Visitare la mostra di Monet a Roma è una occasione da non perdere per chi è amante dell’impressionismo ma c’è un MA grande così.
Se andrete alla mostra per godervi il Monet impressionista, vedere le sue opere celebri,
allora avrete preso una grossa cantonata ed uscirete dalla mostra fortemente delusi; vi ronzerà nella testa la classica frase: “Pochi quadri; i più famosi non c’erano; la mostra è troppo breve”. Quindi se siete questo tipo di visitatori risparmiatevi i soldi del biglietto per la prossima mostra.
Se invece la vostra aspettativa si concentrerà sulla voglia di trovare un Monet Rivoluzionario e d’Avanguardia dei movimenti pittorici che lo seguiranno, allora questa mostra è una pietra miliare che un appassionato di pittura non può assolutamente perdere nella sua vita.
Ci sarebbe molto da scrivere ma oggi ci soffermeremo solo su tre punti.
-il quadro delle rose
-il roseto
-il lago con le ninfee
Prima pero’ apriamo una parentesi su un aspetto della mostra, quello che ci da modo di capire come iniziò la carriera artistica del pittore francese e da dove scaturì la scintilla rivoluzionaria che ha fatto di Monet un genio ed un esempio della pittura moderna.
Monet fin da giovanissimo era un appassionato di caricature; potremmo quasi dire che faceva fumetti ante litteram. Non faceva che caricaturizzare tutto ciò che incontrava, dapprima i suoi familiari poi i personaggi di moda dell’epoca e rivendeva le caricature ai giornali per vivere.
Ed ancora: la mostra ci racconta che la sua fissazione per il desiderio di dipingere la luce iniziò con un rifiuto.

Il quadro che ora è uno dei suoi capolavori gli venne rispedito al mittente perché ritenuto “brutto”; da questo quadro inizio’ la voglia di rivalsa del pittore; il palesarsi della sua forza. Conservò il quadro gelosamente con sé per tutta la vita. Non volle rivenderlo mai più . Gli fu da esempio e lezione, punto di partenza per intraprendere la sua arte da pittore rivoluzionario.
il quadro delle rose

In questo quadro l’importante non è il soggetto, seppur evocativo perché ritrae la pianta simbolo di rinascita e i fiori caduci simbolo nel contempo dell’effimero; in questo quadro l’importante è “la dimensione” mai nessuno prima di Monet aveva osato dipingere su queste dimensioni,
che fino ad allora erano riservate a scene di rappresentanza, storiche evocative. In questa scelta MONET è stato rivoluzionario e ha segnato la strada per gli altri pittori che lo hanno seguito.
il roseto
Monet progettò il suo giardino accuratamente per poterlo dipingere al meglio e cogliere la luce in tutte le fasi delle stagioni e del giorno. Come vedremo più avanti a Monet non è mai interessato realmente al soggetto; a lui interessa come lo attraversa e/o riflette la luce.
Ecco perché un soggetto lo ripete tante e tante volte. Nella mostra si può notare quando nell’ennesima ripetizione Monet si sia spinto oltre la pittura impressionista divenendo pittore di avanguardia.
Le linee di luce si sono intrecciate alle ombre e la pittura è sfociata nell’overall compiendo un salto nel tempo che solo con Pollock avremmo potuto apprezzare.
Il lago delle ninfee
Iniziamo con un aneddoto. Monet amava moltissimo coltivare piante e fiori a tal punto che fece ingrandire il suo giardino per far inserire un lago artificiale dove far crescere le sue famose ninfee. Trascorsero 15 anni prima che ne poté dipingere una. Durante i lavori di ristrutturazione si trasferì a Londra.

Quindi possiamo dire sicuramente che fu grazie al problema delle ninfee se oggi possiamo godere dei quadri londinesi di Monet.
Tornando alle ninfee e alla ripetizione quasi alla noia dello stesso soggetto per decine e decine di quadri, anche in questo caso dobbiamo soffermarci sulle vere intenzioni dell’autore.
Il suo scopo primario non era quello di dipingere le ninfee, bensì di usare il lago come specchio sulla realtà e dipingere la luce e le atmosfere che esso rifletteva. Le ninfee divenivano così prettamente un gioco di vedo non vedo per scorgere il mondo che era oltre
[Filippo Novelli del DETTI E FUMETTI – sez. ARTE – articolo del 21 dicembre 2017]