Archivi categoria: ARCHITETTURA E DESIGN

L’ARCHITETTURA secondo OTTAVIO per DETTI E FUMETTI -L’interdisciplinarietà – CAP.1

Ciao Amici

Ecco a voi il primo capitolo di Architettura e Scienza. Oggi approfondiremo il concetto di interdisciplinarietà dell’architettura.

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Se è innegabile che il progresso della conoscenza scientifica e la comprensione dell’universo ha una grande importanza nella nostra concezione del mondo e quindi nella formazione di tutte le conoscenze, come analizzare la relazione tra Scienza e Architettura senza semplicismo o demagogia?

Nel corso del 20° secolo, molti architetti hanno speculato sulle relazioni tra scienza e architettura.Citiamo alcune opinioni fondamentali.

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Frei Otto ritiene che siano le scoperte scientifiche che portano al”Nuovo” in architettura, assegnando così un ruolo fondamentale alla scienza evadere l’architettura da un punto di vista essenzialmente tecnologico.

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Renzo Piano per quanto riguarda il ruolo della scienza nell’architettura, afferma che “L’attività di un architetto presenta molti rischi perché lavora con tutti i tipi di materie prime. Non solo con cemento, legno e metalli, ma anche con storia, geografia, matematica e le scienze in generale, antropologia, ecologia, estetica, tecnologia, climatologia e società ”.

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Tesselazione: unita’ basica ripetibile

Stadio Olimpico di Monaco 1972 Struttura della copertura

Stadio Olimpico di Monaco 1972 -Struttura della copertura

per Frei Otto si trattava di “tradurre la scienza nella linguaggio architettonico;”

Molecola di struttura di Carbonio 60

Molecola di struttura di Carbonio 60

Cupola Geodesica Montreal 1967

Cupola Geodesica Montreal 1967

per Buckminster Fuller fu la natura a reincarnarsi in oggetti architettonici.”

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Centro d’arte e della cultura G.Pompidou 1977 Parigi

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Centro d’arte e della cultura Tjibaou 1998 Nuova Caledonia

per Renzo Piano “è tutta la conoscenza che fa migrazioni successive.”

Le relazioni con la scienza evocate da questi architetti sono una prima forma di attività interdisciplinare che consiste nell’integrazione, in una determinata conoscenza disciplinare, concetti e teorie da altri settori disciplinari.

Lo state trovando interessante? Lasciate i vostri commenti, ci risentiamo presto.

Se volete fare il preorder del libro il link lo trovate QUI

Saluti dal vostro Ottavio e…alla prossima puntata.

[Francesco Marconi per DETTI E FUMETTI – sezione architettura – articolo del 3 aprile 2020]

DETTI E FUMETTI E’ ARCHITETTURA TRASVERSALE – La presentazione di OTTAVIO IL RINOCERONTE

Ciao a tutti sono Ottavio, mi occuperò di architettura per DETTI E FUMETTI.

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Sono un architetto Italiano che ha sposato una portoghese ed è andato a vivere da lei da qualche anno.La mia moglie, Paula è professoressa di Matematica; con lei abbiamo indagato la relazione tra Scienza e Architettura, ma non solo.Abbiamo scritto un libro ed ora vogliamo riproporvelo qui sotto forma di una serie di articoli. Successivamente pubblicheremo il libro per l’Italia.

Questo è il link per fare il pre order

Io sono Francesco Marconi che, come da prassi per DETTI E FUMETTI, mi tramuterò’ in OTTAVIO il rinoceronte.Vi riporto di seguito la presentazione del mio amico Franco Purini , celebre architetto italiano.purini“In una serie di articoli esploreremo un contesto teorico quanto mai esteso, molteplice e articolato, riannodando le fila di un discorso per troppo tempo abbandonato.Partiamo da un richiamo all’ opera profetica di Richard Buckminster Fuller,fig 1nel corso della quale metteremo in evidenza come nel nuovo ricorrano sempre forme del passato, in una sorta di paradosso temporale.fig 2Il grande architetto americano è considerato come il portatore di una vera e propria rivoluzione progettuale che vede l’architettura recuperare di nuovo, con una ampiezza cosmica, l’insieme dei campi conoscitivi che la attraversano.fig 3Riaffermando la validità della interdisciplinarietà Paula de Oliveira e Francesco Marconi si interrogano successivamente sulle nozioni di spazio e di tempo per poi addentrarsi nei territori della biologia,fig 7delle geometrie non euclidee, di un nuovo paradigma fondato sull’universo del digitale.fig 8Infine essi analizzeranno le ricerche sul metabolismofig 9e quelle relative ai nuovi materiali, inseriti in una tassonomia avvincente quanto rigorosa che ne mostra le plurime potenzialità.fig 4fig 5

La trattazione degli argomenti sarà esauriente perche aiutata da un ampio apparato iconografico, che consentirà di comprendere in modo più rapido e insieme più esatto i temi proposti nel testo.

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In questi articoli ci si avvarrà di una prosa il piu’ possibile ampia e scorrevole, che nulla toglie alla restituzione della complessità delle questioni discusse ma le espone in sequenze discorsive serrate e coerenti, descrive un possibile paesaggio disciplinare nel quale la sostenibilità è protagonista di una nuova visione dell’architettura, riconciliata sia con le esigenze ambientali, sia con quelle di una sperimentazione di soluzioni più avanzate.

“CIECACIDADE” (SCIENZACITTA’), questo è un neologismo che abbiamo usato come titolo del progetto, pone un problema importante: La relazione tra le due entità, una volta ritrovata e consolidata, non può darsi solo nel senso di una maggiore interazione tra le ragioni soggettive della forma, intessuta di aleatorietà, di motivazioni imprevedibili e di elementi casuali, e quelle dei vari saperi oggettivi.

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La scienza può rendere l’architettura più consapevole delle sue finalità solo se essa è assunta nella sua pienezza, negli ostacoli conoscitivi che fa sorgere, e che sfidano la comprensione degli architetti migliorandone la capacità di pensare e di agire, nella compresenza tra le varie direzioni teoriche che essa prevede, una simultaneità di linee di ricerca che va considerata non come un ulteriore impedimento alla definizione di un punto di vista disciplinare ma come un importante stimolo a una concezione più aperta e versatile dei problemi.

Questo progetto invita a riconoscere nella scienza non solo un universo conoscitivo da
rifrequentare con assiduità, ma anche uno spazio dell’immaginario, un metaforico distretto dell’invenzione la cui frequentazione può offrire all’architettura risorse non solo conoscitive ma capaci di offrire al progetto nuovi orizzonti creativi”.
[Franco Purini]Vi ho incuriosito abbastanza?Rimanete connessi per leggere i prossimi capitoli.A presto.[Francesco Marconi per DETTI E FUMETTI – sezione Architettura – articolo del 31 marzo 2020]

Passeggiate per Roma Moderna con CLO’ – Tappa 3

 

 

Bentrovati, pronti per un’altra passeggiata?

Questa volta visitiamo Roma da insoliti punti di vista: i ponti, antichi e moderni, dove è possibile scorgere angoli e prospettive uniche.

Il biondo Tevere tra ponti antichi, moderni e scomparsi nella storia è stato attraversato da 30 ponti, ma in questa escursione visiteremo solo alcuni tra i più significativi.

 

Iniziamo il nostro “volo” tra i Ponti storici

 

PONTE FABRICIO

E’ il più antico ponte di Roma ancora in uso; posto tra l’isola Tiberina e Ghetto il Ponte Fabricio (il cui nome si deve al costruttore Lucio Fabricio) fu realizzato nel 62 a.C. Viene anche chiamato Ponte Giudeo o Ponte Quattro Capi, per la presenza di due erme quadrifronti, rappresentanti secondo alcuni il dio Giano e secondo altri i quattro architetti che restaurarono il ponte al tempo dei papi.

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PONTE CESTIO

Come il Fabricio, anche Ponte Cestio venne realizzato in epoca romana, per collegare l’Isola Tiberina a Trastevere.

Il suo costruttore fu probabilmente Caio Cestio, lo stesso illustre personaggio che si fece erigere come personale tomba la famosa piramide di Roma. Oggi é detto ponte S. Bartolomeo, per la vicina chiesa.

Della struttura originale resta l’arcata centrale, mentre quelle più esterne sono una ricostruzione del XIX secolo

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PONTE “ROTTO”

Sebbene non più praticabile, merita tutta la nostra attenzione il cosiddetto “Ponte Rotto” ovvero ciò che resta dell’antico Ponte Emilio, posto davanti all’Isola Tiberina.

Costruito nel 179 a.C. e completato nel 142 a.C., dopo numerosi rifacimenti e restauri, fu però abbandonato in seguito alla grande alluvione del 1598, che demolì tre arcate.

Si conservano oggi solo un’arcata della ricostruzione cinquecentesca e i piloni originali di epoca romana.

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PONTE PALATINO

A fine Ottocento, quando furono costruiti gli argini del Tevere, si realizzò un nuovo ponte, il Ponte Palatino, detto anche “Ponte all’Inglese” per il senso di marcia automobilistico invertito.

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PONTE SANT’ANGELO

Ponte Sant’Angelo è uno dei luoghi più famosi di Roma e conduce al Castello.

Di epoca romana, fu realizzato dall’imperatore Adriano nel II secolo per collegare la città al suo imponente Mausoleo.

Nei secoli successivi il Castello, da semplice fortezza militare, divenne una lussuosa residenza papale.

Anche il ponte fu rinnovato con l’aggiunta nel Seicento dei famosi angeli che recano tra le mani i segni della passione di Cristo.

All’inizio del ponte sono presenti le due grandi statue dei patroni di Roma, San Pietro e San Paolo.

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PONTE MILVIO

Uno dei più antichi ponti di Roma, divenne famoso per la battaglia di Ponte Milvio svoltasi sulle sue sponde nel 312 che vedeva contrapposti gli imperatori Costantino e Massenzio.

Dopo numerosi restauri, venne affidata l’opera di rifacimento agli inizi dell’Ottocento all’architetto Giuseppe Valadier, anche se alcuni anni dopo Garibaldi in persona lo fece saltare in aria per bloccare l’avanzata francese. È conosciuto a Roma anche come Ponte Mollo perché, quando il Tevere è in piena, è il primo ponte ad essere in “ammollo” e cioè sommerso. Attualmente è un ponte pedonale.

Vi aspetto al prossimo itinerario dove scopriremo i ponti costruiti in epoca moderna

Buon volo a tutti

Ciao a presto dalla Vostra CLO!

[Maria Clotilde Massari per DETTI E FUMETTI – Sezione Architettura – Articolo del 8 gennaio 2020]

Per maggiori informazioni:

https://www.cosafarearoma.it/ponti-roma/

http://www.pontidiroma.com/curiosita.html

https://www.capitolivm.it/meraviglie-di-roma/i-ponti-antichi-sul-tevere/

CLO’ e le sue passeggiate per ROMA – parte 3

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Cari amici sono tornata!

Continuiamo a passeggiare per Roma, la città Eterna.

Oggi voglio farvi conoscere due complessi con i quali Roma si è resa riconoscibile a tutto il mondo grazie all’operato di due Archistar del calibro di FUKSAS e PIANO.

Visiteremo la città  da nord ovest (quartiere Flaminio) a sud (Eur).

 

AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

La sua storia comincia nel 1993 quando il Comune di Roma bandisce un nuovo concorso internazionale indicando come sede del nuovo Auditorium uno spazio, di proprietà pubblica, posto tra il villaggio Olimpico e lo stadio Flaminio.
Una zona assolutamente degradata e abbandonata a pochi km dal centro di Roma lungo la via Flaminia. L’obiettivo è quello di colmare un buco, una frattura nel tessuto cittadino.
Il 27 luglio 1994 viene proclamato vincitore il progetto di Renzo Piano e del Renzo Piano Building Workshop. Il 15 gennaio 1995 il progetto è consegnato al Comune di Roma. I lavori vengono interrotti nel novembre per il ritrovamento dei resti di un’antica villa romana. Una variante al progetto, presentata nel giugno 1996, ne consente la completa integrazione nel complesso. Nel luglio del 1999 il Comune fonda la società di gestione

Musica per Roma MpR S.p.A, trasformata nel 2004 in Fondazione con compiti amministrativi, di organizzazione, di programmazione e produzione culturale.
Il 21 aprile 2002 sono inaugurate la sala Petrassi e la sala Sinopoli. Il 21 dicembre 2002 viene inaugurata la sala Santa Cecilia. Nei primi mesi del 2003 il complesso viene ultimato e comincia ad operare a pieno regime.

I volumi principali del complesso sono costituiti dalle tre sale da concerto, allocate in edifici di diverse dimensioni, con una forma che richiama quella di uno scarabeo; le tre sale sono coperte con lastre di piombo e disposte a raggiera intorno a un teatro all’aperto, la cavea, che può accogliere circa 3.000 spettatori. Lo spazio circostante, dove le costruzioni non superano l’altezza della cavea, è occupato da altre strutture – ambienti di servizio, studi di registrazione, sale prove – mentre tutto attorno agli edifici, corre un vasto terrazzo praticabile. Da qui, tra la sala Santa Cecilia e la sala Sinopoli, sono visibili i resti della villa romana venuti alla luce durante la costruzione del complesso, i cui reperti sono esposti in un piccolo museo ricavato sotto la cavea.  Oltre alle tre sale da concerto la struttura comprende anche il Teatro Studio, tre diversi studi di registrazione, e il foyer (che in realtà è l’atrio comune alle sale). Sono stati aperti, un bar-caffetteria e (con accesso anche alla strada) un bar-ristorante e una grande libreria. Il complesso ospita anche gli uffici della Fondazione Musica per Roma, che gestisce la struttura, e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, della quale è sede principale.

L’Auditorium Parco della Musica rappresenta il più importante intervento urbanistico e culturale realizzato a Roma dagli anni ’60. Una sofisticata architettura musicale, un grande complesso polivalente, una casa di tutte le musiche e di tutte le arti in grado di soddisfare le esigenze di pubblici diversi, coniugando qualità e spettacolo, cultura e divertimento.

 

 

LA NUVOLA

Lo storico quartiere EUR, fiore all’occhiello dell’architettura razionalista italiana del XX secolo, ospita uno degli edifici più prestigiosi di Roma la Nuvola, progetto dell’architetto Massimiliano Fuksas.

Il complesso architettonico della Nuvola si articola in tre elementi: la teca, la Nuvola e l’albergo. La Nuvola, dallo straordinario effetto visivo, galleggia in una teca di acciaio e vetro alta 40 metri, larga 70 e lunga 175. L’intero complesso è stato ideato per essere altamente flessibile e in grado di adattarsi ad eventi di diversa natura e dimensione, grazie anche ad una capienza complessiva di circa 8.000 posti.

La sala congressuale è stata progettata con struttura modulare: da un’unica sala di 9000 mq sono ottenibili molteplici divisioni grazie ad un sistema di pareti mobili, fino ad un massimo di 24 sale di diversa capienza. Al piano mezzano sono collocati i servizi accessori quali uffici, sale regia, aree di ospitalità dei partecipanti e spazi ricettivi mentre al piano stradale, sotto la nuvola, è collocata l’area espositiva polivalente.

Un parcheggio al piano interrato da circa 600 posti ed è sormontata da pannelli fotovoltaici in copertura, che coprono il fabbisogno elettrico

La struttura comprende al suo interno un hotel a 4 stelle pensato per agevolare le logistiche relative ad eventi e congressi.

La Nuvola è uno degli edifici più scenografici dell’intera città di Roma. Inaugurato il 29 Ottobre 2016 è un’opera dallo straordinario valore artistico, caratterizzata da soluzioni innovative, un approccio eco-compatibile e materiali tecnologicamente avanzati.

 

 

Consiglio di visitare questi luoghi anche nel tardo pomeriggio, perché al tramonto la copertura in lastre di piombo delle sale dell’Auditorium creano una luce particolare a tutto il sito, mentre con le luci della sera la nuvola di Fuksas risulta più apprezzabile perché il telo traslucido che la ricopre spicca all’interno della teca e creando l’effetto nuvola, tanto studiato dall’architetto.

Anche questa è Roma,  buon divertimento!

Buon volo a tutti

Ciao a presto dalla Vostra CLO!

[Maria Clotilde Massari per DETTI E FUMETTI – Sezione Architettura – Articolo del 15 luglio 2019]

 

Per maggiori informazioni:

http://www.auditorium.com

http://www.romaconventiongroup.it

 

 

 

 

Bilancio degli articoli piu’ letti dai nostri lettori

Siamo una rivista di A R C H I T E T T U RA, direbbe la nostra pipistrella Clo’

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A dargli ragione i lettori di DETTI E FUMETTI che hanno fatto balzare ben sei suoi articoli tra i primi venti della classifica di DETTI E FUMETTI di tutti i tempi.

Ne siamo stra -felici perché questo era il nostro obiettivo: avvicinare i lettori di fumetto alle altre branche dell’ARTE.

Se volete rileggerli basta che li cerchiate scrivendo il titolo nel banner qui in alto

gli articoli con piu' di 100 visite fin

[Filippo Novelli –DETTI E FUMETTI FOUNDER – Articolo del 3 luglio 2019]

Intervista a Laura Allevato – La moda nella società attuale

Noi di Detti e Fumetti siamo da sempre curiosi di capire tutte le declinazioni dell’Arte. Quello della Moda era un settore rimasto  fino ad oggi inesplorato. Desideriamo colmare questa lacuna.

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Per farlo abbiamo intervistato la nostra amica Laura Allevato.

F.:Cosa è la moda calata nella società odierna?

L.: Cerco di risponderti raccontandoti un fenomeno che sta spopolando in questo periodo e la sta’ facendo da padrone nel settore. Oggigiorno la Moda e’ sempre più alla ricerca di quegli stereotipi che l’acquirente possa riconoscere facilmente come “status symbol” ed il mondo da cui sta’ attingendo a “man bassa”  sempre piu’ e’ quello della musica, in particolare dal mondo dell musica RAP/TRAP.

Personaggi come Kanye West o  Rihanna ad esempio,   oltre ad aver creato dei loro brand e collaborato con case di moda streetwear (Nike, Puma, Adidas, per dirne tre tra le principali), stanno portando avanti (soprattutto sui social) il loro clash di capi sportivi e pezzi unici di brand di alta moda (es: Gucci o Versace ).

I marchi che dominano queste nuove tendenze sono ad esempio: OFF- WHITE, SUPREME, ACOLDWALL.

Io personalmente resto fedele – malgrado debba seguire le leggi del mercato – alla progettazione, che parte da un’idea:  pura, non contaminata, non contestualizzata; il marchio guida resta sempre per me quello di  COMME DES GARCONS.

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F.: Ai nostri lettori,  della persona che intervistiamo, interessa da sempre capire quale sia stato il passaggio che lo ha portato dall’essere un appassionato di una tal arte  al divenire un professionista del settore.

L.: Sinceramente non ricordo bene quale sia stato il momento esatto in cui ho deciso che da grande “volevo fare la stilista”,  ricordo solo che gia’ durante il liceo, amavo disegnare e la moda era entrata nella mia vita. Seguivo il movimento “dark” hai presente…

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Quindi a pensarci bene è stato grazie alla musica, attraverso il modo di vestire dei suoi protagonisti, che tutto è iniziato. La musica ha ispirato da sempre le mie creazioni; con esse ho pensato che  avrei potuto comunicare agli altri quello che era il mio stato d’animo. Per questo motivo ho lasciato la facoltà di architettura per entrare in Accademia di Moda e Costume; da quel momento tutto è iniziato a scorrere in modo molto naturale.

 

F.: Hai preceduto la domanda successiva. Abbiamo dedicato molti articoli al “da grande farò l’artista” illustrando quali sono le scuole giuste da frequentare per raggiungere una preparazione di buon livello. Quali secondo te sono le migliori nella capitale e quelle nelle principali città di Italia?

L.: Io ho frequentato l’Accademia di Moda e Costume,dove sono felice di aver ricevuto una formazione culturale sopra la media rispetto a tutte le altre scuole di moda del momento e di aver studiato approfonditamente anche il costume (non a caso il direttore creativo di Gucci, Alessandro De Michele, che ha frequentato la mia stessa scuola, dimostra in modo eccellente quanto la storia del costume sia fondamentale per la nostra professione).

Oggigiorno si ha più’ scelta in Italia;  sono nate diverse buone scuole di Moda (lo IED a Roma e Milano; il Polimoda a Firenze, la Marangoni a Milano).

F.: Usciamo un po’ fuori dagli schemi: Se tu avessi la bacchetta magica quali dovrebbero essere le principali azioni da  intraprendere per valorizzare il Mondo della Moda che, come si legge dai giornali economici è quello con segno + al pari del Food & Beverage e del Turismo?

L.:  Sarebbe bello non perdessimo il contatto con le ns origini  e che queste ultime venissero tutelate dai Beni Culturali ,  intendo dire che mi piange il cuore ogni volta che marchi storici italiani (Versace,Valentino,Gucci,ecc) diventano di proprieta’ di famose holding del lusso straniere (Kering,LVMH,).

F.: Per concludere raccontaci a cosa stai lavorando ora è quali sono i tuoi progetti futuri prossimi.

L.: Al momento collaboro con la Diesel per cui già avevo lavorato anni fa in qualità di Senior Knitwear Style & Product Manager.  Sto lavorando  per il loro brand Diesel Black Gold,che sfila a Milano.

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collaboro anche con altre aziende in giro per il mondo (soprattutto Cina/Hong Kong)

e fondamentalmente mi occupo dello sviluppo creativo e tecnico della categoria maglieria.

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Ho infatti preferito nel tempo specializzarmi su una merceologia specifica al pari dei   designer che seguono il denim.

E’ un ambito estremamente tecnico, e lo preferisco a quello di chi preferisce fare il tuttologo, come la maggior parte dei miei colleghi.

Tra i progetti che tenevo nel cassetto uno l’ho realizzato gia’ 2 anni fa’,in collaborazione con l’Accademia ,progettando un master di maglieria”Creative Knitwear Design”,oggi portato avanti dall’Accademia e da Modateca. Ne devo realizzare ancora altri di sogni nel cassetto ma  lasciamo che sia il tempo a svelarli!

F.: Allora dobbiamo risentirci presto. Al prossimo sogno realizzato. Ciao Laura

L.: Ciao a tutti i lettori di DETTI E FUMETTI.

[Filippo Novelli  per DETTI E FUMETTI – sezione ARTE & MODA – articolo del 29 Ottobre 2018]

 

Clo e le sue passeggiate per Roma Moderna- parte 1

Quando pensiamo a Roma, quel che viene in mente sono innanzitutto le vestigia del suo glorioso passato: archi, anfiteatri, chiese, palazzi.

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Come le altre capitali europee anche Roma si sta evolvendo, con molta fatica, mediante la realizzazione di nuove architetture, spesso opera di artisti di fama internazionale.

Le loro opere sorgono soprattutto  nelle zone periferiche in rapida espansione, rappresentando spesso un tentativo di riqualificazione urbana.

Vi propongo una passeggiata alla scoperta dell’architettura moderna di Roma, e come prima tappa, vi faro’ conoscere i nuovi poli museali: il MACRO ed il MAXXI

MACRO

Il Macro è un museo organizzato su due sedi: la prima a Via Nizza, 138 ; l’altra Piazza Orazio Giustiniani, 4.

Il Macro, come Museo dell’Arte Contemporanea di Roma, viene ufficialmente aperto nel 2002. In realtà sia la sede di Via Nizza che quella di Piazza Giustiniani , sono state create  all’interno di due edifici preesistenti: rispettivamente l’Ex-Stabilimento della Birra Peroni e l’ex-Mattatoio.

Il MACRO di via Nizza si trova nel quartiere romano Salario-Nomentano e occupa parte del complesso che fino al 1971 era la fabbrica della Società Birra Peroni . La struttura fu realizzata da Gustavo Giovannoni e rappresenta un raro esempio di archeologia industriale nella Capitale. Cessate le attività del Birrificio, nel 1974 la Società elaborò, insieme al Comune di Roma, un piano di recupero con inclusa la cessione ( avvenuta nel 1982) di una sua parte al Comune stesso per la realizzazione di servizi pubblici di quartiere.

In seguito ai lavori di recupero del complesso, svoltisi tra il 1995 e il 1999, sia le superfici espositive che i depositi delle collezioni si rivelarono totalmente insufficienti. Un concorso di progettazione, indetto nel 2000, rispose non solo a queste necessità ma anche a quelle di ridefinire l’immagine e il funzionamento dell’intero complesso, con nuovi spazi rispondenti all’eterogeneità della produzione artistica contemporanea, nell’ambito di un sistema di relazioni e connessioni con gli spazi già esistenti, nonché con lo spazio urbano circostante.
L’intervento di Odile Decq, l’architetto francese vincitrice del concorso, ha conferito al Museo un sistema dinamico di articolazioni e collegamenti molteplici. I grandi spazi quali: le sale espositive (che occupano una superficie complessiva di 4350 mq), il foyer, l’auditorium e la terrazza (o giardino panoramico),  sono collegati da scalinate, ascensori, ballatoi e passaggi che, oltre ad offrire prospettive tangenziali e punti di vista sequenziali, rendono l’esperienza dell’architettura del Museo dinamica, attraente, sempre nuova e diversa.

Dal 2018 il Macro fa parte del nascente Polo del Contemporaneo e del Futuro – promosso dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale– e affidato all’Azienda Speciale Palaexpo; esso contribuirà con le altre istituzioni capitoline e nazionali al riposizionamento di Roma come capitale della vita culturale contemporanea.
Dopo la mostra sui Pink Floyd, a partire da ottobre il Macro è la sede del progetto sperimentale “MACRO Asilo”, con la direzione artistica di Giorgio de Finis, uno spazio di incontro nuovo tra gli artisti e la città. Sarà uno spazio ospitale, residenziale, produttivo e multidisciplinare, in grado di produrre le opere, oltre che mostrarle.

 

 MAXXI

Il MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, è la prima istituzione nazionale dedicata alla creatività contemporanea. Pensato come un grande campus per la cultura, il MAXXI è gestito da una Fondazione costituita nel luglio 2009 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e presieduta da Giovanna Melandri.
Da dicembre 2013 Hou Hanru è il Direttore Artistico del museo, di cui fanno parte il MAXXI Architettura, diretto da Margherita Guccione, e il MAXXI Arte, diretto dal 2016 da Bartolomeo Pietromarchi.

La programmazione delle attività – mostre, workshop, convegni, laboratori, spettacoli, proiezioni, progetti formativi – rispecchia la vocazione del MAXXI ad essere non solo luogo di conservazione ed esposizione del patrimonio ma anche, e soprattutto, un laboratorio di sperimentazione e innovazione culturale, di studio, ricerca e produzione di contenuti estetici del nostro tempo.

Sede del MAXXI è la grande opera architettonica, dalle forme innovative e spettacolari, progettata da Zaha Hadid nel quartiere Flaminio di Roma.

Consiglio a grandi e piccini una visita a questi due musei, un’ottima soluzione per passare una giornata nella cultura moderna guardando Roma da un punto di vista: la modernità che convive con la storia senza soffocarla ma esaltandola. Buon divertimento!

Buon volo a tutti. Ciao a presto dalla Vostra CLO!

Per maggiori informazioni:

www.museomacro.it

http://www.maxxi.art

[Maria Clotilde Massari per DETTI E FUMETTI – Sezione Architettura – Articolo del 26  ottobre 2018]

 

 

 

 

 

DA GRANDE FARO’ L’ARCHITETTO

Mi é sempre  piaciuto  progettare…

Prima di raccontarvi di come sono diventata Architetto, voglio spiegarvi che cosa significa.

L’architetto è un uomo o una donna  che hanno studiato come progettare le città i quartieri e le case e che restaurano i monumenti.

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Fin da bambina la mia passione è stata il disegno.

Disegnavo  di tutto dagli animali alle persone, in particolare però, erano gli edifici  ed i paesaggi che attiravano di più la mia attenzione.

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Quando giocavo con le mie amichette disegnavo la pianta della casa e poi posizionavo nelle varie stanze i mobili delle bambole, facendo muovere tutti i personaggi nell’appartamento che avevo progettato.

Quando la maestra con tutta la classe ci portò in biblioteca, trovai tantissime riviste di “architettura” che iniziai a sfogliare. le immagini di ville storiche, castelli ma anche i grattaceli e città danzarono davanti ai miei occhi!

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Quel giorno presi la mia decisione: da grande avrei fatto l’architetto!

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I miei genitori non mi presero sul serio, mi dissero che ero troppo giovane per prendere una decisione così importante, che avrei dovuto  studiare molto e con il passare del tempo avrei cambiato idea!

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Ma io sono sempre stata testarda e dopo essermi diplomata, mi sono iscritta ad Architettura e dopo cinque anni  sono diventata Architetto!

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I miei riferimenti sono…

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Sono nata  e vivo a Roma; sicuramente vivere in una grande città ricca di storia e di architettura, mi ha dato molto e mi ha spinto ad andare avanti per la mia strada!

Roma è una città che per un appassionato di architettura regala moltissime occasioni di studio.

l’architettura romana è stata la base dell’architettura di tutte le epoche successive; tanto è vero che si dice “i romani hanno inventato tutto”,

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Gli architetti Le Corbusier, Wrigth, Piano, sono i miei grandi Maestri! Loro hanno progettato non solo case palazzi e quartieri ma hanno con i loro progetti influenzato l’architettura moderna!

 

 

La scuola che mi hanno consigliato…

Dopo aver finito la terza media, era arrivato Il momento di scegliere la scuola adatta a me. Devo  dire che è stato difficile, perché sapevo quello che volevo fare da grande, l’architetto.

Quale scuola poteva preparami meglio verso questa scelta? La prima scuola a cui ho pensato è stato Il liceo artistico, perché si studiava l’architettura, la tecnica del disegno e la storia dell’arte, che mi ha sempre affascinato.

Ma anche la matematica e le materie scientifiche erano materie che mi piacevano. E allora …cosa scegliere?

La mia insegnate di italiano mi aiutò consigliandomi Il liceo scientifico; andava bene, perché c’erano sia le materie scientifiche sia il disegno e la storia dell’arte; il compromesso giusto anche per i miei genitori che mi dissero: “Non si sa mai, se poi cambi idea, con questa scuola potrai fare altro”.

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Applicherò la mia passione facendo…

L’architettura e quindi gli edifici  non  “nascono e vivono” isolati, ma sono legati ad un contesto antropico o naturale, un tessuto urbano o un’area verde.L’architetto ha il compito di realizzare e rispondere alle esigenze di un committente senza dimenticare cosa e che valore ha l’ambiente che lo circonda.

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Da questo asserto è derivata la mia passione per il restauro architettonico: curare gli edifici antichi, consolidare, riportare a nuovo e riutilizzare secondo le esigenze dell’uomo moderno gli edifici storici. L’Italia ha un grandissimo patrimonio da preservare: dai piccoli borghi, ai palazzi delle grandi città.

Ciao da Clo’

[Maria Clotilde Massari per DETTI E FUMETTI – sezione architettura- articolo del 21 novembre 2017]

LA MOSTRA MANGASIA A ROMA -Detti e Fumetti inaugura il ciclo dei tour alla scoperta di Roma

Detti e Fumetti inaugura il “cliclo dei Tour alla Scoperta di Roma” con la visita al Palazzo delle Esposizioni di Via nazionale per parlarvi di “Mangasia: Wonderlands of Asian Comics”;

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questo ciclo introduce una serie di Tour organizzati  da MERCI BEAU TOUR per far conoscere meglio Roma e non solo.

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Con Osvy vi avevamo già introdotto il mondo Manga grazie alla serie ” LA STORIA DEL MANGA per immagini”, un racconto sui passaggi chiave del fumetto asiatico, fondamentali dal punto di vista storico e culturale che hanno portato a fare del manga un vero e proprio genere letterario con volumi di vendita altissimi ed un pubblico tra i più variegati.

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In otto puntate  viene raccontata la storia del Manga dagli albori  fino ad oggi; un progetto ambizioso portato avanti con lo scopo di avvicinare all’argomento anche i neofiti, spazzando via ogni loro preconcetto e diffidenza. Leggere questa serie prima di visitare la mostra che ora vi racconteremo vi aiuterà a comprenderla al meglio.

La storia del Manga per Immagini la trovate qui: 1° puntata2°puntata3°puntata4° puntata5° puntata6° puntata7° puntata8° puntata.

Sketch290172221Oggi  Willy vi accompagnerà nella visita di Mangasia:Wonderlands of Asian Comics allestita al Palazzo delle Esposizioni che durerà dal 7 ottobre al 21 gennaio 2018.

L’esposizione, che arriva a Roma in anteprima mondiale, presenta un’importante e ampia selezione di tavole originali e volumi di fumetti asiatici, molti dei quali esposti di rado fuori dai loro paesi d’origine. La mostra, inoltre, si concentra sul processo creativo che sottende alla produzione di un fumetto, offrendo in visione le sceneggiature, gli schizzi e i layout delle pagine finite.

Curata da Paul Gravett e da un team di oltre venti esperti “Mangasia: Wonderlandsof Asian Comics” esplora l’intero territorio di questo speciale continente del fumetto attraverso opere provenienti da Giappone, Corea del Nord e Corea del Sud, India, Cina, Taiwan, Hong Kong, Indonesia, Malesia, Filippine e Singapore, e da paesi emergenti in questo settore come Bhutan, Cambogia, Timor Est, Mongolia e Vietnam.

I sei percorsi tematici mettono a confronto le diverse combinazioni di folclore, storia e audaci sperimentazioni su cui si basano i fumetti di questa vasta regione. La mostra dà spazio anche ai precursori del fumetto, individuati nelle tradizioni asiatiche delle arti visive narrative, e analizza l’impatto esercitato da questa produzione culturale su altre forme d’espressione quali film, serie televisive d’animazione, live-action,  musica, videogame, moda e arte contemporanea.

Oltre alle 281 tavole originali e ai 200 volumi di fumetti,sono presenti anche facsimili digitali in alta risoluzione e oggetti straordinari tra cui la scrivania originale di un mangaka (in lingua giapponese autore e disegnatore di manga), alcuni kaavad (i santuari portatili usati dai cantastorie del Rajasthan), abiti ispirati ai manga e il fantastico Mechasobi, in cui si può ammirare un mecha (i robot presenti in molti manga e anime) interattivo di ultima generazione. In occasione della mostra, infatti, il Barbican Centre ha commissionato una speciale installazione realizzata da Shōji Kawamori, mecha designer di successo, celebre per il suo lavoro in Macross e per il cane robot AIBO della Sony. Il Mechasobi consentirà ai visitatori di pilotare un gigantesco mecha utilizzando la tecnologia del body tracking.

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La mostra comprende  una rassegna di Anime e convegni sul fumetto:

– Sala Cinema dal  19 ottobre – 5 novembre 2017 –ANIME –CAPOLAVORI DEL CINEMA D’ANIMAZIONE GIAPPONESE

-Sala Cinema dal 12 ottobre –14 dicembre 2017 –INCONTRI A MANGASIA

 Sia per il cinema che per i convegni sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti

Sono previsti anche laboratori per bambini.

Per maggior informazioni è possibile consultare entrambi i calendari degli eventi all’indirizzo: www.palazzoesposizioni.it

Scheda informativa:

Titolo: MANGASIA:WONDERLANDS OF ASIAN COMICS

Sede: Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194 – 00184 Roma 

Periodo: 7 ottobre 2017 – 21 gennaio 2018 

Orari: Domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00; venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30; lunedì chiuso  

Biglietto: Mangasia:Wonderlands of Asian

Intero € 12,50; Ridotto € 10,00

Ragazzi dai 7 ai 18 anni € 6,00

Bambini fino a 6 anni gratuito

 

 

Un saluto da Willy ed a presto con un nuovo  fantastico Tour!

[Dario Santarsiero per DETTI E FUMETTI – sezione Architettura e Design -articolo del 29 ottobre 2017]