LA STORIA DEL MANGA PER IMMAGINI #5

Ecco a voi un sunto della tesi di laurea di Liotta Daiana “I fumetti tra Italia e Giappone” che ci fa capire quanti tipi di Manga esistono.

” Il manga, non è solo uno specchio della società ma anche un modello di vita che tratta un ampio ventaglio d’argomenti: la vita scolastica di bambini e adolescenti, la quotidianità degli operai, lo sport, l’amore, la guerra, la letteratura, la storia, la cucina e molti altri ancora.Generalmente, i manga vengono differenziati in base al pubblico a cui sono destinati. Si hanno, infatti:

1. Kodomo manga: creati per bambini più o meno dai 6 agli 11 anni.  Utilizzano una grafica semplice e un’impaginazione regolare, fanno abbondante ricorso ad animali antropomorfi come protagonisti e comprimari.
2. Sh nen manga: per adolescenti. Sono caratterizzati da una fisicità esagerata dei personaggi (gli uomini hanno muscolature  sproporzionate e le donne sono procacemente delineate) e dalla  prevalenza dell’azione sulla staticità. Sono il genere più venduto nel mondo.
3. Sh jo manga: dedicati alle ragazze adolescenti. In essi è esageratamente amplificata l’introspezione, con prevalenza di primi piani e scene a pieno campo in cui i protagonisti sono immersi nei loro pensieri. Conseguenza di ciò è che la fisicità è quasi eliminata, infatti, i corpi sono esili e affusolati, quasi immateriali.
 4. Seinen manga: rivolti agli uomini in età adulta. Oggetti e ambienti vengono rappresentati in maniera realistica e i dettagli sono riportati con estrema minuzia. L’impostazione della tavola è rigorosa e ordinata. È il genere graficamente più sobrio.
 5. R7disu o josei manga: indirizzati alle donne over 20. Graficamente più vivaci dei seinen manga e tematicamente più maturi. Fra i manga per adulti possiamo ancora individuare gli Shôjo-ai (romanzi sentimentali fra donne), gli Shôjo-yuri (romanzi sessuali fra donne), gli Shônen-ai (romanzi sentimentali fra uomini), gli Shônen-yaoi (romanzi sessuali fra uomini), gli Ecchi (manga erotici) e gli Hentai (manga pornografici)….”
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[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI]

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