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WILLY intervista l’attrice Marial Bajma Riva

Oggi care lettrici e lettori di Detti e Fumetti svolgeremo con entusiasmo la nostra funzione di HUB NEL WEB interlacciando ambiti culturali diversi tra loro. A tal proposito oggi intervisterò l’attrice Marial Bajma Riva, buona lettura.

Marial – ritratto di Filippo Novelli

Allora Marial, inizi la tua carriera artistica all’Académie de Danse Princesse Grace di Monte Carlo, dove ti diplomi come ballerina professionista. Durante il tuo percorso di ballerina, tra i 16 ed i 17 anni, vieni ammessa per due anni consecutivi al «Musical Theatre Dance Intensive », corso di alta formazione del Boston Conservatory at Berklee, coniugando così danza, canto e recitazione. Successivamente studi presso il Conservatoire d’Art Dramatique di Parigi e l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico dove ti diplomi nel 2016. Nello stesso anno vieni selezionata ed entri a far parte del gruppo di alta formazione del Centro Teatrale Santa Cristina (fondato da Luca Ronconi e diretto da Roberta Carlotto) con Fausto Russo Alesi. Sempre nel 2016 debutti a teatro con lo spettacolo “Il sorpasso”, regia di G. Ferro. Tra il 2017 e il 2019 incontri la regista francese Muriel Mayette-Holtz con cui lavori ne “Il gioco dell’amore e del caso” (spettacolo ripreso poi nel 2020 al Théâtre National de Nice) e successivamente ne “Le Troiane” al Teatro Greco di Siracusa dove interpreti Cassandra vincendo il premio come miglior interprete emergente ed il premio Stampa Teatro come migliore interpretazione del 55° Ciclo di rappresentazioni classiche. Nel 2020 reciti nello spettacolo “The seven daughters” diretto dalla regista inglese Colleen Cameron presso l’Espace des Arts (scène nationale), in collaborazione con il Jeune Théâtre National (JTN), in Francia. I lavori teatrali svolti negli ultimi anni sono “Le notti bianche” in cui interpreti Nastenka al fianco di L. Lavia e “Padri e Figli” diretto da Fausto Russo Alesi (produzione Emilia-Romagna Teatro). Nell’ambito cinematografico sei tra i protagonisti nelle due stagioni della serie Amazon Prime exclusive “Scatola nera” e lavori al fianco di Massimo Popolizio (interpreti la figlia) e Vinicio Marchioni nel film “Governace”. Nel 2022 prendi parte alla nuova serie in “Lidia Poët” diretta da Matteo Rovere (appena uscita su Netflix), sei nel cast dell’opera prima di Lorenzo Adorisio “La Festa del ritorno” e nel film americano “The first omen” per la regia di Arkasha Stevenson prodotto dalla Disney.

W: Perché hai scelto di fare l’attrice?

In realtà è stata una scelta molto naturale. Pensandoci mi ricordo che fin da bambina il mio gioco preferito era mettere su dei piccoli spettacoli con i miei amici, dove io poi facevo le imitazioni dei miei familiari, costringendo ovviamente gli stessi a fare da pubblico. Inserivamo anche degli stacchi pubblicitari (spesso di giocattoli incredibili che avremmo voluto ricevere, un modo originale per convincere mamma e papà a regalarceli, che non ricordo abbia mai funzionato). Anche se lo facevamo per divertimento ricordo che ci mettevamo un sacco di impegno. Questa cosa me la sono portata dietro anche durante l’accademia di danza dove organizzavo spettacoli interni tra noi allievi e divertendo le mie compagne di dormitorio (essendo un collegio dormivamo in camerata) con le imitazioni dei nostri insegnanti. Raggiunta una certa maturità ho capito che quel gioco bellissimo che è la recitazione lo avrei voluto continuare per sempre e farne la mia vita.

W: Cosa si prova a recitare nell’antico teatro greco di Siracusa?

È un’esperienza che difficilmente si può descrivere a parole. È il luogo del Teatro per eccellenza. L’energia che emanano quelle pietre è potentissima e lì capisci che tu, attore o attrice, non puoi fare altro che metterti a servizio di quel palco immenso, farti veicolo del testo per arrivare a 5 mila persone. Ricordo il giorno della prima, quando sono entrata in scena ed ero avvolta da mille e mille occhi. Oltretutto a Siracusa gli spettacoli iniziano con la luce naturale del tramonto, quindi vedi davvero ogni singolo spettatore. E dal palco sembra davvero che questa montagna di persone non abbia fine. È una sensazione pazzesca, da farfalle nello stomaco tutte le sere. Dire poi quelle precise parole scritte per quel luogo più di 2 mila anni fa mi fa sentire i brividi ancora oggi. Ho avuto la fortuna poi, all’età di 23 anni di portare in scena un personaggio incredibile come Cassandra e sono grata e onorata di averle potuto prestare la mia voce.

W: Dove esprimi tutta te stessa, nella danza o nella recitazione?

Sicuramente la recitazione è il mio mestiere, la mia vita. La danza è una parte di me e della mia formazione. Piuttosto che discernere le due direi che l’una arricchisce l’altra, come per esempio nel caso della serie “La legge di Lidia Poët” in cui interpreto Greta la prima ballerina dell’Opera, la danza è messa a disposizione del personaggio e questo ogni qual volta un ruolo lo richiede.  

W: Che cosa è il talento?

Più che dire cos’è la fortuna è scoprire quale sia il proprio talento e la cosa più importante è poi coltivarlo. Per un attore o un’attrice, ma credo come per tutti gli altri ambiti, è fondamentale non sedersi sulle proprie capacità. Se c’è una cosa che ho capito e imparato negli ultimi anni è l’importanza di mettersi in gioco, stupirsi e non adagiarsi nella propria zona di comfort dove credo si assopisca la creatività. Siamo in continua evoluzione, sia come esseri umani che come artisti, abbiamo bisogno di mantenere la nostra curiosità, non smettere di studiare, di evolvere il talento insieme a noi. Lo dobbiamo soprattutto a noi stessi.

W: Cosa rappresenta per te l’applauso?

Sicuramente è la migliore unità di misura per capire se ciò che hai portato in scena è arrivato ed è stato apprezzato, si lavora perché sia sempre così. Mentirei se non dicessi che è una sensazione bellissima prendere l’applauso a fine spettacolo. È un rilascio di energia da parte del pubblico che ci ripaga del lavoro fatto. Io personalmente lo vivo come un momento molto intimo, mi svuoto di tutto e rimane solo Marial.

W: Dal punto di vista attoriale cos’è il fallimento?

Premetto che non amo questa parola. Per me il fallimento non esiste, un attore o un’attrice deve avere la capacità di vedere sempre nel fallimento una risorsa, un’opportunità di crescita. Solo con l’errore si può progredire, conoscersi e andare oltre i propri limiti. So che sembra molto retorico ma ci credo molto. Spesso proprio nei momenti più difficili scopriamo e riusciamo ad attingere a risorse, a parti di noi che non sapevamo neppure di avere. Per esempio, durante l’allestimento dello spettacolo “Padri e Figli” dovevo interpretare Sitnikov, un uomo becero e arrivista. Nel mio processo di creazione del personaggio ho fatto numerosissimi tentativi e sbagli senza i quali non avrei trovato tutte le sue sfaccettature.

W: Che responsabilità ha l’attore nei confronti del pubblico?

Una grandissima responsabilità, anche perché l’attore o attrice non ha ragione di esistere senza il pubblico. Si fa veicolo di un messaggio, quindi di una storia, di un personaggio, sia a livello teatrale che cinematografico. E deve avere coscienza che la sua interpretazione, che è unica, fa la differenza perché ha il potere di toccare l’emotività dello spettatore, fargli fare un viaggio che farà nascere pensieri, domande, riflessioni e, perché no, anche cambiargli la vita.

W: Il tuo sogno nel cassetto?

Il mio sogno nel cassetto… beh difficile sceglierne uno solo. Ci sono tante cose che vorrei fare e sperimentare. La me bambina sicuramente vuole fare un viaggio di almeno una settimana agli Universal Studios di Orlando, un sogno che mi porto dietro veramente dalle elementari, ma prima o poi lo realizzerò. Invece se parliamo in ambito artistico forse quello più challenging ad oggi è di riuscire in futuro a mettere in scena un monologo interpretato da me, collaborando anche alla scrittura e portarlo in giro, in Italia e, perché no, anche all’estero essendo madrelingua francese e parlando perfettamente inglese. È una grandissima sfida. Appena raggiungo il momento giusto. Quando lo realizzerò metterò nel cassetto un nuovo sogno.

W. Bene Marial, grazie anche a nome delle lettrici e lettori di Detti e Fumetti per questa bella chiacchierata

[DARIO SANTARSIERO per DETTI E FUMETTI – Sezione Teatro – Articolo del 2 Marzo 2023]

RITORNO A ROMICS (2022). LA PREMIAZIONE DI YI YANG e LA PRESENTAZIONE di LORENZA DI SEPIO (SIMPLE & MADAMA) in … TI SBLOCCO UN RICORDO

Cari amici di DETTI E FUMETTI anche questo anno siamo stati al ROMICS!

E’ stato un grandissimo successo di pubblico con circa 50000 e SOLDOUT . Ho visto i bagarini, vi rendete conto?!

Ho assistito a delle bellissime conferenze, alla premiazione di grandi autori tra cui la nostra amica YI YANG che abbiamo intervistato qualche anno fa QUI- lungimiranti!

Il PREMIO ROMICS 2022 nella sezione Miglior Libro per Bambini e Ragazzi è stato un grande acquisto per il nostro amico Michele Foschini (BAO PUBLISHING ) che non sbaglia un colpo (per chi non è del settore ZEROCALCARE pubblica per BAO PUBLISHING per intenderci)

Qui una sua breve bio tratta dal catalogo BAO

YI YANG – edizioni BAO PUBLISHING

Commovente anche l’incontro con l’autore di musiche Vince Tempera… un tuffo nel passato tra libri di cibernetica e insalate di matematica

MA veniamo al momento TOP del ROMICS di quest’anno. La conferenza “VERSO IL FUMETTO E OLTRE

(come recita il sito di ROMICS : “Un dialogo “semi serio” sul linguaggio del fumetto, dalla tradizione ai nuovi media, alla luce di nuovi target, nuovi stili e nuove piattaforme. Tra disegno in diretta e riflessioni sul tema, in compagnia di Sio, Pera Comics e Simple&Madama )


Il bravissimo moderatore  Mario Bellina ha saputo mettere a proprio agio gli ospiti e ha dato modo alla nostra amica Lorenza di Sepio di fare una lectio magistralis sul fumetto; godetevi lo spettacolo

Se volete sapere di piu’ su Lorenza e Marco QUI la nostra intervista.

ECCO IL VIDEO DELLA PRESENTAZIONE (su gentile concessione della protagonista):

L’intervista di Mario Bellina a Lorenza di Sepio

potete acquistare il libro di Lorenza di Sepio e Marco Barretta sul sito di TUNUE

[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI – sezione Fumetto – articolo del 13 aprile 2022]

INTERVISTA A MASSIMO WERTMULLER DI DARIO SANTARSIERO -WILLY IL BRADIPO PER DETTI E FUMETTI

Cari amici di Detti e Fumetti questa volta scopriamo l’attore -ma anche l’uomo- Massimo Wertmüller, all’anagrafe Massimo Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich  

Caro Massimo come di consueto ti presento ai nostri amici: sei un attore e doppiatore italiano. Nipote della regista Lina Wertmüller, dopo aver esordito in teatro nel 1976 con Luci di Bohéme, spettacolo presentato alla Biennale di Venezia, nel 1978 inizi a frequentare il Laboratorio di esercitazioni sceniche di Gigi Proietti. Insieme ai compagni di corso  Paola Tiziana CrucianiShereen SabetRodolfo LaganàPatrizia Loreti e Silvio Vannucci fondi il gruppo comico La Zavorra, attivo nel teatro di cabaret e nell’intrattenimento televisivo fino al 1984.

Nello stesso anno debutti sul grande schermo con il film La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia, diretto da tua  zia Lina, che ti dirigerà anche in Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada (1983) e Sotto.. sotto.. strapazzato da anomala passione (1984), Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico (1986), In una notte di chiaro di luna (1989) e nel televisivo Francesca e Nunziata (2001), andato in onda su Canale 5.

Tra gli altri tuoi ruoli in televisione, quello del commissario Giorgio Pettenella nella serie La squadra, andata in onda su Rai 3 e in replica su Rai Premium. Due delle tue più recenti apparizioni sono quelle nella serie RIS Roma, dove interpreti il ruolo del generale Abrami, e nella serie televisiva 1992 di Sky, nel ruolo di Mariotto Segni. Nel 2021 nella fiction Mina Settembre interpretata da Serena Rossi sei un generale in pensione hai un cane simpaticissimo e sei  sempre in contrasto con la madre di Mina.

Nell’ambito pubblicitario sei stato il primo testimonial di Wind nel 1999 e sostieni l’organizzazione Medici Senza Frontiere oltre a diverse cause animaliste.

D. Cosa ti ha spinto verso la recitazione?

M. Mah , direi le rappresentazioni sacre fatte a scuola, al ginnasio. Lì mi ritrovai felice a fare la voce di Jacopone da Todi per le sue Laudi nascosto in uno sgabuzzino della palestra, dove si facevano le rappresentazioni, col naso attaccato alla porta. Tanto è vero tutto ciò che poi, finito l’orario di scuola, avevamo fondato una compagnia che si chiamava “La Pochade” con altri studenti, che provava di notte in un garage spettacoli terribili come “le mani sporche “di Sartre, oppure “Edoardo II” di Marlowe, oppure “Ubu Roi” di Jarry, testi bellissimi ma che in mano nostra facevano dire al mio papà , quando era costretto a venire in cantina , l’ Abaco di Mario Ricci, a vedere una prima di suo figlio, rivolto mia madre, “stasera andiamo a fare questo attentato allo scroto?”….Poi un giorno vidi il “Masaniello” di Armando Pugliese, e mi innamorai anche dei profumi del teatro, visto che era uno  spettacolo bellissimo fatto su un mare di sabbia con carri di legno semoventi.

D. Da ragazzo hai fondato insieme ai tuoi compagni di corso un gruppo comico la Zavorra; ce ne vuoi parlare?

M. Che dire? Spesso nella vita non siamo coscienti del momento che viviamo. Come per la Storia, con la “S” maiuscola, il suo senso lo si vede meglio a posteriori e volandoci sopra ad elicottero. Per capire i suoi percorsi, i suoi perché. Io non capii che quello sarebbe stato il più grande mio successo in carriera che avrei mai più rivissuto. Con Rodolfo, Paola, Patrizia, Sherine, Silvio, avevamo raggiunto una complicità pazzesca. E uno sketch, soprattutto con Rodolfo Laganà, poteva nascere davanti al bancone di un caffè…e lo provavamo tanto. Eravamo innamorati di quel mestiere. Fu Antonello Falqui che ci scelse al Laboratorio di Gigi Proietti, la nostra scuola di recitazione. Antonello Falqui fu il più grande e mai più eguagliato ideatore di varietà che sia mai esistito. Ricordo una volta, a fine lavorazione di un 23 dicembre, la voce di Antonello in interfono disse “Buon Natale a tutti meno che alla Zavorra”, liberando tutto lo studio meno che noi. Questo perché non avevamo trovato un finale di uno sketch. Lo trovammo solo alle 23… e buon Natale a tutti. Per farvi capire che fare uno sketch era una cosa seria. 

D. Aver interpretato dei ruoli nel cinema sotto la regia  di tua zia Lina Wertmuller, cosa ti ha lasciato?

M. Lina è stata un regalo per me come modello di vita. Ho imparato tanto da lei, anche solo guardandola. E poi, ovviamente, perché è stata un genio. Non è che tutti hanno un genio, premiato con l’Oscar, come zia…

Però non ti posso nascondere il peso che si porta ad avere il mio cognome. Si è sempre sotto esame; si pagano tutte le eredità che porta un cognome come il mio. Solleva sempre la curiosità. Vedi, anche oggi, sono costretto a rispondere ad una domanda su questa mia parentela. Niente di male per carità, almeno in questo caso, ma sapendo che siamo in Italia, il fatto che io abbia dovuto non solo realizzarmi ma convincere della mia autonomia, è stata una fatica in più. Per fortuna ad aiutarmi sono arrivati i lavori a cui ho partecipato con altri grandi registi come Magni, Scola, Patroni Griffi, a dimostrare che io sono io indipendentemente dal mio cognome. Ma è stato uno scalino in più, non in meno, da superare….

D. Quale personaggio ti ha dato modo di esprimere tutto te stesso?

M.Tanti, non saprei dirtene uno in particolare …Forse un personaggio che pare costruito su di me è stato senz’altro “Il Pellegrino” di Pier Paolo Palladino a teatro.

D. Cosa è cambiato nel cinema e cosa nel teatro ultimamente?

M.Al cinema oggi mancano i maestri. Quelli di ieri poi erano maestri di vita non solo di cinema. E l’albero di certi stili cinematografici è rimasto senza frutti, secondo me. Se si prende per esempio il cinema impegnato, politico, quello di Petri, o di Rosi, per dirne alcuni, e poi se si prendono altri generi a caso si capisce che un certo cinema e un certo modo di lavorare non c’è più. Non vedo in giro oggigiorno altri Fellini, Leone, Scola, Magni, Monicelli, e potrei continuare… Vedo tante commedie rassicuranti, ma non molti grandi eventi cinematografici, ed è con questi che si scrive una pagina epocale.

Il teatro mi sembra più coriaceo invece, meno in balia dei venti. Certo, anch’esso soffre di un calo forte di gusti e qualità. Forse una certa televisione, in questo, ha le sue responsabilità.

IL MAKING OF DEL RITRATTO DI MASSIMO WERTMULLER DI FILIPPO NOVELLI https://youtu.be/sgElyogW9N8

D. Cosa vorresti dire ad un gruppo di ragazze e ragazzi che vogliono fondare una compagnia teatrale?

M. Di provarci senz’altro. Oggi è più difficile, certo, ma nessuno potrà mai dire che non si sia i prescelti, i fortunati che portano a compimento una avventura. Questo è ancora possibile.

D. Noi di DETTI E FUMETTI recentemente abbiamo prodotto dei fumetti per sostenere la Protezione Civile, i medici e il volontariato ( OSVY FIGHT COVID -2020) ; ho visto che anche tu sostieni l’organizzazione Medici Senza Frontiere e diverse altre cause animaliste, ce ne vuoi parlare di questo tuo impegno?

M. Direi solo questo, che l’impegno civico secondo me è rimasto uno dei più grandi sensi che si possano dare al proprio passaggio su questa terra. Rendersi utili è bello, non guardare solo al proprio ombelico è sano, non demandare, non essere ignavi è un nobile atteggiamento che ognuno dovrebbe tenere in questa vita.

D. Il tuo sogno del cassetto?

M.Stare in salute e poter godere sempre di un tramonto, del profumo del mare, della freschezza di un bosco….

D. Bene caro Massimo grazie anche a nome dei lettori di Detti e Fumetti per la piacevole chiacchierata!

[Dario Santarsiero alias Willy il bradipo per DETTI E FUMETTI – sezione Teatro -articolo del 17 aprile 2021]

Willy presenta Monica Marangoni per il ciclo sul giornalismo “tra tecnica e passione”

Amici di DETTI e FUMETTI per il ciclo giornalismo tra tecnica e passione oggi abbiamo fatto quattro chiacchiere con Monica Marangoni.

W. Ciao Monica come di rito ti presento al nostro pubblico. Sei nata a Verona, dopo il diploma ti trasferisci a Milano, dove ti laurei in filosofia con 110 e lode presso l’Università Cattolica, con una tesi sul tema “Innocenza o giustificazione del nudo? Aspetti e forme filosofiche della comunicazione tra naturalismo, ideologia e ragione”. Dal 2012 sei giornalista professionista. A Milano inizi a lavorare nel settore della moda come ufficio stampa e successivamente con la Filmmaster Group, come junior producer nell’organizzazione di eventi e pubblicità.

Nel 2005 ti trasferisci a Roma ed inizi a lavorare come redattrice e conduttrice nel primo canale digitale terrestre della Rai, Rai Utile, dove conduci i programmi “Utile T-Gov”, “Territorio Digitale”, “Med Campus”, “Futuro Semplice”, “Digi.PA” e nello stesso periodo curi una rubrica legata alle novità editoriali, “Pensieri e Parole”. Nel 2006 conduci “Cagliari Digitale” per l’emittente televisiva sarda, Videolina.

Nel 2007 approdi a Rai Uno in qualità di inviata di servizi di medicina per il programma del weekend “Sabato & Domenica”, condotto da Franco Di Mare e Sonia Grey, con una rubrica in diretta (“Agenda Italia”), per parlare degli appuntamenti culturali più importanti del fine settimana. Negli anni successivi, nei quali sei inviata per “Uno mattina Weekend” e “Uno mattina”, sei la  co-conduttrice, con Fabrizio Rocca, sempre su Rai Uno, del programma della domenica mattina, “Magica Italia – Turismo e Turisti”, legato all’arte e alle bellezze culturali.

Nel 2009 vinci il Premio Gino Gullace per il giornalismo e presenti la XXIII edizione del Premio Pericle D’Oro 2009.

Nel 2011 vieni scelta per affiancare Vittorio Sgarbi come co-conduttrice, assieme a Metis Di Meo, nel programma “Ci Tocca anche Sgarbi”.

Nel 2013 lavori a “Le amiche del sabato”, rotocalco in onda il sabato pomeriggio su Rai Uno, e l’anno successivo al nuovo format, “TOP – Tutto quanto fa tendenza”, in seconda serata, sempre su Raiuno, in cui racconti le eccellenze made in Italy famose in tutto il mondo.

Nell’estate 2017 conduci “W la mamma” con Veronica Maya e Domenico Marocchi 

Nell’estate 2018 il programma “Un cane in famiglia” su Rai Uno.

Dal 2016 al 2019 hai fatto parte del cast di “Uno Mattina in famiglia” al fianco di Tiberio Timperi.

Dal 2017 conduci ogni anno, presso l’Auditorium della Musica a Roma, insieme a Pino Insegno, il Gran Premio Internazionale del Doppiaggio.  

Dal 2018 conduci a New York il Festival della musica italiana.  

Dal giugno a settembre 2019 conduci “Tutto Chiaro“, in diretta dalle 10.30 alle 11.30, sempre su Rai Uno.

Dal 2018 conduci la trasmissione “L’Italia con voi“, accompagnata al pianoforte da Stefano Palatresi, sul canale Rai Italia, interamente dedicato agli italiani nel mondo. Per la trasmissione ricevi il Premio Margutta 2019 insieme a Alberto Matano e Cristina Parodi.

Da gennaio 2021 conduci in diretta, su Rai Radio2, “Sanremo di Sabato”, approfondimento dedicato alla storia del Festival di Sanremo.

W: A che età ti sei resa conto dell’importanza della comunicazione?

M. Fin dalle mie prime esperienze in tv, qualche anno dopo la laurea, ho compreso che la comunicazione, intesa come presenza sui media, non serve solo per informare o intrattenere quanto per offrire un esempio. Io credo e spero che guardando i programmi che conduco il pubblico possa apprezzare l’entusiasmo, la passione, la preparazione che metto in ogni puntata che per me è come fosse sempre la prima. E anche quando affronto temi complicati cerco sempre di offrire una prospettiva di positività, un modello diciamo così di ottimismo che aiuta a guardare al lato migliore delle situazioni e di noi stessi. La tv è una maestra di vita, a patto però di prenderla sul serio

W: Ci incuriosisce la tua tesi di laurea “Innocenza o giustificazione del nudo? Aspetti e forme filosofiche della comunicazione tra naturalismo, ideologia e ragione” ce ne vuoi parlare?

M. La mia tesi è stata un percorso, non solo filosofico e intellettuale, ma anche e soprattutto umano perché ho voluto capire più in profondità se e in che modo il nostro corpo abbia un valore assiologico, valoriale. Mentre ero all’università ho lavorato nella moda, facendo sfilate, shooting, spot Tv, e ogni volta, anche guardando le mie colleghe che con molta disinvoltura si spogliavano e si facevano trasformare, mi chiedevo se fosse giusto e che significato dovessi dare a quel lavoro. Grazie a quella tesi, allo studio storico che ho fatto della nudità, ho acquisito maggior consapevolezza del mio corpo e del suo valore giungendo alla conclusione che, dopo il peccato originale momento in cui Adamo ed Eva “si sentirono nudi”, non si può più parlare di “innocenza” ma la nostra mente sempre dà un giudizio su ciò che vede o non vede.

W: Cosa ti ha spinto a passare dalla moda ad organizzare eventi ed infine alla televisione?

Foto di Giorgio Guglielmi

M. La vita ti porta sempre dove batte il tuo cuore. Sono le cose che desideri intimamente ad attrarti a loro non il contrario. E la prima volta che ho fatto un servizio in diretta ho capito che stare davanti ad una telecamera era per me una vocazione, una cosa del tutto naturale, come quando conosci una persona e ti sembra magicamente di averla già frequentata da sempre. E da lì ho voluto proseguire in quella direzione.

W: Quale programma RAI ti ha dato la possibilità di esprimere tutta te stessa?

M. In ciascuno ho trovato motivi di crescita professionale. Detto questo l’esperienza de l’Italia con voi, su Rai Italia, mi ha insegnato a coniugare al meglio i mille volti della mia anima, dal serio al frivolo, dalle notizie di cronaca e politica alla moda e all’arte. Posso intervistare il sindaco di New York o cantare assieme al maestro Palatresi cambiando il registro della mia conduzione con molta naturalezza.

W: Vinci due premi, nel 2009 e nel 2019, cosa ti hanno lasciato?

M. Lusinga sempre ovviamente ma diciamo che il premio migliore è sempre quello che non hai ancora ricevuto e che quello che conta è essere premiati ogni giorno con l’affetto del pubblico che segue i miei programmi come succede ogni giorno grazie ai telespettatori di Rai Italia.

W: Presentare a New York il Festival della musica italiana è motivo  di orgoglio?

M . Un’ esperienza bellissima di cui vado molto fiera. Non avete idea quanto all’estero sia percepita la fierezza di essere italiani e spero, pandemia permettendo, di tornare a presentarlo il prossimo Ottobre insieme a Carlo Conti.

W: Cosa suggerisci alle giovani donne che vogliono intraprendere la tua stessa carriera?

M. Non arrendersi mai. Tanta grinta e determinazione, ma anche tanta umiltà perché il mio è un mestiere che si impara sul campo. Il problema è trovare chi possa offrirti l’opportunità giusta e saperla cogliere senza scendere a compromessi. A volte bisogna anche rifiutare qualche occasione se non appare in linea con il profilo professionale che hai deciso di sviluppare.

W: Il tuo sogno nel cassetto?

M. Seguire il percorso delle grandi conduttrici, da Mara Venier a Milly Carlucci. Fare una televisione di qualità, che spazi dall’informazione all’intrattenimento. Se a Dio piacendo arriverò mai a condurre un programma come “domenica in” potrò dire di essere arrivata dove avrei voluto. Ma intanto so accontentarmi. L’importante è non fermarsi mai e guardare sempre avanti con gratitudine per ciò che la vita mi ha donato, a partire dalla mia famiglia che è il regalo più grande

W: Bene, grazie Monica anche a nome dei lettori di Detti e Fumetti per questa chiacchierata,  continueremo e seguirti sui canali RAI!

[Dario Santarsiero alias Willy il Bradipo per Detti e Fumetti-sezione Spettacolo -articolo del 7 aprile 21]

Willy intervista l’attore Emiliano Luccisano e il musicista Alessandro Lozzi


E’ doveroso prima di iniziare questa interessante chiacchierata, una piccola presentazione: Emiliano Luccisano è co-fondatore insieme ad Alessandro Lozzi del portale AttoreDinamico-#ilmestierepiùbellodelmondo e fondatore della compagnia Controcorrente. Autore presso RAI Mediaset LA7 e Dado canta la notizia, nonché regista di cinema e teatro.
Alessandro Lozzi è Co-Fondatore AttoreDinamico-#ilmestierepiùbellodelmondo, fondatore presso Rosso Music Lab – Scuola di Musica a Domicilio Musicista, Arrangiatore presso Compagnia Controcorrente.

W. Allora Emiliano, so che dopo anni di intenso lavoro attoriale, sei riuscito nella stesura del metodo della BIODINAMICA© e il portale ad essa correlato: http://www.attoredinamico.it. Raccontaci un po’ come è andata.

E.:È andata in maniera molto naturale. Con la Compagnia Controcorrente composta da me, Ilary Artemisia Rossi e Claudio Cappotto abbiamo sempre creduto nella tecnica. Siamo di quelli che fanno moltissime prove. Ogni opera che portiamo in scena, anche la più leggera, è una scusa per noi per sperimentare nuove tecniche, nuove soluzioni sceniche e attoriali. Tutto questo vuol dire passare molte ore in sala prove, affrontare molti problemi relativi allo stile complessivo della messa in scena e a come sia più giusto ed efficace per un attore affrontare un nuovo personaggio. Al centro della nostra ricerca c’è sempre stato il corpo, e su quello ci siamo interrogati di continuo. Non sono un attore, né tantomeno un regista, che ama le prove a tavolino e i metodi troppo teorici o “mentali”. Ho quasi un’ ossessione per il ritmo, a prescindere dal genere che decido di affrontare, e col ritmo mi piace giocare. Far parte di una compagnia come la Compagnia Controcorrente mi ha dato la possibilità di sperimentare e di studiare a tutto tondo, senza limiti, tutti i giorni e tutto il giorno per molti anni, insieme ai miei compagni di lavoro. Il metodo della Biodinamica nasce durante quegli anni, ed è la sintesi di tutte le sperimentazioni, le improvvisazioni e i vari metodi usati durante i nostri allestimenti. Ha avuto una grande evoluzione nel tempo, affinandosi sempre di più. Questo anche perché ho avuto la fortuna di avere a disposizione moltissimi attori e attrici, sia professionisti che allievi su cui sperimentare gli effetti e i risultati del metodo, grazie al bacino artistico che mi fornisce il TEATRO LABORATORIO e i gruppi che dirigo da formatore o da regista. Avere ogni settimana 50-60 attori e attrici, tutti diversi tra loro con cui sperimentare, è una grande risorsa per lo sviluppo di un metodo. L’importante è non cercare mai un punto d’arrivo, ma mettere continuamente in discussione anche i punti che crediamo certi e consolidati. Questo perché il mestiere attoriale è un fluido in continuo movimento: cambiano i tempi, cambia il pubblico, cambia l’uomo stesso. Di conseguenza un metodo fermo, è un metodo che è già scaduto, già morto.

W. Molto bene siamo però curiosi di sapere come te la cavi nei panni del maestro, visto che tieni dei corsi di teatro aperto a tutte l’età.

E.:I panni del maestro mi piacciono molto, non lo posso nascondere. Anche se sono un maestro un po’ atipico, vuoi per l’età, vuoi per una mia particolare filosofia d’approccio. Io uso molto i miei allievi come cavie, nel senso buono del termine, soprattutto quelli più inesperti. Sono una fonte inesauribile di studio perché non hanno nessun tipo di sovrastruttura o di “convinzione inamovibile” che spesso si trovano in attori e attrici più formati. Durante le lezioni, oltre ad insegnare, impariamo. E impariamo tantissimo, loro da me e io da loro. Per questo cerco di plasmarli il meno possibile (salvo ovviamente le nozioni di base). Questo all’inizio un po’ li disorienta perché non gli dà degli appoggi sicuri, dei paletti saldi ai quali reggersi. Hanno solo uno o due binari sui quali camminare, il resto deve farlo il loro corpo. Sono più di sette anni che esiste questa realtà, le sedi aumentano di anno in anno così come gli attori e la passione che provo nello stare in sala con loro è sempre maggiore. Anche quando gli impegni televisivi o di tournée mi portano fuori, cerco sempre di prendere il primo treno o il primo passaggio per non perdere la lezione. Inoltre amo molto il termine LABORATORIO, mi identifica di più rispetto a termini come scuola o accademia. Mi da un senso di evoluzione continua, una sensazione di essere su un’isola felice in cui si recita, si recita sempre, si recita e basta.

W. Invece ad Alessandro voglio chiedergli di parlarci della simpatica e intelligente idea di fondare una scuola di musica a domicilio la Rosso Music Lab – Scuola di Musica a Domicilio. https://www.rossomusiclab.it

A.: Per la prima parte della mia vita sono stato esclusivamente un musicista. Studiando, suonando in diverse formazioni e – dal 2009 circa – componendo le colonne sonore di alcuni progetti di Emiliano e della sua Compagnia Controcorrente.
Successivamente ho avuto modo di entrare a contatto con alcune attività imprenditoriali che hanno un po’ “stravolto” la mia strada. Da queste due esperienze nel 2012 è nato ROSSO MUSIC LAB. Il nome, neanche a dirlo, è stato scelto insieme a Emiliano – amico fraterno di una vita.
L’idea di base è semplice: portare la musica e il suo insegnamento fin dentro casa, con una squadra via via crescente di professionisti. A questo abbiamo aggiunto con gli anni l’idea di rendere ROSSO MUSIC LAB una vera e propria scuola di musica “senza le pareti”. Ne sono una prova le esibizioni degli allievi che organizziamo due volte l’anno.
ROSSO MUSIC LAB è un po’ come il metodo descritto da Emiliano: in continuo fermento. Ogni anno, ogni mese, talvolta ogni giorno, si evolve e si trasforma al fine di assecondare le esigenze di un progetto in espansione.
Non nego che l’esperienza ROSSO MUSIC LAB, è per me direttamente collegata alla nascita di ATTORE DINAMICO.

W. Ora parliamo un po’ del vostro portale AttoreDinamico-#ilmestierepiùbellodelmondo. Nella rubrica “un video al giorno” Mentre Alessandro traffica con la videocamera, inventandosi effetti speciali, Emiliano ci parla di una serie di problematiche che l’attore/attrice specialmente se alle prime armi, deve superare e soprattutto sopportare. Chi se la sente di spiegarle ai nostri lettori!?

Emiliano: Inizio col dire che Attore Dinamico è casa nostra. Ed è una casa dove è sempre festa, nonostante il durissimo e costante lavoro. È un punto di vista sul teatro, e in generale sul lavoro attoriale, che evidentemente mancava. La cosa paradossale è che l’attore sono io ma questa idea è di Alessandro, nome compreso. E come tutte le idee degne di questo nome, è un’idea che c’è venuta in un pomeriggio in cui cercavamo delle soluzioni alle nostre vite ingarbugliate.

Alessandro: Emiliano è sempre troppo gentile. La verità è che Attore Dinamico può esistere perché esistiamo noi due. Ne abbiamo parlato per un anno intero, osservando quello che succede nel web e pensando a cosa mancasse. Abbiamo sognato di dar voce al nostro progetto, e – “in un freddo pomeriggio d’inverno” è nato il nostro portale. Dopo 2 anni il primo video (come da tradizione girato dentro un garage) e il resto, fino ad oggi, lo conoscete.

Emiliano: Diciamo inoltre che io e Alessandro lavoriamo insieme in tutti i nostri progetti a 360°. Abbiamo fatto di tutto insieme: curato format web da milioni di visualizzazioni a settimana come Dado Canta La Notizia, abbiamo costruito un portale per digitalizzare e facilitare la vendita dei biglietti di eventi artistici tramite strategie di web marketing, ci aiutiamo e sosteniamo sempre anche nei progetti individuali. Alla base di tutto questo c’è il rispetto assoluto dei confini personali, dei ruoli e delle capacità dell’altro. Questo è possibile ovviamente perché siamo fratelli nella vita e da una vita.

Alessandro: l’ho già detto che Emiliano è troppo gentile? Ad ogni modo confermo tutto, in oltre 10 anni di amicizia fraterna ne abbiamo combinate parecchie, nella vita e nel lavoro. Quanto ad Attore Dinamico, per chi ancora non ci conosce ci trovate su Facebook (www.facebook.it/attoredinamico), su YouTube e sul nostro sito (attoredinamico.it) che nei prossimi mesi abbiamo in programma di stravolgere.
Noi continuiamo, finché non ci arrestano.
Bene, nella speranza che ciò non avvenga, ringraziamo Emiliano Luccisano e Alessandro Lozzi, per la loro disponibilità e vi invitiamo a seguire il nostro blog Detti&Fumetti.it
A Presto
[Dario Santarsiero (Willy il Bradipo) per DETTI E FUMETTI – articolo del 27 luglio 2017]

Destinazione Londra e il suo melting pot ; Willy intervista Chiara Carpentieri.

Come qualunque altra categoria anche quella dell’attore è soggetta a migrazione.

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E molte giovani attrici e attori, prendono il largo per approdare, chi per fare esperienze, per poi fare ritorno in Patria, chi per speranza-convinzione di sfondare, su lidi stranieri. Anche la mia amica Chiara Carpentieri ha voluto sfidare se stessa alzando la vela e puntando il timone verso le coste Inglesi. Chiara è una giovane attrice che da un anno vive e lavora a Londra.

PRIMO PIANO

In questi giorni è a Roma, voglio intervistarla per farmi raccontare la sua esperienza londinese. Ci diamo appuntamento nel pomeriggio in centro. Ci sediamo in una piccola latteria in vicolo del Gallo davanti a due tazze di caffellatte e due paste.

W. Ciao Chiara, ti vedo in ottima forma!
C. Ciao Willy, è bello rivederti!

W. Allora, devi dirmi tutto su questa tua esperienza!
C. Va bene, non so però da dove iniziare!

W. Ti aiuto io, perché hai deciso di partire!?
C. Una scelta di pancia! Voglia di essere presa per un ruolo perché sei la più giusta e talentuosa, non perché conosci il produttore o il regista…desiderio di meritocrazia! Voglia di poter rispondere alla domanda “che lavoro fai?”, con la semplicità di un “sono un’attrice”, senza che ti si replichi “ma io intendevo per vivere!”. Perchè Londra è una città difficile, ma se al talento, unisci lo studio e la dedizione, puoi arrivare in alto. Così sono partita: piena di paure, entusiasmo e desiderio di mostrare chi sono e cosa so fare.

W. Conoscevi già la scuola inglese!?

C. Beh, da bambina mi sono avvicinata al teatro per gioco, frequentando una scuola di teatro in Inglese, La Bottega d’Europa; ed è da lì che il mio desiderio di calcare i palcoscenici a preso vita. Era per me la normalità recitare in inglese…arrivata in accademia a 19 anni quasi avevo difficoltà a lavorare su testi italiani! Ma in realtà più che “scuola inglese” quello che mi ha avvicinata al teatro anglosassone è stato indubbiamente la mia passione per i musical, e il periodo di studio presso la Musical Theatre Academy di Roma.

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W. La natura gesticolante di noi italiani, ti ha aiutato o intralciato!?
C. Con mia grande sorpresa mi ha intralciata. Fin da subito ho notato una forte differenza tra il mio modo di vivere il palco e quello degli attori inglesi; molto più composti e “naturali”, vedevano il mio “hand acting” come un’esagerazione. In fase di lavorazione dei personaggi, mi è capitato, su richiesta del regista, di dover interpretare scene con le braccia distese lungo il corpo, tenute ferme da un mio collega.

W. anche gli attori e registi inglesi, saranno buoni e cattivi bravi e mediocri, il punto interessante è, come si sono rapportati con te, che vieni dall’Italia, il paese che ha inventato la commedia. Ti hanno caricato di aspettative, erano incuriositi, o semplicemente snob!?
C. Che esperienza rapportarsi con attori e registi di Londra! Il melting pot culturale che la città presenta si rispecchia anche sulla scena, portandoti a confrontarti con persone provenienti da tutto il mondo per cultura, lingua ed esperienza artistica! L’apertura che vivono gli inglesi giorno per giorno verso “lo straniero”, è come un abbraccio, non caldo come il nostro, ma rispettoso, interessato, curioso, desideroso di apprendere e unire quel che è tuo con il mio, creando uno scambio umano ed artistico per crescere e lavorare inscieme nel bene di tutti, senza invidia, ma con la sola sana competizione sul campo di un’audizione.

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W. Avendone le possibilità, dove apriresti un teatro e perché proprio lì!?
C. Domanda da un milione di dollari??…no! Dietro casa mia, a Roma…nel mio quartiere! Io, che col teatro ci sono cresciuta e del teatro vivo, non ho mai avuto il piacere di essere in scene a Talenti, perché un teatro vero, lì non c’è. Questo è un sogno a cui penso spesso, un progetto che nella mia mente è chiaro e concreto. Ti svelo un segreto: c’è un edificio, un ex cinema abbandonato; uno di quelli di una volta, con il palco sotto lo schermo, che mi piacerebbe tanto rilevare e trasformare nel Mio Teatro, un piccolo gioiello per arricchire una parte della mia città!

W. Progetti futuri!?
C. Tutto un po’ top secret: uno spettacolo in vista su cui non posso ancora dir nulla e un progetto artistico personale che spero cominci a germogliare pian piano.

W. Bene! Hai soddisfatto la mia curiosità!
C. Sono contenta! Un saluto ai lettori di “Detti e Fumetti allora!

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[Dario Santarsiero -Willy il bradipo – per “Detti e Fumetti”- Sezione teatro – Articolo del 4 maggio 2015]

Willy e Francesca ci raccontano RESPIRO (L’ultimo giorno)

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Nel mio girovagare per teatri, sono approdato al Teatro “Lo Spazio” dove andrà in scena “Respiro”(L’ultimo giorno) scritto da Maria Teresa De Carolis per la regia di Luca Olivieri. Ritrovando così una nostra vecchia conoscenza, l’attrice Francesca Stajano. Mentre gli attori sul palco provano una scena particolarmente drammatica, mi siedo in prima fila e aspetto pazientemente, che facciano una pausa. Dopo pochi minuti mi faccio notare da Francesca che salutandomi scende dal palco e viene a sedersi vicino a me.

W. Ciao Francesca, vedo che sei molto impegnata, quindi ti porterò via poco
tempo!
F. Ciao Willy! Non ti preoccupare! Fammi pure tutte le domande che vuoi!
W. Parlami dello spettacolo, di che si tratta!?
F. Il testo è scritto da Maria Teresa De Carolis per la regia di Luca Olivieri.
Affronta la tematica dell’olocausto, focalizzandosi sugli effetti che questa atroce catastrofe umana ha su di un particolare nucleo familiare. Elena, giovane donna ebrea, incinta del secondo figlio, assiste, durante una festività religiosa al massacro della sua intera famiglia e viene in seguito internata in un campo di concentramento. Qui dovrà subire tra l’altro le attenzioni morbose di una Kapò alla quale lei soggiacerà per poter far sopravvivere oltre a lei anche il
suo bambino.
W. Perché mettere in scena un dramma già trattato nei libri,  dal cinema e dalla televisione!?
F. Perchè probabilmente certe atrocità che l’uomo ha compiuto e che ancora oggi purtroppo compie, spesso in nome di ideali visioni del mondo, non vengano dimenticate. Il teatro può e deve avere anche una funzione di denuncia, di rinnovato scandalo verso il sonno della ragione che ha permesso simili mostruosità.
W. Cosa ti ha colpito del tuo personaggio!?
F.Dunque in realtà io interpreto due personaggi molto diversi tra di loro,
Matilde donna russa risoluta e cinica ed Elena , la protagonista, vittima per eccellenza quindi timida, ingenua, sottomessa. Quando sono Matilde mi colpisce la sua forza, che se giustamente esercitata, può essere salvifica e indicare anche una strada da percorrere a chi stenta a camminare. Quando sono Elena rimango colpita da quanto dolore si possa provare sulla propria pelle senza avere la forza di reagire, di come l’oblio sia l’unica soluzione possibile per non impazzire. In fondo sono due facce della stessa medaglia in qualche modo, perché seppur diverse si completano, e quindi è molto affascinante fare questo percorso con loro.

W. Ben sapendo quello che è successo nella realtà, quanto ti è pesato estraniarti dal contesto, cioè dall’emozione personale, e far emergere l’attrice!?
F.La realtà dell’Olocausto, per quanti libri si possano leggere e per quante foto si possano vedere, non riusciremo mai veramente a capirla fino in fondo, anche perché è il male senza fondo e senza ritorno, the dark side of the moon. Tuttavia non mi è facile estraniarmi e la mia recitazione spesso prende strade inaspettate e non volute ma che sono il frutto della reale emozione che  sto provando in quel momento.
W. Se non sbaglio questa è la prima volta che lavori sotto la regia di Luca Olivieri, con un testo così impegnativo, come ti sei trovata divisa tra il conoscervi reciprocamente, parlo naturalmente dal punto di vista attrice-regista, e interpretare un testo che rappresenta ciò che realmente è accaduto cioè, il dramma dell’olocausto!?
F.Con Luca Olivieri sono al primo con la sua regia ma al terzo come lavoro, il primo è stato una lettura di poesie tratte dalla sua raccolta Petali, nel secondo sono stata protagonista del booktrailer per il suo romanzo e book Come Sarah Conrad divenne un’assassina con la regia di Raffaello Sasson e la fotografia di Federico Sisti, per questo lavoro ho vinto un Premio come migliore attrice al Booktrailer On Line Awards, chiaramente questo ha reso ancora più solido il
nostro rapporto artistico. Comunque per rispondere alla tua domanda quando lavoro non ci sono rapporti personali che tengano, divento quei personaggi e quindi non mi preoccupo di chi mi osserva e poi con Luca si è instaurato un bellissimo rapporto di fiducia e stima reciproca, mi sa guidare, mi capisce e questo per una attrice è moltissimo, direi tutto. In Respiro oltre ad essere la protagonista femminile svolgo anche il ruolo di aiuto regista , una nomina che
mi sono guadagnata sul campo, sempre per la mia mania di fare nelle
compagnie il ruolo del teschio, definisco così una attrice che si spende molto per lo spettacolo e lavora per la riuscita globale. Mi fa piacere anche lavorare con professionisti del calibro di Daniele Ferrari, Daniela Cavallini, Enza Li Gioi e Mino Sferra. La scala a chiocciola è la nostra compagnia ed è piena di elementi validi anche nel cast tecnico, la costumista Fabrizia Migliarotti , gli scenografi
Eugenio Piscopello e Luca Ercoli, il nostro tecnico audio e luci Carlo Sabelli e il musicista compositore Maestro Adriano Dragotta che ha creato delle musiche originali eseguite con il suo magico violino che danno l’atmosfera giusta a tutto lo spettacolo. Inoltre abbiamo anche un contributo video di Federico Sisti e Raffaello Sasson molto emozionante…. Non aggiungo di più Willy, venite a vederci e scoprirete molto altro…
W. Grazie Francesca! La prossima volta che ci incontreremo, sarà sul set di un nuovo film!?
F.Lo spero, c’è in cantiere un progetto ma per il momento sono impegnata con la promozione di Frammenti il corto con la regia di Sasson e la fotografia di Sisti di cui sono protagonista insieme ad attori come Federico Scribani e Paola Sebastiani. Stiamo girando i Festival in Italia e all’estero, e in Maggio saremo proiettati al Riff di Fabrizio Ferrari a Roma per poi approdare in Luglio  al Cinemadamare di Franco Rina, entrambi sono due  importantissimi Festival per i corti d’autore e siamo veramente felici di parteciparvi.
W. Bene, a presto allora!
F.A presto Willy è sempre un piacere incontrarti. Un saluto a tutti i lettori e vi aspetto dal 15 al 19 Aprile al Teatro lo Spazio di Roma per un attimo di… Respiro!
[Dario Santarsiero  (Willy il bradipo) per “Detti e Fumetti” – sezione teatro – articolo del 14 aprile 2015]