E’ inutile negarlo: la pubblicità e il mercato determinano il successo o il fallimento di un prodotto. E’ stato così anche per il Manga anche se c’è stato qualcosa in più della pubblicità (e dei tanti soldi investiti sul prodotto) a far decollare il fumetto in Giappone. In primo luogo la libertà dalla censura. Se nel resto del mondo la censura e i dictat degli inserzionisti di pubblicità guidarono i contenuti del fumetto tarpandone spesso le ali con la loro vena puritana, tutto ciò in Giappone ciò non accade. Era ancora forte il ricordo del precedente regime censorio tanto che il nuovo governo, per testimoniare una discontinuità, non se la sentiva di intervenire sul fumetto, considerato per altro lettura per un pubblico adolescente.


Ma per avere successo devi anche espandere il tuo pubblico. I produttori di manga ci riuscirono alla grande, incasellando all’estremo il proprio. Si immagini che diversificarono il prodotto al punto di creare un fumetto per ogni fascia di lettori (giovanissimi, giovani, adulti, anziani), uno per ogni per genere e addirittura arrivarono a stigmatizzare le professioni: venne creato un fumetto per gli impiegati (Salary-man). Ricordiamo alcuni titoli in ordine crescente di età: Korokoro, Shonen Sunday,Young Sunday,Big Comic Spirit, Big Gold. Negli anni settanta il progresso della società giapponese, l’emancipazione della donna sono stati gli ingredienti per la nascita del fumetto al femminile; grazie ad un editore lungimirante nacque un gruppo di fumettiste, detto dei fiori dell’anno 24 (24esimo anno dell’era Showa); tra i cui capolavori ricordiamo Lady Oscar, Candy, ecc. Che divennero I miti di intere generazioni. Si sviluppò una formidabile macchina di divertimento, e gli autori giapponesi furono in grado di inventare l’ uno dopo l’altro eroi di tutti i tipi. E’ vero anche il fumetto europeo aveva i propri: TinTin, Asterix, Tex, ma questi non seppero realizzare attorno a sé un apparato produttivo paragonabile (merchandising, eventi, mostre,ecc.) a quello degli eroi giapponesi. [bibliografia: IL MANGA di J. M. Bouissou].
[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI]
1 commento su “LA STORIA DEL MANGA PER IMMAGINI #7”