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INDAGINE SUL MONDO DEL FREE COMIC PRESS #2

La nostra indagine nel mondo del Free Comic Press continua: oggi è la volta di Zeto.

Come scrive  l’editore sul suo sito “Zeto ha  periodicità mensile, è edito da Creazioni PRINTAMENTE(Printamente  s.n.c.) e viene distribuito nelle stazioni di Ladispoli, Cerveteri e Cerenova; al FORUM di Roma;ai bar, alle sale  d’aspetto e negli esercizi che sponsorizzano direttamente il fumetto. Come  ogni FCP, Zeto è indirizzato ad amanti del settore e con una ampio target  d’età“.

La particolarità di  Zeto rispetto all’altro FCP PIC NIC, di cui abbiamo trattato nel numero  precedente, è che, mentre PIC NIC si avvaleva di un piccolo gruppo (di soli  cinque autori) attribuendo il motivo principale del ritardo dell’uscita del n.°2  al fatto che gli autori-editori avevano avuto impegni extra; ZETO ha una squadra  numerosissima, l’associazione di disegnatori,autori,sceneggiatori denominata  AlfaBetaZeto, con una potenza di fuoco devastante.

Pertanto, stando al  motto “l’unione fa la forza” Zeto dovrebbe essere una FCP con una grandissima  diffusone e successo; eppure anche Zeto ha problemi nel trovare sponsor che gli  permettano di coprire i costi per una maggiore diffusione e successo. Se da un  lato è indubbio che una squadra di specialisti di marketing potrebbe dare una  scossa a questa situazione, dall’altro è pur vero che un successo non  commisurato alla bravura degli autori di FCP è dovuto ad un annoso problema  italiano.

La scarsa attenzione  di cui gode il fumetto in Italia, la reputazione di sotto-cultura a cui è  relegato, fa si che il filone dei FCP stenti ad attrarre interesse tra gli  sponsor, precludendo a questo canale una potenziale “enorme diffusione” (si  pensi solo ai free press speudo-giornalistici che nella reltà si limitano a  riportare i riassunti delle agenzie di stampa nazionali e tuttavia hanno  tirature che raggiungono i 20 milioni di lettori).

[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI del 21 gennaio 2012]

INDAGINE NEL MONDO DEL FREE COMIC PRESS #1

 Iniziamo un’indagine  sul mondo del Free Comic Press FCP, le riviste di fumetto gratuite  distribuite nei pubblici esercizi in forma cartacea e sul web sottoforma  di e-book gratuiti tratta da una intervista di Nicola D’agostino
I FCP nascono per iniziative di singoli autori o, più  spesso, per iniziative di gruppi di fumettisti; la loro longevità è  condizionata dalla capacità dal parte degli editori di attirare sponsor; i FCP,  infatti,  vivono di pubblicità e questo, unitamente alla mancanza di  “esperienza nel complesso settore del marketing”  è spesso il loro  tallone di Achille. Anche DeF ( Detti e Fumetti) è nata come FCP e,  come tale, si è scontrata con le difficoltà appena ricordate. Iniziamo la nostra  indagine riportando una interessante intervista di Nicola D’agostino su  Comics blog a uno dei fondatori del FCP PIN  NIC, Rathinger. ” Nella primavera  del 2010, alla manifestazione Comicon di Napoli, è stato  lanciato Pic  Nic, una pubblicazione  di centocinquanta  pagine a colori divise in  tre albi tematici, raccolti in una confezione di cartoncino. E il tutto  “gratis per tutti, per  sempre”. Dietro  l’iniziativac’era (e c’è tuttora) il collettivo dei Super  Amici (composto da LRNZ,  Tuono Pettinato, Dr. Pira, Maicol & Mirco e Ratigher) che con l’agenzia di  comunicazione xisterhanno proposto un concetto abbastanza nuovo per il  panorama italiano: combinare la logica dei periodici free-press con i  fumetti. Il progetto  originale come  si legge sul sito,  prevedeva uscite a cadenza  bimestrale ma dopo il primo non sono più stati pubblicati e  distribuiti altri numeri di Pic Nic. Ho contattato Ratigher, che ha accettato di rispondere alle mie domande e  fare il punto  della situazione. Il  primo numero di Pic Nic è uscito nel maggio dell’anno scorso.
Che accoglienza ha  avuto?  E come mai non è ancora uscito il secondo  numero? Il primo numero ha avuto un accoglienza fragorosa! Faccio sempre un esempio che credo brilli per chiarezza. In occasione della presentazione al Comicon 2010 abbiamo distribuito 10.000 copie della rivista, poi, come gli squali, abbiamo setacciato tutti i cassonetti nei dintorni del festival, recuperando 10 copie in tutto. Oltre a distinguerci come spazzini al contrario, questo aneddoto ci ha rivelato che il prodotto, anche se gratis, veniva percepito come una cosa valida e preziosa; cosa rara nell’editoria free-press. Non solo dalla  spazzatura ci sono giunti ottimi responsi: il sito della rivista ha avuto per i  primi sei mesi centinaia di visite al giorno, i commenti e le recensioni sono  sempre stati entusiastici, spesso provenienti da ambienti esterni al fumetto.  Abbiamo vinto premi a Fullcomics e al Napoli Comicon. E abbiamo destato  interesse in molte aziende, possibili future  investitrici. E qui scatta la fase  due della risposta. Il secondo numero della rivista non è ancora uscito  perchè non abbiamo ad oggi concluso accordi commerciali. Alcune trattative sono  in piedi e anche la rivista è in fase di ristrutturazione. Stiamo calibrando le  nostre necessità con quelle degli investitori interessati. Per noi questo  modello di business è una novità, per le aziende, il fumetto, altrettanto; era  ovvio che una cosa nuova andasse oliata. Quello che posso dire è che stiamo  andando lenti (noi in realta ci lavoriamo tutti i giorni) ma ostinati e presto  torneremo con la versione cartacea del nostro pranzetto  all’aperto. Aggiungo che il  ritardo è dovuto anche ai nostri impegni extra Pic Nic: LRNZ ha fatto  un film, io un  libro, Maicol & Mirco  la rivoluzione, Tuono il patriota e Dr. Pira ristrutturato il suo  palazzo. 
Quali  erano i piani originali? Che cadenza doveva avere la  rivista?
Come dicevo, la  macchina andava avviata. L’abbiamo fatta partire con l’intento di uscire  trimestralmente. Non è stato possible ma abbiamo dato vita ad un precedente che,  siamo covinti, ci permetterà presto di rispettare gli impegni. Primi tra tutti,  pagare gli autori bene e portare i fumetti in mano a Nmila persone. Essendo  questi gli scopi fondanti di Pic Nic, pensiamo che perseverare nel progetto sia  molto più importante che uscire con una scadenza  precisa.
Come  sono i rapporti con gli autori? Dopo la prima uscita avete avuto nuove richieste  di collaborazione? Glisso la parte dei  rapporti con gli autori coinvolti nella prima uscita, roba sdolcinata: “che  bello che bravi!” “ma no, che bravi voi, grazie assai!”. Abbiamo avuto  moltissime richieste di collaborazione, sia da esordienti che da professionisti.  Ci è toccato sempre declinare perchè non potevamo promettere  niente.
Il  secondo numero è già pronto? E se la risposta è sì, qual è il suo sommario? Cosa  conterrà? Il numero 2 è pronto  da mesi, quasi anche il 3. Il sommario è simile al primo numero, continueranno  gli archi narrativi iniziati (le storie della Ghermandi, di Bacilieri, di  Palumbo), ci sarà sempre Adriano Carnevali e I suoi Ronfi, noi Super Amici.  Probabilmente sarà però tutto italiano (nel precedente avevamo ospitato junko  Mizuno e Sara Varon) con due nuove serie fantascientifiche (!!!) ad opera di  Alessandro Baronciani (SciFi+amore) e SQUAZ (SciFi pura e  dura).”
[Detti e Fumetti del 21 gennaio 2012]

I MIGLIORI ARTICOLI SUL FUMETTO #3

Riportiamo un interessante articolo di Matteo Stefanelli su una realtà in divenire:Il Social Network del fumetto: Graphic.ly

Era questione di tempo. E ora è arrivato. Nasce il primo social network esplicitamente dedicato al fumetto. Si chiama Graphic.ly, è basato negli States, e al momento è ancora in fase Beta.
Il sistema prevede cinque ingredienti fondamentali: un profilo dell’utente, un database di prodotti (come già per Anobii: in lettura o ‘finished reading’), un sistema di rating propriamente fumettistico (overall, cover, story, art), uno spazio per i commenti, un catalogo di fumetti digitali (shop online) leggibili su schermo. I limiti al momento sono diversi: una library solo statunitense (fra cui Marvel, ma mancano molti altri players), un numero ristretto di sistemi operativi su cui installarlo (per Windows vale solo la versione 7), un design in stile tech più che editoriale, una ridotta presenza della dimensioine visiva (poco spazio ai disegni al di là della lettura dei (pochi) digital comics in catalogo, e limitate possibilità di manipolazione o sharing delle immagini). Ma il dado è tratto. E torneremo a parlarne, suppongo.
Qualche dettaglio in più sulle origini del progetto. Dove e quando? Non immaginatevi un gruppo di comics fans, chiuso nella propria stanza del college o in un garage. Graphic.ly nasce nel 2010 come sviluppo del progetto di un’altra piccola impresa, Take Comics. Questa era una canonica start-up tecnologica, selezionata nel 2009 fra 10 progetti finanziati dall’incubatore d’impresa Tech Stars (noto per il motto “i geek erediteranno la Terra”). Il primo stanziamento per Take Comics fu di 18.000 $; con la sua evoluzione – più web 2.0 – ovvero la nascita di Graphic.ly, la start-up è riuscita a convincere investitori raccogliendo un finanziamento complessivo di circa 1,2 milioni di $. E ora il progetto è in rampa di lancio. Innovazione tecnologica e innovazione d’impresa: normali e necessari ingredienti base, per il futuro del fumetto 2.0.
[Detti e Fumetti del 3 settembre 2011]

GIUSEPPE BARBERA

Linda:  “Osvy ascolta! La nostra famiglia mi ricorda quella degli antenati: c’era la  figliola carina, il simpatico animaletto di famiglia, la moglie bella e  intelligente e quel coso li’… il marito cavernicolo e buzzurro… come si  chiamava?” Sai li ha disegnati un fumettista italiano… Giuseppe  Barbera!

Tributo a  Hanna e Barbera Uno tra i piu’ grandi fumettisti ha origine italiana è Joseph  Barbera figlio di un barbiere siciliano emigrato negli Stati Uniti Joseph  Barbera insieme ad William Hanna hanno formato per decenni una straordinaria  coppia di autori di disegni animati..Cresciuti negli studios della Walt Disney e  poi passati, nel 1937, alla Metro Goldwyn Mayer, successivamente divennero  produttori indipendenti. Con la loro arte e la loro fantasia creativa hanno  impresso una forte impronta al piccolo mondo del cinema d’animazione. Quando  nel 1937 Hanna e Barbera misero in cantiere Tom e Jerry – il gatto e il topo che  avrebbero debuttato nel 1940, divenendo poi protagonisti di una serie infinita  di rocambolesche e divertenti avventure – pochi credevano che la sfida con  Disney potesse essere vinta. Invece la testardaggine dei due autori, unita a  un’esecuzione di qualità e alla “cattiveria” dei protagonisti, non sempre  presente nella più melensa produzione disneyana, hanno fatto di Tom e Jerry una  coppia di successo premiata con 7 Oscar e almeno una dozzina di “nomination”.  Per anni Tom e Jerry hanno combattuto una guerra eterna, non sempre  cavalleresca, insaporendo con un pizzico di violenza e aggressività un mondo che  la Disney  aveva reso fin troppo dolciastro, e magari asettico. Esaurito il filone  delle storie di Tom e Jerry Hanna e Barbera crearono una propria casa di  produzione, ideando altri personaggi, da Braccobaldo all’orso Yoghi, ma  soprattutto i Flinstones, ovvero gli Antenati, bizzarra famiglia di cavernicoli  che non si fa mancare nulla della tecnologia del nostro tempo.

(liberamente  tratto da un articolo di Carlo Scaringi)-[Estratto dalle  note inserite su facebook  da Filippo  Novelli il giorno giovedì 5 agosto 2010]

L'ALFABETO DELLE FIABE

Ariel,Biancaneve,  Cenerentola, Dumbo, Eolo, Febo, il Genio, Hercules, Ih-Oh, Jane, Kanga, Lumière,  Megara, Nala, Oliver, Pinocchio, Quasimodo, Robin Hood, Sebastian, Trilly,  Ursula, Vicky, Winnie the Pooh, Yao, Zazu e  ………………….Xadhoom!
che  si deve fare per far imparare l’alfabeto ai bimbi nel  2012!
[Filippo Novelli per Detti e Fumetti del 11 gennaio 12]

ROY FOX LICHTENSTEIN E IL FUMETTO

Roy Fox Lichtenstein ( New York, 27 ottobre 1923 – New York, 29  settembre 1997) è  stato un artista statunitense,  tra i più celebri esponenti della Pop Art.

Alterna l’attività espositiva con altri lavori. Realizza  disegni tecnici per l’azienda Republic Steel, fa il designer e il vetrinista.  Nel 1957 diventa  assistente all’Università di Stato di New York. La sua pittura si avvicina  all’Espressionismo  Astratto. Compaiono nei suoi dipinti i primi personaggi dei cartoni animati:  Topolino, Paperino e Bugs  Bunny.

Fu solo nel 1961 che Roy decise che tipo di artista sarebbe  stato. Decise di insersi all´interno della Pop Art, utilizzando le immagini  della pubblicità dei prodotti che le persone consumano, scegliendo, per  riprodurle, il mondo del fumetto e della tecnica della stampa industriale.

Le immagini dei fumetti più conosciuti vengono ingigantite e  modificate da Lichtenstein attraverso la pittura a olio direttamente sulla tela,  attraverso una tecnica che, però, rende quella stessa vignetta irriconoscibile  fuori dalla sua storia originale.

[fonte: wikipedia + la  giostra]

[Filippo Novelli per Detti e Fumetti del 21 gennaio 2012]