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Willy intervista la regista Angelita Puliafito in occasione dell’uscita di LAPIDE PRE MORTEM

Care Lettrici e Lettori di Detti e Fumetti, una nostra vecchia conoscenza, la regista Angelita Puliafito che già in passato e più recentemente,  ha dato prova di grande spessore teatrale, vedi: https://dettiefumetti.com/2019/09/16/piaceri-nascosti-di-dario-santarsiero/ https://dettiefumetti.com/2024/05/21/il-teatro-che-passione/. Sabato 28 e domenica 29 settembre, con la compagnia “C’era un’Altra Volta” porta in scena, al Teatro Petrolini, la commedia brillante “Pre-Mortem”.  

D. Prima però raccontaci un po’ di te

A. Ho studiato al DAMS indirizzo spettacolo e poi un corso di regia alla casa dello spettacolo che mi ha dato le giuste competenze. Già da bambina facevo muovere le bambole costruendo sempre delle storie dove la regista ero io.  Il mio primo spettacolo da regista, perché tu non lo sai ma io ho fatto anche l’attrice, e sono tutt’ora una cantante, dicevo il mio primo spettacolo da regista è stato Peter Pan il musical, a ripensarci oggi, mi vengono i brividi.

D. Allora Angelita, raccontaci la trama, ovviamente senza svelarci nulla 

A. Come hai preannunciato sono la regista dello spettacolo “Lapide Pre-Mortem”, che andrà in scena il 28 e 29 settembre al teatro Petrolini. Tengo molto a questo spettacolo perché la compagnia “C’Era Un’Altra Volta” vuole rendersi utile aiutando la ricerca, con una raccolta fondi, da destinare alla Associazione Italiana AIL [contro le leucemie linfonomi e mieloma]. Tornado alla trama: La situazione è molto equivoca, il personaggio principale si ritrova a pensare di essere arrivato alla fine dei suoi giorni, prima di trapassare, vuole in qualche modo chiudere il cerchio e mettere ordine a tutte le situazioni famigliari e amichevoli. È una commedia molto divertente. La compagnia è ormai stabile e da diversi anni, portiamo in scena commedie tendenzialmente brillanti; perché, come in questo caso, attraverso la risata si vuole sfatare la concezione della morte, che viene vista come qualche cosa di atroce. Che dire ancora? Che sono, dopo tanti anni, felice di fare teatro, soprattutto con questa compagnia amatoriale, che non è da meno dei professionisti, se non per il fatto che non è il loro mestiere principale. A questo punto vi aspetto tutti al Teatro Petrolini il 28 e 29 settembre 

D. E sono sicuro che le nostre Lettrici e Lettori verranno sicuramente ad applaudirvi!

Info:

Teatro Petrolini Via Rubattino 5 [Zona Testaccio]

www.teatropetrolini.it

info@teatropetrolini.it

t.+39 065757488

[Dario Santarsiero per Detti e Fumetti 26-09-2024 sezione Teatro]

L’ispirazione

Ricetta per una commedia -L’editoriale di DARIO SANTARSIERO per DETTI E FUMETTI

Prima o poi c’è sempre qualcuno che mi chiede “Ma dove trovi l’ispirazione per scrivere le tue commedie o i monologhi interiori?” In pratica, “Ma come te vengono in mente!?” Non è facile rispondere a questa domanda, non basta dire mi sono ispirato guardando fuori dalla finestra o camminando per strada. Sarebbe troppo riduttivo.

Illustrazione di Filippo Novelli

Credo che sia un miscuglio di vari fattori: innanzitutto, saper osservare cosa succede attorno a noi, è una buona fonte di ispirazione; poi, aver letto testi teatrali e andare spesso a teatro. Questo particolare mi ricorda che, quando ero poco più che ventenne, nel mio girovagare per i teatri, conobbi “Er Sor Giulio”, un simpatico vecchietto che cercava gente per fare la claque nei teatri di Roma [Per i neofiti: fare la claque [si legge: clack] significa applaudire e gridare bravo! E bravi! Durante lo spettacolo. Ma non bisognava esagerare però, altrimenti si scadeva nel ridicolo]. Ovviamente ho accettato e per molto tempo, assieme ad un eterogeneo gruppo di persone, ho presieduto alle prime nei grandi teatri o dove e quando c’era bisogno della squadra. Ma torniamo all’argomento principale, cioè, come si fa a scrivere una commedia, oltre a quello che ho detto prima, entra in giuoco l’immaginazione che aiuta molto nel buttare giù il corpo centrale dell’idea. 

Un altro fattore molto importante è lasciare piena libertà ai personaggi. E sì, non è possibile ignorare i protagonisti di una commedia o di un dramma o di una tragedia, non si va da nessuna parte. I personaggi sono si frutto dell’immaginazione, ma appena escono dalla mente prendono una forma seppur immaginaria, divengono sensienti e acquistano sia personalità che temperamento. Un esempio tra tutti è che, se un personaggio non ha intenzione di muoversi o esprimere un’opinione, non lo farà e se costretto, lo farà mal volentieri, inficiando il resto della scena. Bisogna scendere a patti con il personaggio, cercando di capirne la personalità e convincerlo, quando non è del tutto d’accordo a compiere quell’azione. Solo così la commedia potrà continuare.

Da ultimo, ma non per questo meno importante, la pazienza di rileggere tutta la commedia per scovare refusi, aggiungere parole o addirittura paragrafi. Mi fermo qui, altrimenti dovrei scrivere un trattato, e non è detto che prima o poi non lo faccia.

[DARIO SANTARSIERO per DETTI E FUMETTI – Sezione Teatro – articolo del 29 maggio 2024]

Il Teatro, Che Passione! – SIGNOR AMMINISTRATORE! la nuova commedia di Dario Santarsiero con Angelita Pulifiato alla regia

Lettori di DETTI E FUMETTI il 25 e il 26 maggio 2024 alle ore 21 al teatro petrolini in via Rubattino 5 , va in scena la commedia “Signor Amministratore!”, scritta da me, la Regia è di Angelita Puliafito, con la Compagnia Teatrale C’era una Volta.

Vi devo confessare una cosa: questa è stata la mia prima opera teatrale. All’epoca scrivevo racconti più o meno brevi; ma con il passare del tempo e della mia maturità di scrittore, mi sono reso conto che i personaggi “avvertivano” la necessità di muoversi con maggior libertà. Iniziando un nuovo racconto, uno dei personaggi ha rivolto una domanda ad un altro personaggio, che ha risposto. Dopo di che, pensare, scrivere e terminare Signor “Amministratore!”, è stato solo questione di tempo. Ovviamente in questi anni è stato ripreso e rimaneggiato più volte.

Ecco la sinossi: L’Amministratore di un Condominio, si trova nel sottotetto del palazzo; vuole capire come mai la fibra veloce, installata da pochi giorni, non funziona bene. Ma quando comincia a ripararla, inizia il va e vieni dei condomini che lo subisseranno di richieste assurde, intrecciate a intrighi di palazzo e amori.

Buona commedia!

Vi aspetto numerosi.

[DARIO SANTARSIERO per DETTI E FUMETTI -sezione TEATRO – articolo del 21 maggio 2024]

WILLY ALIAS DARIO SANTARSIERO INTERVISTA FERNANDA PINTO PER DETTI E FUMETTI

Cari Lettrici e Lettori di Detti e Fumetti, oggi intervisterò l’attrice Fernanda Pinto. Buona lettura!

La Fernanda Pinto di Filippo Novelli

Allora Fernanda la protagonista della serie web “Casa Surace”, Casa di produzione sul web con 400 milioni di visualizzazioni, enfatizzando l’eterno campanilismo t, sei nata a Napoli il 22/07/95.Ti sei fatta conoscere dal grande pubblico come ra nord e sud. Il tuo primo debutto è a teatro all’età di 16 anni nel musical “Rent in Neapolitan Language”, regia di Enrico Maria Lamanna, in scena al Festival di Benevento Città Spettacolo e al teatro Trianon di Napoli. Partecipi a diversi Stage con Mimmo Borrelli, a teatro, Francesco Munzi, al cinema e con altri esponenti del Musical Italiano. Ti formi presso il laboratorio teatrale Artefia con il maestro e attore Vincenzo Maria Saggese.Con la sua regia partecipi a diversi spettacoli nei maggiori teatri napoletani e al Festival della Filosofia di Velia. Nel 2013 inizi il tuo percorso di formazione come performer presso il laboratorio di Musical Mind the Gap a Napoli, una tra le prime scuole di Musical in Italia, diretto da Fabrizio Miano. Nel 2015 vinci una borsa di studio nella prestigiosa Accademia MTS MUSICAL THE SCHOOL di Milano, scegli però di restare a Napoli, perché nello stesso anno inizi a lavorare con la Casa di Produzione sul Web. Nel 2017 frequenti per circa un anno il Nuovo Teatro Sanità e lavori come attrice protagonista a diversi spettacoli con la regia di Mario Gelardi.  Successivamente: “Ritorno del Mammasantissima” con la regia di Luciano Saltarelli. Nel 2018 ti sei laureata presso l’Università Suor Orsola Benincasa con indirizzo Comunicazione e attualmente prosegui i tuoi studi presso l’Università Federico II di Napoli. Nel  2023 hai lavorato nella compagnia di Vincenzo Salemme con lo spettacolo scritto diretto e interpretato da Vincenzo Salemme dal titolo “ Napoletano? E famme ‘na pizza!”. Hai preso parte in alcune fiction Rai e Mediaset, come un Posto Al Sole, Rosy Abate 2. E come ospite Vip nel programma Pizza Girls in onda su La5.

W. Perché hai deciso di fare l’attrice?

In realtà non ho mai deciso di fare l’attrice. Direi che piuttosto è successo e basta. Ho iniziato un po’ per gioco a casa, poi a scuola, e poi non ho più smesso di giocare!

W. Che senso ha recitare?

Per me più che avere un senso credo sia una risorsa. Ho la possibilità di dare voce a quello che c’è dentro di me, e soprattutto, spesso a quello che non ho. Mi fa sperimentare e soprattutto mi diverto. Sai che c’è finzione, immaginazione, eppure c’è un tacito patto col pubblico, ci crediamo insieme e diventa tutto vero. Ed è bellissimo!

W.Chi ti tenta di più il teatro il cinema o la televisione? E perché?

Ho sempre lavorato maggiormente a teatro e mi piace davvero tantissimo. Però mi tenta tanto il cinema, e spero presto di farne esperienza!

W.Perché hai rinunciato alla borsa di studio dell’Accademia MTS MUSICAL THE SCHOOL di Milano, per la Casa di Produzione Web?

A malincuore rinunciai alla borsa di studio perché si, iniziavo il mio lavoro con Casa Surace, è stato istintivo, anche se non sapevo bene dove mi avrebbe portata quella scelta. Alla fine direi che è andata bene e oggi nonostante mi dispiaccia per non aver iniziato un percorso a Milano, non me ne pento. Il musical è stata una parte importantissima della mia vita e lo è ancora oggi, quindi mai dire mai!

W. E poi Casa Surace, ce ne vuoi parlare?

Faccio parte di Casa Surace da otto anni ormai. All’epoca avevo solo 19 anni ed ero l’unica donna del gruppo. È stato un fulmine a ciel sereno nella mia vita, in senso positivo ovviamente. Inaspettato. Ho imparato molto grazie a questa esperienza insieme a loro e ho ricordi bellissimi. Oggi andiamo avanti, spero con progetti sempre più grandi!

W. Cimentarti come pizzaiola nel programma Pizza Girls in onda su La5, ti ha aperto nuove prospettive?

L’esperienza a Pizza Girls è stata divertente, per una ragazza del SUD atipica che non sa cucinare, soprattutto. Nuove strade non saprei, ma sono una curiosa nel mio lavoro e cerco sempre di impegnarmi in quello che faccio. Non mi dispiacerebbe condurre un programma!

W.Il tuo sogno nel cassetto?

Mi hanno insegnato a non svelare i sogni, si sciupano e poi non si avverano.. posso dire però che è ancora lì nel cassetto. Incrociamo le dita!

W. Bene Fernanda, grazie anche a nome delle Lettrici e Lettori di Detti e Fumetti per questa interessante chiacchierata!

(DARIO SANTARSIERO PER DETTI E FUMETTI SEZIONE TEATRO – articolo del 2 luglio 2023)

FRIDA, UNA BOMBA AVVOLTA IN NASTRI DI SETA – INTERVISTA A LAURA MURARI Responsabile dello SPAZIO MODUS per DETTI E FUMETTI

Cari lettori di DETTI E FUMETTI oggi intervistiamo l’attrice e resposabile dello Spazio Modus Laura Murari per scoprire tra l’altro quanto la contaminazione tra arte pittorica e teatro puo’ essere affascinante.

F.: Ciao Laura, raccontaci brevemente chi sei e come si svolge la tua attività.

La Laura Murari di Filippo Novelli

L.: ho 51 anni, sono madre di due figlie di 18 e 27 anni, attrice, regista e formatrice teatrale (maggiori info in BIO ).
L’ ”accademia” che ho frequentato è stata la somma di tante esperienze come allieva di grandi maestri e come osservatrice. Profondamente curiosa.
Mi occupo a pieno di teatro, tra interpretazione, regia, scrittura, organizzazione e formazione; curo laboratori teatrali e seminari.
Sono vice direttore del Teatro Modus di Verona, un teatro off di 99 posti, con una ricca e viva programmazione.

F.: quale e’ stato l’episodio che ti ha fatto divenire una attrice.

L.: Incantata e rapita dal telefilm “Fame. Saranno famosi” degli anni 80. L’ho visto decine di volte.
È colpa loro se mi è scoppiato l’amore viscerale per l’arte scenica. E a dare il colpo di grazia è stato “Aggiungi un posto a tavola” di Garinei e Giovannini interpretato da Johnny Dorelli ed altri straordinari interpreti. Visto decine di volte anche quello. Ho consumato la videocassetta.
Ho sognato molto. Si. E con il passare degli anni, dopo svariate deviazioni sul percorso, attorno ai sogni ho costruito la mia vita nel teatro.

F.: Perche’ la scelta del teatro rispetto al cinema.

L.: Ho provato qualche piccola esperienza di cinema. Niente da fare, senza nulla togliere al cinema, ma tutto mi dà l’emozione viva, presente, viscerale nel qui e ora come il teatro. Si è a tu per tu in tempo reale con ciò che avviene di unico e irripetibile. Nessuna replica assomiglia alle altre, ogni volta è una scoperta, una ricerca, una trovata del momento.

F.: come scegli un soggetto se e’ di altri, perche’ scegli un certo tipo di soggetto se devi scriverlo tu.

L.: In caso di testo di altri, più che il soggetto scelgo il tema e come questo tema viene affrontato dall’autore.
Il teatro a mio parere ha compimento se dentro il testo c’è un messaggio, un argomento da sviscerare. Palese o meno. Non un insegnamento, ma una possibilità di ricerca, di riflessione personale e arricchimento per il tramite di un racconto teatrale o vicenda che sia, che può essere comico o tragico. La sottile ironia di un testo che faccia sorridere ma che non lasci indifferente è l’obiettivo. Un esempio il testo di Furio Bordon “Le ultime Lune” un capolavoro, dove l’autore tratta il tema dell’anzianità con profonda dolcezza e ironia, senza sfiorare il patetico.

Nel caso di un mio soggetto, oltre a quanto espresso come finalità, la scelta volge verso la profonda sintonia di cuore che mi rapisce verso una figura che abbia in un certo senso dato esaltazione alla bellezza della vita. Oltre a ciò ricerco la poesia e la poetica delle parole. Se nei miei studi incontro poesia quella è la direzione verso cui vado, senza dubbio.

F.: Perche’ hai scelto di parlare di Frida e quanto in generale la pittura e’ di ispirazione per una opera teatrale.

F.: Adoro Frida Kahlo da tempi insospettabili, ancor prima che scoppiasse la “Fridamania” . Una donna che ha saputo trarre dalla sua sofferenza fisica e di cuore una esemplare fonte di energia vitale. Non mi piace affermare che sia stata una donna che ha “lottato” o “combattuto” o che sia stata una “guerriera” , perché i termini che riconducono alla guerra non sono mai arricchenti la vita. Mi piace affermare che abbia esaltato la vita in tutte le sue sfumature e l’abbia accettata per come è stata, ricercando ovunque gioia. Non ha avuto limiti, è stata una donna libera di essere e di fare, e soprattutto libera dalla paura del giudizio. In una parola, appunto, poetica.


La pittura in questo caso è stata determinante. Il racconto in forma di monologo, con il contributo musicale e di effetti sonori di due bravissimi musicisti Antonio Canteri e Claudio Manzini, trae ispirazione proprio da alcune delle sue opere. Di conseguenza si arriva a sviscerare l’esistenza di questa straordinaria artista, attraversando con le parole e le suggestioni sceniche dolori fisici, amori, gioie e trasgressioni. Il tutto in un contesto coloratissimo, tipico del Messico. I suoi quadri diventano il racconto. Tant’è che durante la messa in scena un acuto osservatore può riconoscerli.

F.: un consiglip per una giovane che si avvicina ora al teatro.

L.: Nulla come il teatro necessita di un richiamo che parte dal profondo intimo.
Se c’è è travolgente e non se ne può fare a meno, se non si sente questa innata spinta viscerale non si può fare del teatro la propria strada. Fare teatro e soprattutto vivere di teatro è estremamente difficile, ma se c’è una grandissima voglia di farcela e non ci si ferma davanti agli ostacoli, ce la si fa. La tenacia è ricompensata.

F.: Rappresentazioni in corso e progetti futuri?

L.: Attualmente oltre allo spettacolo “Frida. Una bomba avvolta in nastri di seta” , in repertorio abbiamo “Maria. La Callas”, un monologo dove ho cercato di portare in scena la figura di questa immensa cantante lirica con l’intento di restituirne la profonda umanità, fragilità, sensibilità, eleganza e femminilità.


Il silenzio, oltre alle parole, le suggestioni tramite una assoluta cura dell’atmosfera attraverso le luci sceniche, portano ad immedesimarsi nei suoi stati d’animo, sia donna che artista “Divina”.

Il teatro Modus di Verona, diretto da Andrea Castelletti, regista di entrambi gli spettacoli, è artisticamente vivo e vivace, è la casa da cui nascono gli spettacoli di nostra produzione, con il nome di Orti Erranti, ma anche lo spazio dove si ospitano molteplici proposte teatrali di artisti sia locali che provenienti da tutta Italia.

Per il prossimo futuro in programma, sempre come Orti Erranti, ci sarà il ruolo di attrice nello spettacolo dal titolo “Gli occhi di Medea” del M° Nicola Guerini , maestro d’orchestra e presidente del Premio Internazionale Maria Callas, per la stagione invernale, ispirato al film Medea di Pasolini che interpretò Maria Callas e, sempre come attrice, uno spettacolo sul tema della ludopatia in previsione per gli inizi del 2024.

F.: Grazie per la bella chiacchierata anche da parte di tutti i lettori di DETTI E FUMETTI.

L.: Grazie a voi, è stato piacevolissimo. A presto

LA BIO di Laura

FORMAZIONE D’ATTRICE

  • Stage condotto da Massimo di Michele organizzato da Punto in Movimento, tema Antigone, 2008
  • Stage di teatro comico condotto da Diego Carli, 2010
  • Laboratorio teatrale condotto da Roberto Adriani, dal 2009 al 2011
  • Laboratorio teatrale condotto da Massimo Totola, 2012
  • Stage + spettacolo “Del bene e del male” ideato e diretto da Stefano Cenci, 2014
  • Vari stages di teatro condotti da Carlos Maria Alsina sul “metodo delle azioni fisiche,
    argomenti: autori del 900, Cechov, Tennessee Williams, Shakespeare, Brecht, dal 2014 al 2019
  • Stage intensivo con Danny Lemmo dell’Actor Studio sul metodo Stanislavkij, 2015
  • Workshop con Zooz Approach di Berlino sull’intelligenza del corpo, 2018
  • Workshop corporale intensivo con Mamadou Dioume presso Teatro Magro di Mantova, 2018
  • Residenza artistica – Workshop fisico “Gli Erranti” a cura di Elisa Giovannetti e Samuel Hili
    presso Creative Lab – Mantova , 2018
  • Workshop di recitazione “Let’s use our imagination”a cura di Francesco De Vito, anno 2019
  • Workshop “Dare voce”a cura di Batteo Belli, 2019
  • Residenza artistica 7 giorni a Roma “Pensare per azioni” e avvicinarsi alle tecniche dei grandi
    Maestri del ‘900: Stanislavskij, Grotowski, Barba ed applicarle nella pratica a cura di Sandro
    Conte – Teatro di Nessuno, 2020
  • Workshop sulla preparazione del monologo condotto da Isabella Dilavello, 2020
  • Stage di alta formazione “Maschere E Commedia dell’Arte”a cura di Michele Monetta, 2020
  • Workshop Residenziale in natura Architetture in/Visibili con Alessando Zatta, 2020
  • Workshop di partecipazione al Training preparazione spettacolo “Le Beatrici” produzione
    L’Avogaria di Venezia con Teatro Tascabile di Bergamo , a cura di Caterina Scotti, 2020
  • Seminario teorico online “Educazione alla teatralità” , a cura di Marco Miglionico, 2020
  • Master di perfezionamento “Regia e pedagogia teatrale” a cura di Michele Monetta , 2021
  • Workshop “Il linguaggio, il corpo, la scena. Elementi di Lecoq. La maschera neutra. “, a cura di
    Luca Fusi, 2022
  • Residenziale 7 giorni in Toscana “L’improvvisazione creativa-biomeccanica del corpo e
    movimento scenico ” a cura di Gaddo Bagnoli e Gianni Coluzzi, 2022
  • Workshop sul metodo Linklater “Liberare la voce naturale” a cura di Leonardo Gambardella
    ESPERIENZE
     Dal 1990 al 2019 a tutt’oggi fa parte della COMPAGNIA AURORA di Villafranca di Verona,
    partecipando con parti di rilievo all’annuale “Rivista di Villafranca”, commedia comico-musicale di
    grande rilevanza.
     Dal 1998 al 2003 fa parte della COMPAGNIA LA BARCACCIA di Roberto Puliero:
  • personaggio di Marietta nella commedia “El Conte de le Ave” di Marino Zampieri (più di 200
    repliche)
  • personaggio di Meneghina nella commedia “La casa Nova” (circa 80 repliche)
  • premio come migliore attrice al concorso nazionale “Sipario d’oro” di Rovereto (TN);
  • personaggio di Cassie nella commedia “Rumors” di Neil Simon;
  • alcune sostituzioni di circostanza in altre commedie in repertorio.
     Dal 2003 a tutt’oggi fa parte della COMPAGNIA TEATRO IMPIRIA come attrice e come collaboratrice
    nell’organizzazione e ideazione degli spettacoli :
  • ruolo della moglie di Shakespeare nella commedia “La notte di Shakespeare”
  • ruolo di Moana Updown nella commedia musicale “Chiuso per Western” (circa 50 repliche)
  • ruolo di Caterina in uno spezzone di “La Bisbetica Domata” nel contesto dell’Estate Teatrale Veronese
  • ruolo di Ilary in “Toccata e Fuga” (circa 50 repliche)
  • ruolo di Lara nello spettacolo “Ultima Chiamata” (circa 50 repliche)
  • ideatrice e protagonista, con Roberto Bonotto, dello spettacolo “I Shake You”
  • ruolo di Dora nello spettacolo “Giulia” (circa 50 repliche)
  • aiuto regia e personaggio di Clara nello spettacolo “Molto Piacere” (circa 100 repliche)
  • ruolo di Gostanza nello spettacolo “Guilty-Colpevoli”
  • co-regia, con il regista Andrea Castelletti, dello spettacolo “Bon Mariage”
  • ruolo “M.me Vigee” nello spettacolo “Bon Mariage”
     Dal 2018 a tutt’oggi collabora con MODUS, lo spazio cultura di Verona diretto da Andrea Castelletti,
    nel ruolo di vicedirezione del Teatro e co-direttrice di ModusLab, insieme a Consuelo Trematore, per
    l’organizzazione di corsi e stage di formazione in ambito teatrale
    Spettacoli Modus Produzioni – Orti Erranti:
  • Regia dello spettacolo “Rivalsalieri” di e con Andrea Castelletti https://modusverona.it/rivalsalieri/
  • interprete del XXXII canto della Divina Commedia per il Progetto Dante’S Box del Comune di Verona
  • Voce interprete per il progetto “Donna 4×4” , 4 videoracconti a puntate di donne, coraggio e passioni
    in 7 minuti
  • Ruolo della madre nel testo “Le ultime Lune” di Furio Bordon
    https://vimeo.com/730946418
  • Autrice e attrice del testo “Frida. Una bomba avvolta in nastri di seta”
    https://vimeo.com/732511720
  • Autrice e attrice del testo “Maria. La Callas”
    https://vimeo.com/827558489
    ALTRO
  • Ruolo nel film-documentario “Cuore di donna” sulla vita di Suor Vincenza Maria Poloni, realizzato
    da APS video, regia di Riccardo Mastini.
  • Protagonista dello spot-redazionale televisivo “Condizionatori Aermec” realizzato da Produzioni
    Enos, per conto di Telenuovo, regia di Enos Rizzotti.
  • Conduttrice dello special televisivo “Il villaggio di natale della Flover” realizzato da TeleVenetoTeleVerona, regia di Ivan Zoggia.
  • Attrice protagonista del videoclip “Mattonelle verdi” degli Otto Ohm, realizzato da Upgrade
    Multimediale.
  • Segretaria di Produzione del video per il progetto Oblivion di Gardaland realizzato da Upgrade
    Multimediale
    ATTIVITA’ DI FORMATRICE TEATRALE
  • Dal 2009 ad oggi docente di corsi per bambini, ragazzi e adulti, organizzati dal Teatro Impiria e dal
    2018 da Modus
  • Anno 2016-2017 docente per nr. 2 progetti teatrali (uno per studenti e uno per professori) presso l’ITC
    Borgo Milano / Stadio (VR) + spettacolo finale,
  • Anno 2018-2019-2020-2021-2022 docente di nr. 4 corsi di teatro per ragazzi e adulti presso il Circolo
    NOI Villafranca (VR)
  • Anno 2019 docente nel progetto teatrale “Ciack si gira 6” presso l’IIS Agrario Stefani-Bentegodi di
    Villafranca di Verona + spettacolo finale
  • Anno 2019/2020 docente di un progetto teatrale di 10 incontri presso il Liceo Medi di Villafranca di
    Verona.
  • Anno scolastico 2022/2023 – docente presso le scuole medie e superiori del progetto “Oggi teatro”
    finanziato da Fondazione Cattolica, con più di 40 classi, in orario curricolare scolastico.

[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI – sezione TEATRO – articolo del 20 luglio 2023]

L’Amor che move, regia di Angela Pulifiato


Dante è d’ispirazione per l’ambientazione metafisica del dramma “L’Amor che move”, in scena Domenica 23 aprile, ore 16, presso il rinnovato e moderno Auditorium San Pio X (ANGELO BRIZI) a Piazza della Balduina, 67. Lo spettacolo è voluto e prodotto da LibeRinArte, scritto a 4 mani da Simonetta Fioranti e da Angelita Puliafito che ne cura anche e sapientemente la regia, portando la passione della Sicilia, sua calda terra d’origine, sulle sacre tavole del palco. In scena e nel team un gruppo oramai affiatato e consolidato composto da Gianluca Cecconello, Valeria Mafera, Paolo Andreotti, Gianluca Boccuni, Manfredi Gelmetti e Alessandra Vagnoli (voci off). La Scenografia multimediale è ad opera di Lorenzo Valle, Luci e fonia di Enrico Marcacci, mentre le foto sono di Stefano Ciccarelli.

Sinossi
«L’oscurità… moglie, sorella, amante e prostituta di ogni uomo… in ogni tempo… in ogni luogo… Maledirla non ha senso e non potrebbe averne… è la goccia di sangue presente in ognuno di noi… è il taglio dell’anima che ogni uomo porta in sé…
Siamo qui… ora… in questa oscurità che prende l’anima… la avvolge per coccolarla e frantumarla, per amarla e devastarla, per farvi casa, nascondiglio, perché l’una non potrà esserci senza l’altra».
Lo spettacolo “L’Amor che move…”, regia di Angelita Puliafito, è un viaggio metafisico nelle atmosfere dantesche colto da una prospettiva che interpella ognuno di noi nel profondo; un viaggio introspettivo che accompagnerà gli spettatori nell’analisi delle risposte individuali alle domande su se stessi e su quanto li circonda. L’accento verrà posto sulla responsabilità dell’uomo nella scelta del proprio destino, in un mondo intera- mente pensato da Dio, sì, ma dove Questi lascia all’uomo il decidere chi davvero vuole essere. Esistere non è altro che “poter scegliere”.
Dante, la sua opera, sono attuali perché è fuori dal tempo, fuori da quello che sono i costumi degli uomini in un dato momento storico: al Poeta interessa l’essenza dell’uomo, che è sempre la stessa, non muta; ed è questa la ragione per cui anche l’uomo d’oggi vi può trovare risposta alle grandi domande della vita. Ci porta sul cammino che ci conduce alla conoscenza di noi stessi, senza la quale non vi può essere vera felicità. Egli stesso dice che lo scopo per cui ha scritto il suo poema è quello di “togliere i viventi in questa vita dallo stato di miseria e condurli allo stato della felicità”.
Oggi come ieri l’umanità si trova ancora a chiedersi quale scelta farà per il futuro individuale e collettivo: è la riflessione che lo spettacolo suggerisce.
In scena : Gianluca Cecconello
Valeria Mafera
Paolo Andreotti
Gianluca Boccuni
Manfredi Gelmetti e Alessandra Vagnoli ( voci off)
Scenografia multimediale Lorenzo Valle
Luci e fonia Enrico Marcacci
Foto Stefano Ciccarelli

Domenica 23 aprile ore 16
Costo biglietto 10 euro
Auditorium San Pio X (ANGELO BRIZI)
Piazza della Balduina, 67

Produzione LibeRinArte

Info e prenotazioni: liberinarte@gmail.com
3387362933

WILLY intervista l’attrice Marial Bajma Riva

Oggi care lettrici e lettori di Detti e Fumetti svolgeremo con entusiasmo la nostra funzione di HUB NEL WEB interlacciando ambiti culturali diversi tra loro. A tal proposito oggi intervisterò l’attrice Marial Bajma Riva, buona lettura.

Marial – ritratto di Filippo Novelli

Allora Marial, inizi la tua carriera artistica all’Académie de Danse Princesse Grace di Monte Carlo, dove ti diplomi come ballerina professionista. Durante il tuo percorso di ballerina, tra i 16 ed i 17 anni, vieni ammessa per due anni consecutivi al «Musical Theatre Dance Intensive », corso di alta formazione del Boston Conservatory at Berklee, coniugando così danza, canto e recitazione. Successivamente studi presso il Conservatoire d’Art Dramatique di Parigi e l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico dove ti diplomi nel 2016. Nello stesso anno vieni selezionata ed entri a far parte del gruppo di alta formazione del Centro Teatrale Santa Cristina (fondato da Luca Ronconi e diretto da Roberta Carlotto) con Fausto Russo Alesi. Sempre nel 2016 debutti a teatro con lo spettacolo “Il sorpasso”, regia di G. Ferro. Tra il 2017 e il 2019 incontri la regista francese Muriel Mayette-Holtz con cui lavori ne “Il gioco dell’amore e del caso” (spettacolo ripreso poi nel 2020 al Théâtre National de Nice) e successivamente ne “Le Troiane” al Teatro Greco di Siracusa dove interpreti Cassandra vincendo il premio come miglior interprete emergente ed il premio Stampa Teatro come migliore interpretazione del 55° Ciclo di rappresentazioni classiche. Nel 2020 reciti nello spettacolo “The seven daughters” diretto dalla regista inglese Colleen Cameron presso l’Espace des Arts (scène nationale), in collaborazione con il Jeune Théâtre National (JTN), in Francia. I lavori teatrali svolti negli ultimi anni sono “Le notti bianche” in cui interpreti Nastenka al fianco di L. Lavia e “Padri e Figli” diretto da Fausto Russo Alesi (produzione Emilia-Romagna Teatro). Nell’ambito cinematografico sei tra i protagonisti nelle due stagioni della serie Amazon Prime exclusive “Scatola nera” e lavori al fianco di Massimo Popolizio (interpreti la figlia) e Vinicio Marchioni nel film “Governace”. Nel 2022 prendi parte alla nuova serie in “Lidia Poët” diretta da Matteo Rovere (appena uscita su Netflix), sei nel cast dell’opera prima di Lorenzo Adorisio “La Festa del ritorno” e nel film americano “The first omen” per la regia di Arkasha Stevenson prodotto dalla Disney.

W: Perché hai scelto di fare l’attrice?

In realtà è stata una scelta molto naturale. Pensandoci mi ricordo che fin da bambina il mio gioco preferito era mettere su dei piccoli spettacoli con i miei amici, dove io poi facevo le imitazioni dei miei familiari, costringendo ovviamente gli stessi a fare da pubblico. Inserivamo anche degli stacchi pubblicitari (spesso di giocattoli incredibili che avremmo voluto ricevere, un modo originale per convincere mamma e papà a regalarceli, che non ricordo abbia mai funzionato). Anche se lo facevamo per divertimento ricordo che ci mettevamo un sacco di impegno. Questa cosa me la sono portata dietro anche durante l’accademia di danza dove organizzavo spettacoli interni tra noi allievi e divertendo le mie compagne di dormitorio (essendo un collegio dormivamo in camerata) con le imitazioni dei nostri insegnanti. Raggiunta una certa maturità ho capito che quel gioco bellissimo che è la recitazione lo avrei voluto continuare per sempre e farne la mia vita.

W: Cosa si prova a recitare nell’antico teatro greco di Siracusa?

È un’esperienza che difficilmente si può descrivere a parole. È il luogo del Teatro per eccellenza. L’energia che emanano quelle pietre è potentissima e lì capisci che tu, attore o attrice, non puoi fare altro che metterti a servizio di quel palco immenso, farti veicolo del testo per arrivare a 5 mila persone. Ricordo il giorno della prima, quando sono entrata in scena ed ero avvolta da mille e mille occhi. Oltretutto a Siracusa gli spettacoli iniziano con la luce naturale del tramonto, quindi vedi davvero ogni singolo spettatore. E dal palco sembra davvero che questa montagna di persone non abbia fine. È una sensazione pazzesca, da farfalle nello stomaco tutte le sere. Dire poi quelle precise parole scritte per quel luogo più di 2 mila anni fa mi fa sentire i brividi ancora oggi. Ho avuto la fortuna poi, all’età di 23 anni di portare in scena un personaggio incredibile come Cassandra e sono grata e onorata di averle potuto prestare la mia voce.

W: Dove esprimi tutta te stessa, nella danza o nella recitazione?

Sicuramente la recitazione è il mio mestiere, la mia vita. La danza è una parte di me e della mia formazione. Piuttosto che discernere le due direi che l’una arricchisce l’altra, come per esempio nel caso della serie “La legge di Lidia Poët” in cui interpreto Greta la prima ballerina dell’Opera, la danza è messa a disposizione del personaggio e questo ogni qual volta un ruolo lo richiede.  

W: Che cosa è il talento?

Più che dire cos’è la fortuna è scoprire quale sia il proprio talento e la cosa più importante è poi coltivarlo. Per un attore o un’attrice, ma credo come per tutti gli altri ambiti, è fondamentale non sedersi sulle proprie capacità. Se c’è una cosa che ho capito e imparato negli ultimi anni è l’importanza di mettersi in gioco, stupirsi e non adagiarsi nella propria zona di comfort dove credo si assopisca la creatività. Siamo in continua evoluzione, sia come esseri umani che come artisti, abbiamo bisogno di mantenere la nostra curiosità, non smettere di studiare, di evolvere il talento insieme a noi. Lo dobbiamo soprattutto a noi stessi.

W: Cosa rappresenta per te l’applauso?

Sicuramente è la migliore unità di misura per capire se ciò che hai portato in scena è arrivato ed è stato apprezzato, si lavora perché sia sempre così. Mentirei se non dicessi che è una sensazione bellissima prendere l’applauso a fine spettacolo. È un rilascio di energia da parte del pubblico che ci ripaga del lavoro fatto. Io personalmente lo vivo come un momento molto intimo, mi svuoto di tutto e rimane solo Marial.

W: Dal punto di vista attoriale cos’è il fallimento?

Premetto che non amo questa parola. Per me il fallimento non esiste, un attore o un’attrice deve avere la capacità di vedere sempre nel fallimento una risorsa, un’opportunità di crescita. Solo con l’errore si può progredire, conoscersi e andare oltre i propri limiti. So che sembra molto retorico ma ci credo molto. Spesso proprio nei momenti più difficili scopriamo e riusciamo ad attingere a risorse, a parti di noi che non sapevamo neppure di avere. Per esempio, durante l’allestimento dello spettacolo “Padri e Figli” dovevo interpretare Sitnikov, un uomo becero e arrivista. Nel mio processo di creazione del personaggio ho fatto numerosissimi tentativi e sbagli senza i quali non avrei trovato tutte le sue sfaccettature.

W: Che responsabilità ha l’attore nei confronti del pubblico?

Una grandissima responsabilità, anche perché l’attore o attrice non ha ragione di esistere senza il pubblico. Si fa veicolo di un messaggio, quindi di una storia, di un personaggio, sia a livello teatrale che cinematografico. E deve avere coscienza che la sua interpretazione, che è unica, fa la differenza perché ha il potere di toccare l’emotività dello spettatore, fargli fare un viaggio che farà nascere pensieri, domande, riflessioni e, perché no, anche cambiargli la vita.

W: Il tuo sogno nel cassetto?

Il mio sogno nel cassetto… beh difficile sceglierne uno solo. Ci sono tante cose che vorrei fare e sperimentare. La me bambina sicuramente vuole fare un viaggio di almeno una settimana agli Universal Studios di Orlando, un sogno che mi porto dietro veramente dalle elementari, ma prima o poi lo realizzerò. Invece se parliamo in ambito artistico forse quello più challenging ad oggi è di riuscire in futuro a mettere in scena un monologo interpretato da me, collaborando anche alla scrittura e portarlo in giro, in Italia e, perché no, anche all’estero essendo madrelingua francese e parlando perfettamente inglese. È una grandissima sfida. Appena raggiungo il momento giusto. Quando lo realizzerò metterò nel cassetto un nuovo sogno.

W. Bene Marial, grazie anche a nome delle lettrici e lettori di Detti e Fumetti per questa bella chiacchierata

[DARIO SANTARSIERO per DETTI E FUMETTI – Sezione Teatro – Articolo del 2 Marzo 2023]

willy il bradipo alias Dario Santarsiero intervista Paola Tiziana Cruciani

Paola Tiziana Cruciani di Filippo Novelli

Cari lettori di Detti e Fumetti, oggi scambierò quattro chiacchiere con l’attrice Paola Tiziana Cruciani

Allora Paola Tiziana sei nata a Roma nel 1958, dal 1979 al 1981 frequenti il primo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche diretto da Gigi Proietti, presso il Teatro Brancaccio di Roma, dove ti diplomi. Con i tuoi  colleghi del corso [Patrizia Loreti, Shereen Sabet, Rodolfo Laganà, Massimo WertmüllerSilvio Vannucci]fondate il gruppo comico La Zavorra, iniziando così la tua carriera teatrale e televisiva. Conclusasi nel 1984 l’esperienza con La Zavorra, inizi a lavorare come attrice, autrice e regista. Sono molte, le tue opere portate in scena per citarne alcune [Torno a casa lessa, Cose di casa, Sole 24 ore] o che sono state interpretate da altri. Nella stagione 2008-2009 sei in Ultima chiamata di Josiane Balasko, con Pino Quartullo. A novembre del 2010 impersoni al Teatro Sistina Eusebia nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Rugantino, diretta da Enrico Brignano. Nel novembre 2013 sei di nuovo con Enrico Brignano dei panni di Eusebia, in scena nei teatri di Roma, Milano, Firenze e New York.Debutti al cinema nel film Fatto su misura del 1984. Da allora ti ritroviamo caratterista in numerose pellicole; hai collaborato con i registi: Paolo Virzì , Alessandro D’Alatri, Giovanni Veronesi. Nel 1999 sei candidata al David di Donatello come miglior attrice non protagonista per il film Baci e abbracci di Paolo Virzì. Ancora con Virzì reciti in Tutta la vita davanti del 2008. Debutti in Straparole, per la regia di Ugo Gregoretti nel 1981. Seguono diversi varietà come Attore amore mio, Io a modo mio, A come Alice, Al Paradise, Un altro varietà di Antonello Falqui su Rai 2 e molti altri. La tua prima apparizione come attrice in una fiction è in Aeroporto internazionale nel 1985.Nell’ottobre 2008 sei in Anna e i cinque. Nell’aprile 2012 sei con a Gigi Proietti tra i protagonisti della fiction Rai L’ultimo papa re. Nel 2015 sei narratrice di una puntata del programma Techetechete’. Nel gennaio 2019 va in onda la serie La dottoressa Giò, dove interpreti la caposala Gigliola Ardenzi. Negli ultimi anni ti sei dedicata all’insegnamento del mestiere ai giovani aspiranti attori.

DS. Perché hai voluto fare l’attrice?

PTC. Ho sempre amato il teatro e la capacità comunicativa degli attori.

Nel 1976 vidi Gigi Proietti in “A me gli occhi, please”. Andavo ancora al liceo. Tornai a casa e incollai il biglietto sul mio diario, accanto scrissi “ Ho deciso, da grande voglio fare l’attrice”. La fortuna è stata incontrare proprio Gigi.

DS. La scuola di Gigi Proietti cosa ti ha lasciato?

PTC. Tutto quello che so, se so qualcosa, lo devo a Gigi. E’ stato l’incontro più importante della mia vita.

DS. La zavorra è stato il tuo trampolino di lancio

PTC. Decisamente sì.

DS. Quali sono le differenze tra la comicità degli anni 80 e quella attuale?

PTC. All’epoca il varietà si faceva con gli autori e i copioni. Si facevano le prove. Adesso è tutto affidato all’improvvisazione.

DS. Se ti venisse proposto di formare nuovamente un gruppo comico la tua risposta quale sarebbe e perché

PTC. Ogni volta che formo una compagnia per mettere in scena una commedia scritta da me, in fondo creo un un nuovo gruppo comico.

DS. Tu e Rodolfo Laganà avete formato un duo molto affiatato ce ne vuoi parlare?

PTC. Eravamo e siamo molto amici. Abbiamo una comicità simile e ci divertiamo a lavorare insieme. Il segreto è tutto qui.

DS. Che sensazioni provi nel vedere i tuoi allievi muovere i primi passi sul palcoscenico?

PTC. Sono molto orgogliosa. Tifo sempre per loro.

DS. Il tuo sogno nel cassetto?

PTC. Riuscire ad andare in pensione.

DS. Bene Paola Tiziana grazie anche a nome dei lettori di Detti e Fumetti per questa interessante chiacchierata, aspettiamo con impazienza un tuo nuovo spettacolo!

PTC. Non dovrete aspettare molto. Grazie a voi.

[DARIO SANTARSIERO PER DETTI E FUMETTI -SEZIONE CINEMA E TEATRO- ARTICOLO DEL 28 novembre 2022]

WILLY IL BRADIPO ALIAS DARIO SANTARSIERO INTERVISTA RODOLFO LAGANA’

Cari lettori di Detti e Fumetti, oggi scambierò quattro chiacchiere con l’attore e regista Rodolfo Laganà.

Rodolfo Lagana’ – Ritratto di Filippo Novelli

Allora Rodolfo, sei Nato e cresciuto a Roma il 7 marzo 1957, da padre calabrese e madre abruzzese, nel 1979 hai iniziato la tua carriera nel laboratorio teatrale di Gigi Proietti. Dopo esserti diplomato, insieme a Massimo Wertmüller, Paola Tiziana Cruciani, Giorgio Tirabassi e Patrizia Loreti avere creato il sodalizio La Zavorra. Avete partecipato a diverse trasmissioni televisive: il varietà di Rai 1 Al Paradise, i principali autori erano Antonello Falqui e Michele Guardi, riscontrando un notevole successo. Nel 1984 La Zavorra si sciolse. La tua carriera è andata avanti tra il teatro cinema e qualche passaggio nella pubblicità; fino al 2015 quando ti viene diagnosticata la sclerosi multipla. Nonostante la malattia tu continui la tua attività di attore.

W. Perché hai deciso di fare l’attore?

RL Era il 1978 andai al teatro Brancaccio a prendere i biglietti per vedere uno spettacolo di Gigi Proietti “ Gaetanaccio” mi accorsi che da una parte c’erano dei ragazzi in fila; incuriosito mi avvicinai e gli chiesi come mai erano in fila e mi risposero che stavano riempiendo una scheda per partecipare al Primo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche diretto dallo stesso Proietti. Risposi ad una serie di domande che mi fece una elegante e garbata signora (Annabella Cerliani); lasciai i miei recapiti pensando” ma figurati se chiamano a me?” Mi chiamarono per telefono e mi dissero di presentarmi il 26 giugno ( e chi se la scorda quella data) per presentarmi al provino di ammissione per la scuola . Lo feci lo superai e mi presero . Incontrai Gigi e la mia vita cambiò. Devo tutto a Gigi. Immediatamente scattò tra noi un rapporto di grande simpatia e complicità che negli anni si e’ trasformato in un grande affetto. Ci volevamo e ci vogliamo un bene infinito.

W. Cosa ti ha lasciato la scuola di Gigi Proietti?

RL Professionalità Serietà Lavoro e tanta umiltà. Valori che ci ha trasmesso il maestro.

W. Negli anni ’80 nasce il sodalizio La Zavorra ce ne vuoi parlare?

RL La zavorra nasce da una intuizione di Antonello Falqui. Facemmo con lui “ Come  Alice” Con tutti i ragazzi della scuola.  Poi ci scelse a noi sei ( Cruciani- Wertmuller- Loreti- Vannucci- Sabet- Lagana’) e ci chiamò per fare Al Paradise varietà di rai 1 e ci chiamammo la Zavorra. Fu un successo pazzesco. Rappresentavamo per quell’epoca una assoluta novità.

W.nell’83 inizi la carriera cinematografica con “Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada” regia di Lina Wertmüller. Com’è stato lavorare con la Wertműller?

RL Fu il mio primo film. Ero molto emozionato tremavo come una foglia. Mi ritrovai a girare scene con Ugo Tognazzi  Gastone Moschin  Enzo  Iannacci e Valeria  Golino anche lei alla sua prima esperienza cinematografica. Lina era una grande regista dirigeva gli attori in maniera fantastica

W.Nell’85 la televisione e nell’89 il teatro: dove hai avuto la possibilità di esprimerti al meglio?  

RL Il teatro e’ la mia grande passione che spero di fare tutta la vita. Il palcoscenico il contatto diretto con il pubblico. A teatro non si bleffa o funzioni oppure il pubblico non torna.  

W. Cosa si prova ad avere un figlio che decide di fare l’attore?

RL Non ho mai forzato a fargli fare l’attore, e’ stata una sua libera scelta. Sono felice di questa sua scelta.  Credo lo possa fare perché ( anche se non dovrei dirlo io) e’ proprio bravo. Cercherò di dargli dei consigli e dei suggerimenti che ho maturato e carpito in 42 anni di mestiere. Ma la libertà di fare le sue scelte sarà sempre la sua. Mi tranquillizza la sua serietà e impegno.

W. nel 2015 una battuta d’arresto la sclerosi multipla

RL Quando mi hanno diagnosticato la malattia mi e’ caduto il mondo addosso e ho  pensato “ E mo’? Smetto di fare l’attore.” Ma ho anche pensato immediatamente che non ce penso per niente. Il palcoscenico per me e’ la migliore medicina che possa prendere e l’unica che mi fa bene infatti non smetto e anche quest’anno sarò in scena con due spettacoli in due teatri diversi.

W. Il tuo sogno nel cassetto?

RL Non mi basta un cassetto per contenere tutti i miei sogni continuo a farne ancora molti. La malattia può impedirmi di fare delle cose ma non potrà mai impedirmi di sognare. Grazie alla vita che e’ meravigliosa. E grazie a voi per questa intervista.

W. Bene Rodolfo, facci sapere quando andrai in scena e grazie anche ha nome dei lettori di Detti e fumetti, per questa bella chiacchierata.

[DARIO WILLY SANTARSIERO PER DETTI E FUMETTO -SEZIONE CINEMA E TEATRO- ARTICOLO DEL 5 NOVEMBRE 2022]

LA MEMORIA -CAPITOLO 1 – TINO BUAZZELLI

Cari lettori di Detti e Fumetti, inauguriamo  la rubrica LA MEMORIA con Tino Buazzelli.  Graziano Marraffa ci accompagnerà in questo viaggio attraverso “la Memoria”, presentandoci di volta in volta attrici e attori celebri ma dimenticati. 

D. Buongiorno Graziano, come stai?

G. Buongiorno Dario tutto bene

D. Hai deciso di inaugurare la rubrica con Tino Buazzelli, parlaci di lui.

Ritratto di Tino Buazzelli di Filippo Novelli

G. Tino Buazzelli appartiene alla generazione di grandi interpreti del teatro e del cinema italiano della quale quest’anno ricorre il Centenario dalla nascita: è nato a Frascati il 13 Luglio del 1922, e successivamente al diploma magistrale, studia recitazione a Roma presso l’Accademia nazionale d’Arte Drammatica con la direzione di Silvio D’Amico, avendo tra i compagni di corso Nino Manfredi che lo affiancherà nel 1947 nel cast della compagnia teatrale formata da Vittorio Gassman ed Evi Maltagliati. Si afferma subito come ottimo interprete dei testi di Molière (“DonGiovanni”), Arthur Miller (“Erano tutti miei figli”), Jean Cocteau (“L’aquila a due teste”) e altri importanti autori, caratterizzando i personaggi con la sua corpulenta fisicità e le espressioni severe del volto.

D. Senon sbaglio nel 1955 Lucio Ardenzi lo coinvolse in una tournée in America meridionale. E’ cosi?

G.Sì, fu in seguito all’esperienza conseguita nel 1952 all’incontro con Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano; Ardenzi, con il sostegno economico del Ministero dello Spettacolo, organizzò una tournée in Brasile, Argentina e Uruguay che vide Buazzelli inserito tra i maggiori interpreti del teatro italiano dell’epoca, tra i quali Enrico Maria Salerno, Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer, Luigi Vannucchi, Renzo Ricci, Glauco Mauri, nella rappresentazione di testi moderni di Diego Fabbri (“Il seduttore”), Alberto Moravia (“Beatrice Cenci”), e Ugo Betti (“Corruzione al palazzo di giustizia”).

D. Poi c’è stato l’esordio nel cinema come è avvenuto?

G. Sebbene la sua carriera cinematografica è alquanto sporadica, ha avuto modo di valorizzarsi tanto in qualità di comprimario di Vittorio Gassman (“Il cavaliere misterioso”, 1946; “Una vergine per il principe”, 1965), Totò (“Le sei mogli di Barbablù”, “TotoTarzan”, 1950; “Totò all’Inferno”, 1954/’55) e Renato Rascel(“Il bandolero stanco”, 1952; “Il corazziere”, 1960), quanto conferendo le sue memorabili partecipazioni straordinarie a film diretti da Antonio Pietrangeli (“Fantasmia Roma”, 1960), Tinto Brass (“Chi lavora è perduto – Incapo al mondo”, 1963), Ettore Scola (“Il vittimista”, ep. di“Thrilling”, 1965), Vittorio De Sica (“Caccia alla volpe”, 1966), Sergio Sollima(“Il diavolo nel cervello”, 1972).

D. Con l’esordio nel 1954 in televisione Buazzelli si fa conoscere al grande pubblico

G. Sì, partendo dall’interpretazione di “Spettri” di Henrik Ibsen, tra le primissime riduzioni di testi teatrali per il piccolo schermo, si è proposto anche tra i conduttori del varietà televisivo “Canzonissima” in due diverse edizioni nei primi anni ’60; ma l’interpretazione che lo lega alla notorietà popolare è quella dell’investigatore privato “Nero Wolfe” nell’omonima serie di sceneggiati tratti dai racconti di Rex Stout, realizzati dalla Rai dal 1969 al 1971, nei quali ha quali coprotagonisti fissi attori del calibro di Paolo Ferrari e Pupo De Luca. E non dimentichiamo la sua partecipazione a programmi RAI come “Ieri e Oggi”.

D. Anche la pubblicità ha contribuito alla sua fama

G. Fin dai primi anni ’60 si è cimentato anche interpretando gli spot pubblicitari che precedevano quotidianamente le trasmissioni televisive, nella mitica serie intitolata “Carosello”, promuovendo prodotti di largo consumo come carne in scatola, aperitivi analcolici, orologi, bibite sciroppate.

D. La sua carriera si interrompe bruscamente con la sua prematura morte, com’è successo?

Purtroppo, a causa della linfoadenite, una patologia infiammatoria del sistema linfatico è prematuramente scomparso a Roma il 20 Ottobre 1980 a soli 58 anni di età, distinguendosi per una professionalità distinta unita a una non comune discrezione umana.

D. Bene, ti ringraziamo anche a nome dei lettori di Detti e Fumetti e non vediamo l’ora di conoscere la vita del prossimo artista.

G. Ringrazio la redazione e i lettori per l’opportunità di confronto, rimandandovi al prossimo appuntamento che riguarderà una fondamentale interprete femminile dello spettacolo italiano del ‘900.

[Dario Santarsiero per DETTI E FUMETTI – sezione TEATRO -articolo del 5 novembre 2022]