Vittorio Giardino, ingegnere elettronico, una mattina si alzò e, contro tutti e tutto, decise di cambiare mestiere dedicandosi alla sua passione, il fumetto. All’inizio non fu facile, il suo tratto era indeciso ed immaturo, ma nel giro di qualche anno migliorò fino a divenire uno dei miti del fumetto italiano.

Esponente di primo piano della raffinata “linea chiara” in Italia, seppe cavalcare l’onda del successo del fumetto tra la fine degli anni settanta ed i primi anni ottanta. Noto al grande pubblico per il suo Max Fridman, nel 1982 vinse il premio Yellow Kid con Rapsodia Ungherese. Successivamente Ottenne l’Harvey Award e il premio Alfred come miglior album straniero con il volume di Jonas Fink. E’ già perchè se in Italia vendeva una copia in Francia, dove il Romanzo per immagini è molto appprezzato, ne vendeva dieci volte tante. I suoi Graphic Novel sono veri e propri romanzi storici, colti e politici ed oggi tornano attuali quasi che questi trent’anni non fossero passati.
[Filippo Novelli per Detti e Fumetti – 8 febbraio 2013]