Ricetta per una commedia -L’editoriale di DARIO SANTARSIERO per DETTI E FUMETTI
Prima o poi c’è sempre qualcuno che mi chiede “Ma dove trovi l’ispirazione per scrivere le tue commedie o i monologhi interiori?” In pratica, “Ma come te vengono in mente!?” Non è facile rispondere a questa domanda, non basta dire mi sono ispirato guardando fuori dalla finestra o camminando per strada. Sarebbe troppo riduttivo.

Credo che sia un miscuglio di vari fattori: innanzitutto, saper osservare cosa succede attorno a noi, è una buona fonte di ispirazione; poi, aver letto testi teatrali e andare spesso a teatro. Questo particolare mi ricorda che, quando ero poco più che ventenne, nel mio girovagare per i teatri, conobbi “Er Sor Giulio”, un simpatico vecchietto che cercava gente per fare la claque nei teatri di Roma [Per i neofiti: fare la claque [si legge: clack] significa applaudire e gridare bravo! E bravi! Durante lo spettacolo. Ma non bisognava esagerare però, altrimenti si scadeva nel ridicolo]. Ovviamente ho accettato e per molto tempo, assieme ad un eterogeneo gruppo di persone, ho presieduto alle prime nei grandi teatri o dove e quando c’era bisogno della squadra. Ma torniamo all’argomento principale, cioè, come si fa a scrivere una commedia, oltre a quello che ho detto prima, entra in giuoco l’immaginazione che aiuta molto nel buttare giù il corpo centrale dell’idea.
Un altro fattore molto importante è lasciare piena libertà ai personaggi. E sì, non è possibile ignorare i protagonisti di una commedia o di un dramma o di una tragedia, non si va da nessuna parte. I personaggi sono si frutto dell’immaginazione, ma appena escono dalla mente prendono una forma seppur immaginaria, divengono sensienti e acquistano sia personalità che temperamento. Un esempio tra tutti è che, se un personaggio non ha intenzione di muoversi o esprimere un’opinione, non lo farà e se costretto, lo farà mal volentieri, inficiando il resto della scena. Bisogna scendere a patti con il personaggio, cercando di capirne la personalità e convincerlo, quando non è del tutto d’accordo a compiere quell’azione. Solo così la commedia potrà continuare.
Da ultimo, ma non per questo meno importante, la pazienza di rileggere tutta la commedia per scovare refusi, aggiungere parole o addirittura paragrafi. Mi fermo qui, altrimenti dovrei scrivere un trattato, e non è detto che prima o poi non lo faccia.
[DARIO SANTARSIERO per DETTI E FUMETTI – Sezione Teatro – articolo del 29 maggio 2024]