Parliamo ancora una volta di Roma, questa volta evidenziando una situazione ormai nota a tutti. Lo stato di abbandono del patrimonio-storico artistico che tutto il mondo ci invidia.
Le risorse economiche delle amministrazioni in questo periodo di “spending review” rendono insufficienti i finanziamenti per una riqualificazione o messa in sicurezza degli edifici. Così per mancanza di fondi molti non vengono utilizzati.
Per fortuna in Italia ci sono i privati, ricchi, famosi e con il desiderio di farsi conoscere anche attraverso finanziamenti ad importanti interventi nelle città.
Il primo a Roma è stato Della Valle, con il restauro del Colosseo, ma in questi giorni è entrato nella cronaca un altro nome: Fendi e la sua nuova sede nel quartiere Eur.
Già conosciuto ai romani per il restauro della Fontana di Trevi (durato 17 mesi, per un importo complessivo 2 milioni e 180 mila euro, a carico della maison), da un anno ha scelto come quartier generale il Colosseo Quadrato dell’ Eur.
Nel Palazzo della Civiltà Italiana, questo il vero nome dell’edificio, ha stabilito la Direzione, gli uffici e il prestigioso e tutto romano, laboratorio di pellicceria.
Grazie a questa nuova destinazione da metà ottobre nel Palazzo si può entrare, e visitare la mostra “Una nuova Roma. L’EUR e il Palazzo della Civiltà Italiana” a cura di Vittorio Vidotto e Carlo Lococo, la prima delle manifestazioni culturali, tutte gratuite, cui è destinato il primo piano del palazzo. L’edificio progettato nel 1937 dagli architetti Giovanni Guerrini, Ernesto Bruno La Padula e Mario Romano per accogliere l’Expo del 1942, che mai si svolse a causa della guerra, è stato abbandonato per 72 anni salvo sporadiche mostre e tentativi di utilizzarlo negli anni ’80 per sedi varie.
Oggi FENDI, con un contratto di affitto valido 15 anni, ha stabilito il suo nuovo quartier generale riqualificando una delle zone più significative del quartiere EUR, per troppo tempo dimenticato.
Ma per fare tutto questo un po’ di polemica doveva nascere: un presunto abuso edilizio commesso dalla maison italiana sul tetto del Palazzo della Civiltà, che alla fine si è risolta col più classico degli adagi: tanto rumore per nulla… Infatti se osserviamo il prospetto principale dell’edificio è sorta nel giro di pochi giorni una tettoia, in vetro e acciaio e quindi molto leggera, ma che ha cambiato completamente l’aspetto dell’edificio. E la soprintendenza che dice? “ ritiene ammissibile lo svolgimento della manifestazione temporanea con gli allestimenti proposti”;” tutti i manufatti allestitivi dovranno avere carattere di stretta temporaneità e totale reversibilità e durante l’esecuzione dell’allestimento e nel corso della manifestazione stessa non dovranno essere interessate aree o superfici esterne a quelle concordate”.
Quindi niente abuso edilizio come ipotizzato inizialmente, ma solo una “struttura amovibile”. La terrazza del Colosseo Quadrato tornerà esattamente così come tutti i cittadini romani l’hanno sempre vista, ammirata e fotografata.
Speriamo che l’idea di Fendi sia presto “di moda”: chi può collabori alla riqualificazione del nostro patrimonio, ma proprio perché unico ed inimitabile evitando di modificarlo, deturparlo e trasformarlo, ma semplicemente preservarlo e farlo conoscere ai nostri posteri originale, come ce lo hanno tramandato.
Per maggiori informazioni:
http://www.arte.it/notizie/roma/la-seconda-vita-del-colosseo-quadrato-11113
Buon volo a tutti
Ciao a presto dalla Vostra CLO!
[Maria Clotilde Massari per DETTI E FUMETTI – Sezione Architettura – Articolo dell’ 8 novembre 2015]


