
Oggi sono stato a Romics dove ho visto una bella mostra su Superman.
C’era gente che disegnava fumetti western sui muri in omaggio a Bonelli, dei talent show e tanti tanti gadget….
Attraversata la sala con le locandine dei film in uscita (ce ne sono almeno quattro da vedere nei prossimi mesi) sono arrivato in una sala buia, di un nero pesto.
Riuscivo a sentire solo un inglese che parlava, poi il silenzio e quindi una frase: ” Non sono i popoli che devono avere paura delle nazioni ma sono le nazioni che devono avere paura dei popoli”.
Eccola là…anche qui, mi sono detto. L’uomo proseguì: “Ti dicono,noi ti togliamo un po’ di libertà per poterti far stare meglio. Nel mio fumetto mi sono inspirato alla Germania degli anni 30, ma quello che sta succedendo in Grecia è molto simile”.

Io ne frattempo avevo aperto il mio tablet ed avevo iniziato a disegnare il suo ritratto.
Lui continuava a parlare: “Le banche falliscono e fanno pagare la crisi ai cittadini, si parla di istanze di libertà. Alla fine del mio romanzo le persone hanno la possibilità di fare una scelta: mantenere la propria libertà o darla via”.
Volevo riprodurre quell’oscurità che avevo trovato entrando nella stanza.

Misi un fondo nero al posto dello schermo illuminato che era dietro al fumettista. Lui aveva la camicia nera, che modificai nel colore verde per generare un minimo stacco dal fondale.
Intervenne l’intervistatore: “Hai disegnato il tuo romanzo negli anni ottanta (1984),cosa hai pensato quando trent’anni dopo hai visto un insieme di persone che protestavano riunite indossando la maschera di Guy Fawkes, (cospiratore britannico che nel 1605 cercò di far saltare in aria il parlamento inglese) da te riprodotta nel graphic novel? Hai pensato di aver previsto il futuro?”.
David replicò: ” Nel film, come lo scorso anno in Egitto, a scatenare la rivolta è stata l’ingiusta uccisione di un uomo. Non bisogna aspettare che tutto degeneri. Bisogna agire prima per fermare il declino.Quando sei un artista devi scrivere quello che pensi. Devi approfittare del talento che hai per dire quello che devi dire.Va bene disegnare l’uomo ragno ma poi che resta?”.
“V for Vendetta”, disegnato da David Lloyd e scritto da Alan Moore, è un capolavoro del fumetto politico che è stato capace di far crescere questo genere letterario fino a farlo entrare dalla porta principale delle librerie.Per questo sdoganamento tutti i fumettisti devono essere grati a David Lloyd.
L’intervista si concluse con il racconto della genesi di V for Vendetta, un racconto che usciva a puntate in bianco e nero su una piccola rivista a metà degli anni ottanta. Di volta in volta si realizzavano gli episodi senza un disegno preordinato.
Ci racconta Lloyd: “Era un po’ come suonare del Jazz”. il graphic novel è cresciuto insieme a noi con i nostri pensieri e con quello che sentivamo al momento”.
“Quale tema vorresti trattare ora?” gli chiese l’intervistatore.
“Ho fatto un poliziesco; a me piace scrutare l’animo dell’uomo, la sua fragilità,vedere come sia facile perdere le proprie difese, come l’animo sia corruttibile e come fa a resistere”.
E ancora l’intervistatore: “Infine parliamo del tuo ultimo progetto: un progetto rivoluzionario: “ACES WEEKLY”. Si tratta di riunire i più bravi fumettisti e produrre un fumetto sul web fribile con un abbonamento di pochi euro. Non più la carta, non più la stampa, le case editrici e la distribuzione; finalmente la possibilità di creare un rapporto diretto con il lettore senza più filtri. Questo è Aces Weekly”.

Così termina l’intervista a David Lloyd, Romics D’oro 2013. Da parte mia vi lascio il ritratto di uno dei fumettisti più coraggiosi ed innovativi di questi anni.
[Filippo Novelli per Detti e Fumetti- 6 Aprile 2013]
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