
LA STORIA DEL MANGA PER IMMAGINI #7


Ancora dalla tesi di Liotta estrapoliamo alcune considerazioni su quelli che sono stati i punti di forza delle serie televisive giapponesi esportate in Italia a partire dal 1975 (Wikie il vichingo); ad esse accompagnamo una serie di immagini dei più popolari manga dell’epoca.
” […] nel 1976, grazie ad un cambiamento legislativo, le emittenti televisive nazionali e, soprattutto, locali si moltiplicano, rendendo sempre più urgente e necessario colmare le ore di programmazione vuote con programmi poco costosi […] gli anime sono prodotti a basso costo grazie all’uso della tecnica detta della SEMI-ANIMAZIONE che è caratterizzata da una scarna veste grafica, data da movimenti rigidi e scattosi, ma che tuttavia sopperisce ai suoi limiti con un ritmo incombente, attivo ed emozionante. Le scene in cui l’immobilità dei protagonisti è troppo palese viene resa dinamica grazie all’uso di strumenti tipici del cinema come le carrellate, le panoramiche, la musica coinvolgente e dialoghi vivaci.”
[FILIPPO NOVELLI PER DETTI E FUMETTI]
[Illustrazioni di Filippo Novelli]
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Ecco a voi un sunto della tesi di laurea di Liotta Daiana “I fumetti tra Italia e Giappone” che ci fa capire quanti tipi di Manga esistono.
” Il manga, non è solo uno specchio della società ma anche un modello di vita che tratta un ampio ventaglio d’argomenti: la vita scolastica di bambini e adolescenti, la quotidianità degli operai, lo sport, l’amore, la guerra, la letteratura, la storia, la cucina e molti altri ancora.Generalmente, i manga vengono differenziati in base al pubblico a cui sono destinati. Si hanno, infatti:
L’ingerenza dell’Occidente unita alle mire imperialistiche nipponiche sull’area dell’Estremo Oriente (invasione della Manciuria) fecero si che il Giappone entrasse in guerra con mezzo mondo. Anche la stampa illustrata si allineo’ alla propaganda di regime. E’ in questo periodo che dalla penna di Tagawa nacque il papà di Goldrake e tutti gli altri robot giapponesi. Ovviamente il guerriero scientifico, così si chiamavano allora, pensò bene di invadere l’America e di mettere a ferro e fuoco New York.
E’ del 1862 la pubblicazione del primo giornale occidentale in Giappone, il Japan Punch (redatto per il pubblico inglese che viveva di commercio nell’arcipelago), il cui stile verrà ripreso l’anno seguente dal Nihon Boeki Shubun, il primo giornale giapponese con stampa off set (appena introdotta in Giappone) e ricco di immagini alla Punch.
Continua l’indagine sul mondo delle riviste di fumetto gratuito. Anche se questa in realtà non lo è, tuttavia merita una menzione. Parliamo di Taboo di Fattore Manga. E’ interessante parlarne perché, ci consente di trattare un interessante fenomeno: quello delle riviste redatte da gruppi di autori che utilizzano il social network (Facebook e similari) come loro “virtual studios”. E’ su Facebook che gli autori discutono, si confrontano sui temi da pubblicare, pubblicano bozze,dando in questo modo al fan la possibilità di entrare nel backstage della rivista.

Questo ritengo, anche se forse involontario, è il loro punto di forza. La condivisione è l’arma vincente della nuova generazione di fumettisti; è, per dirla con il personaggio disney-pixariano di Raperonzolo, lo svelare il magico mondo che hanno disegnato e nascosto dietro al telo, uno sciame di stelle che volano nel cielo, così come vola in alto la loro voglia di emergere e realizzarsi nel mondo del fumetto. Fattore manga si presenta così: “Siamo un gruppo eterogeneo di Fumettisti con Elementi Manga nelle proprie opere che riguardano sia la grafica che il linguaggio narrativo ma aperti ad ogni influenza, avvezzi alle sperimentazioni e con tanta voglia di raccontare attraverso il fumetto. A chi ci rivolgiamo? Ai giovani di tutte le età e senza pregiudizi, senza distinzioni di target o genere e dal commerciale allo sperimentale. Vogliamo proporre una forma di fumetto senza barriere di mercato, un’ “Arte sequenziale” senza barriere culturali di forma e contenuto, per far emergere una realtà, quella dell’influenza manga, autentica e consolidata ma purtroppo il più delle volte ghettizzata dal pubblico e dal mercato.
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