EVOCAZIONE E SINTESI, LA POESIA – WILLY IL BRADIPO INTERVISTA A FLAVIA CIDONIO PER DETTI E FUMETTI

Oggi per la nuova rubrica di poesia EVOCAZIONE E SINTESI, LA POESIA, il nuovo ciclo di interviste di DETTI E FUMETTI abbiamo con noi Flavia Cidonio.

Illustrazioni e ritratti di Filippo Novelli

L’intimismo di Flavia ha stuzzicato la mia curiosità; ho voluto scambiarci quattro chiacchiere. Anche con lei ho inserito due  sue poesie per far conoscere sia la persona che l’artista.

W. Inizio con il presentarti ai nostri lettori come è mia abitudine. Sei nata a Roma il 26 gennaio 1992. Hai studiato cinema presso la Scuola internazionale di alta formazione per sceneggiatori e registi cinetelevisivi e drammaturgia presso l’Istituto Engim San Paolo. Hai Collaborato con il centro studi Ipermedia CDE di Roma. Hai scritto un adattamento de Le notti bianche, portato in scena con la regia di Emanuele Carboni presso il Piccolo Teatro dei Sassi di Montecelio e lo spettacolo teatrale Finché tempo non ci separi, in scena al Teatro Ivelise di Roma. Hai partecipato all’antologia di racconti Confondendo memoria e desiderio ispirati a La terra desolata di T.S. Eliot, Robin edizioni. Sei l’autrice di Antimonio, silloge poetica, pubblicata con Gattomerlino edizioni nel 2019.

W. A che età, hai scoperto la poesia?

F. Direi al ginnasio, intorno ai quindici anni. Durante le lezioni che mi piacevano meno passavo il tempo a leggere gli autori della nostra antologia di italiano, dopo scuola passavo in biblioteca o tenevo da parte i soldi per comprare quelli che avevo scoperto. I primi sono stati Rimbaud, Verlaine e i poeti del romanticismo inglese (i miei preferiti erano Byron, Shelley e Keats). Ma forse il primo vero amore è stato per Sylvia Plath: ricordo perfettamente il momento in cui ho letto i versi di I Am Vertical. Ho pensato che non somigliava a nulla di quanto credevo potesse esistere. Esattamente ciò di cui avevo bisogno.

W. Che scopo ha la poesia nella realtà di tutti giorni?

F. A costo di suonare retorica, dico che per me è essenziale. La trovo una compagna silenziosa che restituisce anche ciò che non sapevo di aver domandato. Ho una raccolta di poeti sudamericani (trovata in casa senza sapere da dove arrivi) che uso come un libro delle risposte. È quasi completamente consunto. Credo comunque che ognuno abbia la capacità di trovare il proprio spazio di poesia quotidiana, in particolare dove non se lo attende. Se lo desidera, naturalmente.

W. Ti identifichi nel ruolo di “poetessa”?

F. Non mi identifico in nessun ruolo, in effetti (e non amo particolarmente il termine poetessa). Però quando chi non legge poesia mi chiede consigli o si avvicina alla lettura di nuovi autori anche grazie a me, sono felice. Ho appena cominciato e spero di scrivere ancora, credo sia tutto ciò che mi aspetto.

W. Cosa ti suscitano un tramonto e una fermata della metro?

F. Questa è una domanda difficile. A pensarci bene, nessuno dei due mi suscita nulla in particolare. Sui mezzi pubblici però penso sia quasi inevitabile imbattersi in storie, racconti da parte di sconosciuti e piccoli incidenti che stuzzicano la fantasia. Perlomeno, a me capitava quasi ogni giorno. Quindi probabilmente una fermata della metro mi suggerisce molto più di quanto potrebbe un tramonto. Ammiro chi sa farsi ispirare dal paesaggio o dalla natura, è qualcosa che a me riesce molto difficile.

W. Quand’ è il momento migliore della giornata per scrivere?

F. Credo che ogni momento sia buono: io ho spesso idee la mattina appena sveglia o prima di addormentarmi. Mi limito ad appuntarmi parole chiave e ci torno su in un secondo momento, sperando di ricordarmi cosa significa quel che ho scritto. Forse banalmente penso che l’importante non sia tanto scrivere, quanto dedicarsi alle varie riscritture. Lì trovare tutto il tempo e la concentrazione necessaria è realmente importante.

W. Quali libri consiglieresti ad un adolescente che vuole avvicinarsi alla poesia?

F. Posto che da adolescente io non li avrei accettati, consiglierei di lasciarsi guidare esclusivamente dal proprio istinto. E poi questi tre:

– Nicanor Parra, L’ultimo spegne la luce, Bompiani

–  Raymond Carver, Orientarsi con le stelle, Minimum Fax

– Audre Lorde, D’amore e di lotta, Le lettere

W. Il tuo sogno nel cassetto?

F: Rinunciare ad averne e coltivare i desideri, che mi sembrano più promettenti. Il primo, non appena sarà possibile, è portare in scena un testo teatrale che era pronto poco prima della pandemia.

W. Grazie di averci raccontato di te anche a nome dei lettori di Detti e Fumetti

F. Grazie a te Willy e ci risentiamo presto con una sorpresa che adesso non posso svelarvi.

[Dario Santarsiero alias Willy il bradipo per DETTI E FUMETTI -sezione Letteratura -articolo del 19 febbraio 2021]

Le poesie di Flavia Cidonio

Al risveglio
ho sempre cura
di mettere gentilmente in fuga
i fantasmi notturni.
Me li tengo puliti, do loro un nome
a volte persino una casa in cui fare ritorno.
Al solito,
mi mostro fin troppo accogliente
con il tormento
occasionale.

Questa solitudine
che mi preme addosso
che chiama uno spazio per sé
senza restituire un fiato
sa delle tue parole
tutte quelle
che non hai pronunciato
per trovarti
qui – accanto a me
su questa sedia vuota.

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