Willy intervista l’artista visiva Maria Angeles Vila Tortosa per DETTI E FUMETTI

Cari Lettrici e lettori di Detti e Fumetti, oggi sono in compagnia dell’artista visiva Maria Angeles Vila Tortosa e scambieremo con lei due chiacchiere, per conoscerla meglio. 

Allora Maria Angeles, nasci nel 1978 a Valencia. Ti laurei all’Accademia di Belle Arti presso l’Università Politécnica di Valencia, dove consegui il dottorato in incisione e il Cap [corso di abilitazione pedagogica].

Vinci la borsa di studio Erasmus presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e la borsa di studio Leonardo da Vinci presso la romana Stamperia d’Arte l’Acquaforte di Luigi Ferranti.

Nel tuo lavoro rielabori alcuni temi specifici legati al mondo femminile, come la vita domestica, gli affetti familiari, la maternità e l’accudimento.
Il mezzo espressivo che preferisci è l’incisione, una tecnica antica, usata per parlare di femminismo e stereotipi di genere. 

Mentre le incisioni elaborate su carta, si trasformano in pavimenti, libri, light box e scatole lignee allo scopo di realizzare piccole scenografie portatili o grandi installazioni tridimensionali.

Come docente hai organizzato e curato corsi per bambini presso l’Istituto Cervantes di Sofia e di Roma, presso la Reale Accademia di Spagna, la Casa Museo Mario Praz e tanti altri spazi pubblici e privati. Sei la responsabile dei laboratori pittorici dell’Istituto Marymount. Nel 2018 e 2019 pubblichi i libri illustrati La Lupa di Roma e Il Colosseo, tradotti in cinque lingue.

Nel 2022 collabori con Maria Grazia Chiuri direttrice artistica di Dior, per la sfilata Cruise Sevilla, realizzando dei manifesti che successivamente diventeranno abiti importanti.

Oggi, vivi e lavori tra Roma e Valencia.

Per apprendimenti:

D. Cosa ti ha spinto verso l’arte? 

M. La noia. Da piccola passavo tanto tempo da sola, ho avuto tanti momenti noiosi, appena ho saputo che c’era un corso di pittura mi sono iscritta e credo che da lì sia cominciato tutto.

D. Cosa significa per te essere un’artista visiva?

M. Raccontare, domandare, riflettere e denunciare attraverso diverse discipline.

D. Nel 2007 la perdita di tuo padre ha segnato una svolta decisiva nella tua vita d’artista; ce ne vuoi parlare?

M. La perdita di mio padre ha segnato la mia vita, lui per me è stato un pilastro fondamentale, mi ha spinta a studiare Belle Arti e sostenuta in tutte le tappe della mia carriera.

Prima della sua mancanza il mio lavoro aveva una matrice astratta, ero attratta dalle tecniche, dalle materie, amavo la pittura informale italiana e spagnola e mi muovevo in un racconto che viaggiava in quelle linee. 

Quando è venuto a mancare, ho sentito un forte bisogno di fare ricerca sulla memoria, sulle memorie della mia famiglia. Sono finita dentro un armadio alla ricerca di una borsa bianca di mia madre che conteneva l’archivio fotografico domestico. Il gioco è iniziato lì e, dal quel momento, ho inserito la figura umana dentro le mie opere. Sono diventata narrativa, ho viaggiato attraverso le memorie di persone care e sconosciute, ho dialogato con loro all’interno delle mie opere e, in quel viaggio, ho vissuto il mio lutto senza nemmeno esserne consapevole. Questo è il potere dell’arte, diventa rifugio nei momenti difficili.

D. Sempre nel 2009 insieme ad Alicia Herrero [Ballerina coreografa pedagoga della danza] fondate las Mitocondria cosa ti ha lasciato?

M. Alicia, come direbbe Michela Murgia è la mia sorella “d’anima”. Con lei sono anni che condivido il mio lavoro artistico e il mio sentire in quanto donna. Noi siamo una famiglia che si allarga con le nostre figlie e tutto diventa performance.

Alicia è un punto di riferimento artistico, intellettuale ed umano.

Las Mitocondria è un progetto di vita, è un riflettere su tutto quello che ci preoccupa, è condivisione in progetti artistici e soprattutto è amicizia.

D. Sei impegnata anche nel sociale con l’arte partecipativa. A chi ti rivolgi?

M. Mi rivolgo agli esseri umani, a tutti senza distinzione. Sono anni che per me l’arte non ha un valore completo se non è condiviso con gli altri. Trovo molto arricchente aprire gli orizzonti e costruire insieme, credo sia anche un nostro dovere.

D. dal 13 settembre al 13 ottobre 2024 sei insieme all’artista e poetessa Bianca Pucciarelli Menna, in arte Tomaso Binga, per una mostra al Mattatoio di Roma dal titolo: CORPUS NATURAE.  Il filo conduttore che vi lega è il linguaggio delle piante e un legame profondo tra corpo e natura. Ce ne vuoi parlare?

M. Conosco Bianca da tantissimi anni, ho sempre apprezzato molto il suo lavoro e amato le sue poesie e performance. 

Quando Benedetta mi ha proposto di realizzare Corpus Naturae sono stata molto felice, per me è un grande onore essere in conversazione con un’artista lottatrice come Binga.

L’ironia ci accomuna e, anche se apparteniamo a due generazioni diverse, a due culture lontane, i nostri lavori si sono incontrati nel Mattatoio, si parlano e si ascoltano. Trovo che il progetto sia meraviglioso!

D. Bene cara Maria Angeles ti ringrazio anche a nome delle Lettrici e Lettori Detti e Fumetti per questa bella chiacchierata.

[DARIO SANTARSIERO PER DETTI E FUMETTI – SEZIONE ARTE- ARTICOLO DEL 30 SETTEMBRE 2024]

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