Ancora dalla tesi di Liotta estrapoliamo alcune considerazioni su quelli che sono stati i punti di forza delle serie televisive giapponesi esportate in Italia a partire dal 1975 (Wikie il vichingo); ad esse accompagnamo una serie di immagini dei più popolari manga dell’epoca.
” […] nel 1976, grazie ad un cambiamento legislativo, le emittenti televisive nazionali e, soprattutto, locali si moltiplicano, rendendo sempre più urgente e necessario colmare le ore di programmazione vuote con programmi poco costosi […] gli anime sono prodotti a basso costo grazie all’uso della tecnica detta della SEMI-ANIMAZIONE che è caratterizzata da una scarna veste grafica, data da movimenti rigidi e scattosi, ma che tuttavia sopperisce ai suoi limiti con un ritmo incombente, attivo ed emozionante. Le scene in cui l’immobilità dei protagonisti è troppo palese viene resa dinamica grazie all’uso di strumenti tipici del cinema come le carrellate, le panoramiche, la musica coinvolgente e dialoghi vivaci.”
[FILIPPO NOVELLI PER DETTI E FUMETTI]
[Illustrazioni di Filippo Novelli]
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