Cari lettori di Detti E Fumetti, proseguendo con il ciclo “Giornalismo tra tecnica e passione”, scambierò due chiacchiere con la giornalista Barbara Carfagna.

Allora Barbara, sei giornalista, autrice e conduttrice Rai, realizzi reportage in tutto il mondo per TV7 e Speciale tg1. Conduci il TG1. Per Rai 1 sei autrice e conduttrice di Codice [la vita è digitale], trasmissione di seconda serata. Sei autrice e conduttrice con Massimo Cerofolini di [Codice Beta], il Podcast di RadioRai sull’innovazione e [Infosfera], rubrica sul digitale il sabato mattina su Raiuno
Professoressa alla facoltà di Sociologia Università “La Sapienza” di Roma
Hai pubblicato su [Italiana] [ERI, Rai], [Il Foglio, Panorama, Formiche, Sole24 ore, Lettera 43, Stampa] su temi di politica, economia, società digitali. Hai curato per Mondadori gli ebook [Democrazia digitale: la seconda fase 2018] e [Rete di sicurezza: guida alla cybersecurity 2017].
Dal 2009 ti occupi dell’impatto del digitale sull’uomo e le società realizzando reportages nelle università e nei paesi più tecnologicamente avanzati del mondo. Approfondimenti su politiche digitali, economia, finanza, criptovalute blockchain e cybersecurity in italia ed all’estero. USA, Singapore, Giappone, Israele, Emirati Arabi, Taiwan, Silicon Valley, Corea del Sud, Svizzera, Armenia, incontrando accademici e personalità di fama mondiale come Guido Caldarelli, Luciano Floridi, Eugene Kaspersky, Iroshi Hishiguro, Yuval Noah Harari, Audrey Tang, Zygmunt Bauman, Geoff Mulgan, Aubrey de Grey, Stuart Kauffman, Martin Sorrell, Tom Barrack, Jacqueline Poh, Làzlo Barabàsi, Hiroshi Ishii, Neil Gershenfeld, Ren Zhengfei, Brian Eno, Evgeny Morozov, Armen Sarkissian.
Violinista in gioventù, corista nei cori di Nora Orlandi, fin da bambina incidi per Rai e RCA. Sei figlia del chitarrista Carlo Carfagna, inizi l’attività giornalistica nel 1994 in testate locali, quotidiani e settimanali [da Il Giornale a Diario di Deaglio]; ha praticato Kung Fu Shaolin alla scuola di Nelson Tello; ha sempre vissuto con dei gatti in casa.
Sei in Rai dal 1995 inizi nella redazione di Rai 2[ L’Altra Edicola]Ti sei formata televisivamente alla scuola Format di Giovanni Minoli, hai lavorato a Mixer. Hai collaborato alle rubriche del TG1 [Prima, Storia, Dialogo]. Sotto la direzione di Albino Longhi TV7 e Speciale TG1, hai seguito i principali fatti di cronaca italiana e hai realizzato speciali in Etiopia, Niger dove hai realizzato reportage durante la nascita di quello che sarà Boko Haram e sull’espansione dell’Islam fondamentalista, Nigeria intervistando in esclusiva Safya, la prima donna condannata alla lapidazione per adulterio. In Sudafrica, Cambogia dove hai realizzato documentari storici. In Germania sul neonazismo nell’ex Germania est. Per Rai Educational [oggi Rai Cultura hai prodotto e realizzato reportage sulle colonie francesi in Africa. Hai collaborato con [Uno mattina] nel periodo di conduzione di Monica Maggioni, [Porta a Porta e Chi l’ha visto?] nell’edizione condotta da Federica Sciarelli. Nel 2004 Clemente Mimun ti prende nella redazione cronaca del TG1, dove ti assume nel 2006. Segui le principali inchieste di cronaca nera e giudiziaria italiana e i misteri d’Italia. Gianni Riotta ti affida la conduzione del TG1 e la rubrica [Italia Italie] proposta da te dedicata agli immigrati di successo.
Dal 1995 al 2008 segui i principali fatti di cronaca e giudiziari italiani per la Rai come inviata di Mixer e del TG1; poi con approfondimenti per Speciali TV7 e Porta a Porta sull’applicazione delle neuroscienze e delle perizie scientifiche nel processo penale.
Lavori per le rubriche TV7 e Speciale TG1, con particolare attenzione alla divulgazione scientifica e tecnologica, alla filosofia, alla politica e all’economia digitale.
Hai condotto per Rai 1 l’edizione del Premio Luchetta. Ospite di Ballando con le stelle, La vita in diretta, Techetechetè, Porta a Porta.
Sei stata membro del consiglio direttivo del think tank Vedrò, segui l’attività di altri pensatoi italiani (Aspen, Formiche, Italiacamp, WEF). sei nel comitato scientifico dell’Osservatorio internazionale dell’Eurispes
Nel 2018 sei speaker al TEDx Trento sul tema: Iperstoria – la scomparsa del tempo lineare.
Dal 2017 sei autrice e conduttrice per Rai 1 della trasmissione [Codice: la vita è digitale], approfondimento sulle società digitali, il web, la tecnologia. La prima trasmissione Rai sull’Era di Internet giunta alla quarta edizione
W. Perché hai intrapreso la strada del giornalismo?
Erano gli anni ‘90. Ero una violinista. Vidi in Tv una puntata di Mixer sul “mostro di Rostov”: il serial killer accusato di aver ucciso 56 persone in Unione Sovietica. Il comunista che mangiava i bambini. Il documentario era un’accurata ricerca nei lati più oscuri dell’animo umano e nelle pieghe di una società e una politica che avevano favorito quel tipo di personalità. Decisi quel giorno che avrei fatto la giornalista. Partii proprio da Mixer, anche se ci vollero anni ad arrivarci da zero. Quei due filoni (l’ombra dell’umano e le nuove società come quella digitale) sono rimasti i binari della mia curiosità e attività.
W. La prima responsabilità del giornalista nei confronti dei cittadini?
Creare consapevolezza. Sogno una società dove (come in Inghilterra e Germania) nei canali e negli orari di programmazione di massa si trattino argomenti complessi senza paura di perdere audience. Vuol dire che si è fatto un buon lavoro negli anni precedenti. Creare consapevolezza nell’era digitale significa gettare le giuste basi della nuova Era della complessità.
W. Questi anni di reportages e interviste cosa hanno cambiato nella tua visione della vita?
Mi hanno insegnato ad avere visioni agili e non rigide: fondamentali per interpretare la realtà e raccontarla senza approcci ideologici che limitano l’accesso alle informazioni incanalandole.
W. Quando finisci di intervistare accademici e personalità di fama mondiale come Guido Caldarelli, Luciano Floridi, cosa ti lasciano?
Una mente più ampia. Un punto di vista nuovo, la possibilità di applicare ragionamenti nati intorno ad un argomento ad altri temi completamente diversi. Mi sento bene quando sono consapevole di essere la più ignorante della stanza. Se mi sento la più intelligente, qualcosa non va.
W. Cosa consiglieresti ad una giornalista all’inizi della sua carriera che vuole interessarsi di cronaca nera?
Di leggere tanta letteratura europea del ‘900: prima o poi le tornerà utile. L’animo umano non cambia, la cattiveria segue dei pattern comportamentali. Siamo umani: abbiamo un cervello di mammifero, con i suoi pregi e i suoi difetti.
W. Da bambina, corista nei cori di Nora Orlandi, incidi per Rai e RCA. Violinista in gioventù. Del tuo passato musicale cosa ti è rimasto?
La capacità, nonostante una formazione umanistica, di cogliere la complessità. Niente come il violino, che non ha tasti, ti insegna a diventare adattivo. Niente come l’orchestra ti insegna cosa voglia dire governare la complessità.
W. Sappiamo il tuo amore per i gatti, ce ne vuoi parlare?
Non ho mai vissuto senza gatti in casa. Mi insegnano ad utilizzare la parte meno razionale del cervello. A comunicare senza parole. Sono autonomi, affettuosi, imprevedibili, poco appiccicosi e richiedenti
W. Il tuo sogno nel cassetto?
Una serie TV sulle grandi sfide dell’era digitale; e un anno con la valigia a fare il giro del mondo che non ho ancora visto.
W. Bene cara Barbara, grazie anche a nome dei lettori di Detti e Fumetti per questa piacevole chiacchierata
Grazie a voi
[DARIO SANTARSIERO per DETTI E FUMETTI – Sezione giornalismo – articolo del 24 maggio 21]