Palazzo Barberini è un must per chi visita Roma in questi giorni.

La curiosità di vedere uno tra i primi fumetti mai disegnati al mondo mi ha spinto a recarmi a palazzo Barberini, attualmente sede della Galleria Nazionale di arte Antica di Roma.
Ma c’è di più; il visitatore potrà seguire un sottile e segreto filo rosso che lega le sue principali opere. Il filo dell’elogio alla bruttezza e alla bellezza.
Chi si reca in questo periodo infatti potrà ammirare l’opera Ecce homo di Mantegna.

Il filo rosso è l’elogio alla bruttezza e alla bellezza che lega alcune delle principali opere esposte.
Ecce homo, ecco l’uomo, la frase che i sacerdoti dissero a Pilato consegnandogli Gesu’, da il titolo all’opera tra le più famose del Mantegna, eccezionalmente presente al Palazzo Barberini in prestito dal Museo Jacquemart-André di Parigi.
E’ un’opera originalissima, giusto per rimarcare la sua presenza in questo blog possiamo dire che è un fumetto in fieri, infatti in alto compaiono le frasi dei sacerdoti e del popolo da loro sobbillato “crocifiggilo”.

Scritte “al limite tra spazio dipinto e spazio reale” come recita Monte,
Ecce homo è originale anche perche’ anziché ritrarre Gesu’ con Pilato come poteva far pensare il titolo datogli dal Mantegna, si incorona il Cristo con i volti di cinque persone.Tra loro spiccano il sacerdote e la vecchia, la cui smorfia rimanda agli studi sui volti grotteschi che Leonardo da Vinci in quegli anni (1500) stava svolgendo a Mantova.
Al Museo Barberini quindi puoi passare dalla bruttezza alla estrema bellezza facilmente, seguendo il filo rosso leonardesco che dall’opera del maestro toscano passa attraverso le stanze del Narciso caravaggesco, simbolo dell’esaltazione della bellezza,

fino a quelle della Fornarina di Raffaello. Raffaello aveva il culto di Leonardo e nella Fornarina esso traspare, non essendo altro che un omaggio alla Gioconda.

Pochi sanno infatti che sullo sfondo, prima del bosco di mirto, la pianta dedicata a Venere, v i era un paesaggio molto simile a quello della Monalisa. Si narra che la Fornarina altro non sia che un tributo alla perduta Monna Vanna desnuda di Leonardo.

La Fornarina merita da sola una visita al Palazzo poiché rappresenta una sorta di opera sintesi dell’arte dell’urbinate; possiamo infatti dimostrare che è quasi un compendio delle sue piu’ famose opere.
Ritroviamo in essa:
- la Velata per le somiglianze nei lineamenti del volto

- il ritratto di Maddalena Strozzi per il gioiello pendente che le tiene il turbante

- La Sacra famiglia di Francesco I per il turbante fatto di una seta dorata a righe verdi e azzurre annodato tra i capelli

Ma non è finita; ad introdurre Mantegna, Caravaggio e Raffaello a Palazzo vi sono due archistar di livello non da meno; infatti salirete alle sale espositive attraverso la scala del Bernini
e ne uscirete scendendo attraverso la scalinata del Borromini.
[Filippo Novelli per Detti e Fumetti sezione Arte- articolo del 25 gennaio 2019]