Cari lettori di DETTI E FUMETTI dopo il successo di MARTA inauguriamo oggi la seconda stagione del fumetto didattico che racconta la salute e la sicurezza ai giovani: SALVO.
Per coloro che non conoscono il progetto MARTA ecco la sua breve storia.
il progetto MARTA prodotto da DETTI E FUMETTI e OSVY PROJECT nasce nel 2020 come declinazione per i bambini di una serie di fumetti didattici da me prodotti nell’arco degli anni 2001-2005 che avevano lo scopo di rendere gli argomenti dei corsi della salute e sicurezza, tenuti al POLIMI ( Politecnico di Milano), piu’ accattivanti.
Lo scopo era quello di preparare al mondo del lavoro i bambini che altro non sono se non i lavoratori del futuro e dare loro uno strumento per un approccio differente alla educazione civica e alla salute tramite il medium fresco e semplice del fumetto.
All’interno del blog DETTI E FUMETTI pertanto furono pubblicati una serie di episodi di MARTA a partire dal 2020 ed ebbero un gran riscontro di pubblico.
Nel 2022, visto il successo del fumetto, decisi di realizzarne una raccolta arricchendola di una serie di schede di approfondimento sui temi che erano stati trattati. Per produrre un fumetto che fosse semplice ma nello stesso tempo con contenuti di alto livello, chiamai a raccolta una serie di esperti del settore. Venne creato il TEAM MARTA con cui ad agosto di quello stesso anno riuscimmo a pubblicare il fumetto.
Associazioni, scuole, case editrici ci contattarono per poterlo utilizzare come strumento originale e innovativo di insegnamento per i bambini.
Alcuni pensarono di darlo come regalo ai loro lavoratori in modo che in famiglia si potessero trattare certe particolari tematiche; altri proposero di inserirlo come allegato di testi scolatisci di educazione civica. Alcune scuole chiesero di proporlo come piccolo manuale nelle giornate dedicate alla sicurezza (Le prove di evacuazione sono obbligatorie delle scuole e chiamano a raccolta tutti gli alunni della suola 2 volte all’anno).
Tra tutte le richieste che ci arrivarono quella piu’ simolante e interessante venne fatta da alcune associazioni: replicare il nostro fumetto (MARTA è adatto ad un pubblico di 9-12 anni- scuole medie) anche per ragazzi piu’ grandi.
Abbiamo aderito a questa bellissma richiesta ed abbiamo disegnato SALVO e OLIVIA, che sono rispettivamente il fratello e la sorella di MARTA.
SALVO è un liceale e quindi il suo fumetto sarà adatto alla fascia di età (14-18), mentre OLIVIA è una studentessa universitaria (fascia 18-24) e grazie a lei tratteremo argomenti piu’ maturi .
SALVO – I COMPORTAMENTI DEGLI ADOLESCENTI
Molte erano le tematiche che avremmo voluto affrontare per questa fascia di età, una eta’ di mezzo tra la fanciullezza e la maturità, in cui la voglia di libertà ed indipendenza ti spinge ad essere spesso poco attento nell’affrontare i pericoli perchè spesso non si riflette sulle conseguenze.
Se immagino un giovane la prima cosa che mi viene in mente è la strada che sta percorrendo verso il futuro. Ecco perche il primo tema che ho voluto trattare con l’aiuto del TEAM MARTA è come affrontare un percorso: i percorsi, i camminamenti, le vie di fuga in caso di pericolo.
SALVO EPISODIO 1 – OSTACOLI, VIA DI FUGA, CAMMINAMENTI
Per capire meglio cosa intendiamo per ostacoli facciamo un esempio che ci è familiare come quello dello spostamento dalla vostra classe alla palestra: cosa dovete fare insieme al vostro insegnante per essere sicuri?
·Verificare la presenza di un percorso sicuro, senza ostacoli e protetto verso la palestra;
·Valutare qual’è il percorso più idoneo/sicuro da percorrere per accedere alla palestra;
-Verificare la presenza eventuale di interferenza con altre persone che non fanno parte della vostra classe ma che sono comunque presenti lungo il percorso che dovrete percorrere (potrebbero essere dei tecnici/operai che stanno facendo dei lavori, dei bidelli o anche altre classi.
A cosa devo stare attento quando entro per la prima volta in un luogo chiuso? quali segnali devo osservare? ci sono delle segnalazioni acustiche
Di questo e di tanti altri temi parleremo nell’approfondimento che sarà presto pubblicato nel fumetto di SALVO. per ora leggiamo insieme la prima pagina del suo fumetto.
Potete leggere MARTA acquistandolo QUI e potete fare il preordine di SALVO scrivendo alla mail filipponovelli.911i@gmail.com.
[FILIPPO NOVELLI per DETTI E FUMETTI – sezione Fumetto – articolo del 31 gennaio 2023]
Nei negozi di strumenti musicali vige una regola non scritta ovvero quella di non suonare “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin mentre si sceglie una chitarra da acquistare. Una etiquette forse necessaria vista l’enorme popolarità di questo brano con un suggestivo e immensamente popolare intro di chitarra atta a preservare la sanità mentale di chi lavora in questi negozi.
Illustrazione di FILIPPO NOVELLI -Tutti i diritti riservati
Stiamo parlando di uno dei brani più famosi della storia del rock contenuto nel quarto album della band inglese dei Led Zeppelin. E’ posizionata al numero 31 nella lista delle 500 migliori canzoni secondo la bibbia del rock Rolling Stone, ma classifiche a parte questo brano, che dura ben 8 minuti, fu costruita dal chitarrista della band Jimmy Page come un brano che doveva evolversi nella sua struttura per raggiungere un climax finale. Partendo appunto da un intro a tratti bucolico (fu composta in un’antica fattoria con pecore e animali selvatici) il brano inizia a raccontare di una signora che sa per certo che ogni cosa che luccica sia oro e compra poi una scalinata verso il Paradiso.
Cosa abbia ispirato il cantante della band Robert Plant è un mistero, il cantante iniziò a scrivere con in mente questa immagine. La band è famosa per le sue frequentazioni con il mondo esoterico, per le frequentazioni di Jimmy Page nel mondo dell’occulto.
Non mancarono le affermazioni che “Stairway to Heaven” in realtà fosse un brano maledetto che, se ascoltato al contrario, contenesse un ode a Satana.
Una cosa sola è certa: questo brano è uno dei più affascinanti che dagli anni 70 giunge fino ai tempi nostri. La band è al suo apice, la parte finale della canzone, specialmente nella esecuzione live, è travolgente dopo un intro cosi sospeso e delicato. Un vero e proprio monumento e un grande classico che può servire ad alzare il velo sull’intera discografia dei Led Zeppelin alle prese con il loro Blues Rock a tratti Hard, con tocchi folk e acustici, e con tinte scure e affascinanti. Una delle band ancora più amate, iconiche, e una delle poche che alla scomparsa di uno dei suoi membri (Il batterista John Bonham) decise di sciogliersi tenendo poi fede a questa scelta, tranne per qualche sporadica reunion con il figlio di Bonham.
STAIRWAY TO HEAVEN entra a mani basse nella top ten dei brani che la PRO Pursue Respighi Orchestra ha scelto per il suo nuovo concerto 2023.
Una breve anticipazione della multi partitura qui di seguito. La partitura completa sarà nel CONCEPT FUMETTO+ SPARTITO + POSTER e T SHIRT che sarà presente in STORIA DI UNA CANZONE che a breve potrete preordinare qui e su AMAZON LIBRI.
E’ disponibile anche la T-SHIRT di STAIRWAY TO HEAVEN scrivendo direttamente a filipponovelli.911i@gmail.com.
STAY TUNED!
La Pursue Respighi Orchestra è una Young orchestra autogestita che per finanziarsi sta realizzando un concept book composto dalle partiture dei loro brani, da un fumetto e dalle storie delle canzoni del loro repertorio scritte da un team di tutor esperti di musica che stanno organizzando una serie di eventi promozionali per l’orchestra. FABRIZIO FONTANELLI
è uno di loro e ha invitato l’orchestra a partecipare al suo festival INDIPENDENT NIGHT al MAAM di ROMA il primo ottobre 22. Ecco alcune foto dell’evento.
BIO
Fabrizio Fontanelli -chitarra acustica dei MARDI GRAS è già stato nostro ospite quando ci ha raccontato come un suono puo’ trasformarsi in disegno. Se volete approfondire potete andare (QUI)
Liina Rätsep MARDI GRAS . foto di Roberta Gioberti — presso Kill Joy. Tutti i diritti sono riservatiLA BAND MARDI GRAS – foto gentilmente concesse da MARDI GRAS- tutti i diritti sono riservati
[Fabrizio Fontanelli per DETTI E FUMETTI -sezione MUSICA – articolo del 2 agosto 2022]
Freddie Mercury, voce e tastiere dei QUEEN, nel 1978 a Nizza presso gli studios SUPER BEAR registra DON’T STOP ME NOW includendola nell’album Jazz, e in breve tempo la canzone diventa una delle piu’ famose del mondo del rock.
Ma chi sono i QUEEN?
Per scoprirlo dobbiamo andare indietro nel tempo. Ad almeno 8 anni prima, anno in cui gli Smile cambiarono il loro nome in QUEEN grazie ad una felice intuizione di Mercury (alias Farrokh Bulsara).
Un nome breve, facile da ricordare che ben si addiceva alla mission del gruppo: essere maestosi, regali e glam. Il loro stile infatti si rifaceva al glam rock con influenze di progressive, hard rock, heavy metal e musica elettronica. Un grosso contributo a questa ultima contaminazione la diede l’ultimo dei quattro componenti che si aggiunse a Freddy Mercury, Brian May (chitarra) e Roger Taylor(batteria e voce): John Deacon(basso).
Il gruppo ebbe una nascita travagliata. Fu fondato dal fisico Brian May e Tim Staffel nel 1964 e prese il nome di 1984 e iniziò a suonare come gruppo di apertura di Jimi Hendrix (che li aveva scelti per la bravura di May) e dei Pink Floyd. Divennero Smile con l’innesto di Taylor e firmarono il loro primo contratto con la Mercury record ( da cui il nome futuro di Freddie). Nel 1970 Staffel uscì dal gruppo lasciano il posto al suo amico Bulsara che si cambiò come detto nome in Mercury.
Il loro album di esordio dal titolo Queen è del 1973.
Con Queen II del 74 si esaltano i due volti dei queen: quello ballad, progressive melodico di May in contrasto con quello piu’ hard rock, barocco e caotico di Mercury in un mix di rock e pop mai ascoltato prima.
La canzone che li consacrò definitivamente tra le stelle delle rock band su Bohemian Rapsody, rivoluzionaria sia per durata che per struttura e contenuti (75). Ne fecero un video clip ( altra rivoluzione targata queen che fece si che il brano rimanesse primo in classifica per nove settimane. Inserito nel disco A Night at the Opera divenne il disco piu’ venduto dal gruppo e mescolò il rock all’operetta. Il multitraccia e le sue sovraincisioni, volteo a simulare un grande coro, la fa da padrona.
Nel 1979 iniziarono uno tra i tour piu’ importanti, il Live Killer Tour pubblicizzato dalla uscita della nostra canzone: Don’t Stop Me Now che li convinse a pubblicare il loro primo album live: Live Killer, primo album che vira decisamente verso la musica elettronica.
E’ dell’anno successivo la loro prima colonna sonora per un film tratto dei fumetti: Flash gordon. Con cui entrarono in nomination al BAFTA.
Dopo altri 5 anni di successi, ebbero un calo di popolarità e un deterioramento nei rapporti personali che li fece momentaneamente separare.
Nell’83 ripartirono con i tour che culminarono nel LIVE AID di Wembley dell’85 organizzato da Geldof per raccogliere fondi per l’Etipia colpita dalla carestia. Fu una esibizione memorabile, e Freddie il frontman migliore.
Rivitalizzati dal concerto scrissero una delle colonne sonore piu’ belle della storia suonando con una orchestra sinfonica (Highlander-L’ultimo immortale dove compaiono canzoni come A Kind of magic, Prince of the Universe, One vision, Friend Will be friend, one tear of love e Who want to live forever).
Nell’87 si fermarono per la seconda volta. Freddie si ammalo’ di AIDS . Fecero ancora alcuni album tra cui Innuendo che riprende lo stile delle origini e abbandona il pop-dance. Nel 1991 Freddie morì.
Il concerto in tv in sua memoria dell’anno successivo fu visto da oltre un miliardo di persone.
LA CANZONE
DON’T STOP ME NOW è l’inno liberatorio per eccellenza, grandioso nell’uso di armonie vocali e utilizzo del multitraccia che allora andava molto di voga. Brian May il chitarrista con i suoi assoli mette sulla canzone il timbro rock indelebile dei QUEEN.
Una versione dal vivo della canzone viene inclusa nell’album live del 1979, il Live Killers.
Visto l’incredibile successo viene inclusa nella raccolta Greatest Hits del 1981, ed ancora nell’ album Jazz del 2011.
Ma cosa ci vuole raccontare Freddie con questa canzone? Narra di quei momenti di gioia senza un motivo ne un perche’, quando la felicità ti fa volare sopra ogni cosa. E’ una canzone che da la carica di energia, una esortazione alla piu’ pura euforia, a vivere il presente.
La canzone viene usata come colonna sonora per moltissimi film e trasmissioni televisive dell’epoca e non solo, entrando di diritto nella top ten delle canzoni da automobile, si avete capito bene, esistevano anche queste top ten.
Ci piace iniziare questo primo capitolo con questa canzone perché l’abbiamo scelta come inno di una Young Orchestra che il destino aveva deciso di far chiudere perchè arrivata a fine ciclo ed invece noi abbiamo gridato: Non fermateci e siamo ancora qua a suonare insieme contro il destino che ci voleva far chiudere.
La nostra scheda tecnica che segue vi stupirà. Infatti oltre al testo originale ed in italiano vi proponiamo le nostre partiture polistrumentali. In questa scheda abbiamo scelto come compositore dell’orchestra Marco Bannoni. Restate con noi e ne sentirete delle belle. Collezionando le schede potrete avere un vero e proprio compendio di musica da Orchestra, una esclusiva della Orchestra PRO.
Restate connessi.
Cigliegina sulla torta, come da nostra abitudine, il libro finale conterrà un fumetto inedito della storia dell’Orchestra PRO.
Se vuoi avere per primo il libro con il fumetto dell’orchestra e le partiture di tutte le canzoni prenotati QUI]
SCHEDA TECNICA – TESTO ORIGINALE – Don’t Stop Me Now
Tonight I’m gonna have myself a real good time
I feel alive
And the world, I’ll turn it inside out yeah
I’m floating around in ecstasy
So don’t stop me now
Don’t stop me
‘Cause I’m having a good time
Having a good time
I’m a shooting star leaping through the sky
Like a tiger defying the laws of gravity
I’m a racing car passing by like Lady Godiva
I’m gonna go go go
There’s no stopping me
I’m burning through the sky yeah
Two hundred degrees
That’s why they call me Mr. Fahrenheit
I’m travelling at the speed of light
I wanna make a supersonic man out of you
Don’t stop me now
I’m having such a good time
I’m having a ball
Don’t stop me now
If you wanna have a good time
Just give me a call
Don’t stop me now
‘Cause I’m having a good time
Don’t stop me now
Yes, I’m having a good time
I don’t wanna stop at all
I’m a rocket ship on my way to Mars
On a collision course
I am a satellite
I’m out of control
I’m a sex machine ready to reload
Like an atom bomb
About to oh, oh, oh, oh, oh explode!
I’m burning through the sky, yeah
Two hundred degrees
That’s why they call me Mr. Fahrenheit
I’m travelling at the speed of light
I wanna make a supersonic woman
I wanna make a supersonic woman of you
Don’t stop me don’t stop me
Don’t stop me
Hey! Hey! Hey!
Don’t stop me, don’t stop me, ooohh ooohh ooohh
I like it!
Don’t stop me, don’t stop me
Have a good time, good time
Don’t stop me don’t stop me
I’m burning through the sky yeah
Two hundred degrees
That’s why they call me Mr. Fahrenheit
I’m travelling at the speed of light
I wanna make a supersonic man out of you
Don’t stop me now
I’m having such a good time
I’m having a ball
Don’t stop me now
If you wanna have a good time
Just give me a call
Don’t stop me now
‘Cause I’m having a good time
Don’t stop me now
Yes, I’m having a good time
I don’t wanna stop at all
SCHEDA TECNICA – TESTO ITALIANO – Don’t Stop Me Now
Stanotte voglio divertirmi davvero
Mi sento vivo
E girerò il mondo al rovescio
Sto fluttuando estasiato
Quindi non fermatemi ora, non fermatemi
Perché mi sto divertendo
Mi sto divertendo
Mi sto divertendo
Sono una stella cadente che sfreccia nel cielo
Come una tigre che sconfigge le leggi di gravità
Sono una macchina da corsa che passa come Lady Godiva
E andrò andrò andrò
Nulla mi fermerà
Brucio nel cielo, sì
Duecento gradi
Ecco perchè mi chiamano Mr. Fahrenheit
Viaggio alla velocità della luce
Voglio renderti un uomo supersonico
Non fermatemi ora
Mi sto divertendo così tanto
Mi sto dando alla pazza gioia
Non fermatemi ora
Se vuoi divertirti basta chiamarmi
Non fermatemi ora
Perché mi sto divertendo
non fermatemi ora
Sì mi sto divertendo
Non voglio proprio fermarmi
Sono un razzo in viaggio verso Marte
Sulla rotta di collisione
Sono un satellite
Sono fuori controllo
Sono una macchina del sesso pronta per ripartire
Come una bomba atomica
Che sta per oh, oh, oh, oh, oh esplodere!
Brucio nel cielo, sì
Duecento gradi
Ecco perchè mi chiamano Mr. Fahrenheit
Viaggio alla velocità della luce
Voglio renderti una donna supersonica
Non fermatemi, non fermatemi, non fermatemi
Hey! Hey! Hey!
Non fermatemi, non fermatemi
Ooohh! Ooohh! Ooohh!
Mi piace!
Non fermatemi, non fermatemi
Divertiti, divertiti
Non fermatemi, non fermatemi!
Brucio nel cielo, sì
Duecento gradi
Ecco perchè mi chiamano Mr. Fahrenheit
Viaggio alla velocità della luce
Voglio renderti un uomo supersonico
Non fermatemi ora
Mi sto divertendo così tanto
Mi sto dando alla pazza gioia
Non fermatemi ora
Se vuoi divertirti basta chiamarmi
Non fermatemi ora
Perché mi sto divertendo
non fermatemi ora
Sì mi sto divertendo
Non voglio proprio fermarmi
SCHEDA TECNICA – PARTITURE
Il progetto del Concept book.
La Pursue Respighi Orchestra è una Young orchestra autogestita che per autofinanziarsi ha pensato di realizzare un concept book composto dalle storie delle canzoni del loro repertorio, dalle partiture per orchestra e da un fumetto. Un team di tutor sta scrivendo le storie e sta organizzando una serie di incontri a loro dedicati.
Carlo Tore Tosti è uno dei tutor che oggi ha fatto partecipare l’orchestra al concerto della sua band, i RE QUEEN.
Se vuoi avere l’intera partitura prenota la tua copia QUI
[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI – sezione MUSICA – articolo del 25 giugno 2022]
concludiamo con un piccolo omaggio ai nostri ambassador per la loro passione per la musica: abbiamo disegnato ed animato MARTA per loro componendo anche la musica della sigla di MARTA.
Piromani si diventa da piccoli. Vi sono studi che affermano che la Piromania è malattia della psiche legata spesso a disturbi della attenzione, dell’apprendimento e a disordini comportamentali nell’infanzia. Alcuni individui che hanno difficoltà di comunicazione per le loro scarse abilità sociali, trovano nell’atto di accendere fuochi una “soluzione simbolica” ai loro problemi.
Le conseguenze della piromania sull’ambiente sono gravissime. Pensate a quanto tempo ci vuole per il riassetto dell’ecosistema forestale. Pensiamo alle conseguenze sui terreni alterati da un incendio: i versanti delle montagne a causa delle piogge, senza più gli alberi scivoleranno verso il basso provocando frane pericolosissime con danni enormi a persone e cose.
Puoi acquistare il fumetto di MARTA facendo click QUI
[FILIPPO NOVELLI per DETTI E FUMETTI -sezione Fumetto – articolo del 6 gennaio 2021]
Conosciamo tutti il cibo spazzatura, il JUNK FOOD che include tutta quella serie di alimenti industriali ad elevato apporto calorico ed il piu’ delle volte poco nutrienti; L’episodio di MARTA ne fa vedere gli effetti e soprattutto vuole mettere a conoscenza del fatto che, questi cibi sono carenti in vitamine, acidi grassi, e pieni di glucidi raffinati; ma non solo e molto ricchi di colesterolo e sale pertanto sono inadatti per la crescita dei bambini e spesso causa di malattie cardiovascolari negli adulti. Costituiscono il primo fattore per l’obesità in tenera età ( e non solo) quindi bisogna ad ogni costo attivarsi per parlarne e far si che non entrino preponderanti nella dieta dei bambini..
Puoi acquistare il fumetto di MARTA facendo click QUI
[Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI -Sezione Fumetto – articolo del 25 dicembre 2020]
Lo guardiamo e diciamo: “Ma dove diavolo sei stato?” [Dave Ghrol]
Il bisogno di ogni essere umano è lasciare il segno in questo breve passaggio sul pianeta che chiamiamo vita. Ognuno cerca di diventare memorabile secondo i propri valori e da fattori della vita che lo spingono: alcuni di noi educano i nostri figli perché siano persone migliori, oppure contribuiamo facendo del bene al prossimo e chi ha più doti lascia ai posteri le proprie opere d’arte. È inevitabile, ciascuno di noi ha un inconscio desiderio di vivere oltre la vita restando nella memoria attraverso le proprie gesta e propri lasciti.
Amo me stesso più di te,
so che è sbagliato ma cosa dovrei fare?
[Nirvana]
Sono trascorsi anche gli anni ’80, nel mondo del rock regnano il metal, l’hard rock, il glam rock e non tutte le rockstar saranno gemme che poi resteranno nella memoria. La cosiddetta generazione X è già qualche anno che sta vivendo una sorta di insofferenza, di angoscia: il mondo sta cambiando con un’accelerazione che sta cominciando a farsi sentire e questa condizione genera un senso di smarrimento. Forse è questo il prologo giusto che ci dà una chiave di lettura a quegli anni ’90 che saranno esplosivi.
Una decade che ci ha regalato i Radiohead, i Placebo, i Muse, ma soprattutto il sound di Seattle etichettato come Grunge. C’è chi dice che Alice in Chains, Soundgarden e Pearl Jam, per citarne alcuni, abbiamo distrutto il rock.
Faccio parte di quella cerchia che, invece, ha goduto di questo tsunami che ha destrutturato tutte le logiche dei precedenti 40 anni, con strafottenza e senza nessun sogno di gloria.
È stato come l’attentato a Kennedy ma in versione musicale…chi c’era ricorderà senz’altro l’istante in cui ha ascoltato la canzone per la prima volta (Smells like teen spirit)…era trascendentale
[Jessica Hopper]
Sebbene non fossero autoctoni di Seattle e non fossero tra quelli che giravano nei club insieme ai Malfunkshun, ai Melvins ed ai Green River, coloro che contribuirono in modo sostanziale a rendere quel movimento un fenomeno mondiale furono loro: i Nirvana. Kurt Cobain, Kris Novoselic e Chad Channing con il loro furgone sconquassato, pantaloni strappati e magliette strusciate arrivavano da Aberdeen, con tappa all’università di Olympia e non pensavano che i loro sogni di fama sarebbe spediti nell’iperspazio all’ennesima potenza. Già di per sé aver questo tipo di ambizioni non era ben visto dalla controcultura di Seattle, del punk rock e dintorni; lassù, nel nord ovest degli Stati Uniti e lontano dallo show business di Los Angeles, New York e Boston, se eri un musicista dovevi accontentarti dei club malmessi del posto.
Era una controcultura che poneva le basi nel post punk e ‘fanculo a tutto ciò che erano soldi e successo, ‘fanculo all’industria musicale e tutto ciò che ruotava attorno. Purtroppo per loro Bruce Pavitt con la sua Sub Pop ci aveva visto lungo e sapeva che ben presto il grunge sarebbe stato un vulcano in procinto di esplodere. Le prime schermaglie si erano già avvertite con i Soundgarden di Chris Cornell, con i Mother Love Bone di Andrew Wood e successivamente con i Pearl Jam di Eddie Vedder. Ma nessuno come i Nirvana scosse il mondo musicale a quei livelli.
La musica è una forma d’arte
che prospera sulla reinvenzione
[Krist Novoselic]
Quando la Geffen li mise sotto contratto erano consapevoli che di fronte avevano un fenomeno che avrebbe potuto addirittura scavalcare la notorietà del crack Guns’n’Roses. Il video di Smells like teen spirit arrivò sul tavolo di MTV ed Amy Finnerty, produttore esecutivo della giovane e seguitissima emittente TV, si giocò la faccia chiedendo di metterlo in scaletta.
Kurt, Kris e Dave Ghrole (nel frattempo Chad era stato cassato) partirono a tutta velocità sfidando l’industria musicale come uno shuttle sfida l’atmosfera per giungere nello spazio. In fin dei conti era quel che desiderava Kurt: una infanzia e adolescenza conflittuale segnata dai disastri familiari pretendeva un riscatto e quel successo sarebbe stata la giusta ricompensa. Questo era ciò che voleva durante il periodo universitario ad Olympia, da cui si era distaccato perché loro rigettavano ciò che era il mondo che odiavano. Kurt, invece, pur avendo lo stesso sentimento contro la cultura del far soldi velocemente (yuppies), della politica reganiana e dell’industria delle major aveva in mente altro: per cambiare le cose dovevi stare dentro al Sistema e cambiarlo dal suo interno. Un po’ come Neo in Matrix per capirci. Contro ogni sua aspettativa, compresa la propria, divenne in breve tempo il Messia di tutta quella generazione che non trovava più punti di riferimento nella Società, quei reietti o supposti tali sparsi qua e là nell’intero pianeta.
La loro musica era un mix micidiale e mai ascoltato: radici di un punk dai ritmi rallentati e accordi semplici, la potenza del metal, ma anche quelle strizzate d’occhio pop che facevano in modo che la loro musica entrasse nella mente.
Ridono di me perché sono diverso,
io rido di loro perché sono tutti uguali
[Kurt Cobain]
Dietro a quel look trasandato e silenzioso, Kurt Cobain nascondeva un genio musicale che molti hanno paragonato a John Lennon. La differenza è che John Lennon ha lasciato il segno nei suoi 17 anni di onorata carriera, così come altri mostri sacri del rock: Kurt Cobain in appena 5 anni è diventato una sorta di divinità che tutt’oggi viene venerata. L’album del successo globale fu Nevermind che li proiettò in tour in tutto il mondo.
Così come Icaro con il suo volo, però, anche Kurt dovette soccombere alle pressioni mediatiche ed il suo atteggiamento dicotomico con la musica. I demoni della sua prima gioventù erano lì e si manifestavano con un continuo dolore allo stomaco e frequenti depressioni. Kurt li combatteva, ma avevo scelto il peggiore degli alleati: Mr Brownstone (modo gergale per chiamare l’eroina) con cui aveva una relazione da tempo. Stessa sorte era toccata alla donna di cui si era follemente innamorato, Courtney Love delle The Hole.
John Lennon aveva diciassette anni di esperienza negli studi di registrazione, Prince trentotto, David Bowie quarantanove. Kurt solo cinque
[Danny Goldberg]
La vena artistica di Kurt Cobain si sciolse di fronte al calore dei suoi conflitti e di quella inaspettata notorietà che fu la causa del suo controverso decesso. Di lui ci rimangono le sue canzoni contenute in appena quattro album di inediti ed un talento bruciato troppo prematuramente di fronte all’oracolo del successo. Mi piace ricordarlo con quel suo sguardo penetrante che, insieme a quel silenzio rotto dal suo rauco sospiro, concluse l’interpretazione di Where did you sleep last night in quella che fu una delle ultime apparizioni in pubblico dei Nirvana con l’Unplugged in New York.
C’è chi lascia il segno come un’orma del proprio piede sulla sabbia e c’è chi come Kurt Cobain ha scolpito la pietra della cultura lasciando il proprio segno per l’eternità.
Io sono STEO e questa è la mia Storia del Rock. Spero vi piaccia. Lasciate i vostri feedback perche’ diventerà un libro. Raccontateci chi è stata la vostra rockstar preferita. Chissà nel prossimo volume potreste trovarla su DETTI E FUMETTI.
Ed ora come di consueto vi lasci tre brani dei Nirvana da mandare come sottofondo della vostra vita.
Non posso cambiare il mondo, ma posso cambiare il mondo dentro di me
[Bono Vox]
Il cambiamento è alla base dell’evoluzione, a volte è una necessità.
Quale forza dovrebbe spingerci a cambiare? Se, qualunque fosse il nostro status, ci imponessimo sempre di cambiare diventerebbe un’ossessione, ma tante volte rompere le catene delle abitudini è un atto di responsabilità verso noi e gli altri.
A volte, nell’ecosistema di abitudini, comportamenti automatici e situazioni che fanno parte del nostro quotidiano, ci sono cose che inconsapevolmente accettiamo, ma che tanto bene non ci fanno. Possiamo pensare ai nostri vizi, fumare per esempio, oppure chi di noi è facilmente irascibile e, ancora, chi ha grandi potenziali ma rimane lì dov’è perché in qualche modo “ha paura” a fare quel passo che permetterebbe di esprimerli.
Il rock ha rappresentato e rappresenta un simbolo della rottura dello status quo ed esso stesso si è reinventato nel corso dei decenni.
Siamo partiti nel viaggio con il rock’n’roll di Elvis Presley per arrivare al blues rock psichedelico dei The Doors un decennio dopo, stravolto a sua volta dal punk dei Ramones negli anni ’70.
Il rock non ha subito una metamorfosi solo sulla base del periodo storico e grazie al gruppo emergente di turno. Esistono alcune rock band che sono riuscite e riescono a rimanere sulla cresta dell’onda nonostante abbiano a curriculum 44 anni di carriera…e tutto questo lo devono sì alla loro vena artistica, ma adattata e adattabile al cambiamento.
Prendi per esempio U2. Chiamiamoli “come si deve”: YOU TOO (anche voi) e non U-DUE. Iniziarono nel 1976, proprio sull’onda emotiva dei concerti di personaggi come i Ramones ed in un solo decennio, gli anni ’80, sono diventati il gruppo più importante nel panorama mondiale del rock.
Gli U2 erano già una band ancor prima di essere in grado di suonare
[Bono Vox]
Nel 1980 esordiscono con BOY, cavalcando l’ondata della new wave e del post punk, con I will follow e le loro tensioni di adolescenti della periferia dublinese, per arrivare sulla vetta del mondo nel 1987 con JOSHUA TREE. Sì avete letto bene: l’album che da solo contiene Where The streets have no name, With or without you, I still haven’t found what I’m looking for e una scaletta che da sola è una compilation di grandi hits.
In mezzo un decennio a colpi di collaborazioni con Brian Eno, brani che hanno con coraggio parlato di Martin Luther King e delle guerriglie civili irlandesi, consacrandosi con una performance che solo i Queen riuscirono ad oscurare nel Live Aid.
Conquistarono la copertina di Time Magazine, come solo The Beatles e The Who erano riusciti a fare, oltre 5 milioni di dischi venduti nel mondo ed un filotto di sold out nel loro tour mondiale The Joshua Tree Tour.
Quando sei a quelle altitudini l’aria è rarefatta ed il rischio di avere la mente annebbiata dal successo è dietro l’angolo.
I quattro piccoli ragazzi irlandesi avevano di diritto preso lo scettro di rockstar e non avevano nemmeno 30 anni.
All’album del decennio seguì Rattle & Hum che raccontò, sia con note che con pellicola cinematografica, il loro tour americano, con tanto di dediche e devozione a Bob Dylan, Jimi Hendrix e Billie Holiday. I dischi di platino, il successo e l’americanizzazione li avevano allontanati dalla tanto amata quanto odiata periferia di Dublino e dalla loro identità stessa.
Penso che la cosa più importante della musica sia il senso di fuga
[Thom Yorke]
Bono Vox e gli amici di una vita The Edge, Larry Mullen Jr e Adam Clayton avrebbero potuto essere la cover di sé stessi per il resto della loro vita facendo soldi a palate, ma l’anima rock non la puoi accendere o spegnere a tuo piacimento e loro erano LE rockstar di quegli anni, nessuno sapeva cosa avrebbero tirato fuori dal cilindro.
Si rifugiarono a fine degli anni ’80 in una Berlino in pieno fermento tra la libertà della caduta di Berlino e l’incertezza del domani.
Dovevano sentire dentro di loro cosa li aveva portati fin lì e dove sarebbe andati da quel giorno in poi.
Un dilemma non da poco, tanto che la loro gloriosa galoppata era in procinto di arrestarsi.
Tante, troppe volte la fama ha inghiottito talenti del rock, ma quegli irlandesi avevano la pelle dura: non certo dei santi (scagli la prima pietra chi è senza peccato!), ma persone con sani principi. Come dichiarato da Bono “ai tempi di Berlino non avevamo idea di cosa saremmo voluti diventare, ma eravamo sicuri di ciò che non volevamo essere”.
Fu con questo atteggiamento che successe l’imponderabile: nel tempio degli Hansas Studios di Berlino, dove avevano già registrato mostri sacri come Lou Reed, David Bowie ed Iggy Pop, a The Edge venne fuori il giro di accordi della vita.
Quella sequenza di note erano il primo gemito di una neonata One (secondo MTV la miglior canzone degli anni ’90 e trentaseiesima migliore canzone del mondo secondo la classifica di Rolling Stone) e dell’album Acthung Baby, che ha sconvolto radicalmente le logiche musicali degli U2 e dell’intero mondo del rock.
L’album, anch’esso in posizione altissima nella classifica dei migliori album di tutti i tempi secondo Rolling Stone, uscì il 18 novembre del 1991 e 6 giorni dopo un’altra leggenda del rock salutò il mondo, Freddy Mercury: dopo il Live Aid, in cui scettro e corona se li portò a casa come il calciatore con il pallone quando segna una tripletta, fu come un passaggio di testimone tra miti per continuare a dar vita ed onorare il rock.
Se devi fare una cosa, falla con stile. [Freddy Mercury]
Elettronica e distorsioni miscelate con le melodie e le chitarre di un rock più classico andarono a mettere il segno in una generazione di musicisti che di lì a breve furono ispirati a dar seguito ad una nuova lettura del genere: dai Radiohead ai Muse, dai Placebo ai Coldplay.
Questo è solo un pezzo della storia di quattro semplici ragazzi che erano partiti con scarse doti tecniche nella musica, ma con tanta passione e gesta epiche hanno fatto della lettura dei tempi che cambiavano e del cambiamento stesso il loro status, marcando un segno indelebile nella storia del rock che tutt’oggi stanno scrivendo.
Gli U2 sono la dimostrazione che cambiare è possibile per tutti, anche quando tutto sembra perso o anche quando pensi di aver conquistato tutto. Viviamo in un mondo dove cambiare certi atteggiamenti nei confronti di noi stessi, degli altri e dell’ambiente è una necessità se vogliamo dare alle future generazioni una cultura di amore e rispetto reciproco.
Basta mettersi alla prova e avventurarsi where the streets have no name.
Io sono STEO e questa è la mia Storia del Rock. Se vi è piaciuto l’articolo regalate ai vostri amici il mio libro.
Lasciatemi i vostri feedback, ditemi chi sono stati i vostri miti del rock e chissà potrete trovarli nel prossimo volume. Ed ora vi lascio come di consueto tre brani che vi faranno conoscere meglio gli U2 e il loro camaleontismo.
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