
Scritto a due mani dalla sceneggiatrice Katia Centomo e dall’avvocato Emanuele Sciarretta, disegnato da Giorgio Pontrelli e Mauro De Luca, edito dalla casa editrice Tunuè, “7Crimini” è un graphic novel che esplora il mondo del crimine dal punto di vista giuridico-morale.
La serie parte da questo stratagemma: Una tormenta sorprende in alta montagna il giudice Massimo D’Ettori e i suoi amici appassionati di alpinismo in una baita insieme con altri sconosciuti. Nel tentativo di passare il tempo, il giudice racconterà ai presenti le vicende che riguarderanno storie collegate ai sette più comuni ma allo stesso tempo particolari crimini.
Il primo episodio di cui vi abbiamo parlato QUI , intitolato “la truffa” ci fa ripercorrere le vicende di una truffatrice senza scrupoli che cade vittima delle sue stesse trame.
In questo nuovo episodio “La Violenza”, uscito da qualche giorno (il 17 febbraio 202), due manager aziendali, un uomo e una donna, si accusano a vicenda di violenza sessuale, l’uno perpetrata nei confronti dell’altra.
Il finale lascia una sensazione di retrogusto amaro.
Come nel primo e in tutti gli altri casi che verranno raccontati, il gruppo di persone dentro la baita che ascolta non funge solo da spettatore ma agisce anche da giuria. Giudica cioè secondo la propria personalità, e spinge il giudice Massimo D’Ettori a riflettere a voce alta sulla natura umana.
Ne “La Violenza”, i colpi di scena si susseguono e il finale è molto originale; ma non voglio aggiungere altro per non toglierVi la curiosità di leggere questo secondo episodio della serie 7 crimini edita da TUNUE.
Ho analizzato i primi due episodi della serie 7Crimini e ho trovato delle analogie con una disciplina che mi sta molto a cuore: il teatro.
Nell’episodio “La Violenza”, il gruppo di ascoltatori rappresenta il coro, che anticamente aiutava l’attore principale, a proseguire nel suo canto. In questo caso il giudice Massimo D’Ettori, cerca l’abbrivio da parte del gruppo, per poter introdurre la sua teoria sulla giustizia. Con “La Truffa”, l’episodio che ha aperto la saga dei 7Crimini, il deus ex machina è la truffatrice che paga un prezzo altissimo per le sue malefatte. Anche in questo caso il colpo di scena rivitalizza con una boccata d’ossigeno il finale.
Interessantissimo l’uso del fumetto per raccontare e divulgare. Mi ha ricordato molto l’uso dei pannelli che facevano i “Cantastorie” -ora quasi scomparsi- che, spostandosi di paese in paese, raccontavano le gesta di eroi leggendari ma anche di luoghi e paesi lontani, di popolazioni sconosciute; in questo modo anche i contadini nei piccoli e sperduti villaggi dell’entroterra avessero la possibilità di interagire con il resto del mondo.
Raffigurare graficamente le emozioni è molto importante, perché l’essere umano ha bisogno di vedere rappresentato ciò che prova nelle proprie e altrui emozioni. Abbiamo avuto modo di incontrare il disegnatore di questo episodio, Mauro de Luca che è stato capace di coniugare magistralmente le sue qualità di pittore, insegnante e comunicatore. De Luca è stato capace di esaltare la caratterizzazione dei personaggi; è riuscito a mantenerli sul filo della ambiguità ( “i personaggi finche li pensiamo in un modo appaiono in quel modo”); è stato capace di rappresentare “la violenza del potere” trascendendola anche in immagini simboliche come la pantera (simbolo di aggressività, di potere; quel potere che passa dagli uni agli altri; “non abbiamo voluto creare eroi”).
Mauro ci ha regalato un paio di DETTI, quasi in onore della nostra testata:
il primo quando parlando di atmosfera e caratterizzazione dei personaggi, ha voluto rimarcare la differenza tra suggestione e verità:
“Non è importante che le cose che raccontiamo siano vere; è importante piuttosto che le emozioni che raccontiamo lo siano”. (Federico Fellini)
L’altro quanto si è parlato dell’avvicendarsi di vari disegnatori, ognuno con il proprio stile, sull’opportunità / i limiti di una omogeneità di stile in SETTE CRIMINI.
“Seguite una idea, troverete uno stile; seguite uno stile troverete una prigione”
Al prossimo episodio!
[Dario Santarsiero per DETTI E FUMETTI – sezione letteratura – articolo del 18 febbraio 2022]


