaio lungo 190 metri, sospeso che collega il Lungotevere Flaminio e il Lungotevere Maresciallo Cadorna, mettendo in collegamento l’Auditorium Parco della Musica, Villa Glori, il Maxxi e il Teatro Olimpico con il Complesso Sportivo del Foro Italico e il Parco di Monte Mario.

Il ponte progettato e realizzato per il traffico pedonale, ciclabile e per i mezzi pubblici è costituito da un impalcato metallico sorretto da due archi ribassati in acciaio poggianti su piedritti in cemento armato, che contengono le scale d’accesso alle due sponde del fiume. Le dimensioni dell’impalcato sono 190 metri di lunghezza, 22 metri di larghezza massima nella parte centrale e 14 metri alle estremità. L’arco libero ha una luce (distanza da uno spiccato all’altro del ponte) di circa 190 metri. Il peso complessivo dell’opera è di 2000 tonnellate. L’opera è caratterizzata dall’inclinazione dei due archi rispetto al piano verticale e dall’assenza di un loro collegamento orizzontale nella zona sovrastante l’impalcato, a consentire una particolare sinuosità e luminosità dell’immagine architettonica. La struttura è fondata su pali mentre la spalla sinistra è posta su cuscinetti mobili in grado di assorbire le sollecitazioni termiche e sismiche. La parte centrale, carrabile, è asfaltata mentre quelle laterali, pedonali,  sono costituite da doghe in legno che poggiano sulla struttura in acciaio.

Il Ponte ospita nella parte centrale un corridoio predisposto per il trasporto pubblico protetto.

Figura 3

Come arrivare al Ponte della Musica? Con i mezzi pubblici è molto facile; puoi prendere la linea A della metropolitana,  fino alla stazione di Lepanto e poi continuare con il bus fino alla fermata Largo Cadorna/Ostello della Gioventù ed infine, proseguire per pochi metri a piedi. Se invece preferisci viaggiare in superficie, puoi prendere una delle linee bus collegate alla zona. Grazie alla sua pista ciclabile può essere una meta interessante anche per passeggiate in bicicletta, magari di notte quanto si illumina e si riflette sul Tevere.

Il Ponte della Musica è intitolato al compositore Armando Trovajoli, autore del famosissimo brano “Roma non fa la stupida stasera…” ed è cronologicamente l’ultimo ponte della Capitale in quanto è stato inaugurato nel maggio del 2011.

Buon volo a tutti, ciao ed a presto dalla Vostra CLO!

[Maria Clotilde Massari per DETTI E FUMETTI – Sezione Architettura – Articolo del 17 LUGLIO 2020]

Per maggiori informazioni:

https://www.wikipedia.org/wiki/Ponte_della_Musica-Armando_Trovajoli

http://www.urbanistica.comune.roma.it/citta-storica-pontemusica.html

Dalle macchine alle strutture naturali- i principi di ottimizzazione- CAP. III

ottavio cap III il macchinismo

Il XX secolo è l’era della produzione di massa, della distribuzione globale e dell’uniformità.

Dal punto di vista architettonico si è sviluppata nei primi decenni del secolo XX il Movimento Moderno e lo Stile Internazionale che incorporava nel suo linguaggio i progressi della tecnologia e della industria.

L’uso di materiali come acciaio, vetro e cemento, diede origine ad una sensibilità  plastica accettata a livello globale.  Questa tendenza rappresentò una rottura importante con l’accademismo esistente che favoriva lo stile decorativo.

Fig.3 Il Seagram Building di Mies van der Rohe e Philip Johnson a New York, 1958

Fig.1 Il Seagram Building  di Mies van der Rohe a New York, 1958

 

Fig.4 Palazzina di Le Corbusier al Weißenhofsiedlung di Stoccarda 1927

Fig.2 Palazzina di Le Corbusier al Weißenhofsiedlung di Stoccarda 1927

Nei primi anni ’70 del XX ° secolo, è particolarmente interessante l’emergere del concetto di macchinismo

In Architettura questo concetto é ben rappresentato nell’edificio sede dell’industria automobilistica BMW a Monaco di Baviera – con un progetto di Karl Schwanzer – che evoca i quattro cilindri di un motore a scoppio;

.Fig.5 Sededa BMWa Monaco di Baviera di Karl Schwanzer

Fig. 3    Karl Schwanzer Sede della BMW a Monaco di Baviera

Fig.6 Renzo Piano Centro Pompidou

Fig. 4 Renzo Piano -Centro Pompidou

Alla fine degli stessi anni ’70, Renzo Piano vince il concorso per il Centro Pompidou di Parigi  tipico esempio di architettura tecnologica. Renzo Piano propone un’immagine che evoca una raffineria di petrolio.

La crisi energetica degli anni ’70 del XX ° secolo, ha mostrato l’insostenibilità del modello di sviluppo basato sulla industrializzazione pesante. Le economie dei paesi sviluppati si spostano dalle industrie pesanti alle industrie del terziario: informazione, ricerca,  istruzione, servizi e finanza. L’architettura segue le economia; si entra in una nuova era, quella della “architettura della conoscenza“, attraverso un’ampia pratica interdisciplinare. La diversità deve emergere come risultato dei processi di simbiosi tra arte, scienza e tecnologia; tra il razionale e il sensoriale, la “natura” e la cultura.

Strutture Naturali

L’architettura inizia ad allontanarsi dalla geometria euclidea per avvicinarsi alla comprensione del dinamismo frattale e dall’emergere di sistemi naturali.

Eugene Tsui, Javier Senosiain, William McDonough, Renzo Piano e molti altri architetti non solo integrano nei loro progetti principi ecologici sostenibili, ma, il messaggio secondo cui le costruzioni richiedono un approccio olistico; si studia l’efficienza, la forma, i materiali  cui la Natura dispone.

Fig. 7 Eugene Tssui architetura

Fig. 5 Eugene Tssui Architetto

Fig. 8 Janvier Senosiaiain Nautilus House

Fif 6 Janvier Senosiaiain Nautilus House

Fig.9 William McDonough Architect

Fig. 7   William McDonough Architect

Fig. 10 Renzo Piano California Accademy of Cience

Fig. 8 Renzo Piano California Accademy of Cience

 

Strutture artificiali e principi di ottimizzazione

Gli straordinari progressi della biologia hanno toccato l’architettura in modo profondo.Non ci riferiamo, tuttavia, alla varieta’ delle forme naturali ma si ai meccanismi con cui le strutture naturali sono in relazione alla loro funzione. Sono i principi di ottimizzazione, che in un linguaggio non matematico potremmo chiamare principi di economia dei mezzi. Un’osservazione attenta delle strutture naturali ci permette di identificare alcuni di questi principi che possiamo classificare così come fece l’’architetto Eugene Tsui in “Evolutionary Architecture,” 1. Ridurre al minimo la quantità di materiale utilizzato;.

Fig. 11 Nido d'api

Fig.9 Nido D’ape

Struttura costituita da prismi esagonali che appare ad esempio negli alveari: l’ape avrebbe costruito le sue cellule per ridurre al minimo la quantità di cera usato nella costruzione.

2.- Massimizzare il volume, tra tutti quelli che sono limitati da una superficie con un’area determinata;

3.-Minimizzazione l’area di una superficie tra tutti quelli che definiscono i solidi con un certo volume;

Fig.12 Strutture di invertebrati

Fig.10  Essere Unicellulare

Fig.13 RADIOLARI

Fig.11 I radiolari

La forma sferica che troviamo a scala microscopica negli esseri monocellulari, ha la curiosa proprietà di esibire un volume massimo tra tutti i solidi con una certa superficie, o in modo equivalente esibendo una superficie minima, tra tutti i solidi di   uguale volume.

4. Massimizzare la resistenza strutturale;

Fig 14 Lumaca

Fig.12 La Lumaca

È stato stimato che la lumaca supporta forze di compressione pari a 2200 volte il suo peso, ciò non è dovuto solo al materiale con cui è realizzato il suo guscio, ma anche alla sua forma a spirale.

5. Stabilire una relazione tra trama, colore e funzione;

Fig. 15Estabelecimento de uma relação entre textura, cor e função_

Fig.13 Trama, Colore e Funzione;

6. Selezione dei materiali che consentono di attuare i principi precedenti in modo efficiente

Fig.16 Struttura ossea umanaLo scheletro umano

Fig.14 Struttura Ossea

7. Creazione di continuità tra interno ed esterno senza interruzioni e fratture;

Fig. 17Continuidade entre interior e exterior sem interrupções nemFig. 15 Trasparenza totale attraverso il vetro

8. Relazione simbiotica tra funzione e forma

Fig.18 Relação simbiótica entre função e forma_

Fig.16 Relazione Forma Funzione

9.Selezione di modi energeticamente efficienti che favoriscono circolazione dell’aria;

Fig.19 L'habitat delle Termiti

Fig.17 Un Termitaio

Fig.20 Termitaio

 

Fig.18a Sezione di un Termitaio      Fig.19 Sezione dell’edificio Eastgate,Harare,Zimbabwe :applica la                                                                                    climatizzazione   passiva di un termitaio

 

10.Unità e continuità delle strutture;

 11. Progettazione della struttura in base al materiale e alle forze azioni interne ed esterne che agiscono su di esso.

Bene, ed anche il terzo capitolo è terminato.Se vi sta piacendo questo viaggio che stiamo facendo insieme condividete e lasciate commenti.

A presto Ottavio Alias Francesco Marconi

[Francesco Marconi per DETTI E FUMETTI – sezione architettura – articolo del 13 maggio 2020]

 

 

CLO E LE PASSEGGIATE ROMANE- QUARTA PUNTATA- PONTE RISORGIMENTO

clo e ponte risorgimento novelliBentrovati, pronti per un’altra passeggiata!?

Certo, detto in questo periodo di quarantena sembra impossibile…ma la fantasia e la curiosità di conoscere nuovi scorci della nostra città è sicuramente più forte! Continuiamo i nostri voli tra i ponti di Roma ma questa volta, partiamo da quelli  moderni, dove è  possibile scorgere angoli e prospettive uniche.

Il primo in ordine storico è:

PONTE RISORGIMENTO

Il ponte Risorgimento collega l’area del lungotevere delle Armi ed il quartiere Prati con piazzale delle Belle Arti e la zona di Villa Giulia.

È il primo ponte in cemento armato di Roma e all’epoca della sua costruzione, tra il 1909 e il 1911, rappresentava la più ampia struttura mai realizzata al mondo con questa nuova tecnologia.

ponte risorgimento costruzione

È formato da un’unica arcata di 100 m di lunghezza e fu costruito per celebrare i 50 anni dell’Italia Unita, come recita l’iscrizione riportata su un lato.

La struttura del ponte è costituita da un arco ribassato (freccia di circa 10 metri);  il suo costruttore, Società Porcheddu, unico concessionario in Italia del brevetto del francese François Hennebique fu uno dei precursori della tecnica del cemento armato.

Locandina_Hennebique

ponte risorgimento costruzione 2

I lavori per la costruzione del ponte sono iniziati nel 1909 e si sono conclusi due anni dopo: venne inaugurato l’11 maggio 1911 dal sindaco Ernesto Nathan.

Progettato e realizzato in occasione dell’esposizione per celebrare i cinquant’anni dell’unità d’Italia, dall’ing. Giovanni Antonio Porcheddu, con la collaborazione degli ingegneri Giaj e Parvopassu e la supervisione dello stesso Hennebique che intervenne in cantiere imponendo dei tempi di disarmo* molto brevi, che furono poi oggetto di aspre polemiche a causa delle fessurazioni subito comparse sulla struttura.

Nonostante questo il ponte si è conservato sostanzialmente integro per oltre un secolo. A metà del ponte, sui due parapetti, vi sono due iscrizioni: “Inaugurato l’11 maggio del 1911 nel cinquantenario della proclamazione di Roma Capitale d’Italia, dall’Amministrazione Popolare Cittadina al Risorgimento Italiano” da un lato e “Ponte in cemento armato ad un’unica arcata di 100 metri di corda con freccia di 10 metri, costruito con sistema Hennebique dalla Società Porcheddu Ing. G.A.” dall’altro.

Anche in questo caso non mancano gli aneddoti, eccone uno che può rappresentarne tutti:

quando la mattina dell’11 maggio del 1911 il corteo reale si apprestò ad attraversare per la prima volta il ponte Risorgimento il clima festoso che fino a quel momento aveva accompagnato la parata di colpo svanì: improvvisamente i volti di tutti, compreso quello di Vittorio Emanuele, si fecero più tesi e nervosi,  malgrado i sorrisi di circostanza sfoggiati appositamente per la stampa che era li per immortalare l’evento. Del resto, erano ormai diverse settimane che la costruzione era al centro di illazioni e gli esperti avevano istillato molti dubbi sulla sua effettiva stabilità: Come avrebbe potuto tenersi in piedi un arco tanto grande?…Nessuno aveva una risposta,  anche perché non era mai stato costruito nulla di lontanamente simile prima di allora.

ponte risorgimento 2

Ma la storia ha dato ragione all’ Ingegnere  Porcheddu, visto che passato un secolo il ponte è ancora saldo al suo posto!

Buon volo a tutti

Ciao a presto dalla Vostra CLO!

[Maria Clotilde Massari per DETTI E FUMETTI – Sezione Architettura – Articolo del 23  aprile 2020]

Per maggiori informazioni:

https://www.cosafarearoma.it/ponti-roma/

http://www.pontidiroma.com/curiosita.html

https://www.capitolivm.it/meraviglie-di-roma/i-ponti-antichi-sul-tevere/

OTTAVIO e L’ARCHITETTURA – L’interdipendenza dei concetti di spazio e tempo – CAPITOLO 2

ottavio disegno di novelliL’interdipendenza dei concetti di spazio e tempo non è solo argomento di discussione scientifica, ma qualcosa di tangibile. Ne sono un esempio  le mappe isocrone, che si materializzano attraverso una deformazione del territorio, nel quale due città che hanno un trasporto pubblico veloce, sono rappresentate più vicino rispetto ad altre che, sebbene a una distanza inferiore, non dispongono di tale trasporto.Queste mappe forniscono la percezione spaziale del viaggiatore

Fig.1 Mappa Isocrona di Francis Galton    Fig. 1       Mappa Isocrona di Francis Galton

 

Fig.2 Mappa Isocrona collegamenti trasporto ferroviario

Fig. 2 Mappa Isocrona; collegamenti trasporto ferroviario Italiano

 

Lo spazio è il soggetto principale con cui è concepita la città. Storicamente il concetto di spazio non era immutabile, né da un punto di vista scientifico né da un punto di vista sociale.

Possiamo identificare tre paradigmi ognuno con un diverso concetto di tempo.

 

Lo spazio omogeneo e isotropico. 

Fig. 3 Un Universo Omogeneo e Isotrpico, le facce opposte di questo parallelepipedo sono identificate l'una con l'altra

Fig.3      Un Universo Omogeneo e Isotropico,

Le facce opposte di questo parallelepipedo sono identificate l’una con l’altra. Il primo paradigma corrisponde a una visione dello spazio in cui la Terra occupava il centro dell’Universo e l’individuo il centro della Terra. Lo spazio era un’entità omogenea e isotropa perché esibiva le stesse proprietà in tutte le direzioni.

Fig.4 La Prospettiva

Fig. 4. La prospettiva.

La prospettiva, dando all’osservatore un punto di vista fisso, era il modo usato per rappresentare questo spazio, concepito come un vuoto in cui le forme tridimensionali dell’architettura rappresentavano il confine di un volume.

 

Spazio eterogeneo e anisotropico

Fig. 5 Il Pendolo e l’Orologio misurano i minuti                                     

Fig. 6 Orologio Atomico Ottico

Fig.6 Orologio Atomico, misura i nanosecondi

 

Dall’industrializzazione e, due secoli dopo, dall’informatizzazione, la visione dell’Universo, della Terra, dell’individuo e il tempo, hanno subito cambiamenti successivi emergendo un nuovo paradigma per il concetto di spazio. Il tempo misurato in i minuti, prima dal pendolo e poi dall’orologio, hanno iniziato a essere misurati nanosecondi dal computer, una scala che sfugge alle capacità sensoriali dell’individuo.

Fig. 7 Segni Architettonici Effimeri

Fig.7 Segni architettonici effimeri

Il ritmo è così rapido; la consapevolezza del carattere effimero e marcatamente sociale di certi valori sono così acuti; il progresso della conoscenza è così travolgente che i segni architettonici cessano di assumere il ruolo quasi esclusivo di immutabili testimonianze storiche.

 

Spazio di un tempo “irreversibile” e Sistemi Instabili

Si dice che il tempo sia “irreversibile”, nel senso che, con le stesse condizioni iniziali si possono  produrre fenomeni differenti , Un esempio ben noto che illustra il comportamento dei sistemi instabili è “L’effetto Farfalla”: “Il battito d’ali di una farfalla a Roma può provocare un uragano a New York  quindi davanti ad  un fenomeno accaduto,  non sappiamo come  ricostruire la sua storia , ossia  uno stesso presente   può corrispondere a diversi passati.

Le idee alla base di questa interpretazione possono essere sintetizzate attraverso affermazioni come: Le strutture da costruire sono strutture per un “tempo imprevedibile”, perdendo significato la trascendenza temporale e il valore di testimonianza di un’epoca, assumendo  un carattere effimero e quindi non monumentale

 

Fig. 8 Dancing House di Frank Gerry

Fig.8 Dancing House di Frank Gerry- L’Instabilita´dell’Universo

 

Torneremo presto con il terzo capitolo.

Restate connessi

Ciao OTTAVIO.

[Francesco Ottavio Marconi per DETTI E FUMETTI – Sezione architettura – Articolo del 24 aprile 2020]

MI PRESENTO SONO OTTAVIO e vi parlerò di architettura trasversale.

Ciao Amici sono Francesco alias OTTAVIO

ottavio comparison

Ciao

Mi chiamo Francesco Ottavio Marconi e per DETTI E FUMETTI mi occuperò di architettura impersonificando l’avatar Ottavio, un rinoceronte antropomorfo perchè questo è il modo per entrare a far parte della redazione di DETTI E FUMETTI.

Scriverò sulla necessitá della frequentazione dell’architetto nell’universo della Scienza.

Lo ho già scritto in un libro publicato in Portogallo dal titolo Ciênciacidade

 

Ve lo descrivero´ in capitoli riassuntivi, qui, a puntate mediante degli articoli fatti soprattutto di disegni ed immagini che spieghino semplicemente questa frequentazione .

 

Nel frattempo sto traducendo il libro in italiano che sara´prodotto da DETTI E FUMETTI e distribuito da AMAZON.

Facendo click sulla immagine  sotto potete già acquistare il LIBRO in portoghese

libro

Fig 1 – La Copertina del Libro CIENÇACIDADE

Ora voglio raccontarvi un po’ di me per far in modo di spiegare perché sono giunto alla idea che l’Architettura deve frequentare assiduamente l’universo della Scienza ,dalla Biologia,alla Fisica, dalla Matematica alla Scienza dei Materiali; come un luogo d’invenzione metaforica, il cui convivio può´offrire strumenti del sapere capaci di dare al progetto nuovi orizzonti creativi.

Ho frequentato la Facoltà di Architettura di Valle Giulia a Roma dopo il liceo artistico di via Ripetta. Era la fine degli  anni sessanta dello scorso secolo.

Nella seconda metà degli anni Sessanta si assiste a una radicale trasformazione delle principali città italiane.

Si modificano i centri storici, abbandonati dai loro vecchi abitanti e riconvertiti alle nuove funzioni del terziario.

Gli acquisti del sabato ai grandi magazzini, il lavaggio delle automobili la domenica mattina, le vacanze al mare e i pic- nic fuori porta diventano i nuovi riti collettivi di molti italiani.

All’esplodere del movimento antiautoritario a livello internazionale la Contestazione dilaga nel ’68.

Da Trento a Pisa, da Roma a Milano e a Torino prende vita la rivolta giovanile che da protesta libertaria legata alla cultura beat, diviene movimento organizzato dagli studenti universitari in lotta per un nuovo modello d’istruzione.

E’ in questo clima che scrivo la mia tesi di laurea (1972) e in un certo senso inizio ad indagare come la scienza clinica e il sociale penetrino l’architettura.

tesi osp su roma sezione

Fig.2  Tesi di Laurea Relatore Giuseppe Perugini

“L’origine sociale della malattia é legata alle condizioni di lavoro. L’Ospedale é in certo senso anche il luogo dove si cancellano  temporariamente le conseguenze negative di tale condizioni.  . Il lavoratore é riabilitato, per essere reinserito nel processo produttivo, entrando cosi´in una spirale senza fine”

Questa frase mi ha da sempre rappresentato: penso che per un Architetto quello che importa soprattutto, oltre a costruire un’immagine, é sapere se il mondo può cambiare grazie ad essa immagine.

Dopo la laurea inizio dei viaggi alla scoperta di nuove opportunitá.

Visito per la prima volta il Portogallo; trovo  un panorama architettonico non esaltante. Circa il 25%  della popolazione viveva in edifici degradati che non soddisfacevano alcun indice di sicurezza, confort e igiene.

Forte della mia esperienza nel lavoro sociale sviluppato nella Facolta’ di Architettura di Valle Giulia e realizzato nelle periferie romane, decido di partecipare al programma del SAAL (Servico de Apoio Ambulatório Local ) per il  risanamento delle città Portoghesi del dopo 25 di Aprile 1975 ( Revolução dos Cravos)

 

Divento il coordinatore di una” Equipa Tecnica”  pluridisciplinare del SAAL. Questa esperienza la ho publicata in libri e riviste:

fig. a                                  fig. b                                fig. c

-(a) La rivista di architettura Casabella. Portogallo Operação- SAAL (419, 1976).

– (b) Nel libro Politica e progetto. Un’esperienza di base in Portogallo, Milano, Feltrinelli, 1977

– (c) Nel libro Politica y proyecto. Una experiencia de base en Portugal, Barcelona, Gutavo Gil, 1978,

Nel 1977 mi trasferisco a Parigi e li rimango fino al 1982; qui insieme a Renzo Piano collaboro ad un interessante progetto pilota finanziato dall’UNESCO  per il recupero dei Centri storici italiani (Otranto) che prevedeva la partecipazione diretta degli abitanti  e l’utilizzo di tecnologie leggere. Questo tipo di intervento era teso ad evitare la disgregazione del tessuto sociale poiché permetteva la permanenza degli abitanti nelle loro abitazioni durante le fasi di recupero

Otranto

Fig.4 Progetto Pilota per il recupero del Centro Storico di Otranto

Potete approfondire qui l’argomento:

– R. Piano, M. Arduino, M. Fazio, Antico è bello. Il recupero delle città, Roma, Bari, Laterza, 1980).

Nel  1979 Propongo all’Unesco lo stesso progetto pilota nella citta di Evora , Portogallo.

evora

Fig. 5 Il tempio Romano di Evora

Si tratta di recuperare il centro storico di Évora, nella fattispecie dapprima implementare il progetto pilota del solo quartiere di Largo Chão das Covas e successivamente la ristrutturazione della intera città  grazie alla riuscita del promo lotto e al sostegno dell’allora sindaco Abílio Fernandes.

Nell’1982 decido di aprire il mio studio di architettura a Coimbra avendo nel frattempo avuto delle richieste di progettazione in varie citta portoghesi. Scelgo come base la città universitaria di Coimbra dove la mia futura sposa, insegna alla facoltà di Matematica.

Inizio a studiare il cambiamento che sta avvenendo i Portogallo: emergevano essenzialmente due differenti espressioni formali: un certo modernismo accademico,coltivato nella scuola di Porto e rappresentato da Álvaro Siza Vieira

São Victor Oporto Arch. Siza Vieira

Fig.6    Arch.Alvaro Siza Vieira – São Victor Porto

e una produzione architettonica di carattere eterogeneo, legata soprattutto alla scuola di Lisbona, che plasmava differenti sensibilità.

Centro Commerciale Amoreira Lisbona (2)

Fig. 7  Arch. Tomas Taveira – Centro Comerçial Amoureira

Io ero libero da qualsiasi ortodossia stilistica, essendo cresciuto in un ambiente culturale dalla visione pluralista grazie anche alla mia collaborazione con gli architetti Franco Purini  e Luigi Pellegrin.

 

Fa parte di questo periodo:

  • il progetto per il concorso del mercato Dom Pedro V-Coimbra (2.° classificato);
  • Il progetto per il concorso del Palácio da Justiça di Coimbra (1.° classificato);
  • il progetto della sede della impresa Visabeira -Viseu
  • il progetto per l’urbanizzazione Vilabeira- Viseu

 

Sede dell'Impresa Visabeira Viseu Portogallo

Fig. 9  Sede dell’Impresa VISABEIRA

In questo periodo (anni 80-90) nel Portogallo la popolazione inizia ad emanciparsi e si diffonde un certo benessere economico. Nei professionisti nasce il desiderio di vivere in case che li rappresentino al meglio, che identifichino il loro ceto sociale e li distinguino nel contempo gli uni dagli altri.

Studio la loro professione e costruisco attorno ad essa delle case a sua immagine.

Appartengono a questo periodo:

La casa dell’avvocato

casa avvocato

Fig. 10- Fatta di vetrate, perchè l’avvocato è aperto al dialogo deve essere trasparente e deve poter comunicare)

 

La casa del medicocasa medico

Fig. 11. Minimalista, capace di trasmettere calma, fiducia e serenità

La casa dello Psicologo

 

Fig. 12 -Con stile  Organico,  complesso ed introspettivo.

Nel 1991 creo l’impresa ARCHEURI.

Partecipo a progetti finanziati dalla Comunità Europe in cui è entrato il Portogallo di recente.

A questo periodo appartengono:

  •  L’edificio della facoltà di Ingegneria Chimica.
  •  Il Centro di Impiego e Formazione di Guarda
  • Hotel Montebelo

Fig. 13 facolta di Ingegneria Chimica

Fig 13. L’edificio della facoltà di Ingegneria Chimica.

2 Centro de emprego e formação profissional da Guarda Portogallo

Fig. 14 -Il Centro di Impiego e Formazione di Guarda

Fig. 15 Hotel Montebelo - Viseu

15aHotel Montebelo - Viseu

Fig.15 (a e b)  -Hotel Montebelo

Il filo conduttore dei miei progetti vuole andare oltre gli aspetti formali, perchè è dettato dalla convinzione che ciò che conta di più per un’ architetto, oltre a costruire un’immagine, è se il mondo può cambiare con quell’immagine.

 Ed è proprio per cambiare il mondo che l’architettura deve diventare un atto di comunicazione in cui il dialogo assume un ruolo centrale: un dialogo sociale nello spirito del tempo..

Parleremo di questo nei capitoli che seguiranno qui articolo dopo articolo in DETTI E FUMETTI.

vedi anche INTRODUZIONE

Vedi anche CAP.1

Restate connessi,a presto! OTTAVIO

[Francesco Ottavio Marconi per DETTI E FUMETTI – articolo del 20 aprile 2020]