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MARTA, IL PRIMO FUMETTO SULLA SALUTE E SICUREZZA DEDICATO AI BAMBINI. INTERVISTA a MICHELE ROVIDA e FILIPPO NOVELLI a cura di DARIO SANTARSIERO

Ciao lettori di DETTI E FUMETTI oggi è un grande giorno per noi redattori del blog e vogliamo condividere questo evento con tutti voi.

Pubblichiamo un libro facente parte di un ambizioso progetto corale a cui abbiamo lavorato per piu’ di un anno: MARTA, la salute e sicurezza raccontata ai bambini.

Copertina di Filippo Novelli

Insieme a Filippo Novelli e anche grazie ai consigli del nostro musicologo (sia nella vita e nei nostri fumetti basti pensare a LA STORIA DEL ROCK di STEO ) Stefano STEO Pancari

copertina di FILIPPO NOVELLI

abbiamo sceneggiato e scritto i testi di MARTA, una bambina peperina e vivace che salva i suoi amici dai mille pericoli in cui si cacciano quotidianamente.

Filippo, Michele ed io abbiamo letteralmente trascinato Stefano in questo progetto, facendogli recitare il ruolo del papà di MARTA, e facendogli fare il mestiere che lui realmente fa nella vita: l’esperto della salute e sicurezza.

A Filippo ho chiesto anche di disegnare le avventure della piccola Marta con uno stile semplice e colorato che arrivasse diretto ai nostri piccoli lettori.

Oggi mi voglio far raccontare direttamente da lui e dal nostro ambassador Michele MIRO’ Rovida come e perché e nato il progetto e in che modo è stata costituita la squadra del TEAM MARTA, che ci ha consentito di creare questo concept unico ed innovativo che è il libro MARTA, la salute e sicurezza raccontata ai bambini, il primo Fumetto “ragionato” sulla salute e sicurezza

W.: per ospitalità iniziamo con Michele Miro’ Rovida. Michele come e perché sei entrato in questo originale progetto?

M.: Sono amico di Filippo da più di vent’anni (21 per l’esattezza) e le piu’ grandi risate ricordo ce le siamo fatte quando lui disegnava le peripezie dei nostri colleghi ed io le commentavo direttamente sul mega schermo della conferenze, la sera al termine del lavoro ( ci siamo conosciuti sulla TOrino Milano, in cantiere). Ricordo una sera che si era sparsa la voce raggiungemmo un pubblico di 300 persone, praticamente un TED sulla sicurezza in cantiere.. esperienza da ripetere ci dicemmo.

Copertina di Filippo Novelli

Ebbene quando, dopo il fumetto OSVY FIGHT COVID ( fumetto per la raccolta di fondi per la protezione civile, a cui collaborai scrivendo le buone pratiche da tenere durante il lockdown) mi propose MARTA, accettai con grande entusiasmo.

W. : che ruolo hai avuto nel progetto MARTA? Raccontaci.

M.: Il mio ruolo, oltre che scrivere delle schede di approfondimento da affiancare al fumetto di Filippo, è stato quello di creare una squadra di esperti, dinamica e multi-competente, il famoso TEAM MARTA. Hai presente come nei migliori film di avventura o della MARVEL ( tanto per ricordare che stiamo parlando a dei nerd) c’è Nick Fury che recluta i supereroi .. ecco io ho svolto questo ruolo, tale e quale. Con loro abbiamo scritto le schede di approfondimento con un linguaggio adatto al nostro pubblico.

W. Penso che abbiate fatto un grande lavoro, non era facile. Questi argomenti non erano mai stati portati ai giovani e questo è stato un grande errore perché in fondo sono i lavoratori di domani. Uscire dalla scuola senza alcuna idea è un grande danno che gli facciamo. Spero che i formatori, gli educatori, i presidi capiscano l’importanza di questo “STRUMENTO” che è MARTA e lo utilizzino al meglio.

M. E’ esattamente questo il fine. Trattare temi come la sicurezza stradale, il junk food e altre tematiche di educazione civica con il FUMETTO Filippo ed io, pensiamo valga di piu’ di mille ramanzine e raccomandazioni. Leggendo Marta il piccolo lettore compirà quel percorso virtuoso che dal conoscere il pericolo, passa per il saper essere coscienzioso, per arrivare quindi a sentire i comportamenti corretti e sicuri come parte del proprio agire quotidiano. Un iter formativo vero e proprio in materia di salute e sicurezza, nel quale l’immedesimazione che avviene nel fumetto e il desiderio di emulare i suoi eroi, tipico della giovane età, completerà il percorso di consapevolezza che tutti auspichiamo.

W. : Ottimo ma ora devi presentarci la quadra e il progetto nella sua completezza perché’ non tutti sanno che non ci si fermerà a MARTA.

M.: Inizio dalla seconda domanda. Marta avrà un seguito. Sarà una serie come piace dire oggi. Narreremo delle avventure di tutta la famiglia. Marta ha infatti un fratello, Salvo, il mediano, che fa il liceo e una sorella piu’ grande che è all’università. Questo perché desideriamo raggiungere tutti gli studenti di tutti i livelli scolastici: dalle medie al liceo fino all’università. Vedrete, anche lo stile di disegno di Filippo si adatterà. Ma non voglio anticiparvi altro. C’è tempo. Ora è tempo di MARTA. Veniamo ai nostri amici del TEAM MARTA. Filippo ed io vogliamo farli diventare 101, sia perché siamo dalmata sia perché i nuovi episodi che stiamo realizzando sono altrettanti.

Il TEAM come detto sopra è composto da esperti di settore di altissimo livello, nel ringraziarli uno ad uno vi lascio il link ai loro profili così potrete conoscerli meglio.

Grazie a:

PAOLA FAVARANO,

VERONICA BONANOMI

MARIA GRAZIA APUZZO

IVAN MAINARDI

VITO SCHIAVONE

PAOLO ZAMBIANCHI

ALESSANDRO NANNI

STEFANO PANCARI

MICHELE ROVIDA

W.: Filippo veniamo a te. Una domanda in una parola: MARTA, perchè?

F.: Perché MARTA è il mio IKIGAI, la mia ragione di vita! provo a descrivertelo meglio:

Nel mio IKIGAI, all’incrocio di quello che amo fare (disegnare) e quello per cui mi danno lo stipendio, il saper spiegare vi è la mia PASSIONE

All’incrocio tra quello che amo fare e quello che penso i ragazzi hanno bisogno ( essere informati sulla salute e sicurezza fin da subito) c’è la mia MISSIONE

All’incrocio tra quello in cui sono bravo e quello che oggi ha mercato ( la gente potrebbe pagare per averlo) vi è la mia

Infine all’incrocio tra quello che va bene nel mercato e quello di cui i ragazzi hanno bisogno c’è la mia VOCAZIONE

MARTA è esattamente nel mezzo: tra la PASSIONE, la MISSIONE, la PROFESSIONE e la VOCAZIONE.

Sono stato fortunato nel trovare queste ragazze e ragazzi del TEAM MARTA che mi hanno permesso di realizzare questa idea che mi portavo dietro da venti anni. Ho trovato persone che si sono volute impegnare nel sociale realizzando questo fumetto didattico; persone che hanno una dote comune che io apprezzo moltissimo: essere nate con una missione secondo la quale « non c’è esercizio migliore per il cuore che stendere la mano ed aiutare gli altri ad alzarsi».

W.: Grazie Michele e Filippo. Cari lettori di DETTI E FUMETTI trovate il libro MARTA, la salute e sicurezza raccontata ai bambini su AMAZON sia in versione E-BOOK che CARTACEA

facendo click QUI

Mi raccomando prendete il libro per i vostri figli, nipoti, amici e lasciate le vostre recensioni e scrivete nei commenti a questo articolo il vostro parere, ci interessa molto.

Ricordo che per i formatori e gli addetti del settore, le società specializzate, ecc., MARTA è prenotabile anche in una versione BRANDIZZATA con il logo della vostra società.

Potete prenotare la versione brandizzata scrivendo alla mail: filipponovelli.911i@gmail.com

A presto con il nuovo numero della serie!

[Dario WILLY Santarsiero per DETTI E FUMETTI -sezione FUMETTO – articolo del 8 agosto 2022]

MARTA coming soon

Cari lettori di DETTI E FUMETTI finalmente ci siamo. Mancano ormai pochi giorni all’uscita del primo libro di MARTA. presto il pre order su AMAZON

Il TEAM MARTA è al lavoro per gli ultimi ritocchi e poi pubblicheremo.

Restate connessi e, se volete approfondire, ecco un estratto del progetto che vedrà protagonisti i piu’ grandi esperti del settore.

IFAI CLICK SU L PROGETTO DEL FUMETTO DIDATTICO MARTA

[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI – sezione FUMETTO – articolo del 10 aprile 2022]

OSVY E BERTOLD BRECHT

Abbiamo deciso di effettuare un restyling per arrivare alla stampa di una raccolta delle migliori strip. Ne pubblicheremo alcune nei prossimi giorni.

Questa strip su una domanda che ad un genitore viene fatta spesso dalla propria figlia/o PERCHE’ LA GUERRA?

pubblicata in occasione della guerra UCRAINA- RUSSIA scoppiata oggi 24 febbraio 2022

Se vuoi sapere di piu’ sull’autore dell’aforisma fai click QUI

[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI – sezione Fumetto – articolo del 24 febbraio 2022]

IL SUCCESSO CAMALEONTICO DEGLI U2 -STEO e LA STORIA DEL ROCK – capitolo 4 – gli 80s.

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Steo e gli 80s – illustrazione di Filippo Novelli

 

 

Non posso cambiare il mondo, ma posso cambiare il mondo dentro di me

[Bono Vox]

Il cambiamento è alla base dell’evoluzione, a volte è una necessità.
Quale forza dovrebbe spingerci a cambiare? Se, qualunque fosse il nostro status, ci imponessimo sempre di cambiare diventerebbe un’ossessione, ma tante volte rompere le catene delle abitudini è un atto di responsabilità verso noi e gli altri.
 
A volte, nell’ecosistema di abitudini, comportamenti automatici e situazioni che fanno parte del nostro quotidiano, ci sono cose che inconsapevolmente accettiamo, ma che tanto bene non ci fanno. Possiamo pensare ai nostri vizi, fumare per esempio, oppure chi di noi è facilmente irascibile e, ancora, chi ha grandi potenziali ma rimane lì dov’è perché in qualche modo “ha paura” a fare quel passo che permetterebbe di esprimerli.
 
Il rock ha rappresentato e rappresenta un simbolo della rottura dello status quo ed esso stesso si è reinventato nel corso dei decenni.
Siamo partiti nel viaggio con il rock’n’roll di Elvis Presley per arrivare al blues rock psichedelico dei The Doors un decennio dopo, stravolto a sua volta dal punk dei Ramones negli anni ’70.
 
 
Il rock non ha subito una metamorfosi solo sulla base del periodo storico e grazie al gruppo emergente di turno. Esistono alcune rock band che sono riuscite e riescono a rimanere sulla cresta dell’onda nonostante abbiano a curriculum 44 anni di carriera…e tutto questo lo devono sì alla loro vena artistica, ma adattata e adattabile al cambiamento.
 
Prendi per esempio U2. Chiamiamoli “come si deve”: YOU TOO (anche voi) e non U-DUE. Iniziarono nel 1976, proprio sull’onda emotiva dei concerti di personaggi come i Ramones ed in un solo decennio, gli anni ’80, sono diventati il gruppo più importante nel panorama mondiale del rock.
 
80s
 
 
 

Gli U2 erano già una band ancor prima di essere in grado di suonare

[Bono Vox]

U2, foto inedite band in mostra ad Asti

 
Nel 1980 esordiscono con BOY, cavalcando l’ondata della new wave e del post punk, con I will follow e le loro tensioni di adolescenti della periferia dublinese, per arrivare sulla vetta del mondo nel 1987 con JOSHUA TREE. Sì avete letto bene: l’album che da solo contiene Where The streets have no name, With or without you, I still haven’t found what I’m looking for e una scaletta che da sola è una compilation di grandi hits.
 
 
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In mezzo un decennio a colpi di collaborazioni con Brian Eno, brani che hanno con coraggio parlato di Martin Luther King e delle guerriglie civili irlandesi, consacrandosi con una performance che solo i Queen riuscirono ad oscurare nel Live Aid.
 
Conquistarono la copertina di Time Magazine, come solo The Beatles e The Who erano riusciti a fare, oltre 5 milioni di dischi venduti nel mondo ed un filotto di sold out nel loro tour mondiale The Joshua Tree Tour.
 
Quando sei a quelle altitudini l’aria è rarefatta ed il rischio di avere la mente annebbiata dal successo è dietro l’angolo.
 
I quattro piccoli ragazzi irlandesi avevano di diritto preso lo scettro di rockstar e non avevano nemmeno 30 anni.
 
All’album del decennio seguì Rattle & Hum che raccontò, sia con note che con pellicola cinematografica, il loro tour americano, con tanto di dediche e devozione a Bob Dylan, Jimi Hendrix e Billie Holiday. I dischi di platino, il successo e l’americanizzazione li avevano allontanati dalla tanto amata quanto odiata periferia di Dublino e dalla loro identità stessa.

Penso che la cosa più importante della musica sia il senso di fuga

[Thom Yorke]

Bono Vox e gli amici di una vita The Edge, Larry Mullen Jr e Adam Clayton avrebbero potuto essere la cover di sé stessi per il resto della loro vita facendo soldi a palate, ma l’anima rock non la puoi accendere o spegnere a tuo piacimento e loro erano LE rockstar di quegli anni, nessuno sapeva cosa avrebbero tirato fuori dal cilindro.
 
Si rifugiarono a fine degli anni ’80 in una Berlino in pieno fermento tra la libertà della caduta di Berlino e l’incertezza del domani.
 
Dovevano sentire dentro di loro cosa li aveva portati fin lì e dove sarebbe andati da quel giorno in poi.
 
Un dilemma non da poco, tanto che la loro gloriosa galoppata era in procinto di arrestarsi.
 
Tante, troppe volte la fama ha inghiottito talenti del rock, ma quegli irlandesi avevano la pelle dura: non certo dei santi (scagli la prima pietra chi è senza peccato!), ma persone con sani principi. Come dichiarato da Bono “ai tempi di Berlino non avevamo idea di cosa saremmo voluti diventare, ma eravamo sicuri di ciò che non volevamo essere”.
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Fu con questo atteggiamento che successe l’imponderabile: nel tempio degli Hansas Studios di Berlino, dove avevano già registrato mostri sacri come Lou Reed, David Bowie ed Iggy Pop, a The Edge venne fuori il giro di accordi della vita.
 
Quella sequenza di note erano il primo gemito di una neonata One (secondo MTV la miglior canzone degli anni ’90 e trentaseiesima migliore canzone del mondo secondo la classifica di Rolling Stone) e dell’album Acthung Baby, che ha sconvolto radicalmente le logiche musicali degli U2 e dell’intero mondo del rock.
L’album, anch’esso in posizione altissima nella classifica dei migliori album di tutti i tempi secondo Rolling Stone, uscì il 18 novembre del 1991 e 6 giorni dopo un’altra leggenda del rock salutò il mondo, Freddy Mercury: dopo il Live Aid, in cui scettro e corona se li portò a casa come il calciatore con il pallone quando segna una tripletta, fu come un passaggio di testimone tra miti per continuare a dar vita ed onorare il rock.

Se devi fare una cosa, falla con stile. [Freddy Mercury]

Elettronica e distorsioni miscelate con le melodie e le chitarre di un rock più classico andarono a mettere il segno in una generazione di musicisti che di lì a breve furono ispirati a dar seguito ad una nuova lettura del genere: dai Radiohead ai Muse, dai Placebo ai Coldplay.
 
Questo è solo un pezzo della storia di quattro semplici ragazzi che erano partiti con scarse doti tecniche nella musica, ma con tanta passione e gesta epiche hanno fatto della lettura dei tempi che cambiavano e del cambiamento stesso il loro status, marcando un segno indelebile nella storia del rock che tutt’oggi stanno scrivendo.
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Gli U2 sono la dimostrazione che cambiare è possibile per tutti, anche quando tutto sembra perso o anche quando pensi di aver conquistato tutto. Viviamo in un mondo dove cambiare certi atteggiamenti nei confronti di noi stessi, degli altri e dell’ambiente è una necessità se vogliamo dare alle future generazioni una cultura di amore e rispetto reciproco.
Basta mettersi alla prova e avventurarsi where the streets have no name.
 
Io sono STEO e questa è la mia Storia del Rock. Se vi è piaciuto l’articolo regalate ai vostri amici il mio libro.
 
 
 
 

  Lasciatemi i vostri feedback, ditemi chi sono stati i vostri miti del rock e chissà potrete trovarli nel prossimo volume. Ed ora vi lascio come di consueto tre brani che vi faranno conoscere meglio gli U2 e il loro camaleontismo.  

U2 – Sunday Bloody Sunday

U2 – Where the streets have no name

U2 – Until the end of the world    

[Stefano Pancari per DETTI E FUMETTI – Sezione Musica – Articolo del 8 agosto 2020]

OSVY e il GATTO il nuovo libro di Filippo Novelli prodotto da AMAZON

Cosa accade quando tua figlia adotta un gatto? Ve lo siete mai chiesto? Cambiano le tue abitudini, il modo di disporre gli oggetti ed i mobili della tua casa, le tue spese quotidiane. E’ una gioia si ma anche un grande impegno. Osvy, il porcospino antropomorfo ce lo racconta con il suo tipico humor nero.

Inizia così il nuovo libro scritto e disegnato da Filippo Novelli, edito da EFFE ENNE GRAPHIC STUDIOS e distribuito da AMAZON.

Qui trovate il link per acquistare il libro  OSVY E IL GATTO oppure potete fare click sulla immagine

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[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI – sezione Fumetto – articolo del 11 settembre 2019]

 

Lo sport e il fumetto – un giro al -Romics-ed . 2019

Cari amici anche quest’anno siamo passati al Romics per un motivo ben preciso, vi racconto come è andata.

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(Minny-Manga)

Ho voluto sfidare la sorte aspettando che mi chiedesse lei di andare.
Mia figlia ormai viaggia a gonfie vele  trionfante nei suoi dieci anni tra la passione per la scienza e la voglia di diventare una pop star musicale…ma non solo.
Venerdì sera, si siede sul divano accanto a me e mi fa: ” Ma è possibile che io devo sapere che c’è Romics dalla mia amica anziché da te?
Vedi cara io non sono uno di quei padri che vuole forzare la propria figlia a coltivare le sue passioni. Desidero che tu segua le tue.
Sai quel ritornello …Lasciami essere? -non dico altro …
Ah si? … anche se mi sa che il danno lo hai già fatto.
A scuola tutti mi chiedono commissions di manga. Ebbene io non ne so nulla di Manga capisci il dramma, non è possibile? Assolutamente mi devi portare a Romics a comprarne qualcuno.
La mamma mi ha consigliato Mimi’ Ayuara, hai presente? quella della palla a volo, il cartone grazie al quale lei dice che si è appassionata al suo sport.
Vedi cara, ritengo che  il vero sport sia il tennis, dove la rete non è cosi’ alta… Ti porterò al Romics e ti comprerò il manga di Jenny la tennista, l’unico modo per conoscere  veramente come i giapponesi coniugano fumetto e sport.
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A Romics peraltro c’è  una mia amica fortissima, Veronica Frizzo, che fa un workshop sul tema insieme a Riccardo Calosimo; sicuramente sapranno darti dei consigli utilissimi.
Detto, fatto. Sabato alle 11 in punto eravamo li.
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Fortunatamente non c’erano più i droni a ravanarti la testa. Dopo aver attraversato decine di ragazzini con casco e il mitra LASER in pugno, schivato altri che volevano abbracciare mia figlia (…e non sanno quanto hanno rischiato), siamo arrivati  da Veronica e Riccardo della Scuola Romana dei Fumetti .
Riccardo ha magistralmente tenuto una lezione sul manga, prendendo spunto dalla caratterizzazione del personaggio Sora … (ammetto l’ignoranza a me  del tutto sconosciuto). Mentre la piccola si cimentava nel disegno
ho avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Riccardo sul suo nuovo lavoro, Audace Savoia, disegnato con Adriano Turtulici e sceneggiato da Massimo Vincenti, da una idea di  Massimiliano Monnanni.
L’ho trovato un bellissimo progetto, altro caso di come coniugare  bene lo sport  con il fumetto ( vi rimando alla fine articolo per leggere la scheda completa sulla iniziativa da cui è nato).
Dopo il workshop di Riccardo è stata la volta del corso della Bug Comics con i Moftri di Adriana Farina che ci ha insegnato i segreti delle sue vignette fanfastiche 🙂
Nell’area KIDS  ho incrociato anche la Comic Star Arianna Rea e sono riuscito ad ottenere un appuntamento per una intervista che, spero presto, troverete sul blog.
Vista la sua altra grande passione, la musica, ho portato mia figlia alla Scuola Internazionale di Comics dove era in corso una Jam session dei componenti del dipartimento di musica della scuola. Loro studiano per diventare creatori di colonne sonore di film e video giochi… una professione fichissima.
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Con me sono stati molto accoglienti, mi hanno spiegato tutto sui programmi (Q-base) e gli strumenti usati (il sequenzer della Ableton e le tastiere della Roli), facendomi fare un tuffo nel passato, quando suonavo con il mio gruppo HYALINE, non ricordo bene se piu’ rock-mantico  o  l’elettro-pop, come tastierista.
La migliore conferenza a cui ho assistito, imperdibile specialmente se hai una figlia femmina, è stata quella della mia amica Tramutoli dal titolo POST PINK -antologia di fumetto femminista
20190406_131540Vi lascio il comunicato stampa a fine articolo e volete approfondire.
Margherita mi ha anche parlato del suo nuovo progetto con la Tunue e la Binni sulla maternità, ma avremo modo di tornare sull’argomento quando uscirà senza che ora vi spoleiro nulla.
Prima di lasciare il romics tappa obbligatoria è stata la mostra per gli 80 anni di Batman.
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Qui ho ritrovato i Nembo kid che leggeva mio padre.
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e degli interessantissimi i cross over con i super eroi della Marvel;
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belle le ambientazioni a Roma del -“Batman italiano”.
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Un mio tributo al cavaliere oscuro in occasione dei dieci anni del blog  DETTI E FUMETTI, era doveroso.
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Ciao a tutti ci vediamo al prossimo fantastico festival del fumetto (quello senza mitra e cosplayer invadenti)… a buon intenditor…
[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI-sezione Fumetto – articolo del 7 aprile 2019]
Le schede di approfondimento
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ROMICOSPLAY – UN SALTO A ROMICS 1-4 ottobre 2015

E’ il 3 ottobre 2015 e dopo una lunga notte di temporali, il sole del mattino tenta invano di asciugare il nostro caro campo da tennis. A malincuore l’allenatrice  della piccola da il K0 e così cambiamo programma anticipando ad oggi la visita a ROMICS.
Alle 10:30 siamo già dentro, matita muniti, per imparare tante cose nuove all’area KIDS.

20151003_102252-1Tra le insegnanti di vecchia conoscenza ce ne è anche una nuova, Silvia Pirozzi, che ci ha spiegato  come si fanno i volti, i corpi e gli occhi grandi in stile manga…e alla fine ci siamo divertiti con i minion!

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Programma alla mano ci siamo dati una missione: raggiungere il padiglione 5 – sala 2. In programmazione Federica Salfo in ” C’ era una volta, dall’idea alla tavola”.

Per arrivare alla sala 2 ho dovuto superare mille ostacoli: gli abbracci gratis di conigli impellicciati, le alabarde cartonate che fluttuavano ad altezza collo, la gente con in mano arancini bollenti e i noodles gocciolanti; ho dovuto fare gicane  per schivare i nuvoli di teleobiettivi puntati su ragazzine  semi-nude.
Insomma alla fine sono riuscito a sedermi in aula e la chiacchierata con la Salfo ha avuto inizio.

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Federica ha interagito con disinvoltura con la platea  raccontando i ruoli e le fasi del lavoro del fumettista o meglio dell’ Artist (artista) come le è piaciuto rimarcare. Artist nel senso più ampio ci ha ricordato perché chi fa questo lavoro può essere chiamato a svolgere lavori trans-mediali: dalla moda al cinema, all’arredamento, ecc.

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Simpatici i suoi aneddoti come quello di quando era alle prese con Trilly e doveva studiare le differenze tra i colori del bosco canadese e quello milanese o di quando doveva realizzare casette con le perline o altro materiale ritrovato dalla fatina nel bosco, così giusto per immedesimarsi nel personaggio; o di quando doveva far star su una sedia di legnetti e foglie neanche fosse un ingegnere; o ancora di quando andò a trovare la disegnatrice di Frozen e la trovo  chiusa nel suo studio a luglio con l’aria condizionata al massimo, circondata da abeti innevati con le lucine, che ascoltava a tutto volume la musica del cartone, perché immedesimarsi è fondamentale.

Fondamentale in una storia è, anche se si parla di argomenti semplici come in CIP e CIOP, articolarla in modo da renderla avvincente e inserire, se possibile, particolari familiari per avvicinare il lettore.
A proposito di tenere un legame speciale con il lettore: ci ha raccontato di quando la Disney le si è raccomandata di non disegnare mai personaggi con gli occhi chiusi perché altrimenti questo legame si interrompeva.

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Il racconto sulle fasi del fumetto è proseguito sviscerandone alcune che ai più rimangono ignote come gli art book (per studiare gli ambienti), la pre-line (quella fase tra il bozzetto e la linea pulita che precede l’inchiostrazione), l’importante studio delle posture, fino a parlare dello stile “filosofico” che nasce, ci ha detto, quando parli di temi anche seri e profondi ma lo fai con un tratto tenero e umoristico come i grandi Calvin & Hobbes.

Insomma Federica ci ha fatto fare con leggerezza un tuffo nella complessità del mondo del fumetto e facendoci per un ora riconciliare con il mondo.

Per tornare al Romics  devo ammettere che mi sono perso tanti appuntamenti; tra tutti rimpiango soprattutto l’incontro con il maestro Bozzetto, con Diabolik e quella puntatina che avevo preventivato da Giuseppe Matteoni autore di Dragonero  (ho lasciato in coda gli amici allo stand Bonelli per un suo autografo e chissà  se sono sopravvissuti alla calca).

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Io purtroppo sono dovuto uscire per tempo per mettermi in coda in macchina e sperare di raggiungere il cinema in tempo utile. Li finalmente sono entrato nella sala dove davano Inside out, mi sono mischiato tra la folla commossa per la morte dell’elefante di zucchero filato e ….finalmente ho potuto piangere in silenzio pensando che ormai Romicosplays, scusate Romics,  è soprattutto Giochi e Cosplay (nulla di male eh)….. e che io in fondo allo stand quella copia rara delle Storie l’ho pagata poco meno di 40,00€ .
Ero li seduto, assorto nei miei pensieri e all’improvviso  e’ comparsa una sfera dorata …era il ricordo felice dell ARF.

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[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI-sezione Fumetto – articolo del 4 ottobre 2015]