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“Il Muro nella mente – La nascita di The Wall”- STORIA DI UNA CANZONE

Amic* di DETTI E FUMETTI per STORIA DI UNA CANZONE oggi vogliamo parlarvi di ANOTHER BRICK IN THE WALL dei PINK FLOYD.

Immaginate di essere su un palco. Davanti a voi, migliaia di volti urlanti, luci accecanti, energia pura. Ma dentro… il vuoto.

È il 6 luglio 1977. Roger Waters, bassista e mente creativa dei Pink Floyd, guarda il pubblico dello Stadio Olimpico di Montréal con crescente frustrazione. Qualcosa si è spezzato. Il contatto umano è svanito. Quel che resta è un’enorme distanza tra artista e spettatore. E poi, il gesto estremo: Waters sputa su uno spettatore. È il punto di non ritorno.

Ma da quel momento oscuro nasce un’idea destinata a cambiare per sempre la storia della musica: un muro. Non di mattoni, ma di emozioni. Un muro psicologico costruito da traumi, perdite, repressioni. Il protagonista? Un alter ego immaginario: Pink, una rockstar alla deriva.

Waters porta questa visione al produttore canadese Bob Ezrin, il quale prende una lunga, cruda demo e ne fa qualcosa di più. Ne fa una storia, con un inizio, uno sviluppo, una fine. Pink diventa il simbolo di una generazione ferita, e ogni brano diventa un mattone: la scuola, la madre, la guerra, la droga, l’isolamento.

E mentre Waters costruisce la narrazione, David Gilmour scolpisce l’anima musicale del disco. La tensione tra i due è palpabile, eppure genera meraviglie: su tutte, l’immortale “Comfortably Numb”, nata tra litigi, riscritture e due visioni inconciliabili che si fondono in un capolavoro.

Il tour del 1980–81 è uno spettacolo mai visto prima: un vero muro di polistirolo cresce davanti agli occhi del pubblico, isolando la band sul palco. E alla fine? Il crollo, fragoroso, catartico. Il muro cade. E resta il silenzio.

Nel 1982 il regista Alan Parker porta tutto sul grande schermo: nasce il film Pink Floyd – The Wall, con Bob Geldof nel ruolo di Pink. È un’opera psichedelica, cupa e potentemente emotiva.

The Wall non è solo un concept album. È un viaggio nell’inconscio. È la confessione di un uomo sull’orlo della rottura. È il tentativo disperato di comunicare, anche quando tutto sembra perduto.

Ha venduto oltre 30 milioni di copie, ispirato artisti, cineasti, registi teatrali. Ma soprattutto, ci ha lasciato un messaggio: i muri si costruiscono per paura. Ma prima o poi, vanno abbattuti.

Così nacque The Wall: da uno sputo a una sinfonia. Da un trauma personale a un’epopea collettiva. Un’opera che ha osato porre una domanda scomoda: cosa succede quando siamo troppo fragili per restare in contatto col mondo?

La risposta è lì. Tra i mattoni.

TESTO

Dark sarcasm in the classroom
Teachers leave them kids alone
Hey! Teachers! Leave them kids alone!
All in all it’s just another brick in the wall
All in all you’re just another brick in the wall.

We don’t need no education
We don’t need no thought control
No dark sarcasm in the classroom
Teachers leave them kids alone
Hey! Teachers! Leave them kids alone!
All in all it’s just another brick in the wall
All in all you’re just another brick in the wall.

“Wrong! Do it again!”
“Wrong! Do it again!”
“If you don’t eat your meat, you can’t have any pudding.
How can you have any pudding if you don’t eat your meat?”
“You! Yes, you behind the bikesheds, stand still laddy!”

traduzione

Non abbiamo bisogno di alcuna educazione
Non abbiamo bisogno di alcun controllo del pensiero
Nessun oscuro sarcasmo in classe
Insegnanti, lasciate stare i bambini
Ehi! Insegnanti! Lasciate stare i bambini!
Tutto sommato è solo un altro mattone nel muro.
Tutto sommato siete solo un altro mattone nel muro.

Non abbiamo bisogno di alcuna educazione
Non abbiamo bisogno di alcun controllo del pensiero
Nessun oscuro sarcasmo in classe
Insegnanti lasciate stare i bambini
Ehi! Insegnanti! Lasciate da soli i bambini!
Tutto sommato è solo un altro mattone nel muro.
Tutto sommato siete solo un altro mattone nel muro.

“Sbagliato! Fallo di nuovo!”
“Sbagliato! Fallo di nuovo!”
“Se non mangi la carne, non potrai mangiare il dolce.
Come puoi mangiare il dolce se non mangi la carne?”
“Tu! Sì, tu dietro i portabiciclette, fermo lì giovanotto!”

BIO

OLTRE ad essere  il bassista dei gruppi MARDI GRAS, Re QUEEN – tribute band dei Queen e Back to the Spice

Ritratto di Carlo di Tore Tosti tratto dal fumetto SANDCASTLE

Sono  il bassista degli IMPULSE- tribute band dei Pink Floyd, quando si dice parlare con cognizione di causa.

Ringrazio Filippo che mi ha coinvolto in questo bellissimo progetto Storia di una canzone e che è l’autore del fumetto che mi vede coprotagonista SANDCASTLE.

A presto alla prossima puntata!

[Carlo di Tore Tosti per DETTI E FUMETTI- Sezione MUSICA – Articolo del 19 giugno 2025]

SAM SMITH -I’M NOT THE ONLY ONE -STORIA DI UNA CANZONE

Amici di DETTI E FUMETTI ecco un nuovo capitolo di Storia di una canzone. oggi vogliamo parlarvi di Sam Smith e della sua I’m not the only one.

Sam Smith nasce a Londra il 19 maggio 1992; studia canto e scrittura creativa al St. Mary di Cambridge e inizia a collaborare con i Disclosure con i quali si fa conoscere al grande pubblico nel 2012 grazie al brano Latch (Latch raggiunge l’undicesima posizione in Gran Bretagna).

Nel 2013 debutta come solista e l’anno successivo vince 4 Grammy con In the lonely hour.

Il suo stile inconfondibile è un soul contaminato dal pop, R&B e gospel con inserimenti di musica d’orchestra. Torna a vincere un altro Grammy Award con Petras con il brano Unholy e collabora con molti artisti. Nel 2015 con “Writing’s on the Wall” vince l’Oscar come miglior colonna sonora. Nel 2020 fa coming out e si dichiara non binario,  portando avanti la causa per la sua e le altre categorie poco rappresentate nel panorama musicale fino ad allora.

I temi delle sue canzoni ruotano attorno all’amore, spesso non corrisposto, alla vulnerabilità e alla perdita.

La canzone di cui oggi vi vogliamo parlare ne è chiaro specchio. Stiamo parlando di I’m not the only one.

Pubblicata nel 2014 all’interno del suo album di esordio “In the Lonely Hour” che ha vinto il primo Grammy. Narra in prima persona del tradimento e della infedeltà di cui il cantante sospetta del suo compagno. Con una melodia malinconica e struggente, Sam Smith pone al centro le sue qualità canore.  

L’apice nel ritornello quando l’artista dichiara: “dico che sono pazzo perché non credi che io sappia cosa hai fatto, ma quando mi chiami baby so di non essere l’unica” (“You say I’m crazy Cos you don’t think I know what you’ve done, But when you call me baby I know I’m not the only one”) esprime il tormento interiore della persona tradita, che è consapevole della situazione nonostante i tentativi di nasconderla.

Testo di I’m Not The Only One

You and me we made a vow
For better or for worse
I can’t believe you let me down
But the proof is in the way it hurts

For months on end I’ve had my doubts
Denying every tear
I wish this would be over now
But I know that I still need you here

You say I’m crazy
Cause you don’t think I know what you’ve done
But when you call me baby
I know I’m not the only one

You’ve been so unavailable
Now sadly I know why
Your heart is unobtainable
Even though Lord knows you kept mine

You say I’m crazy
Cause you don’t think I know what you’ve done
But when you call me baby
I know I’m not the only one

I have loved you for many years
Maybe I am just not enough
You’ve made me realise my deepest fear
By lying and tearing us up

You say I’m crazy
Cause you don’t think I know what you’ve done
But when you call me baby
I know I’m not the only one

You say I’m crazy
Cause you don’t think I know what you’ve done
But when you call me baby
I know I’m not the only one
I know I’m not the only one
I know I’m not the only one
And I know.And I know.And I know.And I know.And I know…
I know I’m not the only one

Questa e’ un nuovo capitolo di STORIA DI UNA CANZONE, la nostra rubrica che parla di musica e che presto diventerà un concept book acquistabile sui nostri canali insieme al poster e alla t-shirt. Stay tuned.

la pursue respighi orchestra ha interpretato il brano nel suo concerto dell’ ottobre 2024 che potete ascoltare qui.

[Filippo Novelli -sezione musica – articolo del 16 aprile 2024]

Storia di una canzone – Hey Jude

Cari amici di DETTI E FUMETTI oggi vi raccontiamo la storia e la struttura dei una delle canzoni piu’ famose dei Beatles: Hey Jude.

“Hey Jude” , originariamente “”Hey Jules”, è una canzone scritta da Paul McCartney e pubblicata dai Beatles nel 1968. È una canzone di incoraggiamento e speranza, scritta per consolare il figlio di John Lennon, Julian ( Jules), dopo il divorzio dei suoi genitori. La canzone è stata un successo immediato, raggiungendo la prima posizione nelle classifiche di tutto il mondo. È stata votata come la canzone più popolare di tutti i tempi da Rolling Stone e BBC Radio 2.

La canzone inizia con McCartney che si rivolge a ( Jules poi cambiato in Jude perche’ suonava meglio) e gli chiede di “non essere triste”. Poi prosegue dicendogli che “i migliori anni sono davanti a te” e che “non deve mai arrendersi ai suoi sogni”. La canzone è un inno alla speranza e alla resilienza, ed è stata di conforto per milioni di persone in tutto il mondo.

John dichiaro’ che Paul, seppur inconsciamemte, scrisse alcuni passaggi per lui, come quello che recita: “esci e prendila” nel senso prendi la tua strada, vai.

Dal punto di vista della struttura la canzone e’ in Fa maggiore con un tempo di 4/4. E’ composta da quattro strofe, un ponte e un ritornello. La melodia della canzone è semplice e orecchiabile, e queste caratteristiche vincenti sono state la chiave per il suo successo. Il segreto sta nel fatto che il riff di pianoforte di “Hey Jude” è stato ispirato da una canzone di Bach. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.

“Storia di una canzone”, il progetto scritto a piu’ mani da un gruppo di amici musocosto, presto diventera’ un concept book fatto dalla raccolta di questi capitoli, da un fumetto e dai migliori arrangiamenti delle canzoni per orchestra. Finanziera’ il progetto della PURSUE RESPIGHI ORCHESTRA, la young orchestra di Roma.

Da oggi  trovi la t-shirt  nello shop facendo click QUI

( Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI sezione Musica – articolo del 16 agosto 2023)

Storia di una canzone – knockin’ on Heaven’s Door

Cari amici di DETTI E FUMETTI oggi vi raccontiamo la storia di knockn’ on heaven door.

La canzone “Knockin’ on Heaven’s Door” è stata scritta da Bob Dylan nel 1973 per il film western “Pat Garrett e Billy the Kid”. Il regista del film, Sam Peckinpah, aveva chiesto a Dylan di scrivere una canzone per la scena in cui si affrontano  lo sceriffo Pat Garrett e Billy the Kid. Viene ucciso Billy ma nello scontro muore anche lo sceriffo Baker. Il brano è  dedicato a lui.

Dylan ha scritto la canzone in una sola notte, e le sue parole sono state ispirate dalla scena del film, ma anche dalla sua personale visione della morte e dell’aldilà. La canzone è una preghiera per la redenzione, una richiesta di perdono e una speranza di pace.

Il testo della canzone è molto semplice, ma è anche molto potente. Le immagini poetiche di Dylan evocano un senso di angoscia e di speranza, e il suo canto è commovente e sincero.

“Knockin’ on Heaven’s Door” è stata pubblicata come singolo nel 1973, e ha rapidamente raggiunto il successo internazionale. La canzone è stata reinterpretata da molti artisti, tra cui Guns N’ Roses, Eric Clapton e Johnny Cash. È diventata un classico della musica rock, e continua ad essere cantata e ascoltata da milioni di persone in tutto il mondo.

Cosa scrive Dylan:


Mamma, toglimi di dosso questo distintivo,
non posso più usarlo.
Si sta facendo buio, troppo buio per vedere.
È come se stessi bussando alla porta del paradiso.
Bussando alle porte del paradiso
(… si),
bussando alla porta del paradiso,
bussando alla porta del paradiso,
bussando alla porta del paradiso… si.
Mamma, metti le mie pistole per terra,
non posso più sparare.
Quella nuvola nera e fredda sta scendendo.
È come se stessi bussando alla porta del paradiso.
bussando alla porta del paradiso
(… si),
bussando alla porta del paradiso,
bussando alla porta del paradiso,
bussando alla porta del paradiso… si.


Scritta nel periodo della guerra del Vietnam, la canzone e’ una preghiera per la pace e per un mondo migliore.

Dylan non ha mai confermato né smentito che la canzone sia un’allusione alla guerra del Vietnam. Tuttavia, è evidente che la guerra era un tema molto importante per Dylan all’epoca in cui scrisse la canzone. Dylan era un forte oppositore della guerra e aveva già scritto diverse canzoni contro la guerra, come “Blowin’ in the Wind” e “The Times They Are a-Changin'”.

È quindi possibile che “Knockin’ on Heaven’s Door” sia stata scritta come un’altra canzone contro la guerra. La canzone è stata pubblicata nel 1973, quando la guerra del Vietnam stava per finire. È possibile che Dylan abbia voluto scrivere una canzone che ricordasse le vittime della guerra e che invitasse le persone a cercare la pace.

La canzone strutturalmente parlando è in tempo di 6/8 e ha una struttura semplice. La melodia è composta da pochi accordi di base (Sol, Re, La minore e Do) e il testo è composto da versi e ritornello.

Il brano inizia con un intro di chitarra acustica, a cui si uniscono poi la voce di Dylan e la batteria. La canzone procede con un ritmo lento e costante, mentre Dylan canta il testo della canzone.

Il ritornello della canzone è molto potente e coinvolgente. La canzone si conclude con un finale di chitarra acustica.

“Storia di una canzone”, il progetto scritto a piu’ mani da un gruppo di amici musocosto, presto diventera’ un concept book fatto dalla raccolta di questi capitoli, da un fumetto e dai migliori arrangiamenti delle canzoni per orchestra. Finanziera’ il progetto della PURSUE RESPIGHI ORCHESTRA, la young orchestra di Roma.

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(Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI sezione Musica articolo del 16 agosto 2023)

Storia di una canzone – Stand By Me

Cari amici di DETTI E FUMETTI oggi parleremo di B.B.King e della sua STAND BY ME.

B.B. King era un bluesman americano nato il 16 settembre 1925 a Itta Bena, Mississippi. È considerato uno dei più grandi chitarristi blues di tutti i tempi, ed è stato soprannominato “The King of the Blues”. King ha iniziato la sua carriera musicale negli anni ’40, e ha pubblicato oltre 50 album durante la sua carriera. Alcuni dei suoi brani più famosi includono “The Thrill Is Gone”, “Sweet Little Angel”, e “Stand By Me”. King ha vinto 15 Grammy Awards, ed è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1986. È morto il 14 maggio 2015 all’età di 89

La canzone “Stand By Me” è stata scritta nel 1961 da Ben E. King, Jerry Leiber, e Mike Stoller. È stata pubblicata come singolo nel 1961, e ha raggiunto la prima posizione nella classifica Billboard Hot 100. La canzone è stata utilizzata in numerosi film e programmi televisivi, tra cui “Stand By Me” (1986), “The Shawshank Redemption” (1994), e “The Simpsons” (1995).


“Stand By Me” di B.B. King è una canzone blues con un tempo di 12 battute. La canzone è in chiave di A minore, e il tempo è di 120 battiti al minuto. La struttura della canzone è semplice, con un ritornello che si ripete due volte dopo ogni strofa. Il testo della canzone parla dell’importanza dell’amicizia e del sostegno reciproco.

La chitarra di B.B. King è la parte più importante della canzone. King suona un riff blues semplice ma efficace, che è la base della canzone.

“Stand By Me” è una canzone classica che è stata reinterpretata da molti artisti diversi. La versione di B.B. King è una delle più apprezzate, e rimane ancora oggi una delle canzoni blues più famose di tutti i tempi.

“Stand By Me” parla dell’importanza dell’amicizia e del sostegno reciproco. Il cantante chiede a un amico di restare al suo fianco, anche nei momenti difficili. La canzone è un inno alla speranza e all’ottimismo, e trasmette il messaggio che non siamo mai soli, se abbiamo qualcuno che ci ama e ci sostiene.

“Storia di una canzone”, il progetto scritto a piu’ mani da un gruppo di amici musocosto, presto diventera’ un concept book fatto dalla raccolta di questi capitoli, da un fumetto e dai migliori arrangiamenti delle canzoni per orchestra. Finanziera’ il progetto della PURSUE RESPIGHI ORCHESTRA, la young orchestra di Roma.

(Filippo Novelli per DETTI E FUMETTI -SEZIONE MUSICA – ARTICOLO DEL 16 8 23)

STORIA DI UNA CANZONE -Quarta puntata -While My Guitar Gently Weeps – THE BEATLES – a cura di Alessandro Ciocca per DETTI E FUMETTI

Amici di DETTI E FUMETTI oggi parliamo di un gruppo mitico, i BEATLES sui quali torneremo in seguito.

Specificatamente di una delle loro canzoni piu’ belle a nostro parere: While My Guitar Gently Weeps

Illustrazione di Filippo Novelli -(ALL RIGHT RESERVED)

Canzone dei Beatles, composta da George Harrison e pubblicata nell’album “The Beatles” del 1968 (anche noto come “White Album”).

La fonte d’ispirazione del brano venne a Harrison dalla lettura dell’I Ching, il libro dei mutamenti cinese: “In Oriente ogni cosa è connessa con ogni altra cosa, mentre in Occidente è solo una coincidenza”. Con questa idea in testa Harrison cominciò a scrivere la canzone partendo dalle prime parole della pagina di un libro qualsiasi aperto a caso dove lesse: “Gently Weeps” (piange dolcemente).

La canzone While My Guitar Gently Weeps cambiò significativamente dai provini iniziali alla versione ufficiale pubblicata.

Nel brano i Beatles ospitarono contributi di musicisti famosi: la chitarra solista appartiene ad Eric Clapton, amico di Harrison e futuro marito della prima moglie di costui, Pattie Boyd.

PH da ULTIMATE CLASSICI ROCK

Eric Clapton, pur intimorito dall’idea di suonare con i Beatles (a nessun membro esterno alla band era mai stato concesso fino a quel momento questo privilegio), fornì una delle migliori prove in assoluto della sua carriera. Chiese tuttavia di non essere accreditato e di far alterare il suono della sua chitarra per renderlo “traballante” e conferire alla canzone proprio quell’effetto “piagnucolante” desiderato dal suo autore.

La presenza di Clapton nello studio contribuì inoltre a stemperare le ormai crescenti tensioni tra i quattro Beatles, stimolandoli ad impegnarsi ed esibirsi al meglio delle loro potenzialità (un esperimento che la band avrebbe replicato con successo sia con Brian Jones per la registrazione di “You know my name” sia con Billy Preston per le sessioni di “Let it be”).

Alla sua pubblicazione, While My Guitar Gently Weeps venne incensata dalla critica, e da allora è ritenuta uno dei migliori brani in assoluto di George Harrison, esempio riconosciuto della sua maturità come autore.

Il contributo chitarristico di Clapton al pezzo è stato definito “monumentale” dalla critica.

While My Guitar Gently Weeps fa parte del repertorio del prossimo concerto della young orchestra PRO oltre che ovviamente del concept book, mix di fumetto narrativa e partiture musicali per orchestra, STORIA  DI UNA CANZONE.

Vi diamo un assaggio dello spartito del brano che troverete nel libro.

Le T-shirt della canzone saranno disponibili ai concerti. Per promozioni/anticipazioni e pre order contattare l’organizzazione alla mail: filipponovelli.911i@gmail.com

BIO

Alessandro Ciocca, chitarrista e cantante, è attivo su piu’ fronti in ambito musicale e nel sociale per quel che riguarda la promozione e diffusione della cultura musicale; è presidente della associazione culturale NUOVE ARMONIE.

Fa parte infatti del gruppo i “I Briganti di Friolo  e del coro polifonico Ladislao in … canto diretto dal bravissimo soprano Yukiko Kondo Ciocca scrittrice tra l’altro del fumetto di DETTI E FUMETTI: Da Grande farò l’artista, disponibile al link QUI.

LADISLAO –IN CANTO

I BRIGANTI

I BRIGANTI DI FRIOLO,: sono un gruppo di musica popolare. Spazia nella vasta tradizione dei paesi del mediterraneo (dalla penisola alle grandi isole) oltre a proporre propri brani nel rispetto dei canoni linguistici e musicali originari. Un ritorno alle origini nel vortice dell’arte più semplice e genuina: le percussioni ed il tamburello, la chitarra ritmica, la fisarmonica ed altri strumenti “poveri”, i canti in dialetto a più voci e le travolgenti danze di pizziche e tarantelle.

[Alessandro Ciocca per DETTI E FUMETTI -sezione Musica -Articolo del 17 agosto 2022]

LUDOVICO EINAUDI – NUVOLE BIANCHE – Storia di una canzone- Terza puntata a cura di Cesare Secli’ per DETTI E FUMETTI

La storia di questa canzone inizia così:

“Lentu lassame ‘mpaccire
(vento lascia che io impazzisca)
Iddhra prima o poi a turnare
(lei prima o poi dovrà tornare)
Lassame suffrire sula
(lasciami soffrire sola)
Lassame cu scerru ‘mprima
(lascia che io dimentichi al più presto)
Sula sula aggiu restare
(sola sola devo restare)
Lassa cu ddenta nu sule
(lascia che esca il sole)
Iou allu scuru a’ rimanire
(io nell’oscurità devo restare)
‘Ola tie nu te fermare”.
(tu vola e non ti fermare)


L’amore come nuvole arriva con il vento, e con il vento se ne va.
Quel vento caldo che in Salento non manca mai, così come nuvole bianche che accarezzano il sole per donare un po’ di ombra e sollievo, così come quell’amore che fa “‘mpaccire” (impazzire).

Illustrazione di Filippo Novelli


“Nuvole bianche”, nella versione cantata da Alessia Tondo, ci mette a pieno confronto con la nostra anima, rendendoci più consapevoli della nostra pena non senza però quella speranza che, come nuvole al vento, passeggia tra i tasti bianchi e i tasti neri del pianoforte di Einaudi.

Alessia Tondo ritratto di Filippo Novelli


Maestro Concertatore del festival della “Notte della Taranta” di Melpignano, nel 2010 e 2011, Ludovico Einaudi si innamora della cultura salentina, ma soprattutto della sua violenta e dolce musica, incidendo l’album Taranta Project nel 2015. Un progetto che coinvolge vari artisti di origine diversa; quindi un progetto di unione e fratellanza, un progetto firmato Italia, Mali, Gambia, Gran Bretagna, Francia, Turchia e Salento.
Le origini, le culture sono diverse ma le passioni umane, il bisogno di liberare il proprio canto o il proprio urlo, perché morsi dalla taranta o imprigionati da una storia d’amore finita male, sono le stesse nuvole che il vento della musica sa portare via

Nuvole Bianche di Einaudi fa parte del nuovo concept book di DETTI E FUMETTI, un mix di storia delle canzoni, fumetto e partiture musicali per orchestra, la PRO, una YOUNG ORCHESTRA autogestita di Roma che il prossimo anno inserirà nel repertorio del suo primo concerto il brano di Einaudi.

Ecco una anticipazione di NUVOLE BIANCHE, il resto nel libro.

Restate connessi per scoprire gli altri brani.

Sono in pre ordine il libro STORIA DI UNA CANZONE e le t-shirt dei brani, scrivendo all’indirizzo e-mail: filipponovelli.911i@gmail.com.

[Cesare Secli’ per DETTI E FUMETTI – sezione MUSICA – Articolo del 11 agosto 2022